Arrivo sulla gande isola
mercoledì 8 settembre 2010
Partiamo da Nosy Be per Antananarivo, altrimenti detta Tana, capitale del Madagascar. All’aereoporto di Tana ci attendono le due guide, che ci accompagneranno durante il percorso sulla grande isola, Ciprian e Hery.
Al nostro arrivo il sole è già tramontato, qui tramonta verso 17.30-18.00, la temperatura è più bassa rispetto al giorno. Siamo alla fine della stagione invernale e ci sono circa 18°C. Arriviamo all’hotel “Le pallissandre”, dove ceniamo e trascorriamo la notte. L’indomani per raggiungere la nostra meta, Ranomafana, dovremo percorrere ben 430Km. Le distanze in Madagascar non si misurano in Km, bensì in tempi di percorrenza che si dilatano a seconda delle condizioni stradali e metereologiche.
Verso il parco pluviale di Ranomafana
giovedì 9 settembre 2010
Partiamo verso il parco di Ranomafana, dove vedremo la foresta pluviale e faremo i primi incontri con i lemuri, animali endemici del Madagascar.
Lungo il tragitto facciamo alcune soste per fare visita alle imprese artigianali locali.
Al villaggio di Ambatolampy, visitiamo una bottega dove si produce manualmente la pentola in alluminio. Assistiamo alla preparazione di una di esse, secondo la tradizione lavorazione. Con una particolare polvere viene preparato lo stampo, mentre l’alluminio viene sciolto ad alte temperature all’aperto. Preparato lo stampo, viene versato dentro ancora incandescente, dopo qualche istante la pentola viene estratta.
Successivamente visitiamo una bottega, dove vengono costruiti piccoli modellini usando latta e gomma riciclati. Tipici la bicicletta e il “pusse pusse” del Madagascar, macchinine, piccoli bus e la piccola Vespa. A fianco, una bottega dove vengono ricamati a mano splendide tovaglie, tovaglioli, centrini e tanto altro ancora.
Facciamo ancora una tappa al viaggio di Antsirabe, dove visitiamo,una bottega dove vengono lavorate le corna di zebù, il bovino allevato in Madagascar.
Il corno di uno zebù viene trattato secondo una particolare lavorazione e si producono vari oggetti perfetti e lucidi. Ci rechiamo in un ristorante della zona per il pranzo. Il piatto forte del pasto è un misto di riso e carne di zebù, maiale e anatra, preparato secondo tradizionali ricette malgasy. Assaporiamo la “Fresh”,la tipica bibita malgasy, premio riconosciuto a livello mondiale per l’ottima qualità. Panachè preparata con la birra locale dei tre cavalli THB.
Visitiamo ancora la bottega delle lavorazioni dei legni pregiati del paese ad Ambositra.
Ci aspetta un lungo pomeriggio per raggiungere il parco di Ranomafana. Entriamo nel parco quando è già buio, sotto una leggera pioggerellina.
Il nostro hotel si chiama “Domain Nature” e si trova all'interno del parco. I bungalows, raggiungibili a piedi , sono dislocati intorno alla struttura principale adibita a recepiton e ristorante. Per raggiungere il nostro dobbiamo ripercorrere la strada a ritroso e salire una serie di scalini in pietra su per la collina. Nei pressi un corso d’acqua discende lungo la collina.
Visita del parco di Ranomafana
venerdì 10 settembre 2010
Ci risvegliamo nella foresta pluviale del parco di Ranomafana. E’ proprio vero : qui la natura regna sovrana, intorno a noi un panorama indescrivibile.
Fortunatamente non piove. Terminato il pasto raggiungiamo il luogo presso cui ha inizio il percorso all'interno della foresta e la ricerca dei lemuri.
Una guida del parco ci accompagna durante il percorso mostrandoci piante endemiche e spiegandoci le caratteristiche della fauna. Nella foresta sono presenti molte specie di uccelli, farfalle, lucertole e camaleonti, anfibi e di lemuri. Ne potremo vedere alcune specie, grazie alla presenza di alcuni ragazzi che ci precederanno per il loro avvistamento. Il parco è molto vasto. Inaugurato nel 1991 è parco nazionale, patrimonio dell’UNESCO. All’interno vi si sviluppa una foresta pluviale molto fitta e lussureggiante, un tempo vissuta attivamente dalla popolazione locale, adesso in gran parte protetta, per preservarne la biodiversità. E’ situato in una zona molto montuosa, che raggiunge i 600-1400 m. Al suo interno vivono ben 12 specie di lemuri, alcuni con abitudini diurne come l'apalemure dorato, ed altri notturni. Quelli diurni, vivono prevalentemente sugli alberi, dove costruiscono i loro nidi. Alcuni vivono a terra.
