Acacus e cittá romane
località: acacus, erg uan kaza, erg ubari, tripoli, sabratha, leptis magna
stato: libyan arab jamahiriya (ly)
Data inizio viaggio:
sabato 27 dicembre 2008
Data fine viaggio:
lunedì 5 gennaio 2009
Una parte del viaggio si snoda lungo la costa mediterranea con la visita delle città punico-romane della Tripolitania, attraverso i luoghi della Libia classica testimone del nostro stesso patrimonio culturale. L’altra parte è un autentico tuffo nel cuore del Fezzan, il Sahara libico, dove la natura ha concentrato un insieme di caratteristiche naturali ed artistiche di notevole interesse: dai laghi incastonati fra le dune dell’erg di Ubari a quel vero e proprio museo di arte rupestre all’aperto che è l’uadi Mathendush, dall’ambiente maestoso dell’Acacus alle splendide pitture preistoriche nascoste fra le sue rocce.
Le immagini di questo viaggio: l’immensitá dei paesaggi, le dune e le rocce erose, le pitture e le incisioni rupestri, il te e i datteri, Balek e Chadku.
Top five: l’Erg Ubari e i suoi laghi salati, l’Acacus, i siti rupestri del Mathendush, l’erg di Uan Kaza, Leptis Magna,
Il viaggio é stato effettuato con Kel 12 che si appoggia sull’agenzia italo libica Dar Sahara.
Temperature minime 6 gradi, massime 24 gradi
Tasso di cambio 1 euro = 1,78 dinari
27-12-2008 (sabato): Milano-Tripoli-Sebha-Germa
Si parte da Milano Malpensa. Al ceck-in inizia la serie di interminabili file che ci accompagneranno per tutta la giornata prima di raggiungere il tanto agognato deserto. Sembra che quest’anno abbiano deciso tutti di andare in Libia. All’aeroporto vari gruppi di Avventure nel Mondo, motociclisti e altri gruppetti di varie agenzie. Nonostante l’arrivo al ceck-in con oltre due ore di anticipo riusciamo a sbrigarci giusto in tempo per l’orario d’imbarco. La partenza é in orario 12h45. Si arriva a Tripoli dopo due ore e mezza di volo, coda chilometrica ai controlli di polizia. Per sistemare tutti nella sala i poliziotti ci dispongono in varie file che convergono allo stesso controllo, iniziano le negoziazioni, le infiltrazioni ed i controlli con i gomiti, per non perdere la posizione guadagnata. Comunque passiamo, ma é solo la prima parte poiché dobbiamo proseguire per Sebha. L’aeroporto di Tripoli non é ancora organizzato per ricevere un grande flusso di passeggeri e sembra che oggi ne siano arrivati veramente tanti. Abbandoniamo i bagagli ai poliziotti che ci accompagneranno durante tutto l’itinerario e ci concediamo una cena al ristorante dell’aeroporto. Partitina a carte per ammazzare l’attesa e le due ore di ritardo del volo per Sebha. Di nuovo in fila per il controllo documenti e bagagli a mano nella solita fila anarchico-araba. Mezz’oretta di sosta in piedi alla porta di imbarco poiché la ventina di sedie é giá largamente occupata e finalmente dopo essere scesi in pista per il riconoscimento bagagli, verso le 23h00 ci sistemiamo nell’aereo per Sebha. Ad accoglierci Sidi con il suo chech color indaco. Ci sistemiamo sugli autobus e via per 2 ore di strada per raggiungere Germa. Sono quasi le 3 quando ci corichiamo nell’Hotel Dar Germa.
