FESTINA LENTE. PARTE SECONDA

località: andasibe, pangalanes
stato: madagascar (mg)

Data inizio viaggio: giovedì 12 luglio 2007
Data fine viaggio: domenica 22 luglio 2007

12-13 luglio Andasibe
Saldiamo il conto al Sakamanga e partiamo alle 8.30 alla volta di Andasibe (l’accampamento è grande). Durante il viaggio abbiamo visitato la riserva di Peyrieras dove abbiamo visto tutte le specie di camaleonti possibili, ma anche farfalle come la Comète. Sono presenti nella piccola riserva le rane, tra cui quelle rosse microscopiche, vari tipi di gechi, i soliti coccodrilli,, i pipistrelli e il porcospino. Partiamo e arriviamo infine all’hotel Feon’ny Ala (l’urlo della foresta) dove pranziamo. Siamo nella Riserva di Andasibe che si trova a circa 140 chilometri da Antananarivo su una vasta regione di colline coperte dalla foresta pluviale primaria alla quale si mischiano gli eucaliptus piantati dall’uomo. Ma vediamo già nel parco dell’hotel i ravinala, il pandanus e alcuni alberi di palissandro. Il giorno successivo prendiamo una guida e andiamo in cerca dell’Indri Indri che si trova solamente in questo Parco e in nessuna altra parte al mondo. Mentre si sente lungo la foresta l’urlo di Tartan del babakoto (l’Indri) scorgiamo su un albero un’ammucchiata di Havai Laniger, lemure notturno. Ne vedremo, in seguito, altri due, amorosamente abbracciati nel sonno, in un incavo di un tronco ad altezza d’uomo. Vediamo, infine, una famiglia di Indri. Il richiamo di Babakoto, come il gigantesco lemure viene chiamato affettuosamente in malgascio, si distingue secondo se si tratta di comunicazione, di grido di allarme o di manifestazione di amore. In quest’ultimo caso assomiglia ad un tenue sbaciucchio. L’Indri si distingue dagli altri lemuri per le sue dimensioni massicce: un maschio adulto può pesate fino a 15 chili e misurare 75 cm. di altezza. Gli esemplari che abbiamo davanti peseranno dagli 8 ai 10 chili, hanno la testa nera e la schiena bianca, sono pressoché senza coda. Saltano agilmente da un ramo all’altro e visti con il binocolo, quando emettono il famoso urlo aprendo le fauci, assomigliano molto più ad un orso bianco che ad un koala: i denti sono piuttosto aguzzi. Esperienza indimenticabile.
14 luglio Canale delle Pangalanes
Partiamo alla volta delle Pangalanes. Arrivati al lago Rasoabe aspettiamo con Leonardo, il nostro autista, la barca che ci porterà all’hotel Ony (lago), hotel che si trova alla confluenza di tre laghi: il Rasoabe, il Laokangady e il Filmo. Arrivati all’hotel pranziamo. Il padrone, dietro richiesta, ci consiglia due itinerari a piedi, uno che porta all’imboccatura delle Pangalanes a partire dal lago Rasoabe e l’altro che ci dovrebbe portare a vedere delle piante carnivore, les nepentes, abbastanza comuni in Madagascar. Percorriamo il primo itinerario che dovrebbe avere come coronamento finale e premio la vista dei makis, Ma D. non vuole entrare nella foresta ed io riesco a vedere, oltre ad alcune capanne, solo alcuni uccellini ed un falco che ci seguirà, un po’ minaccioso, per un buon tratto di strada. Ci riposiamo, poi, nel nostro bungalow.
15-16 luglio Tamatave
La mattina continua ancora a piovere. Il padrone dell’albergo ci vorrebbe far viaggiare su un motoscafo scoperto, ma veloce. Ci vuole persuadere che due impermeabili neri e lunghi come due tonache da prete ci eviteranno raffreddori ed influenze. Alla fine la pioggia battente convince anche lui e utilizziamo la barca coperta che ci ha portato all’hotel. Durante il viaggio ci fermiamo al villaggio di Niaouli (alambicco). Arrivati al villaggio ci si presenta come guida ufficiale una ragazza claudicante da entrambe le gambe e che balbetta, ma che comunque riesce a parlare francese. Un’altra, quasi senza denti, mi spiega che gli alambicchi servono per lavorare foglie di eucaliptus ed altre essenze e che le donne guadagnano ben 1500 Ariary al giorno e che oggi non c’è nessuno al lavoro perché è domenica e per l’week end è giusto riposarsi. Il fatto che queste povere disgraziate guadagnino ben 15 euro al mese mi commuove e compro dei flaconcini lasciando loro il resto. Proseguiamo il viaggio, arriviamo a Tamatave e un taxi ci porta all’hotel Joffre dove avevamo prenotato. Il giorno successivo, di buon mattino, dopo una colazione spartana all’hotel, percorriamo la città in lungo e in largo in attesa dell’apertura dei negozi e dell’Air Madagascar che raggiungiamo, sotto la pioggia battente risalendo da Boulevard Joffre e svoltando a sinistra, all’altezza della piazza, subito dopo i grandi magazzini Store. La città non offre molto, salvo una spiaggia con il mare inquinato, strade piene di pozze profonde, alcune intransitabili, qualche negozio.
17-18 luglio Sainte-Marie
Prendiamo l’aereo da tamatave per Sainte Marie. All’arrivo ci aspetta il taxi dell’albergo Libertaria. Appena arrivati visitiamo Ambodifotatra, capoluogo dell’isola. Il pomeriggio lo passiamo in mezzo alla vgetazione che circonda l’hotel. La mattina dopo prendiamo un axi per andare all’Isola aux Nattes. All’arrivo alla punta Sud affittiamo una piroga e sbarchiamo a. Nosy Nanto, nome malgascio dell’isola, che è semplicemente splendida con la sua vegetazione lussureggiante e i numerosi villaggi di pescatori. Vediamo sulla spiaggia una donna che spacca gusci d’ostrica con una pietra per trarne la parte edibile, bambini che fanno il bagno in acque color turchese e trasparenti, altre donne che pescano sulla riva di spiagge non toccate dall’uomo con il cemento maledetto, conchiglie gigantesche, residui di barriera corallina. Alle 12.20 ci fermiamo a mangiare “chez Tity”, dopo aver percorso un buon tratto delle spiagge dell’isola ed essere tornati indietro. Nell’attesa della cottura del pesce, finalmente “la capitaine”, beviamo birra fresca con il mare che quasi lambisce il nostro tavolino collocato sotto un riparo di foglie di ravinala seccate. La capitaine è quasi un chilo, pesce freschissimo e cotto bene. Giriamo un poco “chez Tity” i cui bungalow portano nomi di filosofi.. Riprendiamo, poi, una piroga e torniamo in taxi all’hotel.
19-20 luglio Talatamaty
La mattina rivisitiamo la ville dell’isola, ci facciamo poi portare in taxi all’aeroporto da dove prendiamo l’aereo per Tana. All’aeroporto ci aspetta il solito taxista inviato dall’hotel con il cartello con sopra scritto il nostro nome. Andiamo all’albergo Chez Jeanne dove resteremo anche il giorno successivo, salvo un giro la mattina al mercato di Tana.
21-22 luglio Tana-Milano-Casa
Per arrivare in tempo al check in alle 4.45 ci alziamo alle tre del mattino. Il viaggio in aereo è regolare. Questa volta l’Air Madagascar è puntuale. Il giorno dopo incappiamo nello sciopero dei teni ed arriviamo a casa due ore più tadi delle previsioni.



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