Albania, Kosovo e Macedonia - estate 2018
località: tirana, kruje, scutari, berat, argirocastro, ksamil, saranda, apollonia, butrinto, durazzo, porto palermo, borsh
stato: albania (al)
Data inizio viaggio:
giovedì 16 agosto 2018
Data fine viaggio:
domenica 26 agosto 2018
L’idea del viaggio in Albania era già stata più volte sollecitata dalla gentil consorte, avendone sentito ben parlare , mentre a me già da anni stuzzicava l’idea di vedere la capitale macedone Skopje. Non potendo quest’anno per problemi familiari prenotare in anticipo il solito “viaggione”, l’idea di partire in auto e sfruttare il traghetto da Bari direzione Albania si fa largo rispetto a qualsiasi altra possibilità; a 20 giorni dalle agognate ferie finalmente abbiamo conferma che possiamo lasciare i nostri cari senza alcuna preoccupazione per goderci una meritata vacanza, ed in pochi minuti il piano di attacco del territorio prende forma. I prezzi per i traghetti per Montenegro e Grecia , che ci avrebbero permesso di rivisitare il Montenegro, e spingerci a sud fino alle Meteore, hanno ormai prezzi troppo alti, e le distanze peraltro sarebbero eccessive per permetterci del tempo adeguato a gustarci la meta principale del viaggio, l’Albania. Leggendo la vecchia ma fedele Lonely Planet scopro che in Macedonia sarebbe presente la meta più interessante degli interi Balcani, Ocrida; pochi giorni a disposizione, 13 forse, e tante cose da vedere; situazione stradale in Albania non delle migliori; utilizzare il confine macedone da Ocrida sia in andata che al ritorno significherebbe rinunciare alla Albania del Nord, quindi comincio a cercare un varco che ci permetta di estendere il nostro viaggio, evitando le strade peggiori, magari alla ricerca di siti Unesco poco conosciuti. Su alcuni diari di viaggio leggo che il confine tra Albania e Kosovo è percorso da una moderna autostrada; in merito alla sicurezza, evitando le zone vicino il confine Kosovo-Serbia e le strade meno trafficate, non dovremmo aver problemi; inoltre anche il confine Kosovo-Macedonia è sicuro, anch’esso percorso da autostrada, che porta fino a Skopje. L’itinerario è quindi pronto, verifico la presenza di traghetti disponibili, blocco il Bari-Durazzo del 15/8 e purtroppo sono costretto a prenotare il rientro (Durazzo/Bari) il 26/8 perché altre date sono già sold out. Budget limitato, tempi ridotti, decido sì di visitare il primo giorno Scutari, ma di non farmi incantare dal suo lago (visiteremo il più rinomato Lago di Ocrida sul lato macedone); decido inoltre che anche Tirana non meriti una lunga visita rispetto ad altri siti di interesse. Dormiremo quindi le prime due notti a Kruje, in un affittacamere dentro le mura del castello, quindi ci sposteremo in Kosovo dove dormiremo a Prizren (che valuto non a torto ben più interessante di Pristina), per spostarci il giorno dopo (19/8) a Skopje (dopo una breve visita al Monastero di Gracanica, Patrimonio Unesco). Il 21 agosto ci spostiamo verso Ocrida, dove dormiamo 2 notti, sostando qualche ora a Bitola. Il 23 agosto rientriamo in Albania per visitare i siti Unesco Berat e Argirocastro (qui pernottiamo), prima di spostarci verso la costa a Ksamil e trascorrere gli ultimi giorni di vacanza.
