Sabbie del Sud

località: sahara
regione: sahara
stato: tunisia (tn)

Data inizio viaggio: domenica 28 gennaio 2001
Data fine viaggio: martedì 10 dicembre 2002

Recensione scritta dai partecipanti ad un viaggio Rollers Adventures.

Siamo un gruppetto di amici amanti del Sahara tutti appassionati di Land Rover, avevamo accettato con entusiasmo il viaggio in Libia che doveva essere organizzato dal Registro italiano Land Rover, immaginarsi la delusione quando meno di un mese prima della partenza la Land fa marcia indietro e annulla il viaggio! Presi però da sacro fuoco desertifero, dopo varie ricerche troviamo l’agenzia che ci propone la Tunisia; decisione rapida, si accetta. A posteriori: OTTIMA DECISIONE.
Partenza tranquilla, mare calmo, i soliti discorsi, la solita noia, i soliti documenti.
Arrivo a Tunisi in tarda serata e partenza immediata… Prima Tappa Kairouane: cena e pernottamento. Il giorno successivo, partenza alle 8 Altro asfalto fino a Tataouine.
Rifornimenti di carburante: Gasolio per le macchine, benzina per le moto, pane e frutta per noi. Stiamo puntando decisamente a sud ma i rifornimenti ci hanno fatto tardare e, poco dopo, decidiamo di uscire dall’asfalto e fare il primo campo, proviamo per la prima volta la modifica alla Range adattata a «Camper», “suite”, secondo me. L’allestimento è rapidissimo e il confort ottimo,confermato anche al mattino dopo la sveglia siamo riposati e per nulla “acciaccati”, direi forma ottima. Si tenta di ripartire piuttosto presto ma non c’è verso! Questa mattina è una moto che ha deciso di fare i capricci. Alle 9 circa si riparte. Siamo sulla pista sassosa in direzione di Borj Bourguiba; tutto procede tranquillamente, si scherza e si ride comunicando tra noi via radio. Al fortino, controllo documenti, distribuzione sigarette, sorrisi e si riparte, sempre direzione sud. Siamo su di una pista sassosa , arriviamo ad un altro fortino (Bori Jenin). Visitiamo la sorgente. Si fa tardi e cerchiamo un posto per accamparci. Insabbiamento quasi collettivo. Siamo al 31/12 e programmiamo il saluto al vecchio anno e i festeggiamenti al nuovo. Cena con lenticchie e cotechino, spumante, baci abbracci e siamo decisamente stanchi decidiamo di non aspettare la mezza notte per i fuochi artificiali di prammatica. Alle dieci iniziano i botti, i saluti, gli abbracci. Il satellitare è sotto pressione per i saluti agli amici e parenti in Italia. Al mattino si riprende; un po’ di dunette poi la pipe line, sempre in direzione sud, obbiettivo: Borj El Khadra, ma ci arriveremo domani. Intanto siamo su quella che sembra una strada. Illusione. Bastano pochi chilometri e se non acceleriamo l’andatura corriamo il rischio di vedere i bulloni dei nostri fuoristrada precederci staccati però dalle macchine. Alt! Fermi tutti. La prima foratura. Si tratta di Paolo. Ha la mania di stare avanti a tutti e qualche ghignetto si vede quando lo superiamo per fermarci però subito dopo ad aiutarlo a cambiare la ruota. Roberto offre dei mon-cheri alle signore. Povero illuso se pensa che non ne approfittiamo anche noi maschietti. Risultato la scatola finisce in un baleno. Siamo sempre sulla pipe, ma quando finisce il Toule Ondulè inizia una serie di grosse dune di sabbia portate dal vento, alcune vengono superate con facilità. Nicola ha ceduto il volante a Rossella, Guido viaggia fuori sulla sabbia per evitare i sassi e quando si trova il percorso sbarrato rientra sulla pipe senza guardare, Rossella inchioda, l’incidente è evitato, ma Rossella ha immerso il muso della discovery nella sabbia fino al radiatore. Si spala, si tirano fuori le strop per posizionare una vettura trainante su terreno solido.
Poi Bir Pistor al confine con la Libia, villaggio berbero abbandonato da tempo.
