Nakupenda Kenya

località: watamu, malindi, mambrui, marafa, tsavo east
stato: kenya (ke)

Data inizio viaggio: giovedì 14 dicembre 2006
Data fine viaggio: sabato 23 dicembre 2006

Per la seconda esperienza in Kenya, dopo Mambrui di un anno fa, questa volta scegliamo l'impareggiabile sabbia di Watamu alla ricerca della piccola Mwikali

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Preparativi e partenza

giovedì 14 dicembre 2006

Siamo tre coppie di età compresa tra 45 e 59 anni -. Modificati programmi, itinerari ed escursioni precedentemente organizzati per Mambrui, si parte da Roma la notte del 13 dicembre con destinazione Watamu.
All'aeroporto di Mombasa, il nostro amico Nunzio fa conoscenza diretta della corruzione della polizia di dogana che, senza tanti giri di parole chiede, senza ottenerlo, "kito kidongo" (ovvero, "qualcosina" che, tradotto in chiaro significa 5 Euro o un pacchetto di sigarette) per non aprire i bagagli.
Il trasferimento dall'aeroporto sino a Watamu, dura 2 ore e mezza, circa 120 Kilometri di strada disastrata.

Mwikali - Zucchero- Francesca -

venerdì 15 dicembre 2006

MWIKALI - ZUCCHERO
Prima della partenza avevo assunto l'impegno con Francesca (una studentessa conosciuta tramite e-mail) di consegnare alla "sua bambina" Mwikali - si legge Muikalì- un pacco di stupendi vestitini e prodotti per l'igiene personale.
Mwikali e Francesca si erano conosciute alcuni mesi prima durante una vacanza di Francesca e, la nostra connazionale, si è subito affezionata a questa bambina timida, nonostante l'oggettiva difficoltà di comunicare verbalmente.
Si erano incontrate casualmente sulla stradina antistante l'albergo Eurotel Aquarius Beach e Francesca si è innamorata di due occhioni grandi che rimangono incantati ad ammirare le fortune di noi europei, senza comunque mai pietire elemosina.
L'impegno da me assunto per consegnare il pacco a Mwikali ha condizionato anche atre scelte, in quanto per consegnare i vestitini avevo bisogno di qualcuno che potesse condurmi in casa della piccola. Ed ecco il ruolo del nostro Beach Boy - Zucchero - che mi contatta tramite SMS già all'arrivo a Mombasa e che si fa trovare davanti all'albergo nel momento del nostro arrivo.
Si pattuisce quindi con il nostro Beach Boy -cell. 00254735266394 e-mail jayjirah@yahoo.com - il costo delle escursioni in 230 Euro a persona, ovvero: 2 giorni di safari alllo Tsavo East con pernottamento al Voi Safari Lodge, escursione Safari Blu con grigliata di aragosta al Mida Creek, tour di Malindi, più escursione alle cucine del diavolo Marafa ed accompagnamento in casa di Mwikali

La sistemazione al villaggio

sabato 16 dicembre 2006

Il primo impatto con la struttura non è entusiasmante per via dell'aspetto esteriore decisamente mal curato. Però, superato il primo impatto, con il tempo ho potuto riscontrare anche elementi estremamente positivi, come la cura per i giardini, la professionalità del personale e la cucina italiana superiore ad ogni aspettativa.
Le camere sono spartane ma funzionali qualche formichina sui lavandini e il condizionatore troppo rumoroso non condizionano negativamente il giudizio d'insieme.
La struttura è divisa in due parti, la più interna è formata dalle camere, una piscina e il ristorante a buffet. Per raggiungere la seconda parte bisogna uscire per alcuni metri dall'albergo ed affrontare una miriade di simpatici venditori in agguato per venderti qualsiasi cosa (a me, un ragazzo di circa 20 anni voleva affittare la sorella di circa 16 naturalmente io ho sempre finto di non capire). La seconda parte della struttura alberghiera è formata da camere ancora in costruzione, una piscina un bar ed un ristorante entrambi a pagamento e da questa struttura si accede direttamente sul una spiaggia di sabbia bianchissima, palme altissime ed una moltitudine di variopinti pescatori intenti al lavoro sulle loro imbarcazioni primitive (i dow) BELLO!! veramente bello.
Altra nota caratteristica è la presenza degli ascari muniti di bastone. Queste guardie private vengono posizionate ad ogni ingresso dell'albergo, sempre con il bastone in mano, a protezione del turista "Mzungo" (Mzungo = Uomo bianco).