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Durazzo Scutari Kruje
giovedì 16 agosto 2018
Arrivo del traghetto al porto di Durazzo alle 8 circa. Diversamente da quanto letto in alcuni diari di viaggio, all’interno del porto, passati i primi controlli ed esibito libretto di circolazione e documenti di identità, troviamo l’unico ufficio per la copertura assicurativa auto giusto di fronte a noi: 49 euro per assicurare la nostra clio per 15 giorni (usciremo dal Paese direzione Kosovo e rientreremo dalla Macedonia sfruttando la stessa assicurazione). Rifiuto cortesemente un cambio valuta , e usciamo dal porto facendo subito i conti con il gps dei nostri tablet/smartphone. Moneta ufficiale il lek, cambio con euro a circa 125 lek. Avendo già letto che in diversi luoghi di interesse turistico l’euro è comunque accettato, non perdiamo altro tempo e cominciamo la nostra avventura dirigendoci verso Scutari ed il suo lago, al confine con il Montenegro. Il primo impatto con le strade albanesi ci conforta, riusciamo a tenere il passo del navigatore satellitare senza troppi problemi, fino al momento in cui improvvisamente ci troviamo incolonnati a 4 km da un centro urbano; I 100 km di tragitto che dovevamo percorrere comodamente in meno di 2 ore diventeranno una odissea di oltre 3 ore. Alle 12.30 riusciamo finalmente a parcheggiare la nostra auto ai piedi della salita che porta al Castello di Rozafa; non avendo lek disponibili, paghiamo in euro sia il parcheggiatore, che la proprietaria dei vicini bagni, e ci costeranno ben più dei 100 lek a cranio pagati per l’ingresso al sito. La leggenda sul castello narra di una donna murata viva che ne permise la costruzione; trascorriamo una piacevole ora all’interno della fortificazione, ammiriamo il paesaggio circostante, quindi ci spostiamo in auto a Scutari, direzione Kol Idromeno, la via pedonale. Impieghiamo meno tempo del dovuto nello spostamento (i diari di viaggio letti, e l’esperienza appena vissuta del trasferimento in auto da Durazzo facevano presagire il peggio), riusciamo a trovare posto in centro e preleviamo subito i lek con cui pagheremo il nostro primo pranzo albanese; sebbene esperto di numeri e cambi, l’imposizione di soli 4 tagli da selezionare e l’applicazione di 400 lek di tassa, anzichè dividere per 125 le misure proposte porta il mio cervello ad utilizzare uno dei pochi neuroni scemi a disposizione ed il risultato è un prelievo del corrispondente di euri 15, ultratartassati….. nei successivi minuti i neuroni limitrofi faranno a gara a chi la combina più grossa… dopo circa mezz’ora di giro in centro mi decido a prelevare una somma più dignitosa e abbandonare mestamente la zona cercando immediatamente di risparmiare anche in spese di parcheggio quanto regalato all’Albania tutta e a Mastercard in un momentaneo black-out. Il centro di Scutari è sicuramente apprezzabile, la passeggiata pedonale è piacevole, ma a mio parere non val più del tempo che vi abbiamo dedicato. Prima di dirigerci verso l’albergo a Kruje, in auto raggiungiamo a 8 km di distanza il famoso ponte Ura e Mesit; architettura medievale, di forma ad arcate irregolari, con tratti con pendenze diverse; i suoi 100 metri si prestano a foto eccezionali. Ci rilassiamo qualche minuto, quindi evitiamo il passaggio di un gregge di pecore e ripartiamo in direzione Kruje, dove arriveremo dopo circa 2 ore, e dopo aver affrontato alcuni tratti di sterrato a passo d’uomo; capirò i giorni successivi che non trattasi di una scorciatoia, ma della strada principale, e che il mio gps sarà capace di propormi itinerari ben peggiori di questo in seguito; ahinoi, al rientro in Italia constateremo che alcuni nostri connazionali in motorino ne han pagato le conseguenze in modo eccessivo, mentre parecchi altri han rimesso le fiancate delle loro auto in incroci funesti con driver albanesi.
