Sudafrica, un sogno che credevo irrealizzabile.

stato: sud africa (za)

Data inizio viaggio: martedì 5 agosto 2014
Data fine viaggio: martedì 26 agosto 2014

Sempre seguendo un po’ le offerte di voli economici, a Dicembre ho preso i biglietti per andare 21 giorni in Sudafrica ad Agosto a soli 565 € con Egypt Air. Poi, lentamente,mi sono letta tantissimi racconti di viaggio, mi sono spulciata ben 3 diverse guide e ho imbastito tutto il viaggio, prenotando tutto dall’Italia entro la fine di Febbraio.Prima di descrivere i dettagli del viaggio, voglio sottolineare che solo i Tour Operators italiani fanno credere che il Sudafrica sia costosissimo, perché io che ho prenotato tutto direttamente, posso testimoniare che qualsiasi cosa costa molto meno che in Italia o in tanti paesi europei: benzina, alberghi, ristoranti, affitto macchina e ingresso parchi !E organizzare da soli, oltre a richiedere effettivamente tempo, che però io ho davvero diluito, è facilissimo!Inoltre, a me è andata straordinariamente bene, perché , su 12 diversi posti in cui abbiamo dormito, sono stati tutti all’altezza o più rispetto alle aspettative. Bisogna anche tener conto che qui lo standard è alto, per cui, anche i 3 stelle sono comunque in genere carinissimi e puliti!
Dal 5 al 10 Agosto siamo stato nella zona di Città del Capo, poi con un volo interno della Kulula, efficientissima ed economica lowcost sudafricana, siamo andati a Durban da dove ci siamo spostati verso nord e abbiamo passato 2 notti a St.Lucia, 2 al TembeElephant Park, 1 nello Swaziland, 6 in 3 diversi camp del Kruger, 3 vicino Hoedspruit e le ultime 2 a Johannesburg. Ho affittato le macchine tramite Rentalcar, che uso da qualche anno e che, nonostante faccia da ponte con le varie agenzie, alla fine è sempre più economica. A sud abbiamo preso una macchinetta con Europcar e ci siamo trovati benissimo. A Durban abbiamo preso una macchina grande con grandi vetri, visto che dovevamo fare prevalentemente safari, ma non un 4 x 4 perché mi era stato detto che non è indispensabile, anche perché costava tantissimo. Tutto questo con la Budget, con cui, almeno in quest’agenzia dell’aeroporto, ci siamo trovati malissimo dall’inizio per più di un motivo, compresa la pochissima chiarezza del contratto e il fatto che ci hanno REALMENTE preso i soldi della cauzione (900 €), cosa che normalmente dovrebbe essere solo virtuale.

Condividi questo articolo se ti è piaciuto...

giovedì 8 maggio 2014

5 Agosto. Arrivati a Città del Capo, dopo uno scalo coi tempi un po’ stretti a Johannesburg, abbiamo ritirato velocemente la nostra macchinetta e in una giornata piuttosto uggiosa, ci siamo diretti a Hermanus, paesino costiero distante circa 120 km a est dell’aeroporto. La strada per raggiungere questo paese è, a sorpresa, molto bella, con scenari che a volte ricordano la Sardegna ed altre la Nuova Zelanda e che insomma sono grandiosi. Facciamo la costiera che ci fa allungare di una trentina di km, visto che per questa giornata ci rimane solo da raggiungere il grazioso alberghetto “The Baleens” e poi peregrinare un po’ per il paese. Lungo la strada scorgiamo anche molte graziosissime casette bianche in stile olandese, tanto per ricordarci che i primi abitanti di questa zona del Sudafrica, sono stati gli Olandesi, stabilitisi qui nel 1652. Questa tappa era “obbligatoria” perché durante l’inverno si vedono le balene: effettivamente è così, si vedono pure da riva a occhio nudo, però noi abbiamo visto solo la coda e ad una certa distanza e, insomma, non ci hanno dato questa emozione grandissima. Sempre in zona si può fare l’esperienza della SharkCageDiving, che io ho prenotato dall’Italia, ma per cui ci fanno avere conferma il giorno prima, in base alle maree.

