Cambogia

località: phnom phen, siem reap
stato: cambogia (kh)

Data inizio viaggio: lunedì 17 gennaio 1994
Data fine viaggio: venerdì 21 gennaio 1994

Arrivato in Cambogia in compagnia di due amici nel corso di un lungo tour in Indocina comprendente anche Vietnam e Thailandia. Entrato in Cambogia dalla frontiera fluviale sul Mekong a bordo di una barca veloce partita da Chau Doc in Vietnam (vedi itinerario Vietnam).


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Phnom Phen

lunedì 17 gennaio 1994

La barca su cui viaggiamo accosta sulla riva sinistra del Mekong dove scendiamo a terra per ottenere il visto cambogiano. La procedura è breve e veloce. Ripartiamo con l'imbarcazione alla volta di Phnom Phen dove arriviamo a fine mattinata. Al porto fluviale della capitale saliamo su un taxi che ci conduce all'hotel che abbiamo prenotato dall'Italia, Preso possesso delle camere con un tuk tuk ci rechiamo nei pressi del Palazzo Reale. E' ancora presto e il Palazzo è chiuso per la pausa pranzo, Verso le 14,30 quando aprono i cancelli, siamo tra i primi ad entrare. Fà molto caldo quando iniziamo la nostra visita aggregandoci a una coppia in luna di miele e alla loro guida, un pensionato piemontese che vive da diciassette anni in Cambogia. Visitiamo i giardini del Palazzo e la Pagoda d'Argento che conserva insieme alle immagini sacre tipiche del buddismo anche numerosi doni dei fedeli paragonabili agli ex voto delle nostre Chiese. Nel parco c'è anche la ricostruzione in scala del Tempio di Angkor Wat che vedremo nei prossimi giorni. Nel recinto del Palazzo è visitabile una casa tradizionale Khmer, una strana pianta i cui fiori sbocciano e cadono a terra nell'arco di una giornata e un gruppo musicale tradizionale che si esibisce. C'è anche una mostra di foto che ritraggono il poliedrico Re Sianuk, da sovrano ad attore cinematografico, uno dei personaggi politicamente più controversi della storia cambogiana, compromesso anche con il feroce regime dei Khmer rossi. Da qui rientriamo in tuk tuk in Hotel dove prenotiamo l'autobus che il giorno dopo dovrà portarci a Siem Reap. Mentre io mi riposo in camera i miei compagni di viaggio visitano il vicino mercato coperto. Verso sera prima mi reco al suddetto mercato, poi in un negozio che vende abbigliamento taroccato a prezzi comunque significativi, quindi nei pressi del lungofiume dove consumiamo la cena in una pizzeria. Nei pressi c'è la strada dell'amore con numerosi go go bar zeppi di signorine che offrono la loro compagnia. E' interessante osservare che queste giovani ragazze vengono accompagnate sul luogo di lavoro dai loro familiari e in alcuni casi dal fidanzato. Qui la prostituzione è un'ancora di salvezza per famiglie in gravi difficoltà economiche e per questo ampiamente tollerata. Non sorprende quindi che questi bar del sesso si trovino a fianco ad attività assolutamente normali. Rientriamo in Hotel con il tuk tuk per il pernotto.

