santo domingo by www.born2travel.it

località: la romana, bayahibe, santo domingo, isla saona, rio chavon
stato: repubblica dominicana (do)

Data inizio viaggio: giovedì 1 giugno 2006
Data fine viaggio: venerdì 30 giugno 2006

se vuoi saperne di più o vedere tutte le foto visita: www.born2travel.it

26. 06. 2006 Bayahibe (REP. DOMINICANA )
Durante il tragitto verso l'aeroporto di Fiumicino ci ha accompagnati la telecronaca della partita Italia-Australia (ottavi di finali della Coppa del Mondo di calcio) e Totti calcia il rigore (al 93°) proprio mentre stiamo uscendo dall'autostrada e per l'esultanza sbagliamo strada, comincia così la nostra avventura ai Caraibi, perdendo già quasi il volo!
Dopo 11 ore di volo, il primo incontro fatto scendendo dall'aereo è stato con l'umidità, così forte che a stento ti permetteva di respirare (addirittura il 94%).
Ce ne andiamo subito a dormire per evitare, come a Cuba, che per il jet lag, alle 5 di mattina, i primi giorni, eravamo freschi ed arzilli e il pomeriggio degli zombies...

27. 06. 2006 Bayahibe (REP. DOMINICANA )
Dopo circa due mesi, rieccomi sotto le palme di cocco che riparano la mia pelle così sensibile da questo forte sole. Beh, è proprio ora di un bel bagno nel famoso "Mar dei Caraibi", il mare dei corsari, dei pirati...
Mah, sarà che qualche giorno fa "Alberto" (un uragano che ha colpito Cuba) ha sfiorato pure quest'isola o per il cattivo tempo atmosferico che ha tanto agitato i fondali, ma l'acqua era piena di alghe e ci ha delusi molto!
Qui, a differenza di tutti gli altri posti in cui son stato finora, non esistono ombrelloni, solo palme!
Nel primo giretto di perlustrazione al di fuori del resort abbiamo conosciuto un italiano: Bob Roy, 43enne di Treviso, tutto tatuato, che ad un certo momento della sua vita s'è "rotto" del, come dice lui: "sistema" e s'è trasferito qui con la moglie. Ha aperto una saletta dove fa tatoo e s'è calato nella tranquilla e pacata vita caraibica, dove tutto scorre lentamente, dove la parola "fretta" non esiste. Ci ha raccontato migliaia di cose su questa terra; qui girare armati è all'ordine del giorno e passeggiare con la pistola che penzola dalla cintura è normale. "Ma che siamo nel Far west?"
Carlo se ne sarebbe innamorato e avrebbe avvalorato sempre di più la sua tesi sul lasciare tutto e trasferirsi in Brasile. Ma attenzione! Il saggio Bob ha pure aggiunto che non ci si deve buttare a capofitto in questi progetti anche perchè in questi posti o in qualunque altro paese "poco democratico", non si sa mai come andranno a finire le cose. Magari oggi è tutto rose e fiori, domani, invece, il Fidel Castro locale con un colpo di stato prende tutto e tu sei costretto a scappare via e a 50 anni non puoi rischiare di rimanere in mezzo ad una strada (com'è successo al fratello in Polinesia, una famiglia di matti!) Il suo asso nella manica è la casa che ha lasciato in Italia e che ora affitta. nella peggiore delle ipotesi, chiude tutto qui e ritorna all'ovile italiano!
La cosa più divertente di quando chiacchieravo con Bob è che ogni tanto passava qualche italiano, abbronzatissimo, che lo salutava e luci raccontava tutte le loro storie. In quei momenti mi son sentito un pò Patrizio Roversi in "Turisti per caso" quando intervistava i nostri connazionali trasferitisi all'estero.
Nel pomeriggio, in una partita a calcio conosciamo Orazio, un nostro collega dell'Aeronautica, in vacanza lì per la seconda volta, e amico di un animatore: Juanito, che ora lavora in proprio e organizza "tour fai da te" e che potrebbe essere la nostra chiave di svolta del viaggio!