mercoledì 6 agosto 2014

6 Agosto. Ovviamente, loro confermano e la mattina successiva al nostro arrivo, alle 6.30 siamo già a Kleinbaai, ad una trentina di km ancora più verso est. Come scemi, approfittiamo dell’abbondante colazione, ci affibbiano una muta ed una sacca davvero impermeabile per riporvi dentro tutto quello che non vogliamo si bagni e, dopo una quarantina di minuti, quando inizia ad albeggiare, si va a piedi al mare. Ci fanno salire su un grosso scafo ancora sulla terraferma e poi ci calano in acqua insieme a tutto l’ambaradan. La gabbia è lunga e, a vedersi, più orizzontale che verticale, e solo quando siamo in acqua, viene appoggiata e attaccata su un lato lungo della barca.Il mare è mosso, ma io non ci faccio caso, perché l’ho sempre sopportato benissimo, anzi mi sento straeccitata! Ma quando la barca si ferma e ci dicono semplicemente di metterci la muta, lì dove ci troviamo…sarà che abbiamo voluto fare gli splendidi con la colazione e mettendoci pure sul secondo deck, sarà che da fermi il boccheggiare si è fatto terribile e che, per di più mettersi la muta non è una cosa esattamente facile…in più con quel balletto…prima mio marito e poi io abbiamo iniziato a star male e a vomitare anche l’anima, arrivando a pelo nell’unico bagnetto disponibile! E con la schifosissima muta addosso. Nostra figlia di 16 anni ha retto leggermente meglio di noi, per cui è scesa nella gabbia e ha visto gli squali “dall’interno”, mentre noi solo dalla barca..tra un’andata al gabinetto e l’altra. Anche la vita di chi entrava in gabbia, una decina scarsa di persone alla volta, non era facile, perché dovevano anche reggersi pesantemente! Tuttavia, c’era qualche altra faccia bianca, ma abbiamo visto solamente un’altra persona su circa 25 che rimetteva, a parte noi 3. Bhò, siamo proprio delle mammolette???? Non voglio approfondire la difficoltà poi di togliersi la muta e di rivestirsi, dico solo che il freddo era l’unico NON problema. Rientrati alla base, altra colazione e tutti felici a vedere il filmino e le foto fatte. Gli altri. Noi, schiantati e boccheggianti in macchina e quando mia figlia ha capito che non l’avremmo mai raggiunta in questa grande festa, è uscita e, lentamente ci siamo diretti a Città del Capo. L’ altra cosa assurda è che io sono rimasta ko per molte ore e pure arrabbiata, perché ho pagato anche 75 € a testa per stare così! Certo, gli squali si vedevano benissimo anche da fuori e sono nel loro habitat, non all’acquario, ma a quelle condizioni non ne è valsa la pena. Noi siamo stati sciocchi a non premunirci con cerotti o pillole, però se non lo abbiamo fatto è anche perché, in condizioni normali o medie di mare, non ci è mai successa una cosa simile. Quindi, l’ultima impressione è che loro partono comunque, salvo, forse, in situazioni di reale pericolo, e chi s’è visto s’è visto! Lungo la strada ci siamo fermati a visitare la graziosa e bianca cittadina di Stellenbosch, il cui centro, risalente ai primi anni della colonizzazione è ancora davvero ben preservato. E’ sede di un’antica università ed è il centro della zona dei famosi vini sudafricani, con vigneti estesi fino alle prime falde delle montagne. Finalmente continuiamo per Città del Capo, dove passeremo 4 notti alla piccola e graziosissima Guesthouse “The Vagabond”, gestita dalla cortese e disponibile Graziella, torinese trapiantata qui da qualche anno. Anche la posizione si rivela perfetta, nella zona di Sea Point. Ci incontriamo con nostro figlio, che è già qui da 10 giorni a fare un’esperienza di volontariato in una scuola elementare di neri e che sta in un ostello distante 400 metri dal nostro alberghetto e..del tutto casualmente! La sera troviamo un ristorante ottimo e raggiungibile a piedi, il Buzbey Grill dove verremo tutte le sere, senza perderci in giri inutili e spendendo al massimo, in 4, 42 €. Una sola sera abbiamo tentato di mangiare in centro al Mama Africa, ma era strapieno e siamo tornati al nostro solito Buzbey. Qualcuno del posto ci dice poi che questo Mama Africa non vale proprio un granchè e che è solo tagliato per turisti..forse uno di quei successi regalati (o venduti!!!) dalla per me troppo osannata Lonely Planet!