I piccoli vivono a lungo aggrappati al corpo delle mamme. Hanno una lunga coda che serve loro per bilanciarsi durante i lunghi lanci da un ramo all’altro. Si cibano di frutta e foglie. I lemuri notturni, di dimensioni più ridotte, si cibano anche di piccoli insetti.
Finalmente i primi avvistamenti. La vegetazione è molto fitta e loro sono molto distanti, ma riusciamo ad intravederli più volte, appollaiati su rami distanti, impegnati nelle loro attività abitudinarie, saltando da un ramo all’altro.
Usciti dal parco ci fermiamo ad ammirare una bellissima cascata e le piccole orchidee che crescono sulle pareti della collina del parco, lungo la strada.
Raggiungiamo il paese di Sahambavy dove si estende l’unica piantagione di thè del Madagascar. La pianta è stata importata dal vicino continente africano, dal Kenya. La maggior parte della produzione viene esportata verso questo paese. La piantagione è molto vasta, all' orizzonte le colline sono cariche di piante di thè.
Giungiamo a Fianarantsoa prima di cena. Ci fermiamo in una zona panoramica per ammirare la vista della città.
Lungo la strada verso l'Isalo
sabato 11 settembre 2010
Lasciamo Fianarantsoa per raggiungere Ambalavao, cittadina famosa per la lavorazione della carta Antaimoro, comunemente detta carta di riso. Ricavata dalla corteccia di Avoha, una pianta tipica del sud del Madagascar, la sua lavorazione risale a tempi antichi, quando veniva utilizzata per le prime trascrizioni in lingua malgasy dei testi sacri. Ai nostri giorni viene utilizzata per la lavorazione di oggetti decorativi.
Lungo la strada facciamo una sosta in un villaggio, la cui fonte principale di sostentamento è la lavorazione della rafia. Simile alla juta, questa pianta locale viene utilizzata per produrre oggetti vari quali borse, cappelli, cesti, porta oggetti.
Un ragazzino ci mostra come da un fusto della pianta si ottengono i filamenti che, dopo l'essiccazione vengono intrecciati per produrre vari oggetti.
Visitiamo una delle abitazioni del villaggio, costruita in terra rossa e fango. Entriamo dalla porta di ingresso e veniamo invitati a salire al piano superiore, il cui accesso è consentito grazie ad una scala in legno a pioli. L'ambiente è più che spartano.
Giunti ad Ambalavao visitiamo un centro dove si effettua la lavorazione della carta Antaimoro. Le fibre essiccate della pianta vengono fatte bollire per tre, quattro ore e poi ridotte in poltiglia servendosi di pestelli di legno. La pasta così ottenuta viene diluita con acqua, stesa in appositi contenitori, dove vengono effettuate le decorazioni disponendovi sopra fiori secchi. I contenitori vengono esposti all’aria aperta per l’essiccazione. Si ottengono così fogli grezzi che, una volta distaccati dai telai, possono essere piegati e tagliati in base all’utilizzo previsto. Si ottengo vari oggetti dal semplice segna libro, all’album per le fotografie. Quaderni, block notes, piccoli quadretti ed anche bomboniere.
La nostra successiva tappa è una bottega dove viene lavorata la seta. Ci vengono mostrati i materiali di base grezzi. A partire dai bachi, ai vegetali essiccati utilizzati per le colorazioni. Le lavorazioni sono fatte a mano da abili donne, che usano telai molto rudimentali. Il risultato finale è un tessuto grezzo, molto differente dalla seta che siamo soliti vedere, ma molto bello soprattutto nelle colorazioni.
Riprendiamo il nostro cammino verso la nostra prossima meta, il parco Anja, dove potremo vedremo i lemuri della specie Catta.
Lungo la strada incontriamo numerosi gruppi di zebù, bovino tipico del Madagascar. E' un'animale molto importante per la popolazione malgasy. Le sue carni sono alla base dell'alimentazione locale, come il riso. Fisicamente è simile al bue domestico, ma si differenzia per la gobba di grasso sulla schiena. Viene allevato per la carne, il latte, il cuoio e delle sue corna non viene buttato nulla. Con la loro lavorazione vengono prodotti utensili ed oggetti di ogni sorta. E' molto resistente alle malattie tropicali e ai parassiti, per questo può vivere ed essere allevato dove il bue non sopravvive. Ha un importanza fondamentale anche nell'ambito rurale, in quanto utilizzato per l'aratura dei terreni, effettuata ancora con la forza animale. Lo si può vedere sovente lungo le strade trainare i mezzi di trasporto più usati, i carretti. Per il suo ruolo importante nella società malgasy, lo zebù ha un certo valore economico, per questo esistono organizzazioni che rubano questo tipo di bestiame. Inoltre proprio per il suo valore è portato in dote alla famiglia della sposa, da parte degli uomini, soprattutto nella popolazione di etnia Bara. In particolare per l'uomo è forma di dimostrazione del proprio valore e mascolinità rubarne uno almeno una volta nella propria vita, in particolare per portarlo in dote alla propria sposa.
