Seychelles: il nostro primo paradiso tropicale

località: mahè, praslin, la digue
stato: seychelles (sc)

Data inizio viaggio: mercoledì 9 giugno 1993
Data fine viaggio: mercoledì 23 giugno 1993

Old Travel _ By Luca e Sabrina

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mercoledì 9 giugno 1993

Tre giorni dopo i fiori d'arancio andiamo ad iniziare il nostro sospiratissimo viaggio di nozze.
Siamo estremamente emozionati perché sarà la prima esperienza in aereo, al di fuori dell'Europa, ma anche in un luogo esotico. La nostra meta sono infatti le Seychelles: un arcipelago, comprendente 115 isole (di cui solo una manciata abitate), ubicato nell'Oceano Indiano, circa 1500 chilometri ad est delle coste africane e a nord-est del Madagascar, che forma dal 1976 uno stato indipendente nell'ambito del Commonwealth.
Lasciamo casa all'alba, approfittando della disponibilità dei miei genitori che ci accompagnano all'aeroporto Marconi di Bologna dal quale, in tarda mattinata, a bordo di un velivolo della compagnia Air France, stacchiamo da terra, incredibile ma vero, verso nord, in direzione di Parigi ... Che emozione ritrovarsi poco più tardi, a migliaia di metri di altezza, a sorvolare la catena delle Alpi ancora in massima parte innevata! ... ma il volo è breve e poco dopo mezzogiorno atterriamo già sulla pista dell'aeroporto Charles De Gaulle per uno scalo di oltre sette ore nella capitale francese.
Siamo in compagnia, fin da questa mattina, di due ragazzi di Cesena, anche loro sposi da pochi giorni, che il destino ha voluto c'incontrassimo già dal mio addio al celibato, consumato nello stesso locale dell'altrui addio al nubilato ... Loro non sono mai stati a Parigi, al contrario di noi, così vista la lunga sosta (ma anche per ingannare il tempo) decidiamo di accompagnarli in centro per una rapida carrellata dei monumenti più significativi.
Lasciamo i bagagli in deposito e con un efficiente servizio di pullman, unito all'irrinunciabile metropolitana, raggiungiamo il cuore della "Ville Lumiere".
Cominciamo il nostro mini-tour dall'universalmente noto Arco di Trionfo, monumento posto all'inizio del famoso viale degli Champs-Élysées, alto cinquanta metri e fatto costruire, come versione neoclassica degli antichi archi di trionfo dell'Impero Romano, da Napoleone Bonaparte, nel 1806, dopo la vittoria nella battaglia di Austerlitz.
Andiamo quindi a Place de la Concorde, dopo la Place des Quinconces di Bordeaux la più grande piazza francese, dominata da un grande obelisco egiziano, proveniente da Luxor e vecchio di circa 3300 anni. Da lì, percorrendo i Giardini Tuileries, arriviamo poi al Palazzo del Louvre, ospitante uno dei più celebri musei del mondo, che ovviamente non abbiamo tempo di visitare, nel cui cortile spicca la recente, contestatissima piramide di vetro che dà accesso alla sottostante stazione della metropolitana.
Proprio per mezzo del metrò raggiungiamo, a qualche isolato di distanza, l'isola sulla Senna che ospita l'imponente Cattedrale di Notre Dame, uno dei monumenti più visitati di Parigi.
La costruzione dell'enorme edificio religioso, uno dei più grandi di tutta la Francia, iniziò nel 1163, durante il regno di Luigi VII e per volontà del vescovo Maurice de Sully, che non esitò a far demolire la preesistente cattedrale di Santo Stefano, fondata nel 528 da Chideberto re dei franchi, e fu portata a termine, in stile gotico, intorno alla metà del XIII secolo.
Impressionati dalla visita di Notre Dame, poco più tardi restiamo sbalorditi al cospetto della Tour Eiffel, il monumento più famoso di Parigi, noto in tutto il mondo come simbolo della città stessa e, forse, dell'intero paese.
Costruita su progetto dell'ingegner Gustave Eiffel (lo stesso della Statua della Libertà) la torre venne eretta in soli due anni, dal 1887 al 1889, come ingresso dell'allora Esposizione Universale. Inizialmente le fu concesso di rimanere in piedi per soli vent'anni, ma vista la grande utilità di questa struttura e, successivamente, grazie al riconoscimento come uno dei più straordinari esempi di architettura del XX secolo, le fu permesso di rimanere al suo posto anche per le generazioni future. La Tour Eiffel, comprese le sue antenne, è alta 324 metri, pesa diecimila tonnellate e per quarant'anni è stata la struttura più alta del pianeta.
Completamente presi dai più rappresentativi monumenti della capitale transalpina il pomeriggio vola e in men che non si dica si fa tempo di tornare all'aeroporto Charles de Gaulle, dal quale, ormai in serata, spicchiamo il volo, a bordo di un velivolo dell'Air Seychelles, per l'altro emisfero e per la nostra sospirata meta.

