Marrakesh e deserto
località: marrakesh, ourzazate, ait benhaddou, dades, todra, rissani, erg chebbi
regione: marrakech-tensift-el-haouz
stato: marocco (ma)
Data inizio viaggio:
domenica 18 ottobre 2009
Data fine viaggio:
lunedì 26 ottobre 2009
Il Marocco ci ha sempre affascinati, ma ce lo siamo tenuti per una stagione intermedia perchè soffriamo di pressione bassa e il caldo torrido dell'estate non è l'ideale per gustare la vita e le strade di Marrakesh.
Prenotiamo il volo con Easyjet, che al momento offre le tariffe migliori e grande flessibilità per scegliere il peso del bagaglio chee si vuole imbarcare.
Per la scelta del riad (Riad Amra) consultiamo siti di prenotazione online, ma poi contattiamo direttamente le strutture per avere un contatto diretto con loro. Tra l'altro in genere, su richiesta, concedono anche un ulteriore sconto rispetto alla tariffa "ufficiale".
Decidiamo che un giro nell'entroterra e l'esperienza del bivacco in tenda possono solo essere ottime esperienze e quindi ci affidiamo a un'agenzia locale (la Morocco Key Travel), gestita da personale berbero ch offre un buon rapporto qualità-prezzo oltre che la disponibilità di adattare l'itinerario alle proprie richieste.
Il fuso orario con il Marocco è di -2 ore nel periodo estivo e -1 ora nel periodo invernale (non adottano l'ora legale). Il clima in ottobre è comunque caldo e offre giornate di sole intenso.
L'uso della carta di credito è diffuso solo nelle strutture più grandi e turistiche, mentre per i riad piccoli, i ristorantini e (ovviamente) i souq servono contanti. Il cambio è favorevole e anche facile da "contare" (basta dividere tutto per 10-11!!!).
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Da Milano a Marrakesh
domenica 18 ottobre 2009
Il volo EasyJet ci costringe a un'alzataccia (inizio check-in alle 5.30 del mattino), per nulla aiutata dal fuso orario (3 ore di volo e le lancette che tornano indietro di 2 ore).
Comunque arriviamo a Marrakesh in orario e con il sole alto che ci dà il benvenuto. Le procedure di immigrazione non sono per niente rapide e ci costringono ad una lunga attesa che però ci dà la possibilità di notare quanto sia bello e pulito l'aeroporto Menara.
Dopo l'immigrazione e il ritiro bagagli, affrontiamo il cambio soldi (l'esportazione dei dirham è illegale, quindi non si trovano nelle banche all'estero) e subito dopo l'attesa del transfer al riad (unica nota dolente: nonostante avessimo comunicato l'orario di arrivo, dobbiamo aspettare più di un'ora prima di vedere la persona che ci viene a prendere).
Arrivati al Riad Amra scopriamo che è una struttura in piena Medina, ma molto tranquilla, con sole 6 camere disponibili (13 posti letto), il caratteristico cortile interno (con piscina) e una meravigliosa terrazza sul tetto, dove ci viene offerto il primo te alla menta (anche conosciuto come whiskey berbero).
Tra l'altro scopriamo che questa settimana il riad sarà tutto per noi perchè non ci sono altri ospiti. E sembra quasi di essere a casa: non abbiamo nemmeno la chiave della porta della camera (fornita su esplicita richiesta), né tanto meno quella del riad: ci sarà sempre qualcuno pronto ad accoglierci!!!!
Ci rilassiamo, cercando di entrare nello spirito marocchino, calmo e tranquillo... Ma la curiosità è tanta e decidiamo di buttarci subito alla scoperta dei mille vicoli (e mille souq) tipici di Marrakesh.
Orientarsi non è facile e schivare bici, asini e motorini è anche più arduo: qui il pedone sembra non avere diritti!!! Ma perdersi per i vicoletti, lasciando al caso la scelta della meta è una bella sensazione...
Pranziamo nel ristorante dell'Hotel Ali (segnalato dalla Lonely Placet, Rue Moulay Ismail), in una delle vie che partono da Jemaa-El-Fna (direzione sud) e con 240 dirham (circa 20 euro) ci gustiamo le prime tajine marocchine...
In realtà tajine è il nome del contenitore in terracotta (a forma di cono) in cui vengono cotti diversi piatti a base di carne e/o verdure. Sono servite molto calde (e piuttosto spezziate) e ognuna è diversa dall'altra.
