Viaggio con i mezzi locali nel Paese degli uomini integri
località: bobo dioulasso, banfora, sindou, ouagadougou
stato: burkina faso (bf)
Data inizio viaggio:
sabato 11 ottobre 2003
Data fine viaggio:
mercoledì 15 ottobre 2003
Bobo Dioulasso, Posta a Sud-Ovest sulla strada che porta in Mali, Bobo è la seconda città del Burkina con circa 400.000 abitanti. Caratterizzata da un ambiente estremamente tranquillo, lontano del caos e dalla frenesia di Ouaga (tutto è relativo!!) e da una ricca vegetazione subtropicale, con larghi viali bordati di manghi e ceiba, il suo vero punto di forza risiede nella sua posizione geografica. Vicina a Mali e Costa d’Avorio con cui divide anche la lingua (il dioula è un ceppo della lingua bambarà ampiamente diffusa in Africa centro-occidentale), Bobo è da sempre un crocevia importante e il punto d’incontro di diverse etnie che la rendono una cittadina molto attiva e vivace dal punto di vista culturale (da tempo Bobo ospita la Settimana Nazionale della Cultura e il Festival Yeleen : due delle più importanti ed interessanti manifestazioni artistiche di tutta l’Africa francofona.)
L’antica moschea : Costruita nel 1880 è uno squisito esempio d'architettura sudanese in fango - si racconta che qualche anno fa il comune voleva demolirla per costruirne una nuova ma i bulldozer non riuscirono a scalfire i solidi muri di bancò - una volta dentro colpisce il suggestivo interno che ricorda molto un labirinto ed è caratterizzato da un soffitto basso e da un'estrema semplicità nei dettagli con pareti di fango, molte colonne e nessun tipo di decorazione - d’altronde si tratta di un vecchio tempio animista riconvertito all’Islam -.
- I vecchi quartieri di Kibidwé e Sya : costituiscono la parte più antica della città. All’ interno è possibile ammirare case tradizionali dioula e bobo - queste ultime sono a due piani: al piano superiore vive la donna con i figli, al piano terreno vive l’uomo - e la prima casa costruita in questa città - attribita all’epoca di Sundiata, glorioso imperatore mandingo vissuto, a quanto pare, all’epoca di Carlo Magno - . Molti fabbri, vasai, tintori e tessitori lavorano qui seguendo i metodi ancestrali. Grande animazione lungo il braccio morto del fiume Huet e, di sera, nei molti caffè del quartiere. Le vie sono rese vivaci dal incessante lavoro degli artigiani che è possibile osservare all’opera.
- Il Grand Marché : è uno dei più belli dell’Africa occidentale grazie alle sue dimensioni e alla sua arhitettura sudanese che gli conferisce un che di particolare.
All’interno è un vero alveare febbrile dove si trova tutto ciò che è possibile comprare: nelle gallerie alte si trovano bellissime maschere, vecchi sgabelli, gioielli, scrigni bobo, giochi rompicapo tradizionali, pozioni magiche......; ovunque ci si imbatte in piccoli oggetti di uso comune - pentole, sgabelli, pettini.... - tessuti artigianali e cotoni stampati (batik e bogolan). Imperdibile la macelleria coperta: davvero impressionante!
Banfora
Trasferimento in bus di linea da Bobo Dioulasso per Banfora.
E' un grosso borgo agricolo dai quartieri tranquilli e stranamente sparpagliati sul territorio e dai campi agricoli sparsi un po’ ovunque (in principal modo campi di canne da zucchero, di cui il distretto di Banfora è il primo produttore del paese).
Il bello di questa cittadina sono però i sui dintorni, sicuramente una delle zone più affiscinanti del Burkina e vero paradiso per le escursioni.
Banfora è inoltre nota per alcuni dei sui cabaret ove è possibile ascoltare musica tradizionale suonata con balafon - sorta di xilofono fatto di legno e zucche di diverse dimensioni, è uno dei più antichi strumenti musicali africani - e bara - antichissimo strumento a percussione formato da una grossa zucca scavata e coperta con pelle di capra su cui è stesa una speciale gomma che gli conferisce sonorità particolari -, degustando il dolo - birra di miglio rosso - o il bangui - vino di borasso -.
