La Ceiba e Tegucigalpa, diario di viaggio
località: la ceiba, tegucigalpa
stato: honduras (hn)
Data inizio viaggio:
martedì 24 maggio 2005
Data fine viaggio:
martedì 31 maggio 2005
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martedì 24 maggio 2005
Ormai avevamo desistito dall'intento di trovare spiagge bianche e mare cristallino e volevamo solamente un po' di riposo e tranquillità visto che erano ormai due settimane che vagavamo senza meta. Anche per La Ceiba avevamo il nominativo di un posticino dove dormire e così infilatici in un taxi ci siamo fatti condurre fino a destinazione. Il posto si chiamava Amsterdam ed una vota arrivati si era ripresentato lo spettro del pollaio di Roatan: questa volta era troppo, non potevamo più reggere condizioni abitative simili a quelle. Fortunatamente a fianco era situato un altro ostello che offriva qualcosa di più simile ad una abitazione nel vero senso della parola e così abbiamo deciso che era giunta l'ora di tornare ad una vita più dignitosa. Eravamo a una decina di metri dalla spiaggia a cui abbiamo riservato una fugace occhiata in quanto già sapevamo non sarebbe stata degna di nota. Confidavamo che la città potesse offrirci qualcosa di meglio trattandosi di una delle più grandi del paese... le nostre aspettative questa volta non sono state disattese. Ci trovavamo in un'adorabile e tranquilla località di mare, giusto ciò che cercavamo per riprenderci dall'odissea che ci eravamo lasciati alle spalle. La Ceiba, famosa per il suo carnevale che purtroppo abbiamo mancato per qualche giorno, è una cittadina piacevole, viva durante il giorno e piuttosto pacata nella notte con dei deliziosi localini lungo la strada maestra. Non immaginatevi un posto in cui fare follie ma più semplicemente un luogo accogliente in cui è facile trovarsi a proprio agio. Abbiamo trascorso in questa città un paio di giorni anche se ne avremmo trascorso qualche altro in più ma il tempo stava scadendo. Avevamo infatti deciso, in preda allo sconforto, di anticipare la nostra partenza dall'Honduras di una settimana e ci rimanevano ancora pochi giorni per visitare la capitale da cui avremmo preso l'aereo per il Perù.
sabato 28 maggio 2005
Abbiamo lasciato La Ceiba per la capitale, a bordo di un autobus turistico che all'incirca in quattro ore ci ha portato a destinazione. In realtà il terminal era in una cittadina alla periferia di Tegucigalpa e vista l'ora l'unico mezzo utile per raggiungere la capitale era un taxi. Così compartendo la vettura con un'altra turista inglese siamo arrivati nel centro cittadino e ci siamo essi alla ricerca di un alloggio. Grazie ad un libricino in possesso della nostra compagna di taxi abbiamo individuata un ostello in piena zona centro e che proponeva dei prezzi che facevano al caso nostro. Suonato il campanello siamo stati accolti da un diffidente signore dallo spiccato accento americano che aprendo una serie innumerevole di lucchetti ci ha fatto accomodare nell'atrio. Il posto faceva al caso nostro: era una sorta di casa prigione transennata in ogni dove da sbarre di ferro che percorrevano persino la parte superiore del giardino interno: una fortezza! Depositati i bagagli siamo andati a dare un primo scorcio alla piazza principale con l'intento di prelevare un po' di grano. Non si è rivelato affatto semplice tanto è vero che alla fine abbiamo dovuto rinunciare e spiegare al nostro padrone di casa che avremmo potuto pagare solamente all'indomani. Fortunatamente Johnny Lucchetto (così abbiamo soprannominato il nostro padrone di casa vista la sua fissazione per le serrature) si è dimostrato accondiscendente e noi abbiamo potuto godere di un ottima cenetta con i pochi soldi che ci erano rimasti in tasca.
Siamo rimasti nella capitale per quattro giorni spesi a visitare innumerevoli mercatini e le principali vie de centro, l'immancabile cattedrale e una delle più importanti vie commerciali della capitale nella quale siamo andati a trascorrere una serata. Come a La Ceiba anche la nostra permanenza a Tegucigalpa si è rivelata piacevole rivalutando in parte la nostra negativa impressione su questo paese. Erano ormai maturate le premesse per lasciare il Centro America e fare un grosso balzo più a sud con destinazione Lima, Perù. Usciti dalla prigione ostello di buon mattino ci siamo diretti all'aeroporto internazionale dove ci aspettava il nostro volo che per poco non abbiamo rischiato di perdere.
Nonostante il largo anticipo con il quale ci eravamo presentati al check-in, le lungaggini burocratiche della Taca (la compagnia scelta per i nostri voli in Centro America) ci hanno trattenuto oltre il limite per l'imbarco: uno scandalo! Anche quando tutto sembrava ormai andato a buon fine ecco all'improvviso un'ulteriore beffa: pagare trenta dollari a testa per uscire dal paese: che ladrata!
Con il portafoglio alleggerito di altri novanta dollari ci siamo imbarcati nel nostro aereo che di li a poco ha preso il volo alla volta del Perù.