Tra un bagno e l'altro in questo mare che diventa sempre più bello assistiamo ad una scena pietosa dei classici italiani stupidi, ubriachi fradici, seduti al bancone o peggio, collassati sulla battigia... col fatto che è "all inclusive" (cocktails alcoolici compresi e il mitico "rhum", la cosiddetta vitamina "R") , questi tipi, si siedono dietro al bancone e bevono, increduli, dalla mattina alla sera. Che schifo! Ieri pensavo che, secondo me, in un'altra vita devo aver avuto qualche trauma con qualche ubriacone, perchè non si spiega questo mio odio nei loro confronti!
In serata: appuntamento con Juanito, finalmente lo conosciamo. Arriva con una macchina giapponese piccolina, coi vetri oscurati e con una bella mulattina. Si presenta e dice: "Tranquilli, non è lamia ragazza, potete fare quello che volete con lei!" Ci porta nel suo localino a pochi chilometri dal nostro resort, nel paesino di Bayahibe. C'erano poche case, le classiche piccole casine dei caraibi in cui erano tutti fuori la porta a riposare, il fotografo, l'alberghetto aperto (per i "clienti ad ora") e il piccolo bar di Juanito, una piccola sala con quattro biliardi mezzi rotti, un bancone d'altri tempi con una bella mulattona tettona che serviva "cerveza" e musica dominicana a palla! Gli “Aventura” in primis (son del posto...!)
Conosciamo un pò di gente e come nel più classico dei quadretti dei piccoli paesini ci son tutti i personaggi chiave: il bulletto di periferia, lo scemo del villaggio, la bellina che se la tira e fa girare la testa a tutti, quella più "aperta"...
Juanito mi racconta che ha tre ragazze che lavorano per lui... "conquistano il pollo" nel suo bar e poi lo "cucinano" nell'alberghetto h24 di fronte!
Tutto in un giorno!
28. 06. 2006 Bayahibe (REP. DOMINICANA )
Intera mattinata dedicata all'esplorazione dell'isola. Abbiam camminato per circa un'ora e mezza come due Robinson Crusoe incantandoci e meravigliandoci di ogni incontro che facevamo. Rimaniamo soli con il mare, il sole, la sabbia, le onde, le palme ritte fino al cielo o sdraiate al sole sulla battigia e i tanti animaletti che ci guardavano incuriositi. Lucertoline, gechi, tanti granchietti e addirittura uno strano crostaceo: una lumaca, o meglio, un granchio con il guscio di lumaca! Ero incantato dalla natura e dalla vegetazione e pensavo che 500 anni fa quando i Conquistadores spagnoli approdarono qui, chissà com'era l'isola, chissà la popolazione. Chissà la flora se era tanto diversa da quella che abbiamo ammirato stamattina!
Di sicuro ad attenderci non c'erano gli animatori palestrati e le hostess di questi villaggi per i turisti! A questo punto la domanda nasce spontanea, come diceva qualcuno: ..."ma se ti lamenti sempre delle vacanze e dei turisti perchè non hai prenotato un albergo sconosciuto lontano da ogni rotta turistica? Giustissimo, direi, ma purtroppo, quando si prenota all'ultimo momento e soprattutto quando fino alla fine non sai ancora dove andare, è più facile come abbiamo fatto noi!
Ci fermiamo in un villaggetto di pescatori. C'erano due persone sedute all'ombra in una veranda. Mi avvicino, li saluto e cordialmente cominciamo a chiacchierare. Sono gentilissimi, uno di loro: Feliz, aveva un fucile a canne mozze e diceva che ra una guardia costiera;l'altro: Jesus, una specie di custode. Mi hanno mostrato dove vivevano e son rimasto colpito nel vedere che non avevano nulla! Son stati dolcissimi e mi son rimasti nel cuore quando salutandoci ci hanno detto: "Vai con Dios, mio hermano!" e quando li abbiamo ringraziati della loro disponibilità ci hanno ripetuto. "Grazie a voi per essere venuti e tornate anche domani!"
In serata, con un taxi, siam ritornati nel locale di Juanito. Tra una partita di biliardo e l'altra abbiamo trascorso un pò di tempo immersi nel "pueblo domenicano". Ogni tanto mi guardavo intorno e mi sentivo uno di loro, m'immaginavo abitante del luogo.


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