L’aspetto di questo parco è molto differente da quello di Ranomafana. Il clima è molto più secco, la vegetazione più bassa, brulla, meno lussurreggiante.
Inoltrandoci nel parco, lungo il sentiero possiamo incontrare i primi lemuri arrampicati su piante basse. Sono chiaramente visibili anche molti cuccioli, che saltano da un ramo all'altro in autonomia o mantenendosi aggrappati alle proprie mamme.
Continuiamo il nostro cammino verso il bel vedere. Strada facendo possiamo vedere le grotte all'interno delle quali i lemuri si rifugiano durante la notte. La salita è una vera propria “scalata”, il percorso è ricavato tra le rocce.
Arrivati in cima godiamo di una vista davvero mozzafiato. Una distesa pianeggiante orlata da alture montuose. Una variante di colori dalla terra rossa, al verde della vegetazione, al verde brillante alternato al colore dell'acqua delle risaie. Risaie in ogni dove, ricavate in piccoli spazi organizzati a terrazza.
Usciti dal parco ci fermiamo per il pranzo a picnic offertoci dagli abitanti di un vilaggio nelle vicinanze. In seguito riprendiamo il viaggio versola città di Ranohira, dove potremo visitare lo splendido parco dell'Isalo. Due brevi soste, una obbligata per la sostituzione del pneumatico che si è forato, una per ammirare lo splendido tramonto. Tutto si colora di un rosso caldissimo, la terra, altrettanto rossa, si fonde in un tutt'uno con il cielo. Il sole discende sempre più rapidamente fino a scomparire.
Arriviamo all'hotel “Le relais de la reine” con il buio della sera.
Visita del parco Isalo
domenica 12 settembre 2010
L'hotel “Le relais de la reine” è una struttura molto particolare, incastonata nelle rocce del parco. Una serie di stradine tracciano il percorso tra le rocce che dai bungalows giunge alla struttura centrale. La vegetazione, brulla ed al tempo stesso lussureggiante, da una piccola anticipazione di quello che è l'aspetto del parco dell'Isalo.
Un'area naturale protetta situata nella parte centro-meridionale del paese. Presenta un paesaggio differente da qualsiasi altra regione dell'isola, con grandi formazioni rocciose modellate dal vento, il Massiccio dell'Isalo, immerse in una vegetazione molto simile a quella della savana continentale africana.
Il parco include oltre 80.000 ettari del Massiccio dell'Isalo, un insieme di formazioni rocciose arenarie caratterizzate da canyon, gole e altre conformazioni spettacolari, verdi e lussureggianti oasi, con cascate e piscine naturali, raggiungibili attraverso particolari percorsi. I due principali canyon sono il canyon dei topi e il canyon delle scimmie , abitato dai lemuri. Noi avremo modo di visitare quest ultimo, il canyon di Namaza. La fauna del parco è molto ricca, vi abitano numerose specie di uccelli, rettili, mammiferi e lemuri, che si mostreranno molto facilmente.
Particolarità del parco è di essere sul territorio in cui per tradizione ricadono alcune sepolture dell'etnia Bara, i cui componenti usano seppellire i loro morti in grotte naturali. Per questo il territorio è sentito come luogo sacro e di culto.
Arriviamo all'ingresso del parco quando il sole è già alto. La nostra meta è la piscina naturale, dove molti visitatori sono soliti rinfrescarsi facendo un tuffo nelle sue acque. Seguiamo un percorso, guidati da una delle guide del parco, Dollar. All'inizio possiamo subito notare le tombe dei Bara. Alcune di esse sono state aperte per spostare i resti dei defunti, altre sono ancora chiuse e sono riconoscibile per la presenza di numerose pietre accumulate davanti al loro ingresso.