Parentesi sugli hotels in Albania. Sicuramente i costi son ben lontani dal paragonarsi a quelli italiani; i servizi altresi a volte riescono ad eguagliare ed addiritturare superare i meriti italici. E’ così che al momento di prenotare le sistemazioni in Albania, come in Kosovo e Macedonia, decido di alternare giornate in strutture particolari e più curate, a giornate dedicate al risparmio; e così capita di trovare, a pochi km da Tirana, da Durazzo, e vicino alla direttrice principale per il Kosovo, una sistemazione all’interno di un famoso castello, celebrato da storie e leggende, in una città simbolo della resistenza anti-ottomana, che diede i natali all’eroe nazionale Scanderbeg, antica capitale albanese: Kruje (o Kruja). Per 2 notti la folle spesa ammonta ad euri 45 colazione compresa (e birrozza di benvenuto inclusa); diciamo che si coniuga bene l’economicità al massimo che l’accoglienza albanese possa offrire. Ad Emiliano (di Emiliano rooms) non chiediamo centro benessere, sauna, hammam, ma quello che offre a quella cifra gli vale tutta la nostra stima… ed un meritato 10 su Booking.com. Per raggiungere la sistemazione si devono convincere le guardie all’ingresso della zona pedonale e del bazar a far passare l’automobile, quindi si salirà per una strada ripidissima fino alle mura del castello, di cui oggi non rimane che una sola torre; sotto la nostra vista, da una parte il bazar e la città , dall’altra la montagna; dal parcheggio delle auto si raggiunge in 30 secondi … dicasi 30 … ma anche 2 o 3 secondi con un salto… lo spettacolare museo del castello, la vera fortificazione / attrazione del sito. Emiliano ci propone il menu di mamma sua a soli 5 euro per la sera, e la mia gentil consorte a tale richiesta non può che aderire !! Che dire? La sera la passiamo a far foto a go go.. a cenare sul prato che fu probabilmente teatro di battaglia ai tempi che furono…. e noi l’unica battaglia la conduciamo con i gatti locali che saltan sulle sedie per segnare il territorio ed elemosinando la loro cena.
Kruje e Tirana
venerdì 17 agosto 2018
Ci si sveglia con il canto del gallo, che probabilmente ha perso il suo orologio, o fors’anche la vista, e non è puntualissimo nel suo lavoro; e avvertiamo anche il “canto” di parecchi altri animali che arriva dalla vallata. Far colazione all’aperto in balia delle api si rivela compito impossibile, per cui tra l’alternativa del mangiare in stanza e la sala in muratura con arazzi e camino… preferiamo la seconda; è estate ed il camino è spento, ma dalle foto del castello innevato intuiamo quanto debba essere utile e suggestivo in inverno.
Considerato che il bazar apre alle 9, usciamo con la nostra auto dalla zona prima che venga assediata dai turisti; ci dirigiamo verso Tirana, con il proposito di tornare nel primo pomeriggio per passar del tempo anche oltre le mura del castello. Il gps ci propone una alternativa assurda per raggiungere la capitale; dopo aver assecondato la proposta per circa 2 km in mezzo allo sterrato, un neurone intelligente colpisce violentemente il vicino scemo, una fitta alla testa mi ricorda di avere un cervello da utilizzare immediatamente per sostituire il navigatore impazzito; questa volta il mio intuito ci porta sulla retta via, ed alle 9,30 circa siamo in centro a Tirana. Troviamo parcheggio nel sotterraneo di Piazza Scanderbeg, e da li ci muoviamo a piedi alla scoperta della capitale; attorno alla piazza ci sono le attrazioni ed i monumenti più importanti di Tirana, ed essa stessa è luogo di ritrovo apprezzato per chi voglia riposarsi sulle “sdraione”, far un giro sulla giostra, o semplicemente difendersi dalla calura passando sopra le fontanelle, come fan parecchi bambini accompagnati dalle nonne, e come fa la mia consorte in preda ad un “ritorno alle origini”… Tralasciamo la visita