Tonli Sap e Siem Reap

martedì 18 gennaio 1994

Il mattino seguente ci alziamo e partiamo anche perchè non è prevista la colazione. Viene a prenderci un microbus che ci porta alla stazione degli autobus e da qui prendiamo il bus di linea con destinazione Siem Reap. Percorriamo quasi tutta la Cambogia su strade di campagna che attraversano villaggi rurali e cittadine polverose. Il traffico è composto prevalentemente da ciclomotori giapponesi stracarichi di gente e mercanzie. Su un unico ciclomotore può trovare posto anche un'intera famiglia, neonati compresi. Sulla sella si carica di tutto, sacchi di rafia accatastati l'uno sull'altro pieni all'inverosimile, gabbie con polli vivi ecc. Molti hanno adattato i loro ciclomotori trasformandoli in sidecar rudimentali, altri vi trainano un carrello utilizzato per il trasporto merci o delle persone. Qui non ci sono taxi ma solo tuk tuk o al limite autovetture private comunque decisamente rare. Sfilano davanti al finestrino le case dei villaggi poste su palafitte. In casa infatti si va solo per dormire perchè tutto il resto avviene sotto, tra i pali che sorreggono l'abitazione. Qui si tesse, si prepara da mangiare, si discute e si gioca. Durante il trasferimento ci offrono uno snak per colazione e successivamente ci fermiamo in un ristorante lungo la strada per il pranzo. Sull'autobus ho a fianco a me una bella signora cambogiana con il suo bambino, mi racconta che vive a Phnom Phen e sta andando a trovare il fratello a Siem Reap mentre suo marito lavora come camionista in Canada. Arriviamo alla stazione dei bus di Siem Reap nel pomeriggio, appena scesi ci avvicina un ragazzo proponendoci di utilizzare il suo tuk tuk per raggiungere il centro città, non abbiamo neanche il tempo di accertarci del suo mezzo di traspoorto che fugacemente prende la valigia di uno dei miei amici e la porta con se. Siamo così costretti a salire sul suo traballante e fatiscente tuk tuk che furbescamente aveva nascosto al nostro sguardo dietro a un mezzo più grande. Con una guida un po troppo sportiva ci porta al nostro Hotel ubicato in un vicolo tra il Vecchio Mercato e le strade della movida notturna, in pratica siamo in pieno centro ma non ce ne siamo ancora resi conto. L'Hotel è carino, ha un ristorante sul lato opposto del vicolo e una particolarità: per entrare bisogna togliersi le scarpe. Dopo aver preso possesso della camera tripla con il solito tuk tuk percorriamo la decina di km che ci separano dal Lago Tonli Sap. Arrivati all'imbarcadero saliamo su una barca a motore per un'escursione al villaggio galleggiante abitato dai vietnamiti. Qui si vive di pesca, le case dei pescatori sono posizionate su chiatte che fungono da terrazza e sotto di queste c'è l'allevamento accessibile attraverso una botola. Nel villaggio tutto galleggia: le case, il distributore di benzina, il ristorante, i negozi, la scuola e la Chiesa Cattolica. Tra una fila di case e l'altra decine di imbarcazioni solcano il Tonli Sap condotte spesso da persone che indossano il tipico copricapo conico e a volte anche una mascherina simile a quella che usano i chirurghi per riparare il volto dall'abbronzatura. Alcuni bambini giocano navigando su dei secchi di plastica e remando con una paletta. Ogni tanto qualche imbarcazione attraversa a velocità sostenuta il villaggio alzando onde che fanno traballare tutto. Facciamo una breve sosta al ristorante per godere di una bella panoramica dalla terrazza posta al primo piano, poi ci fermiamo allo spaccio dove tentano di farci comprare un grosso sacco di riso per donare alla scuola ma finiamo per acquistare un sacchetto di caramelle, quindi facciamo tappa alla scuola e alla vicina Chiesa Cattolica. Rientriamo all'imbarcadero dove ci attende il tuk tuk e torniamo all'Hotel di Siem Reap. Ceniamo al ristorante di fronte all'Hotel dove assaggio la specialità gastronomica della Cambogia: il pesce cotto nel latte di cocco, non male. Andiamo poi al Night Market, un mercato coperto pieno di bancarelle che vendono ogni tipo di cianfrusaglie ad uso dei turisti, ma anche centri estetici e centri per il massaggio. In una bancarella acquisto delle banane fritte vendute in sacchetti come le nostre patatine. Nelle vicine strade della movida notturna c'è un clima festaiolo, i locali propongono musica dal vivo o roboante discomusic, le strade pullulano di turisti che ballano e i bar servono alcol a fiumi. Ci sono poi i procacciatori di affari che propongono in continuazione un tour in tuk tuk, un po di droga o una ragazza per la notte. Anche per la cena c'è solo l'imbarazzo della scelta, si va dal ristorante khmer a quello giapponese, dal thai all'italiano, dal messicano, al belga, all'irlandese. Anche i desideri sessuali sono tutti accontentati, c'è il locale rivolto alla clientela gay, le prostitute e i lady boy.
Le strade sono affollate, usciamo da questa bolgia e rientriamo in Hotel.