Watamu: la spiaggia, la barriera, le maree ed il paese

domenica 17 dicembre 2006

La spiaggia di Watamu è di un colore bianco inusuale che è quasi impossibile ammirare senza occhiali da sole. E' circondata da piccoli alberghi-villaggio con i caratteristici tetti in makuti e da palme altissime che riportano alla mente le immagini più belle dei paesaggi da sogno. Periodicamente la marea deposita sulla spiaggia un pò di alghe che vengono prontamente rimosse. Nelle prossimità degli alberghi sorgono rudimentali baracche che fungono da negozio per la vendita o il baratto dei prodotti tipici dell'artigianato locale (come pietra saponaria o di ogettini scolpiti nel legno).
Si può barattare di tutto a mia moglie è stato chiesta la bustina di plastica di un supermercato romano, ad Achille sono stati richiesti con insistenza i calzini che aveva ai piedi !!
All'alba si possono ottenere stupende fotografie dei pescatori che rientrano con il pescato e le loro donne in paziente attesa degli uomini che hanno affrontato l'oceano dentro instabili pezzi di tronco scavato artigianalmente... e che alla fine orgogliosi del frutto del lavoro potranno sfamare la loro famiglia.
La parte viva della barriera corallina, a differenza del mar rosso, non è in prossimità della spiaggia ma si incontra acune centinaia di metri verso il largo. Tra la spiaggia e la barriera "viva", in relazione al periodo della marea si crea un cuscinetto dove, circa mezzo metro d'acqua, appare o scompare modificando periodicamente l'intero paesaggio. Nei periodi di secca si formano alcune pozze dove si possono fotografere stupende stelle marine, conchiglie, ricci e murene bianche. Alcuni giovani kenyoti "sbarcano il lunario" accompagnando il turista Mzungo sulle pozze con le murene e le stelle marine.... e forniti di bastone, con legato sulla cima un pezzetto di pesce, riescono a far uscire dalle pozze le murene per le foto ed i filmini dei nostri connazionali.
Il paese di Watamu è poco più di un'agglomerato di baracche con una chiesa cattolica ed una moschea mussulmana, la maggiornaza della popolazione è di religione mussulmana e io non ho notato alcun segnale di intolleranza. Lungo l'unica strada asfaltata, dove le caprette si adagiano a prendere il sole, si trova il mercato di Mama Lucia per comprare cartoline, acqua o anche mezzo chilo di farina ai bambini che, dopo aver fatto confidenza, te lo chiedono con gentilezza.

Safari fotografico allo Tsavo East

lunedì 18 dicembre 2006

Come di consuetudine si parte all'alba per giungere in prossimità del parco naturale verso le ore 9, all'ingresso dello Tsavo si effettua una breve sosta per eventuali bisogni fisiologici e si approfitta per fotografare i coccodrilli e i Marabù che vivono nel Galana River.
Entrati nel parco, l'autista delle nostra vettura fatica non poco a superare alcune pozze di fango incontrate nel percorso.
La savana è rigogliosa a causa delle piogge cadute ultimamente, ciò nonostante la polvere rossa del parco si infila dappertutto nei nostri abiti e negli angoli delle videocamere. Dal mio ultimo safari effettuato a febbraio la vegetazione è più lussureggiante ciò però svantaggia l'avvistamento dei predatori che riescono meglio a nascondersi.
Il re Leone Simba a differenza dello scorso febbraio, non ha voluto collaborare e sono riuscito a malapena ad effettuare una pessima ripresa di alcuni secondi . Gli altri animali, invece, mi hanno regalato delle splendide foto.....
Il Parco dello Tsavo East è uno dei più grandi esistenti al mondo, è grande circa come una regione italiana. Ad eccezzione del rinoceronte che conta pochi esemplari tutti gli altri animali sono presenti in grande quantità e non è difficile vederli. La caratteristica che più contraddistingue questo parco è la terra di un colore rosso molto appariscente.... al punto che da una semplice fotografia di un elefante è possibile capire se è stata ripresa nello Tsavo oppure no, poichè il colore degli elefanti (normalmente grigio plumbeo) all'interno di questo parco, a causa della polvere che si cospargono addosso appare assume il colore rosso.
No mi dilungherò oltre per il safari ma voglio spendere qualche parola per il Voi Safari Lodge, in quanto in rete non ho trovato alcuna descrizione in lingua italiana.