del museo nazionale albanese e anche della moschea, chiusa per restauro; non saliamo sulla torre, non considerando appetibile la vista panoramica da appena 20 metri sopra le nostre teste; non ci interessa neanche la BunkArt; per cui trascorriamo tutto il tempo in città a passeggiare per i piacevoli viali, a sbirciare i locali della movida di Tirana, a rilassarci nei parchi cittadini, a guardare vetrine di negozi di design dai prezzi improponibili alla maggior parte dei comuni mortali del mondo occidentale. Entriamo solo nella moderna Cattedrale Ortodossa, per ammirare il grande mosaico del Cristo Pantocratore. Alle 14 il nostro tour della capitale è già terminato
Tornati a Kruje prima visitiamo il museo, quindi ci spostiamo al bazar per comprare souvenir. Il museo è veramente una bella sorpresa, tanto imponente fuori quanto interessante dentro; riviviamo l’orgoglio degli albanesi per il loro condottiero Skanderbeg, conosciuto in Italia come Giorgio Castriota, che affrontò e sconfisse l’esercito ottomano. Le musiche di Amelie ci attendono all’uscita, un fisarmonicista rende magica l’atmosfera; scendiamo verso il bazar e ci dedichiamo a bighellonare in paio di ore senza meta, con unico intento di comprare qualche souvenir, nel frattempo constatando anche la presenza di botteghe artigianali di notevole interesse.
Ceniamo presto, quindi prima addormentarci studiamo il percorso che tra poche ore ci porterà in Kosovo.
Kosovo - Prizren
sabato 18 agosto 2018
Il Kosovo non è sicuramente tra le mete ambite per le vacanze estive, e neanche per week end culturali; anzi, non esiste assolutamente tra le mete proposte, se non in abbinamento alle vicine Albania e Macedonia come tappa di transito. Peraltro il recente passato non aiuta a confortare eventuali turisti a spingersi fino ai confini kosovari, specialmente i confini con la Serbia sono ancora motivo di disputa tra i 2 paesi, nonostante gran parte della comunità internazionale abbia riconosciuto questo piccolo stato, e dal 2016 sia praticamente demilitarizzato (con eccezione di alcuni siti di interesse per lo più religiosi, presidiati a volte anche da nostri carabinieri, come mi è capitato di vedere a Pristina). Il reddito pro-capite è tra i più bassi d’Europa, eppure la vitalità registrata in alcuni centri urbani ci induce a pensare che in atto ci sia un profondo cambiamento. Paese in prevalenza islamico; moneta ufficiale l’euro.
L’idea del “passaggio” in Kosovo nasce dal desiderio della gentil consorte di visitare l’Albania, e della mia curiosità a spingermi intanto verso Skopje, in Macedonia, e quindi verso la tanto decantata perla dei Balcani, Ocrida. Studiando la cartina, smanettando su GoogleMap, l’opzione del passaggio via Kosovo all’andata (da Kruje verso Skopje) e del rientro dal confine sul lago di Ocrida (dall’omonima città verso Berat e Argirocastro) è l’unica che ci garantisce in tempi rapidi gli spostamenti, consentendoci soste anche nella parte centrale dell’Albania dove ci sono siti di notevole interesse culturale e storico. Per valutare la possibilità del passaggio comincio a studiare la situazione politica e cerco su internet materiale di altri viaggiatori che mi supportino ed aiutino nella decisione; con sorpresa scopro che già alcuni tour operator hanno utilizzato la mia “scorciatoia”, e scopro anche che i preconcetti sul Kosovo, come peraltro quelli che in passato si avevano dell’Albania e del suo popolo, sono assolutamente superati. Certo però 3-4 diari di viaggio su internet, contro decenni di preconcetti non mi confortano del tutto sul sostare nel paese troppo a lungo. Disegno quindi un itinerario che in tutta sicurezza mi permetta questo assaggio di Kosovo, visitando e pernottando a Prizren, spostandomi quindi verso la Macedonia con breve escursione al Monastero di Gracanica, utilizzando