Proseguiamo alla ricerca dei souq e mercanteggiamo per i primi acquisti. Non è assolutamente facile, perchè in genere i venditori propongono un prezzo alto e bisogna essere bravi a scendere di prezzo (in genere si ottiene un buon -20% ma la leggenda vuole che fino a -60% loro ci guadagnano comunque).
Moralmente parlando, a volte ci facciamo qualche scrupolo perchè ci sembra eccessivo "tirare sul prezzo" quanto ti chiedono 4 euro per una corsa in taxi o 5 euro per un set da 6 bicchieri...
Per la serata torniamo verso la Kotoubia, dove un gruppo di ragazzi si sta "esercitando" a fare i salti acrobatici: sono davvero bravi e rimaniamo un po' incantati dai loro tentativi.
Ma il vero cuore pulsante è la piazza Djemaa-El-Fna, dove hanno già montato tutti i banchetti per mangiare (al n. 34 si mangia bene!!!), ma anche quelli delle spremute (gustosissime) e della frutta secca.
Di fianco... incantatori di serpenti, donne che tatuano con l'hennè, suonatori, venditori di ogni cosa...
E' tutto molto divertente, ma la stanchezza si fa sentire presto e quindi torniamo nella pace del riad a prepararci per il tour che inizia domani mattina!
Da Marrakesh a Dadès
lunedì 19 ottobre 2009
Alle 8.30, dopo un'abbondante colazione sulla terrazza del riad, passano a prenderci quelli della Morocco Key Travel: la nostra guida Ibrahim e l'autista Abdoul.
Siamo in tour privato su un pulitissimo e spaziosissimo Toyota Prado (che alla fine del tour sarà mooooolto più vissuto).
Abdoul è un autista attentissimo e si viaggia comodissimi, mentre Ibrahim ci spiega il tragitto e ci racconta qualcosa di sè, della sua famiglia e del Marocco in generale. Il suo italiano non è fortissimo, ma ci si capisce alla perfezione, mentre il povero Abdoul è tagliato un po' fuori: riusciamo a farci capire un po' con lo spagnolo, ma dobbiamo ammettere che con il francese non andiamo d'accordo...
La giornata purtroppo non è delle migliori e ogni tanto piove, però riusciamo a fermarci per fare tantissime foto e per ammirare i paesaggi che si susseguono verso il passo di Tizi-n-Tichka (il punto più alto è intorno ai 2200 metri).
Incredibile vedere tanti paesini "mimetizzati" con le montagne circostanti, ma d'altra parte la materia prima per i muri e i tetti è rappresentata dalla stessa terra che li circonda (impastata con paglia e canne).
Ci fermiamo a pranzo presso la Kasbah di Ait Ben Addou, in un ristorante poco turistico, ma molto buono. Accanto a noi ci sono 2 coppie di spagnoli che lamentano la mancanza di una buona "cerveza", ma per il resto è tutto davvero ottimo (e impariamo che, se si avanza l'acqua del pasto, è sempre buona cosa portarsela via!!!).
Visitiamo la Kasbah, dichiarata patrimonio dell'UNESCO e ammiriamo la capacità di costruire un sito tanto imponente, partendo dal semplice fango e dalla paglia, comunque molto resistente al sole ma anche alle intemperie. Ibrahim ci spiega anche il meccanismo di alcuni strumenti da lavoro custoditi all'interno della Kasbah.
Ripartiamo, attraversando la città di Ourzazate (famosa per gli Studios cinematografici che però non visitiamo) diretti verso la Valle delle Rose (Vallée des Roses). Purtroppo oggi piove e non sarebbe comunque stagione di fioritura, ma apprezziamo comunque la vegetazione e il susseguirsi di roseti.
Le piogge della giornata hanno purtroppo creato fiumi spontanei che inondano le strade, rendendole a tratti impraticabili. Non ci resta quindi che fermarci ed aspettare impazienti che l'impeto della piena termini, consentendo il guado delle auto.
Il nostro bravissimo Abdoul riesce a districarsi nel groviglio di auto ferme per strada (il nostro Prado è alto, ma ci sono utilitarie che ancora non riescono a passare) e a evitare i bambini curiosi che si avvicinano alle macchine per guardare gli occupanti e la scena.
