una giornata in Libia

località: leptis magna, tripoli
stato: libyan arab jamahiriya (ly)

Data inizio viaggio: venerdì 14 aprile 2006
Data fine viaggio: venerdì 14 aprile 2006

Approdiamo con la nostra nave da crociera a Tripoli nella primissima mattinata: oggi visiteremo Leptis Magna e (ma lo scopriremo solo dopo) avremo il tempo di fare anche una visita veloce alla città di Tripoli.
Appena saliti sul pullman che ci porterà al sito archeologico di Leptis Magna, conosciamo la nostra guida che parla un italiano quasi perfetto, anche perchè, ci dice lui, la tv italiana ormai è ben visibile anche qui.
Io e Francesco eravamo molto entusiasti di arrivare in questo paese che ci affascina molto per la gente, i paesaggi e il bellissimo deserto di cui però sentiremo solo parlare....oggi la visita sarà solo nei luoghi che ho già menzionato.
Però, appena saliti sul pullman, qualcosa o meglio qualcuno, ci ricorda che questo paese è pur sempre una dittatura: insieme alla guida salgono con noi anche due uomini identificati come "uomini del governo" e che ci accompagneranno per tutto il viaggio per tutelare la nostra sicurezza. Queste parole ci lasciano un pò perplessi e spaventati anche se, la sera, ripensandoci, la presenza dei due gendarmi non sembrava tanto destinata alla nostra sicurezza ( per quello che abbiamo visto, non c'era niente da cui essere protetti) quanto piuttosto al controllo di quello che la guida poteva dirci: infatti, alla prima domanda di un nostro compagno di viaggio in merito alle condizioni di vita che la dittatura impone, subito la nostra guida, che è sempre stata simpatica e disponibile, si è un pò irrigidita....come se non potesse parlare troppo.
Dopo questo primo impatto, il nostro viaggio in pullman inizia alla volta di Leptis Magna, un sito costruito in epoca romana e che si è molto ben conservato poichè è rimasto per molto tempo completamente coperto dalla sabbia del deserto.
Il viaggio per raggiungere il sito archeologico dura poco più di un'ora e dai finestrini è possibile avere un piccolo assaggio di vita quotidiana; oggi è venerdi, quindi giorno festivo qui in Libia e in effetti per le strade la gente è davvero poca.....anzi, gli uomini sono pochi, dato che in tutta la giornata abbiamo solo visto due donne.
La Libia è un paese povero ma in via di sviluppo e, se nelle campagne la vita si svolge ancora secondo ritmi tipicamente rurali ( dal finestrino abbiamo visto una famiglia con tanto di apecar e cammello seduto dietro....bellissimi!!!), città come Tripoli somigliano in qualche modo alle nostre di qualche decennio fa.
Arrivati a Leptis Magna troviamo altri pullman di turisti e rispettive guide, ma non c'è quella confusione da paese turistico che ci aspetteremmo di vedere: qui il turismo si sta sviluppando solo da poco, e quindi ci sentiamo ancora tra i primi a poter visitare questi luoghi così affascinanti.
La giornata è soleggiata, ma nonostante siamo in Africa, la temperatura si aggira attorno ai 14-15 gradi....e io mi devo comprire la gola con un foulard...sincermante mi sarei aspettata una calura estiva, ma qui il gran caldo si fa sentire verso luglio e agosto con punte anche di 45 gradi!
D'altra parte meglio così: la temperatura troppo alta sarebbe stata di impedimento alla nostra visita: il sito è veramente grande e ben tenuto.
Ci accoglie subito un grande arco che faceva da porta alla città, la quale è rimasta ancora per certi versi intatta e le cui vie si snodano in un modo ancora molto simile a quello che doveva essere l'originale.
Leptis Magna si trova in riva al mare e colpisce anche per i bellissimi colori che contrastano tra loro: l'ocra della pietra, il blu del mare e il fucsia dei fiori che qui crescono ovunque e fanno da contorno alle pietre antiche.
La parte migliore del sito è senza dubbio l'antico teatro: è molto ben conservato e, una volta saliti sulle alte gradinate, è possibile avere un bellissimo panorama del mar mediterraneo.
Anche la basilica, il calidarium e tiepidarium meritano una sosta e anche questi monumenti si sono molto ben conservati nonostante il tempo e nonostante le incursioni dei vandali che qui venivano per rovinare in particolar modo le statue che rappresentavano figure umane e alle quali venivano rotte le estrmità, come seni, braccia o nasi.
Rimaniamo a visitare il sito fino all'ora di pranzo, quando poi la nostra guida ci accompagna alle tende dove ci verrà servito un tipico piatto libico: mangiamo in queste tende coloratissime, dove la gente del posto ha apparecchiato per noi con tavoli e sedie e dove possiamo assaggiare un buonissimo cous-cous, un brodo dal sapore piccante e poi molti dolci e frutta, ...datteri in particolare che io adoro e che qui sono davvero buonissimi!!
Nel primo pomeriggio ci rechiamo alla visita dell'anfiteratro e del circo massimo, che distano qualche km dal sito e che si affacciano entrambi sul mare, per poi tornare al sito archeologico e vedere, un pò in fretta, il museo di Leptis Magna.
La visita alla città di Tripoli non sarebbe compresa nel nostro itinerario, ma i nostri compagni di viaggio insistono per vederla e così i tempi di sosta a Leptis vengono di molto ridotti.
Durante il percorso di avvicinamento alla capitale della Libia notiamo come non ci siano ( e non c'erano nemmeno vicino al porto) cartelloni pubblicitari o con qualsiasi immagine: l'unica icona raffigurata è sempre e solo quella del Colonnello Gheddafi, che viene sempre raffigurato con un un'epressione vincente.
Arrivati a Tripoli l'autobus fa sosta nella piazza della moschea, dove si trova un baretto e dove i nostri compagni di viaggio ne approfittano per bere e fumare il narghilè ( ma non volevano vedere la città?? ...mah!), mentre noi ci allontaniamo per una mezz'oretta alla scoperta della città.
In giro non c'è moltissima gente, ma io, in quanto donna occidentale, mi sento particolarmente osservata anche se non indosso nessun abito suiccinto, ma bensì pantaloni lunghi e maglioncino...ma evidentemente diamo nell'occhio lo stesso e questo mi crea un pochino di disagio...tanto che deciamo di fermarci alla piazza Verde e di non addentrarci nella Medina, anche per questioni di mancanza di tempo.
La Piazza Verde è tipicamente italiana, circondata com'è da edifici costruiti negli anni '50 e che ricordano molto la nostra architettura di quel periodo: inizialmente la piazza si chiamava Piazza Italia, ma poi, dopo la rivoluzione del 1° settembre 1969, il nome le è stato cambiato in Piazza Verde, per via anche del colore di balconi, finestre e bandiere che si affacciano sulla piazza.
Purtroppo la nostra visita giunge al termine: abbiamo solo il tempo di scattare le ultime foto prima da tornare al pullman che ci porterà alla nave: vorrei lasciare come ultimo messaggio quello che la guida ci ha detto lasciandoci "Il regalo più bello che potete fare alla Libia è tornare in Italia e dire che qui c'è brava gente".......detto-fatto!








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