28-12-2008 (domenica): Germa-Uan Kaza-Acacus
Il mattino conosciamo Balek e Chadku e le loro Toyota Land cruiser “mature”. Saranno i nostri autisti per i prossimi sette giorni nel deserto di Uan Kaza, di Ubari e sugli altopiani del Messak Settafet e dell’Acacus. Chiaramente presente anche Ahmed, l’inseparabile poliziotto con il suo impermeabile alla “Colombo”, che ci ha scortato durante tutto il viaggio. Trasferimento su strada asfaltata per circa 200 km in direzione ovest e poi sud per dirigersi alle dune di Uan Kaza: corridoi sabbiosi, fondi di antichi bacini lacustri, creste affilate. Picnic sulle prime dune dell’Uan Kaza. Breve sosta al villaggio di Al Awaynat. Arrivo al campo fisso di Auis, situato alle propaggini dell’Acacus settentrionale, in un semicerchio di falesie d’arenaria erosa e protetto da una spalliera di dune. La sistemazione al campo tendato é sicuramente comoda, ma troppo lontana dalla parte sud dell’Acacus, che non sio riesce quindi a visitare rimanendo basati in questo campo. Non riusciremo quindi a raggiungere il famoso arco di Fozzigiaren. Cena e pernottamento al campo.
29-12-2008 i rilievi dell’Acacus Centrale
Si parte di buon mattino per una visita alla zona centrale dell’Acacus (circa 200 km).
Dopo che l’acqua è scomparsa dalla superficie del Sahara, il vento è stato ed è tuttora il solo e unico artefice del modellamento e dell’erosione della morfologia del Tadrart Acacus. E’ l’ultimo degli altopiani che dal centro del Sahara digradano verso ovest perdendosi nelle sabbie dell’edeyn di Murzuq: rocce sedimentarie intersecate da profondi uidian (fiumi), piccole dune caotiche intrecciate, rada vegetazione, pianure nerastre, pareti rocciose erose nelle forme più bizzarre, archi pietrificati, creste seghettate, torrioni isolati emergenti dalla sabbia. Alcuni ripari e cavità naturali sono stati scelti da artisti preistorici che hanno tramandato fino a noi pitture e incisioni attribuibili a varie fasi che illustrano i cambiamenti avvenuti nel corso di millenni.
Visitiamo le pitture rupestri di Sindhar, i graffiti di Tina Newen e quelli erotici di Tina Lalen, il grande arco di Tin Lubo (sosta té).
I posti scelti da Balek e Chadku per le soste per il té e per il pranzo sono semplicemente fantastici.
Picnic a Sindhar. Cena e pernottamento al campo tendato di Dar Auis.
30-12-2008 i rilievi dell’Acacus
Si parte alle 9h00, dopo una mezz’ora giungiamo nella piana di Taiwen, il paesaggio é fantastico con grandi pietre che spuntano dalla piana di sabbia, ci concediamo una passeggiata a piedi tra queste rocce spettacolari.
Visitiamo le pitture rupestri di Tin Taborak, di Tin Hadoun.
Picnic a Tin Hidin e successiva passeggiata a piedi sulle pareti rocciose circostanti. Visita al sito di Tin Salhutin. Prima di rientrare al campo sosta all’enorme duna di Auis. Il sole che si prepara a tramontare ci regala uno spettacolo di colori e giochi d’ombre sulle creste delle dune, veramente spettacolare. Cena e pernottamento al campo.
31-12-2008 Dar Auis – Uan Kaza - Germa
Lasciamo il campo tendato di Dar Auis e attraversando le dune della parte settentrionale del deserto di Uan Kaza raggiungiamo la striscia di asfalto che ci riporterá a Germa. Rapida
È l’ultimo dell’anno e all’Hotel Dar Germa hanno organizzato nella hall, un triste spettaccolino con musica locale, per fortuna nel pomeriggio abbiamo organizzato con Balek un escursione a cammello nel deserto con alcuni suoi parenti. Attirandoci le ire del poliziotto per questo fuori programma ci defiliamo e a mezzanotte siamo attorno ad un fuoco, nei pressi dell’oasi di Ubari, con un gruppo di tuareg e relativi cammelli. Il brindisi questa volta é a base di té, impossibile infatti trovare bevande alcoliche. Giro a cammello nella notte sotto un cielo incredibilmente pieno di stelle. Breve visita alla famiglia di Balek e rientro a Germa.