giovedì 7 agosto 2014

7 Agosto. Il tempo oggi è bellissimo, io e mia figlia ci incamminiamo a piedi verso il V & A Waterfront, una zona portuale costruita durante il periodo della regina Victoria ed ora splendidamente riqualificata, come una grande, ma bella zona commerciale, tipo un Covent Garden marinaro..l’unica cosa carina della città, a parte la sua splendida posizione, a cavallo tra mare e montagne. E che montagne..ecco finalmente la Table Mountain, possente e incredibilmente piatta, senza nuvole a coprirla, ossia priva della famosa “tovaglia”, poi Lion’s Head e Devil’sPeak e poi…la collana di monti che si snocciola lungo una penisola che si concluderà al Capo di Buona Speranza, dopo una settantina di km. Raggiungere il Waterfront è comunque gradevole, anche perché tagliamo per un bellissimo giardino e costeggiamo il mare quasi da subito! All’una , raggiunti da Simone, ci mettiamo in fila alla biglietteria per raggiungere Robben Island, prigione tristemente nota soprattutto perché Mandela vi ha trascorso ben 27 anni. Nonostante io, come quasi tutti, abbia già preso i biglietti su Internet (circa 18 € a testa), la faccenda è lenta e complicata e riusciamo a partire solo dopo una quarantina di minuti. Arrivati sull’isola, c’è una parte dell’escursione che si svolge all’interno del corpo principale della prigione ed una con un autobus che ci fa fare un giro che ci porterà in varie zone ugualmente importanti. Non capiamo affatto l’inglese della guida che ci capiterà nella prima parte, a suo dire un ex prigioniero, mentre è del tutto comprensibile la ragazza che ci accompagna sul bus. Però, a dirla tutta, da una parte sarebbe assurdo venire in questa città e non visitare l’isola, ma la cosa che veramente vale la pena, sono i panorami di Città del Capo da qui!

venerdì 8 agosto 2014

8 Agosto. Altra giornata splendida! Abbiamo in programma di raggiungere il Capo, in realtà riusciremo a fare anche di più. Partiamo per raggiungere una delle più antiche aziende vinicole olandesi, quella di Groot Constantia, alle 9…ma, in realtà inutilmente, perché aprirà alle 10. Comunque, l’atmosfera è magica e le costruzioni risalenti alla seconda metà del 600 anche, per cui passeggiamo nella quiete prima che aprano i locali visitabili, il corpo principale dei quali è completamente arredato.Si possono anche degustare i vini, ma, finita la vista, noi scappiamo via alla volta della tappa successiva lungo la strada per il Capo, il piccolo paese di Simon’sTown a sud del quale, la Boulders Beach è uno dei non molti posti al mondo in cui si vedono i pinguini in natura. Qui si tratta dei piccoli e dolcissimi pinguini africani che al massimo arrivano a pesare 3.5 kg e che se continuano a sparire nei ritmi degli ultimi 15 anni, rischiano di estinguersi completamente entro i prossimi 15! Per vederli si fa una gradevole passeggiata tra la macchia costiera e le spiagge costellate di gigantesche rocce granitiche, i boulders, appunto. Qui si paga il biglietto, ma io avevo fatto la tessera online (SAN Parks)per visitare tutti i parchi nazionali, più che altro per il Kruger e, quindi, inizio a usarla già qui.L’elenco dei parchi che rientrano è riportato sul sito, ma, al contrario, all’ingresso di ogni area che è nella lista, è esposto il simbolo della SanParks. Sul sito ci sono tutti i prezzi ed è interessante l’opportunità di prendere la tessera per famiglia: fate 2 calcoli e vedete se conviene pagare per ogni giorno di ingresso oppure se fare la tessera …annuale! Lasciati i Boulders ci dirigiamo finalente verso il Capo di Buona Speranza, alla fine di questo bellissimo promontorio..ma non alla fine dell’Africa. Infatti, il vero capo più meridionale non è questo, ma Cape Agulhas, 150 km a est da qui. Il paesaggio è sempre più aspro e selvaggio, con spazi e cielo incredibili e, non so se perché siamo suggestionati dal pensiero di dove siamo, ma è un crescendo di emozione. Giunti alla fine ci spostiamo in più punti in macchina e a piedi: tenete presente che anche questo ingresso rientra nei SANParks e che c’è la possibilità di farci trekking per giorni! Quando siamo abbastanza soddisfatti, torniamo verso Cape Town da una diversa strada, ugualmente molto “scenografica” e riusciamo a raggiungere il famoso Orto Botanico di Kirstenbosch un’ora prima della chiusura. Ci catapultiamo dentro, è troppo poco tempo, perché è bello già solo passeggiarci, ma è meglio di niente.