giovedì 10 giugno 1993

Voliamo tutta la notte: prima sul Mediterraneo, poi sul continente africano, infine sull'Oceano Indiano per giungere, nelle prime ore della mattinata, in vista dell'arcipelago delle Seychelles, e più precisamente dell'isola di Mahé.
Di gran lunga la più grande e sviluppata isola delle Seychelles, Mahé (chiamata così dai francesi in onore di un governatore della vicina Mauritius del XVIII secolo, Mahè de Lobourdonnais) ospita la capitale, Victoria, e circa il 90% della popolazione dello stato.
Noi atterriamo al Seychelles International Airport e, accolti dall'incaricato di Best Tours, nostro tour-operator per questo viaggio, veniamo condotti, in breve, al Reef Hotel, che si trova a sud dell'aeroporto, sulla costa est dell'isola, e che ci ospiterà per le prime cinque notti di questa vacanza per certi versi unica ed irripetibile.
Portati i bagagli in camera restiamo subito ammaliati dalla rigogliosa vegetazione tropicale che ci circonda, caratterizzata oltre che dalle classiche palme, da specie botaniche a noi completamente sconosciute ... poi, vista anche l'assenza di una vera e propria spiaggia del complesso turistico (cosa di cui eravamo a conoscenza), affittiamo due biciclette e di buona lena cominciamo a pedalare lungo la costa verso il sud dell'isola.
Alla ricerca del nostro angolo di paradiso assaporiamo scorci di esotica bellezza ad Anse aux Pins, poi andiamo a consumare il primo, indimenticabile bagno nelle acque cristalline di Anse Royale, in un ambiente che fino a ieri avevamo visto solo in cartolina o su riviste specializzate.
Sembra un sogno e invece è la realtà ... è questo quello che pensiamo sulla via del ritorno superando, non senza fatica, i numerosi saliscendi che alla fine ci riportano al Reef Hotel e alla conclusione della nostra prima giornata Seychellese.

venerdì 11 giugno 1993

Nella mattinata affittiamo una buffa, quanto accattivante, Mini Moke rossa e con quella partiamo (molto più agevolmente che in bicicletta!) alla scoperta di Mahé.
Andiamo questa volta verso nord, ci lasciamo sulla destra l'aeroporto internazionale e giunti all'altezza della capitale, Victoria, imbocchiamo la Sans Soucis, la più spettacolare delle strade che s'inerpicano fra le montagne e attraversano tutta l'isola da est ad ovest.
Il nastro d'asfalto sale, una curva dopo l'altra, fiancheggiato da rare specie vegetali e da verdissime piantagioni di tè, fino alle rovine di una vecchia Missione (attiva fino alla fine del XIX secolo), immerse in una fitta foresta tropicale. Da lì scendiamo quindi, fra bei panorami, in direzione della costa occidentale, che dall'alto mostra i suoi stupendi colori: dal verde dei suoi fitti palmeti all'azzurro dell'Oceano Indiano che la lambisce.
Per un primo bagno ci fermiamo nelle basse e trasparenti acque di Anse l'Islette e poi seguiamo la strada costiera verso nord per giungere ad Anse Souillac, caratterizzata da stupendi effetti cromatici, messi in scena dalle tonalità del mare, dalla vegetazione retrostante e dal blu intenso del cielo.
Immersi in un ambiente quasi integro dal punto di vista naturalistico osserviamo, sugli scogli che punteggiano la baia, i curiosissimi periophthalmus: incredibile anello di congiunzione fra anfibi e pesci. In realtà appartengono all'ultima di queste due specie, anche se passano la maggior parte del loro tempo al di fuori dell'acqua. Per farlo hanno evoluto un complesso sistema di respirazione che consiste nell'immagazzinare acqua all'interno delle sacche orali utilizzandola poi per attivare le branchie ... se ne vanno così simpaticamente a spasso per le rocce affioranti dal mare, spiccando saltelli grazie alla forza dei muscoli presenti nella coda.
Esterrefatti alla vista di questo piccolo animale, del quale ignoravamo l'esistenza, nel pomeriggio torniamo verso sud. Ci fermiamo per qualche tempo nella bella Grande Anse e poi riattraversiamo l'isola percorrendo la strada de la Montagne Posée, per ritornare al Reef Hotel.