strade più trafficate e praticabili rispetto a quelle che, seppur più brevi, potrebbero comportare lunghi tratti di strade sconnesse o sterrate. Una volta sul campo, sempre la gentil consorte insisterà che l’escursione a Gracanica si estenda alla capitale kosovara Pristina (distano l’una dall’altra appena un rettilineo di 5 km), città che sulla carta (e a ragione) avevo scartato perché poco interessante rispetto alle altre mete del nostro lungo itinerario. Le altre paure sull’utilizzo dell’auto in Kosovo, sul trasporto e la custodia dei nostri valori (non si pensi a chissà cosa… ma la mia macchina fotografica, il mio smartphone , e la mia carta credito, hanno valore inestimabile per me…..!!) le affrontiamo prenotando il parcheggio in hotel a Prizren e prevedendo il fermo della Clio per l’intera prima giornata, ed il controllo a vista per la seconda giornata; non proprio considerazione da turista , forse più da reporter in zona di guerra ma, come già scritto, sul campo scopriremo tutta un’altra realtà rispetto a quella raccontataci dai media ogni giorno da anni.
Attraversiamo il confine tra l’Albania ed il Kosovo percorrendo una fantastica autostrada, nuova, scorrevole, tra le montagne ed il verde. Il buongiorno kosovaro lo riceviamo al temutissimo confine, ed al posto di quelli che sarebbero comprensibilissimi controlli, ci accoglie un sorridente poliziotto di dogana che tenta di parlarci in italiano, ci strizza l’occhio, ci permette di attraversare oltre, ma pregandoci di parcheggiare appena dopo la linea di demarcazione dei confini nazionali per tornare indietro a piedi qualche metro e sottoscrivere la polizza integrativa per l’assicurazione della nostra auto (15 euro). In 20 minuti scarsi la dogana è superata e ancora troviamo strade in situazioni sorprendentemente buone. Solo in vicinanza del centro di Prizren ci troveremo con condizioni stradali lievemente differenti, e solo per colpa del navigatore gps finiremo nel mezzo di un mega ingorgo, e a passare per brevi tratti sconnessi e sterrati. L’hotel Prizreni è in posizione centralissima, a 10 metri dal fiume, e da un ponte di accesso allo stesso hotel ed alla zona pedonale; alle spalle della nostra sistemazione parte la salita per la fortezza di Kaljaja; a 100 metri sul lungo fiume ci sono le maggiori attrazioni della città, la moschea di Sinan Pasha ed il quattrocentesco ponte ottomano; il resto sta tutto comunque nelle vicinanze. Troveremo con difficoltà la famosa Chiesa Ortodossa della Vergine di Levisa, Patrimonio Unesco, vandalizzata più volte, oggi chiusa, dall’esterno si vedon chiaramente i segni di incuria ed inciviltà.
Nessun centro informazioni, nessuna guida cartacea in italiano, solo una piccola ed imprecisa mappa ci viene fornita in hotel; fortunatamente la nostra lonely planet “Balcani Occidentali”, seppur datata, ha qualche informazione sulla cittadina.
I prezzi dei souvenir sono assolutamente sproporzionati in confronto al tenore di vita dei locali; non troviamo fast food occidentali, ma “paninerie” kosovare dai prezzi imbarazzanti (in 2 una cena con bibite , hamburger e patatine a circa 4 euro…); il pranzo all’arrivo lo gustiamo in un ristorante sul fiume (SUL... non prima, non lungo il… SUL FIUME !!) ed io mangio una trota intera appena pescata con appena 5 euro!! Capiamo perché i colossi della ristorazione americani qui non tentino neanche di entrare…
La vista della città dall’alto della fortezza ci fa pensare a ben più conosciute città europee (Budapest e Salisburgo); i murales sulle sponde del fiume , i numerosi bar, negozi, il rumore delle rapide sul Bistrica rendono piacevole il passeggio in centro; la vita notturna decisamente animata da migliaia di giovani che si aggirano per locali sul lungo fiume ci fa trascorrere con serenità le ultime ore a Prizren.