Proseguiamo alla volta di Borj el Kadra dove facciamo rifornimento per la “cambusa”, assistiamo al confezionamento e cottura del pane da parte di un tunisino, possiamo ammirare delle magnifiche rose del deserto. Qui l’acqua è in abbondanza, approfittiamo per lavarci ed eliminare un po’ di quella sabbia che abbiamo accumulato sui capelli e sulla pelle. Nel primo pomeriggio si riparte; siamo diretti alle sabbie del’Erg Abiod. La sera arriva presto e ci fermiamo per il campo. Al mattino si riparte, ci sono solo dune e sabbia, il divertimento è assicurato da insabbiamenti vari. Il gasolio scarseggia e puntiamo diritti su El Borma, gli ultimi chilometri li facciamo seguendo una pista sabbiosa . Rifornimento di carburante per le fuori strada e per le persone. Si riparte subito, facciamo a ritroso una parte della pista poi ci addentriamo sulle dune, il primo cordone viene superato tranquillamente anche se con diverse insabbiature; al secondo cordone quando ormai siamo quasi in cima, Guido, in un salto, si pianta con il muso della Defender, la maggiolina si stacca quasi per intero. Tutti fermi per riparare alla meno peggio i danni. Quando si riparte Nicola sale sul paraurti posteriore del fuoristrada di Roberto, era quasi certo, viene sbalzato a terra e un piede prende una storta terribile. Questa volta siamo ancora fermi per controllare i danni al piede di Niki. Per fortuna è il sinistro. Ma prima che possa adoperarlo ancora, è stato necessario una fasciatura e iniezione antidolorifica. Anna (medico) dice che probabilmente non c’è rottura ma avrebbe bisogno di riposo. Intanto il tempo passa e continuare per il percorso programmato diventa difficile. Bisogna rifare la tabella di marcia. Si riparte, Nicola riesce a guidare con qualche difficoltà. Ci dirigiamo verso la pista. Campo in mezzo alle dune. Al mattino raggiungiamo la pista e dalla radio Claudio avverte –macchina in senso contrario- sono le macchine della “Parigi Dakar”. Ad intervalli, incrociamo moto, macchine, camion. Paola dal cb continua a segnalare tutte le macchine che incrociamo; non servirebbe visto che ormai lo sappiamo tutti, ma lei continua. Finalmente si sente sempre da cb –“radioMaria” lo sappiamo- ma Paola continua imperterrita a segnalare moto, camion, sassi, cunette, macchine. Solo il giorno dopo si azzittirà dopo che al campo l’abbiamo presa in giro un po’ tutti.
Ad un tratto sopra la pista un aereo, poi un elicottero e a lato pista un gazebo : è un posto di controllo della “Parigi Dakar”; naturalmente ci fermiamo per le foto di rito.
Riprendiamo il viaggio e seguiamo la pipe line ma la pista quasi non esiste. Seguiamo le due tubazioni avvicinandoci od allontanandoci in funzione delle condizioni del fondo. Rifornimento di carburante nel deposito di Kamour. Si prosegue sempre lungo le tubazioni della pipe line. Poi si devia in direzione di Kasar Ghilane. Lì troviamo tutta la carovana delle Nissan che partecipano alla “Parigi-Dakar” , è il loro giorno di riposo. Al mattino si riparte, ma altra gomma quasi a terra, dovrò viaggiare fermandomi ogni tanto a gonfiarla, l’altra, quella di scorta è riparata alla meno peggio e voglio adoperarla solo in caso di vera emergenza. Stiamo dirigendo su Matmata.
Ma ormai il viaggio può dirsi concluso, il giorno successivo una lunga corsa su asfalto fino a Hamamet, visita alla medina, altro pernottamento poi direzione Tunisi per l’imbarco e raggiungere Genova.
Qui i soliti saluti abbracci e propositi di ripetere l’esperienza quanto prima. In effetti un gruppetto limitato nel numero e tutti con esperienze in comune è effettivamente quanto di più razionale si possa trovare per viaggi di questo tipo.

Un sincero ringraziamento alle guide Margherita Fenelli e Claudio Coletta, che anche se poco nominati in queste righe, sono stati sicuramente la colonna portante di tutto il viaggio.
www.rollersadventures.com

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