sabato 12 giugno 1993

E' questo il giorno giusto della settimana per far visita a Victoria, perché vi si tiene il tradizionale mercato ... La città, che con circa ventimila abitanti è dimora di quasi un terzo degli abitanti dell'arcipelago, risulta essere una delle capitali meno popolose al mondo e conserva un carattere ancora prevalentemente coloniale.
Nel piccolo centro abitato spiccano una copia in scala ridotta (risalente al 1903) del celebre Big Ben di Londra, posta nel crocevia più importante della città, ed il moderno monumento alle Seychelles, che con le sue tre ali bianche sta a simboleggiare gli altrettanti continenti che hanno dato vita alla razza creola seychellese: Europa, Asia ed Africa.
Alla periferia meridionale della città si trova anche un esauriente giardino botanico nel quale osserviamo una bella carrellata di specie vegetali tipiche dell'arcipelago, oltre a diversi esemplari di tartaruga gigante ed alcuni longilinei fenicotteri.
Dopo la visita a Victoria in auto andiamo verso la propaggine più settentrionale dell'isola di Mahé. Doppiamo North Point, luogo nel quale è sconsigliata la balneazione causa l'assenza della barriera corallina e la presenza di pesci di grossa taglia come squali e barracuda, involontariamente attirati dall'attività dei pescherecci che qui gettano le loro reti, quindi scendiamo nuovamente verso sud dove, grazie al reef, le acque tornano ad essere placide e tranquille.
Contornati da una rigogliosa vegetazione tropicale arriviamo così nell'ampia baia di Beau Vallon, da molti classificata come una delle migliori spiagge al mondo ... ma a dir la verità a noi è parsa meno bella di tante altre, forse perché (unico caso sull'isola) eccessivamente sfruttata dal punto di vista prettamente turistico ... Lì comunque restiamo per il resto della giornata, fin quando il sole, tramontando, non inonda il paesaggio delle sue calde tonalità, allora, col buio quasi completo, facciamo rientro al nostro hotel.

