da Tangeri a ouagadougu
stato: burkina faso (bf)
Data inizio viaggio:
domenica 13 agosto 2006
Data fine viaggio:
martedì 5 settembre 2006
Qualcuno ha detto che esistono tre afriche: quella degli animali, quella dei paesaggi e quella degli uomini. se ti interessa quest'ultima il Burkina è fantastico anche se non ti priva della possibilità di vedere coccodrilli, elefanti ed altro non chusi in riserve ma in assoluta libertà ed in certi momenti i paesaggi ti impietriscono.
La popolazione è oltremodo semplice ed ospitale anche se talmente povera che nella migliore delle ipotesi riesce ad offrirti mezzo bicchiere di dolò (birra di miglio difficilmente deglutibile NB. il fatto che te ne offrano poca è una fortuna)
La cosa dell'ultimo viaggio che più mi ha lasciato a bocca aperta è stato il deserto ricoperto di un delizioso manto di erbetta verde (sembrava un campo da golf) ed il contrasto fra il verde della vegetazione e dil rosso della terra (correggo: fango). Avrei un tot di foto che però sono troppo pesanti e non so come mettere a disposizione. (ho conoscenze informatiche asai modeste)
Partenza da Torino, imbarco a Genova per Tangeri il giorno 12 agosto 2006 arrivo a Tangeri nel pomeriggio del 14 con circa 5 ore di ritardo.
Il viaggio ha comportato una spesa di 880 euro per due persone per la sola andata in cabina doppia esterna con servizio e pasti inclusi.
La nave è piuttosto vecchia ed i servizi scadenti.
Alle 17 del 14 finalmente si sbarca, formalità di dogana assolutamente veloci, stipula contratto di assicurazione non necessario essendo il Marocco previsto dalla mia polizza italiana. (un suggerimento quando fate l’assicurazione a casa richiedete esplicitamente l’inclusione del Marocco sarà un buon modo per risparmiare i primi 80 euro)
Avendo noi una certa premura a seguito del fallimento della prima partenza (eravamo stati derubati di tutto a Marsiglia ed avevamo dovuto ritornare a casa) puntiamo su Casablanca dove arriviamo in serata.
Pernottamento al campeggio cittadino, abbastanza accogliente, con docce calde, economico e poco affollato.
Nelle vicinanze del campeggio c’è l’ambasciata della Mauritania dove è possibile richiedere i visti. Va detto però che i visti vengono anche rilasciati alla frontiera e ciò più rapidamente e con spesa inferiore.
A Casablanca i visti per la Mauritania costano 50 euro e bisogna attenderli un giorno mentre alla frontiera li rilasciano immediatamente e costano 10 euro.
Il secondo giorno (17/8) volevamo raggiungere una spiaggia dieci km prima di Sidi Ifni arrivando da nord dove conoscevamo uno splendido alberghetto; arriviamo effettivamente sul posto dove però l’albergo è completo e dobbiamo ripiegare su un altro adiacente al primo.
Esperienza non proprio esaltante, non c’è la luce, il bagno è comune, il posto bellissimo, il pesce offerto a cena ottimo ma il prezzo non propriamente modesto (la mezza pensione viene a costare circa 30 euro a testa)
La mattina dopo (18/8) dobbiamo immediatamente prendere la strada anche se quella spiaggia avrebbe meritato una sosta di almeno una giornata.
La fretta ci impedisce di fermarci sulla plage blanche, tratto di costa che si percorre sul bagnasciuga fra pescatori di sogliole in un paesaggio incantevole che avevamo visitato durante il viaggio dell’anno prima; nei pressi della plage blanche consiglio l’hotel ksar Tanidilf,veramente fantastico. (vedi itinerari www.voyages4x4.com/roadbook17.htm).
Arriviamo per la notte a Layoune dove ci fermiamo in uno splendido hotel, il “Parador” in una via traversa della strada principale, prezzo trattabile con accordo finale ad 80 euro.
Per cena ci sono due ristoranti equivalenti, uno di fianco all’altro che sono ritenuti i migliori della città ma non valgono davvero gran che; si trovano dove la strada principale, verso la fine fa una curva ed uno dei due si chiama “la perla”.