Monastero di Gracanica e Pristina
domenica 19 agosto 2018
Sveglia presto, colazione e si parte per Gracanica, dove visiteremo il Monastero Patrimonio dell’Umanità. Impieghiamo circa 1 ora di auto. Parcheggiamo comodamente davanti al sito, quindi entriamo senza pagare alcun ticket e assistiamo alla funzione domenicale. Non ci sono più truppe della KFOR a presidiare il Monastero, ma nel momento in cui un omone sospetto ci invita a seguirlo temiamo di aver contravvenuto a qualche legge, o usanza locale, e pur divincolandoci e tenendolo a distanza, non possiamo far altro che seguirlo a lato della chiesa; con nostro stupore, ci apre una porticina e ci invita ad entrare in chiesa…. capiamo che finora abbiamo visto la sola parte dedicata alla celebrazione della messa, ma la “vera” e antica (del 1321) chiesa è un’altra… entriamo ed ammiriamo affreschi in parte danneggiati, in parte restaurati, alcuni ancora coperti da impalcature… questo sì è Patrimonio Unesco !!!
In anticipo sulla tabella di marcia, la gentil consorte mi convince ad un veloce passaggio a Pristina; la mia diffidenza verso questa città non è ancora vinta, ed il nostro tour fotografico sarà in stile bus turistico “hop on hop off”. Abbandoniamo la città in tempi brevissimi, e alle 12 circa attraversiamo senza difficoltà il confine con la Macedonia.
Berat
giovedì 23 agosto 2018
Ore 9 . Rientriamo in Albania dal confine Macedone vicino il lago di Ocrida e ci dirigiamo verso Berat. Pochi saranno i km che percorreremo agevolmente , spesso ci ritroveremo in fila in vicinanza di cantieri, o a superare discreti tratti di sterrato.
Raggiungiamo Berat alle 12; parcheggiamo nelle vicinanze del fiume, non riuscendo a trovare una strada che ci porti fino alla fortezza; il gps ci propone strade da far accaponare la pelle che metterebbero a rischio la nostra incolumità, e la tenuta della mia Clio… Affrontiamo una salita a piedi a dir poco impegnativa e quando raggiungiamo la cima notiamo auto parcheggiate nelle vicinanze (credo atterrate con una astronave!!!), anche se abbiamo modo di ammirare un’auto di un francese che con una piccola utilitaria passa attraverso il cantiere aperto (stan ripavimentando la salita) dove i crateri presenti sembrano non avere fondo...
Paghiamo 100 leke l’ingresso al castello di Berat e ci troviamo in un villaggio di altri tempi. La stanchezza è tanta che ci accorgiamo dapprima solo di un piccolo bar in cui rifocillarci e fruire dei servizi; quindi cominciamo a vagare per la Cittadella fortificata (Kala) tra chiese e case di pietra; arriviamo fino all’ingresso del museo Onufri e sbirciamo solo dall’esterno alcune delle sue numerose icone esposte; sebbene il sito sia di interesse nazionale, sinceramente sono ignorante in materia e non sono minimamente interessato dalla iconografia, iconostasi, o qualsiasi altra icono-cosa, per cui proseguiamo la nostra visita dirigendoci verso il punto panoramico. Veramente suggestivo affacciarsi e vedere sull’altra sponda del fiume le numerose case con le numerosissime finestre arroccate su una collina, da cui il nome “città dalle mille finestre”; colpiti dal paesaggio, inseriamo nel nostro tour per il dopo pranzo una visita con book fotografico della Berat bassa, dal ponte Gorica con vista su entrambi i quartieri, Mangalem e Gorica stesso. Ma prima di pranzare siamo attirati da un passaggio lungo le mura che ci fa fare un giro largo della fortezza; scopriamo uno dei punti di maggiore fascino e suggestione di Berat, la chiesa ortodossa della Santissima Trinità, costruita su un ripido pendio.