domenica 13 giugno 1993

Nella mattinata prendiamo parte ad un'escursione organizzata che ci porta, prima con l'ausilio di un pulmino e poi in barca, a visitare il Sainte Anne Marine National Park.
Istituito nel 1973, il parco, è stato il primo del genere in tutto l'Oceano Indiano e, collocato di poco al largo della capitale Victoria, comprende un piccolo arcipelago di sei isole considerate per le loro caratteristiche di grande interesse naturalistico.
Per iniziare ci approssimiamo all'Isola di Cerf, l'unica delle sei che può contare una manciata di residenti ... non per questo la si può però definire deturpata, infatti la fauna ittica nelle acque circostanti è talmente ricca e spregiudicata da accettare un piccolo banchetto al di fuori del suo elemento vitale, fra le mani della nostra guida! ... ed è solo il preludio ad un'interessante esplorazione del reef nelle immediate vicinanze, prima con una barca dal fondo di vetro e poi con una battuta di snorkelling ... un'esperienza davvero emozionante per noi neofiti delle barriere coralline!
Più tardi sbarchiamo sull'isolotto di Moyenne, dove il proprietario, tale Brendon Grimshaw, si è dedicato alla creazione di un piccolo paradiso tropicale. In particolare spicca una strepitosa collezione di orchidee, ma anche una gabbia che ci permette di osservare da vicino il curioso pipistrello frugivoro, tipico delle Seychelles, che per le sue dimensioni è detto anche "volpe volante", ma che, per le sue abitudini alimentari, risulta essere completamente innocuo.
A Moyenne Island pranziamo, poi trascorriamo parte del pomeriggio nella sua bellissima spiaggia, con la vista che spazia sulle vicine Round Island, completamente disabitata, e Long Island, che ospita l'esclusiva ... prigione statale.
L'escursione termina prima del calar del sole con il rientro sull'isola di Mahé, mentre la giornata si conclude al Reef Hotel con un coloratissimo spettacolo di danze locali, in particolare séga, frutto della fusione di ritmi europei, asiatici ed africani.

lunedì 14 giugno 1993

Partiamo, di buon ora, per visitare l'estremo sud di Mahé ... Per cominciare scendiamo lungo il suo profilo orientale ed osserviamo la bella Anse Forbans, dal placido mare azzurro e trasparente ... Tutto l'opposto di Police Bay, nel punto più meridionale dell'isola, dove le onde sono altissime e la balneazione vivamente sconsigliata.
Anche nella vicina Anse Intendance, ubicata nella costa occidentale, troviamo grandi onde, ma il paesaggio, tipicamente tropicale, vale la pena di essere visto (fra l'altro spicca una curiosa palma con due palmizi), non per niente il luogo va famoso per essere stato scelto come set naturale per una scena del film "Tarzan", con Cristopher Lambert e Bo Derek.
Di caratteristiche simili è anche Anse Takamaka, posta pochi chilometri più a nord, così per un bagno non ci resta che tornare ad Anse Forbans, sulla costa est, e lì consumare anche il nostro classico pranzo al sacco di metà giornata.
Nel pomeriggio riprendiamo l'esplorazione della parte sud-occidentale dell'isola conquistando prima Anse Soleil, selvaggia ed accattivante, ma raggiungibile solo per mezzo di un'accidentata e vertiginosa strada (decisamente sconsigliata, soprattutto per auto simili alla nostra limitatissima, seppur simpatica, Mini Moke), e poi Anse Louis, caratterizzata da un mare sempre piuttosto grosso ed impraticabile ... ennesima spiaggia della serie, nella quale ci fermiamo prima di far rientro al Reef Hotel per l'ultima notte sull'isola di Mahé.

martedì 15 giugno 1993

Oggi è dunque una giornata di trasferimento: riordiniamo tutti i nostri bagagli e in tarda mattinata prendiamo quota con un semplice velivolo ad elica per raggiungere, in soli quindici minuti di volo, l'isola di Praslin.
Situata 45 chilometri a nord-est della sua sorella maggiore, Praslin è la seconda isola per estensione dell'arcipelago (anche se misura appena 11 chilometri per 4) e conta non più di cinquemila abitanti, in compenso è considerata un piccolo eden tropicale.
A Praslin si trova solo una manciata di hotel e una volta atterrati nel suo minuscolo aeroporto veniamo condotti al Flying Dutchman: struttura turistica che ci ospiterà per le prossime sette notti, composta da tredici bungalow immersi nell'esotica vegetazione alle spalle di Grande Anse, circa a metà della costa sud-occidentale dell'isola.
Veniamo accolti, con un bel piatto di frutta ed un cocktail di benvenuto, nel pomeriggio ... giusto in tempo per organizzare la settimana a nostra disposizione, prima di ritirarci nella nuova stanza, invasa dai gechi (che, impauriti più di noi, si nascondono dietro ai quadri), ma con un originalissimo letto dotato di zanzariera a baldacchino.

