Cancun, Isla Mujeres, Playa del Carmen, Tulum

località: cancun, isla mujeres, playa del carmen, tulum
stato: messico (mx)

Data inizio viaggio: martedì 10 maggio 2005
Data fine viaggio: martedì 17 maggio 2005


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Cancun

martedì 10 maggio 2005

Merida non dista molto da Cancun e così ci sono bastate all'incirca quattro ore per arrivare a destino. Già lo sapevamo che la costa caraibica del Messico costituiva un paese a parte, costruito a posta per tutti quei turisti (soprattutto americani) che hanno parecchi soldi da spendere. Lo abbiamo capito ancor di più una volta giunti alla stazione degli autobus: un edificio sfarzoso fatto di grandi vetrate e pilastri d'acciaio colorato che più di una stazione, sembrava quasi un aeroporto (soprattutto se paragonata a tutte quelle che avevamo incontrato sino ad ora nel nostro peregrinare in Messico). Come al solito la nostra missione era di trovare un posto per dormire ad un prezzo ragionevole: l'impresa si è rivelata più facile del previsto in quanto non appena usciti in strada siamo stati fermati da un signore che diceva di lavorare per un ostello. Era ormai sera ed abbiamo deciso di seguirlo per vedere che cosa poteva proporci. Le alternative erano due: o un dormitorio od un'abitazione privata, entrambe allo stesso prezzo! Ovviamente abbiamo scelto l'abitazione privata anche se sinceramente non riuscivamo a capire come mai il prezzo fosse il medesimo. Una volta giunti nell'abitazione le idee si sono chiarite: più che una stanza, si trattava di un buco, privo di qualsiasi finestra, con dei muri che trasudavano muffa e con un pessimo odore che usciva dai materassi... ah, aveva anche l'aria condizionata che però ovviamente non funzionava!
Eravamo ormai troppo stanchi per metterci a discutere ed abbiamo accettato l'offerta anche se a malincuore.

Per tutti coloro che non lo sapessero è giunta l'ora di spiegare come è strutturata la città di Cancun: in realtà non si tratta di una sola città ma di due. C'è la parte in cui vive il "pueblo" (la gente locale) che è ubicata a circa una decina di chilometri dal mare e la parte detta "zona hotelera" che si sviluppa lungo tutto il litorale. La prima è fatta di case popolari e alberghetti squallidi, la seconda costituita di mega lussuosi hotel a cinque stelle che si specchiano sulle acque verde smeraldo. Vi lasciamo immaginare in quale delle due si trovava il nostro alloggio!!!
Comunque sia, anche se non esattamente in riva al mare ci trovavamo a Cancun, un posto in cui molte persone possono solamente sognare. Dopo una breve cenetta, ci siamo recati nel nostro buco per farci una gran dormita e risvegliarci la mattina seguente al canto del gallo.

Cancun

mercoledì 11 maggio 2005

In effetti il giorno successivo non ci siamo svegliati esattamente di buon'ora e abbiamo deciso di impiegare il resto della giornata per visitare il pueblo di Cancun e di lasciarci la "zona hotelera" per il giorno seguente. Abbiamo quindi girovagato intorno al nostro quartiere tra mercatini e piccoli locali dove ci fermavamo di tanto in tanto per uno spuntino. La sera è giunta in un attimo ed in previsione del giorno seguente abbiamo deciso di andare a letto presto.
L'indomani ci siamo svegliati intorno alle otto: il programma prevedeva una breve visita alla schiera di hotel che affollano la costa e poi dedicare il resto della giornata al mare e al sole.
Se è pur vero che la "parte povera" di Cancun dista una decina di chilometri dalla spiaggia, è altrettanto vero che tale distanza è resa più breve da un'ineccepibile servizio di bus che oltre ad essere molto frequenti, sono anche molto economici. Afferrato il primo bus, in quindici minuti eravamo già nella costa, sommersi dalle ombre di enormi hotel, talmente vicini l'uno all'altro da impedire quasi l'ingresso al mare. Ci siamo fatti quasi tutta la costa in bus, per farci un'idea del posto, dopodichè ci siamo fermati in una spiaggia suggeritaci dal proprietario del nostro alberguccio: Playa Tortuga. Forse eravamo partiti con troppe aspettative sul mare e sulle spiagge di Cancun, sta di fatto che una volta arrivati sul posto siamo rimasti un po' delusi: la spiaggia era piena di alghe nere, il mare non era esattamente trasparente e c'era un vento a dir poco infernale. Forse il nostro viaggio ci ha fatto diventare un po' troppo esigenti, forse abbiamo visto spiagge così bianche ed acque così trasparenti da non accontentarci più nemmeno di Cancun!!! In realtà, dopo un giudizio oggettivo, non si può certo dire che Cancun sia un posto sgradevole: al di là di qualche erba, la spiaggia era bianca ed il mare aveva un colore verde turchese che con i raggi del sole creava dei favolosi effetti di luce nella superficie dell'acqua. Siamo rimasti a goderci il caldo sole per tutto il pomeriggio, fino a quando presi da un insistente languorino siamo rientrati alla base. Fatta una doccia, abbiamo ripreso il bus e ci siamo diretti nuovamente verso la "zona hotelera" per cenare e per goderci Cancun by night. Quando calano le tenebre, la città (quella ricca) ostenta ancor di più il suo fascino e la sua ricchezza: le luci sfarzose quasi accecano i numerosissimi turisti che affollano i ristoranti e i costosi locali notturni... noi ovviamente ci siamo accontentati di vedere, come al solito! La serata è stata comunque divertente anche se si è dovuta concludere abbastanza presto visto che l'indomani avremmo dovuto essere di nuovo in viaggio alla volta della nostra prossima destinazione: Isla Mujeres.