sabato 9 agosto 2014

9 Agosto. Siamo fortunatissimi, ecco un’altra giornata bellissima, perfetta per quello che dobbiamo fare, ossia provare a salire a piedi sulla Table Mountain! La cabinovia riaprirà tra 2 giorni, per cui decidiamo di iniziare la salita, per la quale si segnala una durata di 2.30 h , con il proposito di tornare indietro se non ce la facciamo. Con grande fatica e soddisfazione, invece ce la facciamo, impiegando anche 30 minuti in meno rispetto al previsto e da su…che spettacolo..la vista si estenderà fino al Capo di Buona Speranza!!! La discesa è pure peggiore, perché il percorso è praticamente tutta una scalinata, ovviamente NON uniforme, perché fatta con sassi e massi che si trovano lì…….!Fantastica esperienza e soddisfazione..nonostante le gambe rimarranno distrutte per almeno una settimana! Torniamo a rinfrescarci in albergo, per poi tornare al Waterfront a fare qualche acquisto. Oggi qui è la festa della donna, per cui ci sono spettacoli ed un sacco di gruppetti spontanei di musicisti o ballerini: gradevole e rilassante pomeriggio. Prima di rientrare per la sera, passiamo velocemente in centro e nel quartiere musulmano di Bo Kaap, ma davvero non ci incuriosisce niente, non esiste proprio un centro storico. Non posso dire niente dei musei, che comunque ci sono.

domenica 10 agosto 2014

10 Agosto. Alle 8 lasciamo la macchina per partire per Durban, dove atterriamo anche con molto anticipo. Riperderemo il tempo “conquistato” alla Budget, dove, per tutta una serie di motivi LORO perdiamo almeno 2 ore. Presa finalmente questa benedetta macchina, partiamo per St.Lucia, raggiungendola verso le 15. L’alberghetto, l’ African Ambience è graziosissimo: il gestore, John è un tipo disponibile, anche se un po’ troppo euforico! E’ tardi per fare qualcosa di organizzato, per cui andiamo in un locale che ci consiglia lui e da cui si vedono ippopotami e coccodrilli, perché si affaccia sull’estuario del St.Lucia, parte integrante e speciale del Parco Privato costiero iSimangalisoche che parte da qui e si estende per 280 km a nord, fino al confine con il Mozambico e patrimonio UNESCO per le numerosissime biodiversità qui coesistenti.