Diventa una specie di festa con tanto di clacson e urla e risate... In tutto questo divertimento non ci tratteniamo..... "CAMPIONI DEL MONDO !!!!!" ....
L'ultimo guado è ormai buio: il sole tramonta abbastanza presto in questo periodo, ma Abdoul guida sicuro e ci porta al nostro hotel.
L'Hotel Les 5 Lunes è una piccola pensione gestita da due ragazzi berberi che ci servono un'ottima cena accanto al caminetto acceso e ci intrattengono con i bonghi e le chitarre. Uscendo in terrazza, si vede un meraviglioso cielo stellato: domani probabilmente sarà una bella giornata.
La nostra camera è semplice e spartana, ma pulitissima e confortevole. Prima di andare a dormire, ovviamente ci offrono il te alla menta, piacevole compagno di tutto il viaggio.
Da Dadès all'Erg Chebbi
martedì 20 ottobre 2009
Al nostro risveglio la luce del sole entra dalla finestra e riscalda l'ambiente. La colazione ci viene servita in terrazzo e un simpaticissimo gatto ci tiene compagnia, apprezzando le briciole che "casualmente" cadono a portata di zampa.
Abdoul ripulisce alla meglio la macchina infangata dopo le peripezie di ieri sera.
Appena pronti, ripartiamo alla volta di Dadès Gorge: una gola profonda scavata nelle montagne, con una panoramica strada a serpente che si inerpica fino a un albergo a picco sul fiume. Un lato della gola è completamente assolato, l'altro è in ombra, creando un suggestivo contrasto.
Impressionante anche il numero di piante di fichi presente in questa regione.
Proseguendo il cammino ci fermiamo a Boumalne du Dadès dove veniamo affiancati da un nugoletto di bambini che vorrebbe ricevere qualche dirham. Seguendo i consigli della Lonely Planet (ma anche Ibrahim consiglia di evitare l'elemosina), dall'Italia avevo portato un sacchettone di caramelle e credo che i bambini ne siano stati felicissimi perchè ci ripagano con un'allegra posa fotografica.
La prossima fermata è presso Todra Gorge, una gola ancora più scoscesa, paradiso degli appassionati di arrampicata (numerosi anche oggi) e dei ghiottoni di datteri (molto riconoscibili dal picciolo arancione quasi fosforescente).
Il fiume Todra qui ha acqua a sufficienza per consentire anche un bagno per i più intrepidi (al tatto l'acqua non sembra freddissima, ma è pur sempre corrente!).
Ripartiamo e dopo una breve sosta per pranzo ci fermiamo a Rissani, dove una guida locale ci porta a visitare il mercato locale (si tiene 3 volte la settimana è uno dei più grandi della regione).
Vediamo ogni tipo di merce e ne approfittiamo per chiedere anche informazioni sulle abitudini alimentari: mangiano moltissima frutta e verdura, mentre la carne è presente, ma in piccole quantità. Il pane arabo è alla base della loro dieta e devo ammettere che è decisamente gustoso.
Nella parte degli animali notiamo che la taglia delle loro razze è comunque molto più piccola di quelle cui siamo abituati (una loro mucca adulta ha le dimensioni di un nostro vitello).
Ci informiamo anche sui prezzi degli animali e scopriamo che con 200 euro potremmo comprare una mucca sana.
Dopo aver ammirato i bellissimi tappeti (e ascoltato le storie della loro tessitura), ci dirigiamo verso l'Erg Chebbi perchè ci attende la notte in bivacco.
In prossimità dell'Erg ci sono molti Auberge da cui partono le comitive di turisti diretti ai bivacchi. Noi siamo un po' in ritardo e veniamo caricati di fretta (incluso il nostro trolley) sui due dromedari e partiamo alla rincorsa degli altri compagni di bivacco: una coppia di bergamaschi e una ragazza tedesca. Insieme a noi ci sono i due tuareg che aprono e chiudono la carovana e che ci terranno compagnia.
Nelle successive due ore cerchiamo di adattarci all'andatura del dromedario, ma non è un compito facile, soprattutto se si ha un trolley davanti e si vogliono fare foto al paesaggio.
Ancora una volta arriviamo a destinazione con il buio: i tuareg seguono le impronte di chi ci ha preceduto, ma quando arriviamo il mio dromedario non ne vuole sapere di farmi scendere: dobbiamo far sedere gli altri 4 dromedari, prima di convincerlo a sedersi (quante risate!!!).