Isla Mujeres

giovedì 12 maggio 2005

Svegliatoci e preparata per l'ennesima volta il nostro zainetto, verso metà mattinata abbiamo pigliato un taxi che ci ha portato fino al molo da dove con un velocissimo traghetto avremmo percorso il breve tratto di mare che separa Isla Mujeres dalla costa. Il viaggio è durato all'incirca mezz'oretta ed eccoci sbarcati su un'isoletta il cui nome prometteva bene: l'isola delle donne. Messo piede nell'isola sapevamo già dove andare visto che avevamo l'indirizzo dell'unico ostello presente nell'isola. Dopo una breve camminata tra caratteristiche casupole colorate abbiamo raggiunto la nostra meta e siamo stati inaspettatamente accolti da un nostro connazionale: Matteo un giovane un po' spanato di Bergamo che ormai da mesi soggiornava nell'isola guadagnandosi da vivere lavorando nell'ostello. Giusto il tempo di prendere confidenza con i nostri nuovi letti e ci siamo fiondati verso la spiaggia questa volta le nostre aspettative non sono state disattese, la spiaggia era bianchissima e davanti ad essa una sorta di piscina naturale di acqua chiara e cristallina: altro che Cancun! Dopo aver trascorso un po' di tempo in quel paradiso siamo rientrati alla base per una rinfrescante doccia e i consueti preparativi per la serata. In effetti il buon Matteo di Bergamo ci aveva galvanizzato prospettandoci una superlativa vita notturna (che secondo lui iniziava esattamente alle 21:50) e dicendoci che ci saremmo accorti di perché quell'isola si chiamasse "isola delle donne". Con queste premesse ci siamo lavati pettinati e messi "in griglia" e dopo una breve cenetta abbiamo pazientemente atteso le 21:50. Il tempo passava ma la situazione non migliorava, nelle strade a parte qualche turista intento a cenare nei vari localini, non c'era nient'altro. Abbiamo aspettato, aspettato e aspettato ma alla fine ci siamo ritirati con le pive nel sacco nell'afa della nostra cameretta attenuata da enormi e rinfrescanti ventilatori.

Isla Mujeres

venerdì 13 maggio 2005

Il mattino seguente ce la siamo presi con molta calma: ci siamo alzati in tarda mattinata, abbiamo consumato una lauda colazione e siamo andati ad adagiare il culetto nella soffice e bianca sabbia di Isla Mujeres. Abbiamo trascorso tutta la giornata tra acqua e sole, sole ed acqua fino a che, cotti come aragoste, siamo ritornati all'ovile. Dopo una succulente cenetta a base di pesce fresco abbiamo colto al volo l'invito di Matteo di Bergamo ed insieme ad altre due ragazze dell'ostello ci siamo trascinati tra i vari pub e discoteche dell'isola: quasi tutti vuoti. In realtà la serata non è stata affatto male e tra una risata e l'altra abbiamo tirato mattina.

Isla Mujeres

sabato 14 maggio 2005

Avevamo intenzione di lasciare l'isola la mattina successiva ma vista la notte brava abbiamo deciso di posticiparla di un giorno dedicandoci ancora una volta ad attività balneari. L'ultima sera abbiamo optato per una cenetta economica a base di hot dog e "nada mas"; ci siamo diretti verso le nostre camere di buon ora con la consapevolezza che il giorno seguente ci avrebbe aspettato l'ennesimo trasferimento verso Playa del Carmen.