01-01-2009 Germa – Germa: l’universo immaginario dei cacciatori del Messak Settafet
Con partenza da Germa escursione in giornata ai siti rupestri di Mathendush e In Galghien, che presentano alcuni tra i più prestigiosi bassorilievi rupestri dell’epoca dei cacciatori: rinoceronti, giraffe che incedono verso trappole, elefanti di grandi dimensioni, coccodrilli, ippopotami, uomini che portano delle maschere, scene pastorali, etc. Il percorso per raggiungere i siti si sviluppa nel corridoio tra l’altopiano del Messak Settafet ed il deserto Murzuq, le cui dune si scorgono in lontananza. Un’enorme distesa piana e un po monotona sino a raggiungere la parete che costeggia l’oued. Al sito di mathendush le incisioni rupestri sono magnifiche, ma si stanno letteralmente sgretolando in seguito alle frane e rotture delle rocce provocate dall’elevata escursione termica. Il simbolo del sito sono gli spettacolari “gatti mammoni”, che dominano la vallata incisi in una delle rocce piú alte. Picnic a In Galghien in uno scenario indimentacabile. Ritorno a Germa. Cena e pernottamento
Condividi questo articolo se ti è piaciuto...
venerdì 2 gennaio 2009
02-01-2009 i laghi tra le dune: la “ramla” dei Dauada
Questa mattina l’aria è pungente. Visitiamo velocemente Garama a 2 km circa dalla nuova Germa, l’antica capitale del misterioso popolo dei Garamanti. Persino i romani hanno rinunciato a stabilirsi in questa zona troppo lontano dalla costa e troppo difficile da difendere dai bellicosi garamanti.
A nord della valle dell’Ajal, si entra nell’erg di Ubari e, dopo aver attraversato un mare di dune che pare senza fine, si scoprono improvvisamente una serie di laghi circondati da vegetazione e palmeti. Una volta erano abitati dai Dauada, che per secoli vissero riparati in questo ambiente nutrendosi di datteri e di piccole larve che si riproducevano sulle superficie delle acque. Mandara, Umm-el-maa (la madre delle acque) e Gabr’aun sono le nostre tappe. A Gabr’aun si vedono ancora le rovine del villaggio abbandonato: è il lago più grande bordato da giunchi e palme con una grande duna a ridosso, ma un pó troppo affollato e frequentato per i nostri gusti, molto meglio il piccolo lago qualche chilometro prima, situato tra Umm al maa e Gabraun. Picnic a Gabraun. Proseguiamo poi sulle dune del deserto di Ubari fino a quando si abbassano lentamente ormai alle porte di Sebha dove ci attende l’aereo per Tripoli. Alle ultime luci del giorno incontro ravvicinato con un fennec che sta cercando disperatamente di raggiungere la sua tana presso cui ci siamo fermati. Cena in un ristorantino locale e poi volo su Tripoli dove ci installiamo nell’Hotel Corinthia Bab Africa, un enorme 5 stelle posizionato a ridosso delle mura turche della medina e che in una delle torri ospita anche l’ambasciata americana.
03-01-2009 Tripoli-Sabrata-Tripoli
Visita al museo del Castello Rosso che ospita molte statue e alcuni splendidi mosaici delle ville costiere, un mausoleo proveniente da Ghirza e una sezione etnografica e storica in cui troviamo anche, ancora ricoperta da cellophane, la scrivania su cui Berlusconi e Gheddafi hanno firmato i recenti accordi tra Italia e Libia. Per i libici Silvio é giá un pezzo da museo, se ce lo mettessero anche in Italia!!