mercoledì 16 giugno 1993

Dopo una notte non troppo serena abbiamo un'amara sorpresa: sarà stato il cocktail di benvenuto o forse l'acqua insieme alla frutta ... fatto sta che Sabrina, in questo pri-mo giorno sull'isola di Praslin, non si sente per niente bene ... anzi, ha anche qualche linea di febbre ed un rapporto molto ravvicinato con i sanitari del bagno.
Passato mezzogiorno il malessere sembra mollare leggermente la presa e grazie alla nostra nuova Mini Moke (questa volta gialla) andiamo a trascorrere un po' di tempo in spiaggia, a Petite Anse Kerlan, sull'estrema punta occidentale dell'isola. Il posto non è eccezionale e neanche le condizioni meteo, ma la giornata è nata storta e non possiamo pretendere oltremisura ... la speranza però è che il prosieguo della vacanza sia nettamente migliore!

giovedì 17 giugno 1993

Grazie anche alla gentilissima signora della réception del Flying Dutchman, che si è fatta in quattro per aiutarci, all'alba del nuovo giorno Sabrina sta decisamente meglio, così partiamo in auto verso il centro di Praslin per visitare la Vallée de Mai ... una zona protetta, di fitta vegetazione tropicale, dove l'altissimo tasso di umidità toglie quasi il respiro, ma anche uno dei due soli luoghi al mondo in cui la rara palma del coco de mer cresce allo stato naturale (l'altro è la vicina Curieuse Island).
Seguiamo un percorso che s'insinua nella rigogliosa vegetazione, fra numerose e strane specie botaniche fra le quali spiccano, appunto, diverse palme del coco de mer, che possono raggiungere anche gli ottocento anni di vita! ... Questa leggendaria pianta produce noci che possono pesare fino ad oltre trenta chili e che nella forma ricordano i fianchi ed il sesso femminile, ma la particolarità di tali frutti è che crescono soltanto sulle piante femmine, perché su quelle dell'altro sesso vengono prodotte enormi inflorescenze falliche che contribuiscono all'incredibile reputazione sensuale della pianta.
Il coco de mer cresce spontaneo solo alle Seychelles, ma era noto ancor prima della scoperta delle isole ... alcune noci, infatti, avevano raggiunto via mare le coste dell'India o dell'Africa facendo credere che fossero il frutto di un grande albero sottomarino, da cui il nome ... de mer, appunto ... Ma oggi il mistero è risolto ... ed anche per noi, che ignoravamo l'esistenza di questa specie vegetale, così, dopo aver visitato la Vallée de Mai, ci dirigiamo, ancora sorpresi, verso la costa settentrionale dell'isola.
Ormai a mezzogiorno ci andiamo a fermare nell'ampia Anse Volbert e lì, in una pace quasi ancestrale, trascorriamo spensieratamente tutto il pomeriggio, prima di far rientro all'hotel, accompagnati da un bellissimo tramonto sull'Oceano Indiano.

venerdì 18 giugno 1993

Ci alziamo galvanizzati per l'escursione in programma, che ci terrà impegnati fino al pomeriggio inoltrato ... ma veniamo subito freddati dalle condizioni meteorologiche, per niente favorevoli, che hanno portato all'annullamento della gita prevista (per noi, fra l'altro, irripetibile, visto la sua cadenza settimanale).
Dovevamo partire in barca per visitare le vicine isole di Cousin e Curieuse: piccoli paradisi naturalistici di pochi chilometri al largo delle coste di Praslin ... e invece eccoci qua, sconsolati, a sedere nel portico del nostro triste (in questo caso) bungalow ad attendere la fine della dannata pioggia.
Nel primo pomeriggio l'acqua smette di scendere dall'alto, ma il cielo resta plumbeo, così, per ingannare il tempo, ce ne andiamo a spasso per l'isola e finiamo per fermarci qualche ora ad Anse Volbert, che senza la presenza del sole fa tutto un altro effetto, ma che in fatto di pace e tranquillità è insuperabile e ci lascia ben sperare per i prossimi giorni.