In Madagascar è molto sentito il culto dei morti. I funerali vengono celebrati con particolari festeggiamenti. Gli antenati hanno un'influenza molto forte sulla vita della popolazione. Vi sono varie credenze. Per occupare territori in cui sono sepolti dei defunti, è necessario che questi acconsentano. Per effettuare qualsiasi tipo di lavoro che possa in qualche modo interferire con le tradizioni, gli antenati devono acconsentire. Quando avvengono strani eventi, gli autori sono gli antenati che esprimo la loro disapprovazione. La religione cattolica è molto forte, ma nonostante ciò la popolazione è fortemente suggestionata e influenzata dalle credenze legate agli antenati e ai loro spiriti.
Il tragitto è molto lungo, ci impiegheremo qualche ora per arrivare alla nostra prima tappa, un'area adibita a campeggio. Il paesaggio è spettacolare, più risaliamo la pista, più sono visibili formazioni rocciose dalle forme più particolari. Alle spalle un panorama mozzafiato, un vero e proprio canyon. Cominciamo a vedere i primi baobab nani, incastonati nelle rocce, con dei graziosi fiori gialli.
Al campeggio, incontriamo i gruppi di lemuri che, attirati dalla presenza dell'uomo e dal cibo, si aggirano nei paraggi. E' palese che siano abituati a coesistere con l'uomo. Si lasciano avvicinare, fotografare. Molti sono al suolo, altri arrampicati sugli alberi. Una femmina passeggia vicino all'aerea ristoro del campeggio, con il suo piccolo al ventre. Alcuni arrampicati a coppie sugli alberi, si lasciano avvicinare e fotografare da vicino. Dopo una breve sosta in compagnia dei lemuri, riprendiamo il nostro cammino verso la piscina naturale. Ci vorrà ancora mezzora di camminata, prima di cominciare ad avvicinarci al corso d'acqua che la forma. La vegetazione diviene sempre più folta e verde. Seguiamo il corso d'acqua che, con una serie di cascate, termina a formare un laghetto, dove l'acqua sembra davvero limpida, intorno grotte e insenature. Molti componenti del gruppo, come altri turisti già sul posto, si buttano in acqua.
Il luogo ha un fascino ed un mistero particolare. Ciprian ed Hery ci raccontano di una misteriosa vicenda di spiriti, ninfee, persone smarrite e poi ritrovate, catturate dagli spiriti e poi fuggite. Ci rendiamo conto che la gente del posto è veramente condizionata da queste vicende e vi crede realmente.
Nel pomeriggio un'altra impegnativa camminata. Seguiamo un percorso lungo dei corsi d'acqua, fra le rocce, nelle gole dei canyon. Raggiungiamo dapprima la cascata delle ninfee che, secondo le credenze, un tempo era da esse abitata. Quindi ritorniamo sui nostri passi, per prendere la deviazione e raggiungere altri due laghi, il lago blu e il lago nero. Sono posti davvero particolarmente affascinanti.
Ritorniamo verso l'uscita del parco. L'ultima tappa alla finestra dell'Isalo. Una cavità naturale aperta nella roccia, all'interno della quale è possibile osservare dei giochi di luce al tramonto del sole.
La giornata è stata davvero impegnativa e la stanchezza è davvero molta. Prima della cena ci concediamo un momento di riposo e relax al centro benessere dell'hotel.
Verso il profondo sud e il mare
lunedì 13 settembre 2010
Ripartiamo molto presto verso Tulear e Ifaty, nel profondo sud del Madagascar, distanti 270 Km. Lasciamo quest'area del Madagascar, particolarmente conosciuta per i ritrovamenti di pietre preziose. Lungo la strada facciamo una breve sosta nel villaggio di Sakaraha. Percorriamo la strada principale, lungo la quale possiamo osservare uno spaccato della vita dei suoi abitanti. Dei bimbi si nascondo dietro le staccionate, una donna ed un ragazzo espongono gli utensili di loro creazione, la cui lavorazione avviene ai bordi della strada. Altre donne sono intente nella preparazione di spiedini a base di carne e verdure, alcune di loro hanno il volto decorato, secondo la tradizione malgasy.
In questo contesto troviamo un negozio che vende accessori tecnologici. Dopo avervi curiosato dentro, attendo fuori e mentre mi guardo intorno sento dei suoni noti e inusuali per il posto in cui mi trovo.. videogiochi. Mi sporgo ad osservare la struttura adiacente e trovo una sala giochi. Uno schieramento di quattro televisori dotati di console e un folto gruppo di ragazzi, grandi e piccoli, intenti nel gioco più largamente diffuso fra i nostri bambini.