Sotto un cielo pieno di stelle veniamo nuovamente accolti da un gustoso te alla menta.
La cena tuareg ci viene servita all'aperto, al centro del nostro accampamento, mentre i nostri amici ci intrattengono con i loro tamburi. Mio marito non resiste al suo istinto di batterista e si lancia in una jam session africana, decisamente ben riuscita!
La sveglia suonerà all'alba e quindi, dopo l'escursione ai bagni (all'aperto), ci ritiriamo nelle comodissime tende, dotate di un materasso, lenzuola pulite e caldissime coperte di lana.
Grazie ai consigli di chi ci ha preceduto, fortunatamente avevamo una torcia per illuminare, una felpa pesante (che però non serve) e della carta igienica (non si sa mai!).
Anche nel bivacco abbiamo i nostri gatti "domestici", probabilmente tenuti per allontanare altri animali e insetti. E difatti... ci capita solo di adocchiare qualche scarabeo che passeggia nella sabbia senza entrare in tenda.
Dall'Erg Chebbi a Marrakesh
mercoledì 21 ottobre 2009
La sveglia suona alle 6, appena prima dell'alba, ma il cielo non è completamente terso e quindi ci perdiamo un po' i meravigliosi colori rosa-arancione dell'alba pulita. Il rosso fuoco delle dune è comunque uno spettacolo impagabile! E la tranquillità di una passeggiata nella sabbia incontaminata… non ha prezzo!!!
In lontananza, i nostri compagni tuareg stanno svegliando anche i dromedari, che mostrano espressioni parecchio assonnate e solfeggi molto poco musicali!!!
Ci viene servita un'abbondante colazione, sempre al centro del bivacco (purtroppo questa mattina le mosche si sono svegliate!!!), prima di riprendere il dromedario e la strada verso l'Auberge dove ci aspettano Ibrahim e Aboul per riportarci a Marrakesh.
Approfittiamo dell'andatura lenta del dromedario per fare altre foto e ammirare il silenzioso paesaggio delle dune di sabbia. Veniamo superati da una jeep che riporta altri turisti, ma troviamo che il dromedario sia decisamente il mezzo più adeguato per godersi questo inizio di giornata e rispettare la natura e il silenzio che ci circonda…
Dopo una tappa all'Auberge (e l'immancabile te alla menta), ripartiamo per Marrakesh, un lungo tragitto che normalmente sarebbe meglio spezzare in due tappe.
Ci fermiamo comunque di tanto in tanto per ammirare il paesaggio e fare le foto, pranziamo in un ristorante molto bello e ringraziamo i nostri compagni di viaggio, offrendo loro il pranzo.
Sul passo Tizi-n-Tichka le nuvole sono molto basse e a tratti Abdoul è addirittura costretto ad accendere i fendinebbia, la temperatura scende parecchio e il tramonto ci coglie ancora lontano da Marrakesh.
Ormai siamo veramente stanchi e fra tutti e 4 nel parlare mischiamo a caso italiano, spagnolo, francese, inglese... In qualche modo ci si capisce!!!
Ibrahim ci aveva insegnato che per dire "va bene" dobbiamo dire "la baaas" e diventa il nostro tormentone in macchina...Di tanto in tanto si gira e chiede "tutto bene?" e noi, in coro... "la baaas!!!".
Arriviamo a Marrakesh e conociamo Youssef, il proprietario della Morocco Key Travel: lo ringraziamo per l'organizzazione e confermiamo la buona riuscita del viaggio!
Al Riad ci attende la cena preparata dal personale: insalata berbera e omelette. Squisite! Ma ancora più apprezzate, dopo il tour, sono la doccia e la comodità del letto!
Marrakesh
giovedì 22 ottobre 2009
Stamattina ce la siamo presi comoda e dopo colazione (in terrazza) abbiamo iniziato la discesa verso sud per visitare le Tombe Saadiane, ma quando arriviamo sono già chiuse per la pausa pranzo.
Risaliamo verso nord e fra un acquisto e l'altro, arriviamo a visitare la medersa di Ben Youssef e il museo di Marrakesh... Sono posticini piccolini, ma molto carini: ci ricordano molto l'Andalusia!!!