lunedì 11 agosto 2014

11 Agosto. La mattina andiamo nel parco dove vediamo molti meno animali di quanti sapevo e avevo letto, ma solo dopo capiremo che vedere gli animali è davvero solo un colpo di fortuna…e bravura! Ci ricompensa comunque una famiglia di rinoceronti che vediamo veramente con tutto comodo a 2 metri di distanza! Andiamo alla spiaggia da cui si vede Cape Vidal e devo ammettere che tutte le “misure” sono davvero grandiose! Mangiamo quello che ci siamo portati da fuori, perché nel parco non ci sono cibi o benzina da comprare e se si deve uscire e rientrare, si ripaga il biglietto! Il pomeriggio alle 15 abbiamo prenotato una gita in barca sul lago St.Lucia per piccoli gruppi tramite John ed anche se capiamo di aver pagato molto di più che con altre agenzie, ne vale la pena, perché siamo davvero pochi e soprattutto perché la nostra guida, Anthony, è di una competenza e passione contagiose, per cui ,va bene così! Nell’habitat lacustre, vediamo mangrovie, uccelli, coccodrilli e soprattutto tantissimi FANTASTICI ippopotami, anche da vicino!

martedì 12 agosto 2014

12 e 13 Agosto. La mattina partiamo per la tappa successiva, il TembeElephant Park, ancora più a nord di quasi 200 km. Questa è l’unica volta in cui saremo serviti e riveriti e senza pensieri per 2 giorni e 2 notti! Ci prendono al gate con la jeep, dato che siamo in un terreno a base davvero sabbiosa , perché, per essere precisi, questa è una sandforest! La giornata è ovviamente molto ben scandita: dalle 5 e mezza di mattina è disponibile una light breakfast,alle 6 si parte per il primo safari, della durata di almeno 3 ore come quello del pomeriggio, al rientro un’altra colazione veramente full, alle 14 pranzo abbastanza misero, alle 3 nuovo safari e alle 19 cena. Già qui scopriremo che quando cala la sera, la natura viene rispettata il più possibile e cioè non vengono accese luci e luminarie di ogni tipo e prepotenza, per cui per tornare in tenda, a volte ci vuole la pila, esattamente come nei camp del Kruger. Questo è un campo tendato, che vuol dire che sono tende, completamente arredate, ma con porte vere e con il bagno in muratura, molto distanziate tra loro e immerse nel bush popolato da impala, nyala, uccelli e chissà che altro! Poi ci sono delle parti comuni costruite tutte in legno e paglia su specie di basse palafitte ed una piccola piscina. Il bilancio di questi 2 giorni è abbastanza positivo, nonostante abbiamo visto non tantissimi animali, il personale soprattutto femminile non era per niente amichevole, le quantità o qualità del cibo lasciassero un po’ a desiderare e che abbiamo dovuto pagare una tassa di soggiorno sia al gate di entrata che qui. Di positivo c’era l’organizzazione davvero perfetta e gli habitat strepitosi!

giovedì 14 agosto 2014

14 Agosto. Oggi è una giornata destinata più che altro allo spostamento verso il Kruger con tappa obbligatoria nello Swaziland perché, tra attraversare il confine che ha degli orari di apertura, le strade che spesso non consentono di correre, i limiti di velocità, la distanza effettiva ed il fatto che anche il Kruger in questo periodo dell’anno chiude i cancelli alle 18 e che alle 18 chiudono anche i camp all’interno..sarebbe stato rischioso non dormire in questo piccolo stato.