Playa del Carmen

domenica 15 maggio 2005

Da Isla Mujeres preso il traghetto di ritorno in terraferma e successivamente un pulmino collettivo, nel giro di un'oretta eravamo già a Playa del Carmen. Anche qui sapevamo dove andare e ci siamo direttamente recati verso l'ostello di turno per depositare i bagagli per poi visionare la vicina spiaggia. Si trattava di una spiaggia molto turistica attrezzata con ombrelloni e sedie a sdraio che lasciavano poco spazio ai turisti "della Domenica". Alla fine però il nostro posticino l'abbiamo trovato a ridosso di una grande roccia in riva al mare. Anche qui la spiaggia era bianca e gradevole, il mare un poco mosso ma di un turchese da mozzare il fiato: l'unica nota negativa il vento che si infrangeva contro le onde e contro i nostri corpicini. Dopo l'ennesimo giorno di sole e mare siamo rientrati in ostello per prepararci alla serata. Abbiamo consumato la nostra cena (in un economicissimo ristorante di strada) consistente in mezzo pollo, verdura, fagioli e riso per la bellezza di due euro a testa bibita inclusa: incredibile. Ancora più incredibile la sorpresa che ci aspettava dietro l'angolo: una delle più piacevoli vie pedonali mai incontrate in Messico. Ricca di negozietti e ristorantini e affollata da numerosi turisti (e molte pupe!).

Playa del Carmen

lunedì 16 maggio 2005

Anche il giorno successivo l'abbiamo trascorso sotto il sol leone, anche se nel primo pomerio abbiamo dovuto abbandonare il campo per l'eccessivo vento e trascorrendo il resto della giornata al lavoro per aggiornare il nostro sito web: instancabili lavoratori!
Il giorno seguente era gia giunta l'ora di levare le tende e pigliare un altro bus questa volta per Tulum, l'ultima stazione balneare prima di abbandonare il Messico.

Tulum

martedì 17 maggio 2005

Due ore con il culetto affondato nel sedile del bus ed era già Tulum.
Tulum come Cancun é una città divisa in due, il pueblo (la città più povera leggermente spostata nell'entroterra) e la città turistica lungo la costa. Come al solito non potevamo permetterci di soggiornare lungo la costa visti i prezzi alle stelle: l'alternativa era quella di trovare un albergo in zona "pueblo" e ciò significava prendere un taxi per percorrere cinque km ogni qual volta volevamo raggiungere il mare dei carabi: mi consenta, una cosa indegna! Questa cosa ci ha fatto giungere ad una soluzione drastica: abbandonare in fretta e in furia Tulum ed il giorno stesso tirare dritto fino a Chetumal, una città di confine dove avremmo preso il bus per il Guatemala. Detto fatto, ci siamo precipitati nella stazione del bus per acquistare gli ultimi tre biglietti disponibili; il tempo di approvvigionarci di qualche genere alimentare e stavamo ancora viaggiando.
Dopo quattro ore di viaggio (che palle!), siamo giunti a Chetumal città di frontiera con l'unico scopo di fornire al turista la possibilità di sconfinare negli stati adiacenti. Appena sbarcati dal bus ci siamo diretti verso lo sportello informazioni per chiedere quando sarebbe partito il prossimo bus per Tikal, la nostra prossima destinazione in Guatemala. La risposta della signorina che stava al di là del bancone ci ha lasciati balbi nonché basiti: ci aspettava la bellezza di dodici ore da trascorrere in quel buco di stazione in quanto il prossimo bus sarebbe partito alle sei del mattino seguente. Dopo una breve consultazione RPZ (Ritorno al Parallelo Zero) ha deciso che non valeva la pena spendere denari per qualche ora di sonno in un alberguccio di seconda mano: ci aspettava l'ennesima notte sulle panchine della stazione. Per ammazzare il tempo abbiamo cercato di allungare il più possibile la nostra cena in una bettola vicino alla stazione, ma alla fine siamo dovuti ritornare alla nostra amata/odiata stazione. Avevamo già iniziato ad approntare i nostri zaini "a mò" di cuscino ma nel più bello che ci stavamo appisolando il servizio di sicurezza è venuto a rimproverarci, dicendoci che non era possibile sdraiarsi in stazione e che il resto dell'attesa l'avremmo dovuto passare seduti o in piedi: inimmaginabile!
La mattina è giunta e con lei l'autobus che tanto stavamo aspettando. Alle ore sei abbiamo lasciato la stazione di Chetumal e con lei anche il Messico.

Prossima destinazione: Tikal, Guatemala.