L'altra Albania... Su due ruote
località: podgorica, koplik, fierze, tirana
regione: albania, montenegro
stato: albania (al)
Data inizio viaggio:
mercoledì 26 ottobre 2011
Data fine viaggio:
lunedì 7 novembre 2011
Abbiamo percorso 6.000 km di cui oltre 2.000 di sterrato sulle montagne dell’Albania. Siamo partiti in tre con le nostre moto. Abbiamo dormito dove "capitava" e il budget a nostra disposizione, compreso il carburante era intorno ai 1000 euro.
Ecco il resoconto:
Eccoci qui… Fermi all’ultimo distributore di benzina. Le moto, sul cavalletto laterale, fumano lentamente… Incuranti dell’acqua che scende ostinata, mentre la radio della stazione di servizio trasmette “bollettini di guerra” sull’inondazione che ha colpito la Liguria, invitando a non mettersi in viaggio.
Si fuma con calma, perdendosi nei propri pensieri… Come se quel momento da gustare fino in fondo, non dovesse finire mai. Sappiamo che con questa sigaretta, termina anche il nostro viaggio. Sentiamo senza dircelo un po’ di malinconia…
Anche questa esperienza si sta concludendo: 6.000 km di cui ben oltre 2.000 di sterrato sulle montagne dell’Albania. Protagoniste assolute le nostre inseparabili compagne di sempre: una BMW 1150GS di Alex e due BMW R1200GS quella di Damiano e la mia.
Inseparabili come le moto, i compagni di questo viaggio… Non potrebbero essere altri! Persone su cui contare, con le quali non servono le parole perché basta un’occhiata per capirsi. Intesa perfetta.
Siamo partiti da Torino e quasi come una lunga cavalcata siamo arrivati fino a Podgorica, capitale del Montenegro. Un viaggio è sempre una nuova partenza… Lasci indietro le ansie e i problemi quotidiani per ricaricarti di ossigeno. Solo la strada che corre via sotto le gomme e l’immersione totale nel paesaggio, possono darti una vera sensazione di allontanamento. Scarichi il peso dalle spalle e inizi a sentirti… Libero.
Si arriva a Koplik, una piccola cittadina albanese che ci riporta con la mente ad alcuni villaggi marocchini o tunisini attraversati in viaggi precedenti…
La strada sale verso la parte più selvaggia e ignota dell’Albania… Dopo pochi chilometri diventa bianca e comincia ad inerpicarsi diventando sempre più stretta. Costeggiamo in maniera precaria i precipizi, mentre poco alla volta il sole scende…
Decidiamo di fermarci un attimo. Ci sono dei momenti che devi gustarti in solitudine, allontanandoti nel buio. Rimani da solo e ascolti il rumore del sottobosco. Emozioni che nessuna immagine potrà mai fissare. Devi riuscire a goderle prima che si dissolvano, che si consumino…
Quindi siamo già in sella, e dopo il Passo di Burri i Torres comincia la discesa verso la valle del Theth. Arriviamo intorno alle 20 nel buio totale. Finalmente, esausti troviamo una stanza con quattro materassi non troppo invitanti. Ma la stanchezza ha il sopravvento e quasi senza toglierci la tuta ci buttiamo sopra.
Eccoci lungo la strada che da Shkodër porta a Tropic, in direzione di Fierze. Dopo alcune ore di sterrato da non sentire più le braccia, la polvere non solo ci ricopre, ormai è dentro di noi.
Nel punto in cui dovremmo superare un ponte, scopriamo che non esiste più. È stato spazzato via da un’inondazione e lo stanno ricostruendo… Non ci resta che spingerle attraverso uno stretto varco. Quindi, per tre volte, come un rituale, ogni moto viene accompagnata sull’altra sponda: uno tira dal manubrio e dalle forcelle mentre un altro la spinge da dietro. Ci siamo, possiamo continuare!
Sull’area di servizio oltre la pioggia cala anche la sera. “Non volare ma viaggiare… Sì viaggiare evitando le buche più dure, senza per questo cadere nelle tue paure…” Diceva una canzone di tempo fa… Invece si vola volando all’avventura su strade bianche, sollevando dietro di noi una nuvola di polvere che si alza libera, liberi come non potremmo mai pensare d’essere!
Le previsioni mentre risaliamo, sono tre ore al confine con il Montenegro e quindi alla volta di Podgorica. Ci attendono una doccia calda e una birra fresca per toglierci la polvere… Un’altra costante di questo viaggio… E invece, all’uscita di una curva, senza nessun preavviso la moto di Alex si ferma. Siamo a 15 km dal confine montenegrino, a 50 km dall’officina incontrata all’andata, dove avremmo dovuto rifare il cambio delle gomme… Trovare qualcuno nelle campagne albanesi che sia in grado di risolvere il problema è impossibile. Finalmente riusciamo a caricare la moto su di un camioncino che, dall’aspetto, deve aver appena trasportato qualche maiale… Dopo aver svolto i controlli di prassi, rientriamo in Montenegro. Ci fermiamo in una piazzola di sosta insieme a tanti camionisti in attesa di ricevere i loro documenti e proviamo a cercare un passaggio. Un camion che trasporta sacchi di cemento, uscito da un film degli anni ’50 fa al caso nostro. Podgorica stiamo arrivando… Non si lascia indietro nessuno!
Quante vite incontrate… Come dimenticare il contadino che sentendo il rumore delle moto esce a salutarci. Così ci fermiamo e insiste per prepararci un caffè. Quando vede che lo versiamo nelle gavette, corre in casa ed esce con il servizio bello offerto sul vassoio d’argento per noi, suoi ospiti. Questo è stato il nostro viaggio, fatto di momenti che terremo con noi per sempre e nulla potrà portarci via o farci rivivere nella stessa misura.
Qui continua a piovere e la radio dice di non mettersi in viaggio. Ok ragazzi, la sigaretta è finita, com’è finito questo nostro viaggio.
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