venerdì 15 agosto 2014

15, 16,17, 18,19, 20 Agosto. Il Kruger è un parco nazionale tra i più antichi del continente, grande quasi quanto Israele e con un’estensione di circa 60 x 350 km. Gli habitat non sono molto vari, ad eccezione un po’ al nord dove si intravede un ambiente un po’ più tropicale e dove ci sono i baobab, per il resto è prevalentemente di tipo arbustivo, con pochi spazi veramente aperti, tipo savana e di tanto in tanto con grandi alberi di acacie e di altre specie. Entriamo al Kruger con la tessera SANParks già menzionata, attraverso il Crocodile Bridge Gate ed usciremo dal Phalaborwa, ci passiamo 6 notti in 3 diversi camp (Lower Sabie, Letaba e Shingwedzi), facendo più di 700 km in lungo e in largo e arrivando fino al Nord completo, ma vedremo molti altri camp per farci colazione o pranzarvi, perché, molto intelligentemente, una volta che sei nel parco, hai libero accesso ad ognuno di essi, anche se non ci pernotti, tranne che in quelli privati, dove è vietato anche iniziarne la strada che vi ci conduce, ma è tutto ben segnalato. In questa stagione i camp aprono i cancelli alle 6 e li chiudono alle 18 e se si arriva in ritardo, si pagano pesanti penali. C’è un negozio fornito in varia misura, un ristorante, quasi sempre il benzinaio e una piscina e ho riscontrato difficoltà/impossibilità a fare prelievi agli ATM; per dormire ci sono le aree per tende e caravan e numerosi Cottages e Hut, molto molto carini, completamente forniti di tutto, biancheria, sapone, angolo cottura e possibilità di cucinare alla brace. Non tutti hanno il bagno, ma ci sono molti bagni comuni pulitissimi e al momento della prenotazione, OBBLIGATORIA prima di entrare nel parco e che io ho fatto mesi prima online nonostante tutti i consigli contrari (a febbraio c’erano poche disponibilità per agosto, nonostante per loro non sia alta stagione!!!), è tutto indicato chiaramente . Quando si prenota, si deve anche pagare tutto, credo con la possibilità di essere risarciti fino ad un certo punto ed i prezzi sono davvero bassi, sempre se si confronta con l’Italia. Noi abbiamo fatto tutti i safari da soli, facendo poche strade sterrate, ma ci sono safari organizzati, anche di notte; la mattina partivamo sempre presto e con le idee chiare su cosa fare. Dal sito della SANParks si possono scaricare tutte le distanze, i tempi previsti ed una cartina molto rudimentale, per cui noi nel primo negozio ci siamo comprati una specie di libro di poche pagine, che riporta una cartina migliore e l’elenco degli animali più comuni, acquisto che si è dimostrato estremamente intelligente. Perché di animali strani e presunti noti, se ne vedono davvero tanti ed ha senso, credetemi, sapere chi siano. Molta gente reputava che 6 notti al Kruger fossero troppe, in realtà, noi non ci siamo proprio annoiati e, in linea di massima, più ci stai, più vedi, anche perché, come avevo già detto, ci vuole più che altro una grande FORTUNA! Noi abbiamo visto tutti i big 5 ed anche il leopardo. I felini sono difficile da individuare perché sono capaci di starsene fermi per ore, ma noi siamo riusciti a vedere una leonessa coi nostri occhi! Infatti, gli automobilisti si aiutano un sacco tra loro con indicazioni e spostandosi con le macchine per far vedere agli altri ! Di animali rari abbiamo visto il licaone, un uccello incredibile che si chiama bucorvo ed il ghepardo, ma devo dire che quello che mi ha fatto innamorare sono stati gli elefanti, che abbiamo visto in svariate situazioni, alcune delle quali erano veramente documentari dal vivo. In assoluto, quello che mi ha colpito è che qualsiasi tonalità o fantasia avesse la livrea dei vari animali, con il bush sudafricano erano sempre perfettamente mimetizzabili! Grandi emozioni: i baobab, dei veri re; l’elefante che ti fissa scuotendo la testa con fare minaccioso finchè non ti allontani, se devono passare i piccoli; le stelle, tante, luminose, infinite… con la Via Lattea che sembra caderti sulla testa. Fantastica cosa la natura!