Lì accanto c'è anche la Qoubba Almoravide, ma è veramente mal conservata e ci delude un po'.
Pranziamo in un chiosco rozzo segnalato dalla Lonely Placet (Chez Abdelhay, 46 Rue el-Baroudiyenne): insalata, grigliata mista di carne, pane, acqua e il solito te alla menta... 9 euro in due!!!! Decisamente alla buona, ma il cibo è ottimo e il personale accogliente. Alla fine, ovvio, ci offrono il te alla menta.
Ci incamminiamo felici verso il Palais La Bahia e lungo la strada mio marito prova alcuni dolcetti locali: dice che sono mooooolto buoni e richiamano la pasticceria francese (tipo brioches).
Il Palais La Bahia e' molto carino, anche se alcune parti non sono tenute benissimo. Le stanze, i soffitti e i giardini sono molto simili (anche se più piccoli) alla Alhambra di Cordoba (ma d'altra parte il periodo e i re erano quelli).
Purtroppo ce lo godiamo poco perchè il mio stomaco ha deciso di fare le bizze e allora prendiamo un taxi (dopo aver contrattato il prezzo) e ci facciamo portare al riad, dove riusciamo a ordinare il classico "canarino" acqua calda e limone.
Optiamo decisamente per una pausa, ma poi ritorniamo in pista e decidiamo di cenare in un chiosco della Place Djemaa-El-Fna (alla fine però mangerà solo mio marito: il mio stomaco al momento si rifiuta di considerare il cibo!).
Marrakesh
venerdì 23 ottobre 2009
Siamo a venerdì... Il mio stomaco sta meglio, ma decidiamo comunque di fare i bravi e rilassarci.
Dopo la solita, squisita colazione in terrazza, facciamo un salto in banca per cambiare i soldi (qui la carta di credito non esiste!!!) e poi andiamo a visitare le tombe Saadite: la sala con le colonne in marmo di Carrara e' davvero imponente, mentre il resto lascia un po' di delusione. Il problema dell’Africa, per quanto poco la conosciamo (siamo stati qui e in Egitto), sembra essere quello di trascurare alcuni capolavori (come le piramidi, su cui i bambini si arrampicano indisturbati), lasciando erodere dal tempo monumenti e sculture….
Visto che e' abbastanza presto, raggiungiamo il Palazzo El Badi, che versa più o meno nello stesso stato delle nostre Terme di Caracalla... Interessante però e' salire sulla terrazza per vedere tutti i nidi delle cicogne e un buon panorama sulla citta' e le sue parabole (una guida ci dice che i balconcini coi fiori sono quelli degli stranieri, mentre quelli “disadorni” appartengono a marocchini doc).
La visita si esaurisce in fretta e decidiamo di andare a vedere la parte nuova di Marrakesh. Il sole e' alto e caldo: per affrontare tutta la strada a piedi, ci concediamo diverse soste sulle molte panchine all'ombra.
La Ville Nouvelle e' decisamente diversa: strade ampie, palazzi e condomini moderni, negozi e locali (non mancano ovviamente Mc Donalds e Zara).
Mangiamo in una griglieria consigliata dalla Lonely Planet (Bar L'Escale, Rue de Mauritanie): cibo buono ed economico (90 dirham in due), ma le uniche donne presenti sono poche e straniere... (per alcuni ristoranti anche la guida ci mette in guardia, che potrebbe non essere piacevole per i gruppetti di sole donne).
Finito di mangiare, andiamo a vedere i Jardin Majorelle: spettacolari!!! Un angolo di calma e relax, fra piante tropicali, vasche d'acqua e colori forti (indaco e giallo in primis).
Ce la prendiamo comoda e ci gustiamo un te alla menta con pasticcini marocchini (tutti a base di pasta di mandorle), facciamo un mezzo pisolino sulle panchine e poi ci avviamo al riad per una sosta pre-cena.
Dopo la siesta torniamo nei souq verso la piazza e ci concediamo una buona cena marocchina su una delle tante terrazze che dominano la vivacissima piazza (Chez Chegrouni, 4-6 Djemaa el-Fna). E poi gironzoliamo fra piazza e Kotubia per fare foto e....mangiare datteri!!!
Marrakesh
sabato 24 ottobre 2009
Sabato, ultimo giorno pieno. Il sole e' caldissimo, ma noi abbiamo in programma lo shopping nei souq, dove il sole non arriva.