sabato 19 giugno 1993

Il nostro desiderio viene esaudito e, per fortuna, torna a splendere alto in cielo il disco solare ... meno male, perché ci attende l'escursione forse più importante dell'intero viaggio: quella all'isola di La Digue.
Dal porto di Baie S.te Anne, nell'est di Praslin, salpa l'imbarcazione che in meno di mezzora ci porta a La Passe, sulla terza isola per estensione dell'arcipelago (appena cinque chilometri per tre), così chiamata dal nome della goletta che vi sbarcò nell'ormai lontano 1768 e sulla quale risiedono, oggi, non più di 2000 abitanti.
Rispetto a Mahé e Praslin, La Digue è notevolmente più selvaggia ed arretrata, infatti sull'isola non vi sono strade asfaltate, vi circolano solo sei mezzi a motore ed uno dei veicoli ancora più diffusi è il carro trainato dai buoi ... quello stesso veicolo sul quale veniamo fatti salire per una prima esplorazione dei punti di maggior interesse.
Non sarà facile visitare l'isola in una sola giornata, ma proveremo ugualmente a coglierne gli aspetti fondamentali e per cominciare veniamo condotti all'Union Estate, una vasta tenuta a sud di La Passe che prima dell'arrivo dei turisti era l'unica fonte di sostentamento per gli abitanti del luogo ... vi veniva infatti prodotto l'olio di cocco, utilizzato in cucina e in cosmesi, la cui estrazione dalla polpa essiccata delle noci (la cosiddetta copra) ci viene accuratamente descritta.
La tenuta è circondata da un ampio parco nel quale si trova la Old Plantation House (edificio risalente all'epoca coloniale), oltre ad un recinto che ospita diverse tartarughe giganti, originarie dell'arcipelago ... Questi rettili, che possono pesare fino a duecento chili, sono considerati i vertebrati più longevi del pianeta, visto che spesso superano i 150 anni di vita, ma nell'atollo di Aldabra (proprio alle Seychelles) un esemplare, chiamato Adwaita, fra non molto festeggerà il suo duecentquarantesimo compleanno! (Chissà che torta!).
Queste isole non finiscono mai di stupirci, anche quando poco più tardi, sempre nella Union Estate, facciamo la conoscenza dell'incredibile mimosa sensitiva (o mimosa pudica), una pianta erbacea sensibile al tatto. Infatti, se si tocca una fogliolina tutta la foglia più grande per istinto si ritira, poi si ritirano anche le foglie vicine, mentre il movimento si trasmette via, via anche a quelle più lontane ... una stranissima sensazione, che fa comprendere quanto siano vivi anche i vegetali!
Sulla costa, a sud della tenuta, si trova il luogo più famoso e bello di La Digue, che raggiungiamo sempre con il carro trainato dai buoi. Questo luogo è una spiaggia e più precisamente Anse Source d'Argent ... Qui un architetto divino sembra aver sistemato ogni palma ed ogni roccia creando scorci di allucinante bellezza, su di un mare più azzurro dell'immaginabile!
E' sicuramente una delle più belle spiagge del mondo Anse Source d'Argent: l'eden tropicale che tutti abbiamo sempre sognato, un arenile di sabbia bianca orlato di palme e grossi blocchi di granito scolpiti dall'erosione, che assomigliano a sculture contemporanee dalle forme astratte ... non per niente il luogo è stato scelto come set naturale per girarvi una versione di Robinson Crusoe e più di recente un noto spot pubblicitario della linea cosmetica Bilboa.
Anse Source d'Argent è molto scenografica, ma non è adatta alla balneazione, causa le sue acque poco profonde, così nel pomeriggio, tornati a La Passe, affittiamo due biciclette e ci spingiamo lungo la costa verso nord, alla ricerca del nostro quotidiano angolo di paradiso.
Giunti in vista di Anse Sévère c'imbattiamo in scorci da cartolina e ci fermiamo un po' di tempo in una spiaggetta contornata da massi di granito, sui quali saltellano numerosi periophthalmus, oltre alle "solite" scenografiche palme di contorno ... un sogno ad occhi aperti, che presto svanisce perché a La Passe ci attende la barca per il ritorno sull'isola di Praslin.
Lasciamo La Digue con le prime calde luci del tramonto, consci di aver visto un luogo straordinario che mai dimenticheremo e sul quale, inconsciamente, abbiamo fatto promessa, in futuro, di tornare.

