Una notte nello Swaziland

stato: swaziland (sz)

Data inizio viaggio: venerdì 15 agosto 2014
Data fine viaggio: sabato 16 agosto 2014

Passiamo una notte nella Swaziland solo perché nel nostro viaggio attraverso il Sudafrica, per raggiungere il Kruger dal Parco Tembe, è la strada più breve. Ma essendoci degli orari di apertura e chiusura delle dogane, essendo, da quanto ho letto, incerto il tempo di ingresso nel paese ed essendoci i limiti di velocità spesso bassi e le strade non sempre ottimali, insomma siamo costretti a passarvi una notte. Alla dogana impieghiamo infatti più di un’ora: c’è un pullman intero di francesi prima di noi, sono aperti solo 2 sportelli e sembra che tutti gli impiegati operativi stiano nella stessa nostra sala, per cambiare continuamente l’ordine della fila, invece che dall’altra parte degli sportelli. Alla fine, mescola che ti rimescola, razzismo, tutti i neri arrivati prima e dopo di noi, passano abbondantemente prima di tutti i bianchi! Vabbhè! Ad ogni modo, per fortuna non c’è visto di entrata da pagare, ma solo una specie di pedaggio per la macchina, molto esiguo. Ho scelto di fare la strada ad est, lungo il confine col Mozambico, invece di attraversare il paese passando per la capitale, perché mi sembrava comunque la strada più breve. Avevo letto molto riguardo il fatto che questo paese è molto più povero e “africano” del Sudafrica. In realtà, sarà la strada fatta da noi, ma a noi non sembra affatto così, anzi ci sembra molto operoso. Quello che vediamo, sono piantagioni di canna da zucchero a perdita d’occhio e un sacco di zuccherifici e di miniere, credo di carbone. A parte una trentina di km con la strada davvero dissestata, in cui dei bambini ogni tanto riempivano le buche con sassi e altri materiali e poi chiedevano l’elemosina come ricompensa per il servizio reso, io non ho visto altri segni di particolare povertà. Abbiamo dormito vicino al paese di Siteki, in una graziosissima casetta all’interno della Mabuda Farm e la sera abbiamo cenato nel ristorante dell’unico albergo del paese, paese in cui non abbiamo visto altri bianchi. E’ una zona montuosa contraddistinta anche da alberi e vegetazione non foltissima, ma tipicamente tropicale. La mattina dopo siamo ripartiti e, in questo caso, il passaggio alla dogana è stato celerissimo. Se ne avete occasione, fate benzina e/o spese di cibo, se serve, perché è tutto molto più economico del già economico Sudafrica. C’è un’altra moneta più o meno equivalente al Rand, che comunque accettano di buon grado e, attenzione, perché spesso non hanno il dispositivo per la carta di credito. Ci avevano avvertito di approfittare qui a prendere qualche souvenir, sempre per i buoni prezzi, ma noi non troviamo un singolo venditore lungo la strada.

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