Il Voi Safari Lodge

martedì 19 dicembre 2006

E' situato all'interno dello Tsavo East in prossimità dell'uscita per la città di Voi, sulla strada che collega Nairobi con Mombasa, sotto l'aspetto puramente estetico è una costruzione armoniosa di rara bellezza, è composta da due sale ristorante, circa 20 camere, una terrazza per l'avvistamento degli animali, una piscina e una "sala d'avvistamento" posta a pochi metri da una pozza in piena savana. Per raggiungere questa sala (protetta da sbarre d'acciaio) bisogna scendere alcune scale interrate in una specie di tunnel di circa 70 metri.
Le camere sono accoglienti e pulite per quanto possibile, all'accoglienza ci chiedono di non lasciare aperte porte o finestre e ci consegnano due contromarche per la cena e per la successiva colazione.

Ci accingiamo a consumare la cena sotto un fantastico cielo stellato ma... La sala ristorante è circolare e il personale del lodge ci apparecchia sui bordi estremi dove si gode la vista migliore, ed evidenziato che in piena savana non si vedono luci accese da nessun lato dell'orizzonte non potete immaginare nemmeno lontanamente quante e quali specie di insetti si radunavano sotto l'illuminazione del tavolo.
Terminata la cena, consumata con il piatto in mano ed a ragguardevole distanza dalle luci che attiravano ogni tipo di insetto, ci siamo recati nella camera per il meritato riposo, ma le sorprese non erano finite.
Nella camera di Nunzio e Simona i nostri amici avevano ricevuto la visita di uno o alcuni babbuini, in quanto tutto il loro vestiario era stato messo a soqquadro ed in terra rimanevano le carte di una trentina di caramelle sapientemente sbucciate, probabilmente non avevano rispettato il consiglio di chiudere tutte le porte e le finestre.
All'alba, come previsto scendiamo nella sala d'avvistamento. L'illuminazione del tunnel attira una enormità di insetti e sulle scale si incontrano decine di stercorari, arrivati in fondo alle scale ci troviamo sotto il livello del terreno, a pochissimi metri da un pozza per l'abbeveramento degli animali, protetti da alcune sbarre in ferro ma senza vetri, io ed Achille, armati di videocamere, cavalletti e di buone intenzioni ci siamo recati in fondo alle scale per tentare di scattare qualche foto. Abbiamo resistito all'assalto degli insetti solo una manciata di minuti, il tempo di riprendere un paio di sciacalli molto sospettosi e poi siamo fuggiti in una poco onorevole ritirata.
Questa esperienza, parzialmente negativa, viene comunque ripagata dalla bellezza del posto ed io, con le dovute avvertenze, la consiglio vivamente.

Escursione al Mida Creek

giovedì 21 dicembre 2006

Si parte verso le ore 8 dalla spiaggia antistante il nostro villaggio, il mare è relativamente calmo ma, causa della bassa marea noi dobbiamo recarci a piedi sino al reef dove l'onda rompe e la barca non può avvicinarsi troppo.
Dopo aver effettuato una navigazione di poche centinaia di metri, quindi proprio sottocosta avvistiamo un branco di delfini che ci accompagneranno per quasi un'ora.
Io e Nunzio indossate pinne e maschere ci siamo tuffati per giocare con questi deliziosi tursiopi che sembravano incuriositi della nostra presenza, mia moglie da sopra la barca immortalava con la videocamera questa esperienza forse irripetibile.
La navigazione procede all'interno del parco marino di Watamu dove abbiamo incontrato e fotografato molti fenicotteri rosa, una fittissima foresta di mangrovie ed infine, su di una piccola isola abbiamo consumato il pasto con gamberi, riso, aragosta e coca cola.
Per non dimenticare che eravamo nella stagione delle piccole piogge d'improvviso è iniziata una pioggia torrenziale che è durata quasi un'ora. Noi, ovvero io, Nunzio Ornella ed Achille, per nulla spaventati abbiamo accettato l'offerta di una gita in dow alla scoperta deli canali che penetrano all'interno della foresta di mangrovie.

Tutto ciò accadeva tra il 13 e il 23 dicembre 2006.
Luciano e Stefania Canestrari