Ulteriore tappa (19/8) raggiungere Dakla, cittadina carina di cui merita un cenno solamente il bar pasticceria sul lungomare, notte in campeggio, un solo hotel caro, facilmente riconoscibile perché è il palazzo più alto della città.
La mattina dopo di buonora (20/8) si parte di buonora alla volta di Nouadhibou il viaggio, così come negli ultimi giorni è di una noia mortale, la strada è sempre tutta diritta ed il paesaggio monotono.
Nouadhibou è una città piuttosto gradevole anche se non si sottrae alla caratteristica di tutta la Mauritania che è quella di essere il Paese più sporco che io abbia mai visitato. Il problema principale dei Mauri è quello d esere un popolo di nomadi che quindi ha sempre abbandonato la propria immondizia la dove si erano accampati solo che il progresso e l’utilizzo smodato della plastica, della latta e di ogni sorta di altro materiale non biodegradabile in sostituzione agli scarti di una volta tutti biodegradabili hanno reso il paese un vero e proprio immondezzaio a cielo aperto.
A Nouadhibou comunque merita una visita il mercato (nelle vie parallele alla via principale non facilissimo da trovare) del pari non perdetevi una cena al ristorante Monaco vicino all’aeroporto dove si mangia veramente bene e…..hanno il vino e la birra. Da acquistare: stoffe, mia moglie ha preferito i cotono bianchi a suo dire bellissimi.
A Nouadhibou abbiamo incontrato Thomas, un motociclista di Genova anch’egli diretto in Mali che da quel momento sarà uno dei nostri compagni di viaggio fino a Bamako.
Ci fermiamo a Nouadhibou due giorni, sia per fare i visti per il Mali sia perché la stanchezza incomincia a farsi sentire.
Il giorno dopo partenza per Nouachott, capitale della Mauritania e città simbolo se il simbolo come ormai sono portato a credere è l’immondizia.
Per dormire il punto di riferimento di tutti i viaggiatori europei che arrivano sin qui è l’auberge … ma consiglio a chi può permetterselo la chambre d’hotes Jeloua della stessa proprietaria.
Qui incontriamo finalmente Mario un amico di www.africaland.com con il quale avremmo dovuto partire se noi non fossimo stati derubati all’inizio del viaggio che a sua volta aveva conosciuto due giornalisti in giro per l’Africa in moto alla ricerca di notizie di costume.
A questo punto il gruppo avrebbe dovuto esere composto da due land e due moto, solo che esigenze diverse di disponibilità di tempo ci hanno portato a fare solo alcuni tratti insieme.
Mattina del 23/8 partenza verso l’interno, iniziano le preoccupazioni per le temperature e per le condizioni delle strade, il secondo problema si dimostra inesistente quantomeno fino al confine con il Mali mentre il primo si dimostra subito reale e concreto arrivando il termometro a segnare 57 gradi!!!
In serata io e mia moglie arriviamo a Kiffa dove ci fermiamo nuovamente due giorni per aspettare i nostri compagni di viaggio che erano rimasti indietro; Kiffa non ci è sembrata nulla di che anche se resta una tappa obbligata per la notte.
In proposito si noti che le Autorità locali sconsigliano vivamente campi in zone deserte poiché, seppur siano tutti sempre amichevoli e ospitali, restiamo pur sempre dei ricchi europei in un Paese dove abbonda solo la miseria.
Il 25 raggiungiamo Gogoui Paese privo di qualsiasi interesse ma dove ancora una volta arriviamo dopo il tramonto dopo avere percorso circa 350 km di pista fra fango, fango e fango.
A Gogoui c’è un campeggio ma chi, come me, ha l’air camping non avrà possibilità di entrare perché in quella desolazione hanno pensato bene di mettere un trave in cemento armato sopra alle due colonne che segnano l’ingresso.
Noi siamo stati fortunati o forse anche un poco sfacciati perché siamo riusciti a farci invitare da un ricco locale con tanto di villa, che abbiamo poi scoperto essere l’ex ministro dell’industria Maritano.
Il gentiluomo ci ha anche invitato a cena dando segno di fantastica ospitalità.
Unico neo: noi confi
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