giovedì 21 agosto 2014

21 Agosto. Oggi, con l’amaro in bocca, lasciamo il kruger e andiamo al Bush River Lodge, per trascorrervi 3 notti, ad una settantina di km dal gate di uscita, vicino a Hoedspruit e alle montagne del Mpumalanga. Ho scelto questo posto, che si rivela bellissimo, perché siamo abbastanza vicini al Kruger per pensare di tornarci se abbiamo il mal d’Africa e abbastanza al Mpumalanga, che è la nostra nuova tappa. Ma anche per riposarci un po’, all’occorrenza. In realtà non ci guarderemo più indietro e le montagne sono più lontane di quanto avessi capito, ma ugualmente questi lodge appollaiati sul fiume ripagano dalla fatica di raggiungerle! Al Bushriver abbiamo anche una fantastica cucina a disposizione, ma la usiamo solo per farci delle colossali colazioni; per il resto, soprattutto la sera mangiamo sempre in un buon ristorantino che si trova lungo la strada provinciale e che dista 7 km, il Three Bridges. Le padrone, una bianca e una nera, ci festeggiano già solo la seconda volta che ci vedono tornare.

venerdì 22 agosto 2014

22 Agosto. La mattina verso le 8.30 andiamo verso le famose montagne, la cui prima tappa dista 95 km e a fine giornata ne avremo fatti più di 400! Questa è la parte finale dei monti della catena dei Drakensberg e si tratta di un massiccio altipiano con scarpate incredibili che danno luogo al Blyde River Canyon, che con i suoi 26 km di lunghezza e 800 m. di profondità è il terzo più grande del mondo. Ci fermiamo al Forever Resort Swadini, dove pagando 50 Rand/ 3.50 € a testa, si possono fare delle camminate. Dopo 3 ore di scarpinate con panorami fantastici, ci riteniamo soddisfatti. In questa zona, si paga ogni ingresso e dopo questa tappa, saranno 10 R/0.70 € tutto: cascate, formazioni rocciose particolari ed una piccola, ma vera foresta pluviale. Evitiamo il paese di ex minatori di Pilgrim’s Rest, perché sappiamo che è una vera delusione e mangiamo a Graskop, che non è meno deludente! Altra tappa da segnalare è il Blyde River Reserve il cui ingresso costa 160 R/ 11 € e dove l’acqua nel corso dei millenni ha scavato delle pozze e dei piccoli canyon dalle forme bizzarre, anche a causa del colore dei minerali che le compongono e a cui, alla fine, abbiamo dedicato troppo poco tempo!

sabato 23 agosto 2014

23 Agosto. La mattina bighelloniamo con comodo per Hoedspruit. Dopo pranzo abbiamo intenzione di fare una visita guidata in un centro di recupero specie in pericolo, ghepardo al primo posto, ma arriviamo in ritardo e, per non sprecare la giornata, prenotiamo un safari organizzato, perché qui siamo nell’area del Kapama, uno dei tantissimi parchi privati limitrofi a tutto il Kruger. Alla fine e quasi al buio vediamo dei leoni che banchettano, ma sembra una cosa un po’ troppo costruita a tavolino: bho? Comunque, sempre eccitante il safari!

domenica 24 agosto 2014

24 Agosto. La visita saltata di ieri ci ha lasciato l’amaro in bocca e, così, prima di partire per Johannesburg, che dista 450 km e dove abbiamo le ultime 2 notti, riproviamo ad andare. Questa volta ce la facciamo e questa cosa vale la pena assai più del safari, perché, è vero che questi animali non sono liberi, ma la guida ci dà tante di quelle informazioni per più di 2 ore e muovendoci sempre comunque in jeep, che è un vero piacere. Inoltre, questo ragazzo, anche se ripeterà la tiritera 2 volte al giorno e tutti i giorni, sembra veramente appassionato! Con tristezza, partiamo per l’aeroporto Tambo, dove lasciamo la macchina e andiamo all’albergo Sun Southern Tambo, collegato al terminal con una navetta gratuita che parte ogni 15 minuti. Si può scegliere se cenare in albergo oppure andare in aeroporto, dove il prezzo è ovviamente più basso….non che in albergo sia costoso: una cena self service viene circa 16 €!