Ci avviamo verso l’uscita dalla fortezza, scendiamo dalla montagna e scopriamo dalla lettura delle nostre guide che Berat è inoltre luogo dove convivono da secoli pacificamente musulmani e cristiani.
Facciamo le ultime foto dal famoso ponte, quindi lasciamo la città Patrimonio Unesco per dirigerci verso Argirocastro. Partenza ore 15:30, arrivo ore 18:30, 3 ore per coprire 150 km (!!) con guida super sportiva per superare tutti i livelli di quello che ci appare sempre più come un videogioco in cui più si avanti, e più tutto diventa difficile. Sconsiglio a drivers non esperti di mettersi in strada in queste zone dell’Albania; oltre all’impegno dato dal manto stradale in condizioni precarie per lunghi tratti, sovente abbiamo visto albanesi adoperarsi in sorpassi ben lontani dalla sobrietà .. non parlo di sicurezza perché quella è parola desueta..
Su suggerimento della receptionist del nostro hotel ad Argirocastro saliamo subito verso il castello, prima in auto fino al parcheggio vicino il bazar, e poi a piedi (pendenza notevole!) , ma con disappunto lo troviamo già chiuso da un po'. Giriamo per il bazar, quindi ceniamo nel ristorante suggeritoci dalla stessa receptionist, questa volta con maggior fortuna!
da Argirocastro alla costa albanese
venerdì 24 agosto 2018
L’ingresso al castello di Argirocastro costa appena 200 leke, ma per girarlo tutto, compreso prigioni e museo delle armi, una volta percorso tutto il cortile interno si troverà un altro custode pronto ad emettere nuovo ticket… suggerisco di acquistare anche il secondo biglietto, ne vale veramente la pena; interessante anche la passeggiata all’interno delle mura che dal cortile dei cannoni porta alla Torre dell’Orologio, dove leggeremo la storia della Principessa Argjiro.
Terminata la visita al castello verso le 11 ci rimettiamo in strada in direzione della costiera albanese; ci permettiamo una unica sosta al Blue Eye, dopo circa un’ora di viaggio; paghiamo 200 leke per accedere ad un tratto sterrato e polveroso, di circa un paio di km, che ci conduce ad un parcheggio alle spalle del sito; alcuni lo percorrerono a piedi per evitare l’ingorgo di auto… ma sotto il sole ed in mezzo al caos, suggerisco di seguire il nostro esempio. Seguendo la massa, arriviamo alla sorgente, freddissima e limpidissima, che nasce dal sottosuolo ed alimenta il fiume; sgomitiamo per salire in una piccola sporgenza da cui meglio si ammira il grande occhio blu. Dovendo la mia consorte utilizzare i servizi in loco, prendo uno snack al volo al bar, e lo pago quanto una discreta cena sulla riviera albanese !