Ripreso il viaggio, ai lati della strada nelle grandi distese si cominciano a vedere i primi giganteschi baobab. Ci fermiamo ancora una volta per osservare da vicino una tomba tipica dell'etnia Betzileo. Tipica è la presenza degli "aloalo", piccoli totem in legno su cui vengono scolpite figure e momenti particolari della vita del defunto. Vi sono anche numerose corna di zebù, considerate un simbolo di prestigio e di ricchezza. Più numerose sono quelle collocate sulla tomba, maggiore è il numero di zebù sacrificati, più importante è il defunto.
Le condizioni del manto stradale peggiorano sempre più. Abbandoniamo la strada asfaltata per percorrere, dapprima una strada volutamente lasciata in condizioni di
Lungo il tragitto possiamo osservare intorno a noi le case dei pescatori. Costruite con mezzi di fortuna, vengono spesso spazzate via dalle intemperie e, particolare molto curioso, quando i pescatori traslocano per spostarsi da un'area ad un'altra più pescosa, le smontano e le portano con se, per rimontarle a destinazione.
Arriviamo a destinazione qualche ora prima del tramonto, dopo aver viaggiato
tutto il giorno, per raggiungere la provincia di Toliara e Ifaty, il villaggio più interessante della costa. Visitiamo un giardino botanico di Baobab. All'interno sono presenti svariati esemplari di baobab giganti. Questo è un tipo di pianta che
ha radici molto profonde, un fusto di circonferenza che può raggiungere fino a 40 metri. Talvolta possiede poche ramificazioni, produce dei frutti commestibili.
Vi sono vari esemplari che prendono il nome dalla loro forma. Baobab in amore, solitamente in coppia con un altro esemplare con cui si intreccia quasi a sembrare in un gesto amore. Baobab femmina e maschio, o ippopotamo, dalle forme simili agli organi riproduttivi femminili e maschili. Il baobab sgabello la cui base del tronco ha la sembianza di un piccolo sedile. Il baobab caffettiera, il più grande esemplare che possiamo osservare, dalla forma di caffettiera ed un tronco larghissimo, il più ampio visto sinora.
Ifaty e Tulear
martedì 14 settembre 2010
In questa giornata ci concediamo un momento di relax. Alcuni del gruppo decidono di uscire con le barche dei pescatori per andare ad esplorare la barriera corallina, che dicono essere una delle più belle e abitate. Noi invece decidiamo di restare a riposarci dopo le lunghe ed intense giornate trascorse.
L'hotel è posizionato sulla spiaggia, gode di una splendida vista sul mare. E' dotato di una piscina all'aperto. Non troppo distante dal villaggio di pescatori.
Nel pomeriggio ripartiamo verso Tulear , dove ci attende il volo che ci riporterà ad Antananarivo. Prima di imbarcarci abbiamo ancora il tempo di fare una passeggiata a piedi per il mercato della cittadina. Le bancarelle di frutta e verdura sono piene di colori e molto invitanti. Per le strade della città, oltre al normale traffico di automobili, vi sono biciclette e numerosi pusse pusse.
I pusse pusse sono delle carrozzelle trainate da uomini a piedi scalzi. Secondo le credenze questi uomini sono reincarnazioni di persone defunte, che nella loro vita hanno commesso fatti poco leciti, per i quali sono stati costretti a fuggire dai loro luoghi di origine. Hanno particolarmente paura della sabbia, mai gettare loro in faccia la sabbia. Infatti durante i periodi dell'anno in cui sulla città si abbattono tempeste di sabbia, questi personaggi scompaiono dalla circolazione.
Voliamo verso Antananarivo, dove arriviamo in serata.
Antananarivo, ultima giornata sulla grande isola
mercoledì 15 settembre 2010
Durante la mattinata visitiamo la città, molto caotica, ricca di colori e scorci molto particolari, stili architettonici che palesano come sia cambiata nel tempo. Facciamo una passeggiata al mercato dei fiori. Al termine del giro della città raggiungiamo il Lemurs Park. Parco privato, ospitante numerose varietà di lemuri che vivono in completa libertà. Qui possiamo finalmente incontrare il Sifaka, lemure detto ballerino per la sua andatura. Questa specie infatti non cammina normalmente, ma saltellando. Possiamo fare degli incontri veramente ravvicinati, alcuni esemplari scendono al suolo, una mamma con il suo cucciolo saltella verso il basso alla nostra altezza. Un altro esemplare saltella lungo una staccionata, fermandosi a prendere il sole o a mettersi in posa per noi, che possiamo riprendere i suoi occhi splendenti.
Altre varietà di lemuri sono presenti nel parco. Vivono in libertà, ma sono cibati dall'uomo. Osserviamo il loro momento del loro pasto.
Riprendiamo il volo verso Nosy Be, dove trascorreremo il resto della vacanza all'insegna del riposo.