martedì 26 agosto 2014

25 Agosto. La mattina alle 9 ci viene a prendere Agnes, la guida della Felleng Tours, che ho prenotato dall’Italia e che ci porterà oggi alla Cullinan Diamond Mine e a Pretoria e domani a Soweto, al museo dell’Apartheid e a Johannesburg, di cui percorriamo solo qualche strada in macchina. Tutto questo costa più di 400 € ed è stata l’unica cosa che abbia considerato costosa di tutto il viaggio (a parte gli squali!), ma assolutamente ne vale la pena e non mi pento neanche un po’. Con Agnes ci troviamo subito bene, chiacchieriamo e ridiamo tutto il giorno e lei ci spiega tante cose di questo paese. A fine pomeriggio il nostro inglese è sempre più inceppato , io come italiana, lei come afrikaneer che non ha mai parlato inglese in casa e lo ha dovuto imparare quando lei e il marito hanno inventato questo lavoro, 14 anni fa. La miniera Cullinan, che visitiamo in un paio d’ore solo in superficie mi colpisce molto, sia per alcuni macchinari giganteschi, che soprattutto, per il famoso Big Hole, un gigantesco cratere , anzi per l’esattezza il quarto più grande al mondo. Abbiamo una guida brava e chiarissima, anche se le notizie alla fine sono troppe per essere davvero assorbite. Dopo andiamo a pranzo a Pretoria, in un bellissimo parco pieno di uccelli. Ho sempre letto che questa città è brutta: a noi sembra bella, piena di verde (ci sono circa 75.000 alberi di Jacaranda!), di giovani e di sana vitalità ! Visitiamo il Parlamento dall‘esterno e il grandioso e, per me, bellissimo monumento ai Voortrekker, ossia i Boeri.

martedì 26 agosto 2014

26 Agosto. Stasera si parte e oggi chiudiamo alla grande, andando a Soweto. Pare che ormai incoraggino i turisti ad andarci, cosa che non si può dire riguardo Johannesburg, alcuni quartieri della quale, sono proprio banditi da molti bianchi e..credo anche neri. Questa township di 2 milioni di abitanti è l’insieme di diversissime aree, dalle più povere a specie di “Beverly Hills”: la caratteristica comune è che le strutture sono tutte basse. Andiamo in una scuola materna che fa parte di un circolo culturale creato con le sole forze del volontariato e dei bambini di 3 anni ci accolgono con calore e grandi feste: meravigliosi. Meravigliosi i bambini. Questa parte è proprio la tipica baraccopoli, su strada sterrata, con immondizia e rigagnolo di fogna che scorre sul lato della strada e case in lamiera e avanzi di materiali vari..ma ci sorridono tutti! Più tardi andiamo nella via della casa di Mandela, che è visitabile, e del vescovo Desmond Tutu, l’unica strada al mondo in cui abbiano vissuto 2 premi Nobel, entrambi per la pace. Ma è troppo turistica. L’ultima cosa che vediamo è il Museo dell’Apartheid, direi concludendo alla grande questo viaggio, perché è BELLISSIMO, fatto con grande intelligenza e originalità. Gli europei credono che questa area del paese non valga la pena, ma se ne avete il tempo e la possibilità, non trascuratela assolutamente, perché aggiunge tanti tasselli di comprensione a questo paese incredibilmente poliedrico.
Con quali sentimenti parto la sera del 26 agosto, quando, dopo 21 giorni in questo paese di cui ho letto tanto per almeno 30 anni della mia vita, prendiamo l’aereo che ci riporterà a casa? Parto con un ricco bagaglio di esperienze belle e sensazioni forti, ma non posso dire che in me prevalga la serenità o il sorriso che avevo stampato in faccia lo scorso anno, quando ho lasciato l’Asia, perché l’orizzonte del cielo che Mandela ha cercato in pochi anni di schiarire è più torbido che mai ed in un modo per me inaspettato e complicatissimo da descrivere, ma che sicuramente non è “i bianchi ghettizzano ancora i neri”. Abbiamo parlato con tanta gente e abbiamo avuto molte percezioni, tra le quali alla fine, con grande grande dispiacere e incredulità, per me ha prevalso il pensiero che il Sudafrica NON è il paese arcobaleno.