Breve sosta nel quartiere coloniale dove incontriamo alcuni arzilli vecchietti che parlano perfettamente italiano. Dopo il pranzo in un ristorante sul mare, visita del sito di Sabrata, insediamento commerciale fenicio che fece parte dell’impero di Cartagine. Divenuta città romana nel 46 a.C. con la creazione della provincia d’Africa, Sabrata deve la sua fortuna al mare: un approdo precario durante le lunghe navigazioni mediterranee e punto terminale delle rotte terrestri, luogo di arrivo delle carovane provenienti dall’Africa nera che cercavano contatti con i mercanti navigatori ansiosi di mettere le mani sulle ricchezze provenienti da terre che nessuno aveva mai visto. Dal cardo si attraversano i quartieri residenziali, il foro, il tempio di Liber Pater, le terme a mare, per raggiungere, spettacolare nella sua grandiosità, il teatro: lo sfondo è il mare e la scena – su tre piani – si staglia sul cielo: 108 colonne di marmo e granito, capitelli di fatture diverse, due grandi delfini in marmo ai lati del palcoscenico, delicati bassorilievi nei semicerchi del pulpito.
Rientro a Tripoli, visita notturna alla medina dove troviamo il pazzo del luogo che mi si attacca letteralmente al braccio. Nonostante i vari tentativi di qualche locale per dissuaderlo, nulla da fare continua a seguirci imperterrito. Sono obbligato a raggiungere un vicino posto di polizia con il poverello che non molla il mio braccio. Nonostante sia braccato da un paio di poliziotti, non molla la presa e sono costeetto a intervenire con il vecchio metodo del torcere il dito per liberarmi da colui che mi aveva scelto come suo salvatore. I poliziotti locali lo trattengono “gentilmente” per qualche istanti per permetterci di dileguarci e raggiungere il ristorante “Al Athar” (l’arco), costruito praticamente accanto alle rovine dell’arco di Marco Aurelio.
Specialitá locale un tipo di tagine servito in anfore di terracotta che vengono aperte al momento prima di servire. Niente male, costo circa 15 euro a testa. Un té all’ Ancient Zumit Hotel, situato proprio dall’altra parte dell’Arco di marco Aurelio. Questo Hotel, potrebbe essere un interessante alternativa per soggiornare nel cuore della medina. Pernottamento al Corinthia.
04-01-09 Tripoli-Leptis Magna-Tripoli
Dopo l’abbondante colazione buffet del Corinthia, visita all’arco di Marco Aurelio e poi partenza per Leptis Magna.
Sulla costa est, sorge Leptis Magna: in origine emporio fenicio, divenne poi insediamento punico legato a Cartagine e quindi ricca città romana, che conobbe diverse fasi di sviluppo fino a quando alla fine del II d.C. Settimio Severo volle la sua città natale grande e imponente: è uno dei luoghi archeologici più grandiosi dell’Africa romana. Nella visita si può seguire il progressivo ampliamento dell’insediamento urbano, dal foro vecchio al quartiere del teatro e del mercato, a quello delle terme di Adriano, fino all’imponente complesso severiano con la via colonnata che congiunge la città al porto con le sue banchine d’attracco, i magazzini e il faro. A sud-est si trovano i grandiosi resti del complesso anfiteatro-circo, uno dei più significativi di tutto il mondo romano. Pranzo in un ristorantino locale a Leptis Magna. Rientro a Tripoli e visita della moschea Gurgi e della medina.
Per la cena ci rechiamo al mercato del pesce in taxi (5 dinari). Qui in pratica si scelgono dalle bancarelle i pesci che si vogliono mangiare, che vengono poi cucinati nei ristorantini adiacenti. Ci siamo fatti una vera scorpacciata di calamari, gamberoni, polipi, orate e triglie. Il tutto per meno di 15 euro a testa. Un’esperienza veramente da non perdere. Pernottamento al Corinthia.
05-01-09: Tripoli-Italia
Svegli all’alba a trasferimento in aeroporto per prevenire ventuali problemi di overbooking sul volo per Roma. Siamo i primi al ceck in con tre ore di anticipo sull’orario del volo, che poi partirá con quasi due ore di ritardo.