George Town e Kuala Lumpur

località: george town e kuala lumpur
stato: malesia (my)

Data inizio viaggio: mercoledì 19 gennaio 2005
Data fine viaggio: martedì 25 gennaio 2005


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George Town

mercoledì 19 gennaio 2005

Lasciato Kho Samui abbiamo fatto rotta verso un nuovo stato e più precisamente verso George Town, una città nell'isola di Penang, nella costa est della Malasya, poco dopo il confine con la Thailandia. Il viaggio è stato tutt'altro che agevole... è durato all'incirca otto ore durante le quali abbiamo cambiato circa quattro o cinque mezzi di trasporto ma come al solito arrivati sani e salvi!

Raggiunta la nostra destinazione in serata, siamo rimasti un po' spaesati dal nuovo paese... un paese che abbiamo subito percepito diverso, con delle profonde differenze rispetto alla Thailndia.

Dopo aver visionato alcune guest house, abbiamo optato per sistemarci in quella propostaci da Jim, uno strano tipo sempre vestito di nero e con un curioso cappello in testa.

L'isola di Penang non è frequentatissima dai turisti, in effetti non offre moltissimo se si esclude la città di George Town che conserva ancora qualche interessante edificio di origine coloniale; Inoltre le spiagge che circondano l'isola non sono esattamente strabilianti soprattutto considerato che il mare è parecchio torbido e non certo invitante.

A George Town abbiamo speso solamente pochi giorni, giusto il tempo per visitare la città, la sua moschea, il suo centro e qualche negozietto. Un altro giorno lo abbiamo dedicato ad esplorare la prima periferia e la costa circostante... in un attimo ed era già tempo di ripartire.

Kuala Lumpur

venerdì 21 gennaio 2005

Di nuovo in autobus per altre cinque ore questa volta in direzione della capitale Kuala Lumpur, una città decisamente occidentale differente rispetto a quelle a cui eravamo abituati. Arrivati al terminal dei bus abbiamo incontrato Pierino, uno dei responsabili di un ostello che con un mucchio di volantini cercava di convicerci a seguirlo. A dire il vero era l'unico presente quindi abbiamo optato per una soluzione obbligata che ci ha condotti come da copione nel quartiere cinese della città. Tutto sommato non potevamo lamentarci: la sistemazione faceva al caso nostro, ed era perfino dotata di aria condizionata un lusso a cui avevamo rinunciato da tempo immemorabile.
Disfati i bagagli abbiamo iniziato la nostra opera con un'occhiata a China Town, come al solito ricca di bancarelle che ti offrono ogni tipologia di prodotto, dagli alimentari all'abbigliamento ai dvd e molto, molto di più.

Ma il nostro obiettivo era raggiungere le Petronas ovvero le torri che svettano nel cielo cittadino, quelle che fino a poco tempo fa potevano fregiarsi del titolo di più alte del mondo. Quando raggiungiamo uno di quegli obiettivi che di solito si vedono nei documentari restiamo colpiti nel vederli dal vivo... lo stesso discorso vale per le Petronas, che viste di notte regalano senza dubbio uno spettacolo mozza fiato, grazie al gioco di luci che ne evidenzia ancor di più la bellezza. Foto di rito e poi dritti in ostello dove ci aspettava un po' di riposo: dopo quasi due mesi di Thailandia avevamo perso il passo del viaggiatore errante!

Kuala Lumpur

sabato 22 gennaio 2005

La mattina seguente adeguatamente riposati ci siamo diretti alla torre televisiva (Menara) un altro simbolo cittadino, gambe in spalla per una salutare arrampicata fino ai piedi della stessa e acquistato il biglietto l'abbiamo scalata fino in cima. Da qui era possibile avere una visuale completa sulla città e dintorni il tutto immerso in un incantevole tramonto che come al solito da quel tocco di serenità e calma tale da farti apprezzare ulteriormente la visuale che hai davanti.
In serata abbiamo voluto dare un'occhiata alla vita notturna che Kuala Lumpur può offrire con il solo risultato di farci del male visto che non c'era niente alla portata delle nostre tasche. Il quartiere dedicato al divertimento consiste in un lungo viale illuminato dalle luci dei bar e dalla musica delle discoteche dove i ragazzi, in classico stile occidentale, si presentano alla porta ben vestiti magari con il proprio nome inserito in lista e un po' di soldi da "investire".
A noi non rimaneva che osservarli consapevoli del fatto che il nostro viaggio significava, di tanto in tanto rinunciare a quello che fanno normalmente i giovani al venerdì sera ma il gioco possiamo assicurarvi vale la candela.

Kuala Lumpur

domenica 23 gennaio 2005

Il giorno dopo siamo nuovamente ritornati alle Petronas per andare fino su in cima, o meglio sino al ponte che le collega; una rapida sbirciata al panorama sottostante e di nuovo a terra. Niente di speciale soprattutto se paragonato all'interminabile coda che ci siamo dovuti sorbire per accaparrarci tre dei milleduecento biglietti gratuiti: per fortuna non si pagava. Non possiamo, e non vogliamo di certo sottrarci dall'ormai famosissimo angolo della cucina questa volta però il materiale a disposizione è a dir poco limitato visto che le nostre avventure culinarie si sono consumate sempre nello stesso posto: Yellow Pavillon. Trattasi di un ristorante situato in un angolo del quartiere cinese particolarmente gettonato da turisti di tutto il mondo anche se la prima sera, forse anche per l'orario inconsueto a cui ci siamo abituati (abbiamo consumato la cena all'una di notte) il posto non poteva di certo dirsi affollato.

Una delle piacevoli sorprese che ci ha riservato la città è stato il festival indiano, un evento a nostro avviso particolarmente interessante. Su suggerimento del simpatico Pierino abbiamo prenotato la sveglia notturna. Il tutto è iniziato alle tre del mattino quando un numero indecifrabile di indiani si è riversato nelle strade per una processione interminabile con musiche tradizionali sparate a tutto volume da casse a dir poco malconcie. Eravamo praticamente gli unici occidentali presenti ma non potevamo di certo farci scappare una cerimonia di tale importanza almeno nel numero di partecipanti. Il tutto consisteva in una processione a seguire un carro sbrilluccicante che sprigionava luce da ogni dove, seguito dai devoti rigorosamente scalzi.

Tornati a dormire il giorno seguente ci aspettava l'ultimo percorso in bus attraverso l'Asia con destinazione Singapore.