Angkor

mercoledì 19 gennaio 1994

Al risveglio facciamo colazione al ristorante di fronte all'Hotel, è compresa nel prezzo della camera ma non c'è quasi nulla. Il tuk tuk viene puntualmente a prelevarci e ci trasferiamo nel vicino parco archeologico di Angkor. Dopo aver pagato 20 usd di ingresso proseguiamo per il gioiello dell'impero Khmer, uno dei monumenti più famosi del Mondo, l'Angkor Wat. E' talmente grande che è difficile abbbbracciarlo interamente con lo sguardo. Le cerchie di mura sono precedute da un fossato. Inutile descrivere questo Tempio universalmente conosciuto, la sensazione è comunque di averlo gia visto. Però trovarsi in mezzo a queste storiche mura, osservare i bassorilievi dei cortili, salire in cima a una torre è comunque un'esperienza irrinunciabile. A qualche km da qui percorrendo una strada nella foresta, si arriva all'Angkor Thorm, preceduto da una porta trionfale. Di quello che doveva essere questo complesso sacro sono rimaste le terrazze con raffigurazioni di elefanti e il Bayon, un ammasso spettacolare di pinnacoli su cui sono raffigurati volti umani. Anche qui non mancano i bassorilievi sui muri perimetrali anche se in buona parte sono crollati. Con il tuk tuk proseguiamo il circuito classico e superata un'altra porta trionfale e baipassato un altro Tempio ci fermiamo a pranzo in uno spartano ristorantino all'aperto. La cucina cambogiana ha sapori troppo forti per cui riusciamo a mangiare solo parzialmente quello che ci portano, per fortuna c'è il nostro "tassista" che ingurgita i nostri avanzi come una cloaca. Mentre tentavamo di pranzare ha pure trovato il tempo per riparare una ruota del tuk tuk che stava dando eloquenti segni di cedimento. Si riparte alla volta del Tempio avvolto dalle grosse radici delle piante, immerso nella foresta tropicale è decisamente meno imponente dei precedenti ma sicuramente il più romantivo. Con i secoli la vegetazione ha preso il sopravvento sull'opera dell'uomo provocando crolli, inclinando le strutture, attanagliando i templi in una fantastica morsa floreale. Per il tramonto torniamo all'Angkor Wat per ammirare i colori che cambiano man mano che cala la sera. Le torri Khmer rispecchiano negli stagni. Soddisfatti rientriamo in Hotel a Siem Reap. La sera passeggiamo di nuovo tra la movida notturna, ceniamo in un buon ristorante messicano, poi ci dirigiamo al Night Market dove mi sottopongo al massaggio dei piedi. C'è meno gente nelle strade rispetto alla sera precedente, forse perchè siamo a inizio settimana. Torniamo in Hotel per il pernotto.

Siem Reap

giovedì 20 gennaio 1994

Abbiamo già visto tutto quel che avevamo programmato per cui oggi ce la prendiamo con calma. Ci alziamo tardi, facciamo colazione al ristorante dell'Hotel poi con il solito tuk tuk (uno dei peggiori visti in circolazione) ci facciamo portare in campagna a vedere un po di vita rurale, ben poca a dire il vero. Un po più interessante il mercato riservato ai locali che si sviluppa in parte in strade polverose e trafficate e in parte all'interno di una struttura coperta. Si vende di tutto, compresi dollari statunitensi ed euro falsi, animali e pesci vivi e morti, immagini sacre, insetti fritti, rane saltellanti. E' caldo e pieno di zanzare. Mi sento un po debole per cui preferisco tornare in Hotel per riposarmi. La sera esco con gli altri per cenare al ristorante messicano della sera precedente, Stasera le strade della movida notturna sono nuovamente affollate. Ci voleva proprio questo giorno di relax. Torniamo in Hotel per il pernotto.

Partenza dalla Cambogia

venerdì 21 gennaio 1994

Dopo la colazione al ristorante di fronte all'Hotel, partiamo con un taxi prenotato alla recepcion alla volta dell'aeroporto. In effetti non è un vero taxi ma una normale autovettura che offre questo servizio. Abbiamo cambiato i nostri piani di volo, Abbiamo notizie di disordini a Bangkok per cui ci dirigeremo a Chiang Mai facendo comunque scalo nella capitale tailandese. Con il volo Air Asia Siem Reap-Bangkok lasciamo la Cambogia.