NEI DINTORNI DI Banfora
- Il lago di Tengrela : si trova a circa 10 km di strada sterrata da Banfora. Sul posto si possono osservare i pescatori in azione (particolarmente interessante il momento in cui tirano le reti in barca), numerose specie di uccelli tropicali, scimmie e ippopotami.
Sono particolarmente suggestive le "danze tremanti" che le donne del villaggio vicino vengono a fare sulle sponde del lago.
- Le cascate della Comoé : si trovano a circa 3 km dal lago Tengrela, dove le acque del fiume Koba precipitano con belle cascate in una grande vasca naturale con tutt’intorno una folta vegetazione - non è raro imbattersi in leggendari ed immensi Baobab - e bizzarre formazioni rocciose.
L’acqua corrente e tiepida lo rendono un ottimo posto per rinfrescarsi e sguazzare in libertà.
- Le alture di Febedougou : sono raggiungibili dopo un percorso a piedi di circa 3 km che parte dalle cascate.
Le rocce del paesaggio sono molto suggestive: alcune sembgano delle capanne intagliate nella poetra, altre sembrano alberi, uccelli, zucche, maschere, visi....
IL VILLAGGIO DI Sindou E I PICCHI SACRI
Abbiamo affittato due motorini a Banfora e ci siamo direti verso Sindou.
Sindou è un villaggio situato a 50 km da Banforà, nella regione della Comoè.
Conosciuto soprattutto per i suoi caratteristici picchi Sacri, rappresenta un interesse sia a livello turistico che a livello culturale e umano.
Nel 1995 il famoso cineasta Dani Kouyatè gira il suo primo lungometraggio "Keita, l’héritage du griot" (premio Fespaco ’95, Junior Cannes ’96, Mannheim ’96) nella suggestiva cornice dei picchi di Sindou. Lo stesso Dani farà da ponte tra il villaggio - con la sua comunità di vecchi e giovani - e artisti del Koron Tlè e dell’associazione Siraba.
Negli ultimi anni è stata fondata l’associazione Giovani e Studenti di Sindou che ha come obbiettivo di promuovere e valorizzare le particolarità culturali e turistiche del villaggio – ad esempio è stata da poco terminata la costruzione di un centro d’accoglienza per ospitare "amici" di passaggio.
L’interesse nel proporre Sindou nel nostro itinerario si situa non solo per l’importanza turistica dovuta alla bellezza del luogo, ma anche e soprattutto nell’amicizia che ci lega al villaggio e alla sua gente e che permetterà quindi al viaggiatore di penetrarne gli aspetti più intimi della vita quotidiana come di quella culturale-artistica-tradizionale.
LE FALESIE DI Sindou
Nella valle del fiume Leraba le rocce di Sindou si innalzano nel cielo in lunghi cammini scolpiti dal vento, attorti, torturati. Chiunque guardando queste bizzarre formazioni rocciose potrà divertirsi nell’attribuire alle rocce le forme e le somiglianze che la sua fantasia gli suggerisce.
Il paesaggio circostante offre una veduta splendida e la possibilità di incontrare uccelli di tutti i colori.
Ouagadougou fu fondata nell’XI sec. dai Nyonyonsé che la chiamarono Kombemtinga, la "Terra dei Guerrieri" e che stanchi di subire assalti da popoli vicini, si posero sotto la protezoine dell’Imperatore mossi Zoungrana. In seguito la città cambiò nome prendendo quello attuale, divenne nel 1441 capitale dell’Impero mossi, e nel 1919 capitale dell’Alto Volta coloniale.
Oggi si presenta come una strana città che ha l’aspetto di un raggruppamento di grossi villaggi costruiti in mezzo alla pianura più che della metropoli africn-occidentale stile Abidjan. Sebbene si stia urbanizzando velocemente, Ouaga riesce a mantenere una certa armonia come testimoniano i nuovi edifici alti al massimo 4-5 piani e costruiti con un’architettura molto elaborata.
La capitale del Burkina si presenta quindi come una città dall’atmosfera rilassante (anche se in misura notevolmente inferiore rispetto a Bobo) ma che nel contempo offre una vita notturna tra le più vivaci dell’Africa occidentale.
Una curiosità: a Ouaga di sera, con la polvere di mattone - che circola in quantità a volte davve
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