Impariamo che l'arte del contrattare richiede costanza ed esercizio. Però riusciamo a trovare tante cose per noi e per i genitori: un paio di ballerine in cuoio, le tipiche tajine per servire le marmellate, gli spiedini per il barbecue, copricuscini, sciarpe, spezie...
Diversi erboristi cercano di fermarmi perchè vedono che ho l'herpes e vorrebbero offrirmi i loro medicamenti. Purtroppo sono talmente rassegnata alla mancanza di cure che non do corda...
Per riposarci un po' ci concediamo un te al tranquillo Cafe' des Epices (Place Rahba Redima) e intanto guardiamo il traffico nella piazza sottostante... Il sabato mattina e' comunque molto più tranquillo degli altri giorni: forse devono smaltire le feste del venerdì ?
E per provare tutte le delizie, nel pomeriggio ci concediamo una brioches nella Patisserie des Princes (Rue de Bab Agnaou), che tra l'altro e' di strada per la nostra pausa relax: Les Bains de Marrakesh (2 Derb Sedra, Bab Agnaou)!
Per fare una sorpresa a mio marito avevo prenotato un pacchetto Relax per due. Tutto e' nei colori bianco-beige-ambra-moro e una musica rilassante riempie l'atmosfera. Ci forniscono accappatoi e ciabatte impeccabili (il costume da bagno bisogna averlo) e ci fanno accomodare in giardino, sulle sdraio, dove ci viene servito il te alla menta.
Poco dopo ci conducono in un hammam privato (2 posti) con la temperatura quasi come in sauna. Personalmente preferirei tenere entrambi i pezzi del costume, ma le estetiste insistono a farmi togliere il pezzo sopra e in effetti ha più senso... Va be'... lascio fare!
Nei seguenti 45 minuti ci massaggiano con la pasta di sapone nero, ci squamano con un spugna ruvidissima (che poi ci regalano) e ci ricoprono con fango profumato. Bellissimo!
Dopo una doccia calda ci troviamo nuovamente in sala relax, con un secondo giro di te alla menta.
Veniamo poi accompagnati in una stanza scura scura a lume di candela dove ci attendono due grandi vasche di acqua calda e petali di rosa profumati. La cosa e' molto romantica, pero' l'acqua calda ci da' un po' fastidio (dopo l'hammam ci cala la pressione) e quindi usciamo prima che ci chiamino.
Andiamo poi in una nuova sala relax dove ci viene offerto...il te alla menta.
Qui rimaniamo a lungo in relax (quasi abbiocco), prima di passare nella terza sala (sempre per 2), dove ci viene eseguito un massaggio rilassante di un'ora. Divino!
Finiamo anche il massaggio e torniamo al relax e...al te alla menta!!! Non ci sembra vero di essere cosi' rilassati e morbidi... Mio marito addirittura vorrebbe istituzionalizzarlo una volta la settimana!!!! Ci voleva proprio...
Comunque torniamo in centro e ceniamo nello stesso ristorante di ieri sera, ma senza salire sulla terrazza. Le ultime foto, l'ultimo struscio fra le bancarelle e verso la Kotoubia... E poi torniamo al riad per finire di fare la valigia!!!
Da Marrakesh a Milano
domenica 25 ottobre 2009
Questa volta il trasferimento è stato organizzato perfettamente dal riad. Dopo colazione e dopo aver lasciato il nostro ringraziamento nel guest book, veniamo accompagnati in aeroporto, dove le operazioni di check-in e controllo documenti si svolgono velocemente e senza intoppi.
Ancora una volta constatiamo con meraviglia la pulizia e l'ordine dell'aeroporto, ma in questi 7 giorni più di una volta abbiamo potuto notare quanti spazzini passino continuamente a raccogliere cartacce e spazzatura in giro per le strade, quanto i negozianti siano ligi nel tenere pulito il marciapiedi davanti al proprio negozio...
Probabilmente è una nuova abitudine delle grandi città (durante il tour all'interno questo aspetto non era così marcato), ma di sicuro dà un bel segnale al turista di passaggio.
La vacanza ormai è terminata e dobbiamo anche riconoscere e confermare la grande ospitalità di questo popolo, con cui non abbiamo avuto difficoltà a dialogare e che ci ha sempre accolto con una buona tazza di te alla menta.