domenica 20 giugno 1993

Riguadagnata la base oggi riprendiamo l'esplorazione di Praslin e andiamo in direzione della sua propaggine più settentrionale, che in linea d'aria dista pochi chilometri dal nostro hotel, ma per raggiungere la quale dobbiamo compiere quasi l'intero periplo dell'isola.
Passiamo per la Vallée de Mai, Baie St. Anne e Anse Volbert ... costeggiamo Anse Possession e scendendo lungo una ripidissima ed accidentata carrareccia arriviamo in quella che dovrebbe essere la più bella spiaggia di Praslin: Anse Lazio.
Ignoriamo l'origine del nome, ma ad Anse Lazio abbiamo subito due gradite sorprese. Incontriamo, senza volerlo, i due ragazzi di Cesena conosciuti all'inizio del viaggio, ma soprattutto ci imbattiamo in un noto personaggio televisivo: Licia Colò che, in compagnia di una troupe di Canale 5, sta girando una puntata del suo programma "L'arca di Noè" ... e con lei abbiamo anche l'occasione di condividere una noce di cocco e scambiare quattro chiacchiere.
Il fatto che ad Anse Lazio si giri un documentario la dice lunga sulla bellezza del luogo: sabbia chiara, acque turchesi e alle spalle un fitto bosco di palme e alberi di takamaka con in più, alle estremità dell'arenile, diversi, enormi massi di granito ad esaltarne il lato scenografico ... così sul posto trascorriamo piacevolmente tutta la giornata.

lunedì 21 giugno 1993

Vanno ad iniziare le ultime ventiquattrore sull'isola di Praslin e decidiamo di passarle sulla spiaggia che più di tutte ci è piaciuta: Anse Lazio.
Incontriamo di nuovo gli amici di Cesena e insieme a loro trascorriamo, spensieratamente, tutto il tempo a nostra disposizione, fra bagni di sole e di stupendo mare cristallino ... Poi a sera, tornando verso il Flying Dutchman, percorriamo anche la strada che segue la costa sud-orientale dell'isola, assaporando begli scorci, ma anche un infuocato tramonto.
Raggiunto l'hotel, in serata, cominciamo a sistemare un po' controvoglia i bagagli per l'imminente partenza ...

martedì 22 giugno 1993

Nella mattinata prende il via il lunghissimo viaggio di ritorno in Italia.
Salutiamo il nostro semplice ma accogliente hotel e tutti i simpatici gechi che con noi hanno condiviso la stanza e raggiunto il minuscolo aeroporto di Praslin spicchiamo il primo volo della serie: quello che, in meno di un'ora, ci riporta sull'isola di Mahé.
Dal Seychelles International Airport, nel tardo pomeriggio decolliamo, con un velivolo dell'Air Seychelles, in direzione dell'Europa, mentre vanno scendendo rapidamente le tenebre ... E' notte fonda, infatti, quando sorvoliamo il continente africano e contemporaneamente lo scoccare della mezzanotte fa avanzare il datario sull'ultima giornata di questo viaggio.

mercoledì 23 giugno 1993

Alle prime luci dell'alba atterriamo all'aeroporto Charles de Gaulle di Parigi e da lì, più tardi, a bordo di un aereo Air France ci stacchiamo nuovamente da terra ... questa volta verso l'Italia e più precisamente verso Bologna.
Intorno a mezzogiorno planiamo dolcemente sull'aeroporto felsineo e ad aspettarci troviamo i miei genitori, che ci riaccompagnano a Forlì e a quel fresco nido d'amore che è la nostra nuova casa.
Non dimenticheremo mai le Seychelles e la loro prorompente bellezza, un po' perché e stato il viaggio di nozze, che si presume sia unico ed irripetibile, un po' perché queste isole sono state la nostra prima esperienza esotica ... un'esperienza sublime, che nel profondo del nostro cuore non vediamo l'ora di ripetere!