Proseguiamo il nostro viaggio verso la costa, arriviamo nel primo pomeriggio al Nebo Hotel a Ksamil; abbiamo difficoltà con il gps e dobbiamo chiedere indicazioni ai locali per trovare l’hotel; la struttura seppur nuova non ci fa una buona impressione, ed il disservizio creatoci per un aumento del prezzo (ad un mese dalla prenotazione online!) per motivi non meglio precisati da Booking.com mi fa notevolmente alterare e dubitare dell’affidabilità dei gestori; a voler essere benevoli diciamo che accoglienza e trattamento sono spartani, così come la colazione alla carte che ci verrà offerta il giorno dopo, rigorosamente dopo le 8,30. Tornando al presente, ci rilassiamo per quanto possibile qualche minuto, quindi decidiamo di pranzare nella vicina pizzeria; rientriamo in hotel solo per cambiarci, quindi raggiungiamo la vicina spiaggia a circa 200 metri. Le condizioni metereologiche non promettono nulla di buono e la mia gentil consorte scalpita per trovare un posto dove stendere il suo telo e tuffarsi a mare; fatico non poco a trascinarla verso la spiaggia di fronte il primo isolotto , in cui troviamo uno spazio dove sistemarci. Senza spendere un lek , al contrario di quanto scritto nei numerosi forum e diari su internet, riusciamo a trovar posto in una delle spiagge più rinomate dell’intera costa albanese. A dir la verità, i ridotti spazi a disposizione, la confusione e le nuvole in agguato non ci fan urlare dalla felicità; rimaniamo un paio di ore, quindi decidiamo di spostarci sul lungo mare per avere una visione migliore delle tre isole e delle possibilità di svago il giorno dopo. Ci informiamo sui prezzi dei pedalò. Quindi prendiamo un cocktail in un locale con vista su Tre Ishujt.
Passeggiata verso l’hotel, quindi relax, cena in locale sulla strada principale prevalentemente frequentato da italiani, e programmazione per il giorno avvenire.
Ksamil e Saranda
sabato 25 agosto 2018
Dopo la spartana colazione ci dirigiamo verso uno dei parchi più importanti in Albania. L’ingresso al Parco Nazionale di Butrinto costa 700 leke, ma io ne pagherò abbondantemente di più attraversando il canale con l’auto sopra una onerosissima zattera da 5 euro al passaggio.. totale 10 euro a/r.. per veder da vicino il castello veneziano, e realizzare che la zona di interesse archeologico è sull’altra sponda. Tornati sulla retta via entriamo al parco e superata la Torre Veneziana seguiamo il percorso che dal viale principale porta al Teatro Antico, e facciamo un tuffo nel passato, fino all’ VIII a.C., vediamo i resti della mitologica città fondata dagli esuli di Troia, quindi colonizzata da romani, greci, bizantini, veneziani e ottomani. Passiamo dalle Terme all’Acropoli , al Santuario e al Battistero, e al Castello Veneziano; il sito è un libro di storia a cielo aperto, dichiarato Patrimonio Unesco nel 1992.
Torniamo a Ksamil; di pomeriggio mare, la consorte reclama, decidiamo intanto di fare un giro in pedalò (alle 14, 1 ora) e sbarcare su almeno una delle isolette di Ksamil, quindi rilassarci su una spiaggia di fronte l’isolotto più a sud. Il nostro programma si rivela azzeccatissimo perché terminiamo il giro su pedalò, dopo essere stati su una spiaggia di ciottoli su uno degli isolotti, quando comincia a piovere. Rientrati in hotel, ci rilassiamo un pò, quindi decidiamo di muoverci verso una spiaggia ben pubblicizzata nella zona più a nord, e a seguire fare una passeggiata nella rinomatissima e caoticissima Saranda ! La spiaggia si trova nella strada che porta da Ksamil a Saranda , i Manastirit; parcheggiamo l’auto all’inizio della salita perché temo di non riuscire al ritorno a superare l’incredibile pendenza con la mia utilitaria; la spiaggia è semplicemente spettacolare e , causa il maltempo pomeridiano, deserta. Ci spostiamo verso Saranda e con difficoltà riusciamo a parcheggiare, passeggiamo circa un’ora sul lungomare ma l’eccessiva confusione ci fa desistere dal cercare un locale per la cena; la cittadina è senz’altro piacevole, a misura di vacanzieri. Rientriamo a Ksamil dove ceniamo nello stesso locale della sera precedente, quindi rientriamo in hotel per preparare le valigie per l’indomani.
la costa albanese da sud verso nord
domenica 26 agosto 2018
Si torna a casa. Si parte la mattina presto, in hotel lasciamo le chiavi alla reception , i proprietari la sera prima ci hanno avvertito che non si svegliano prima delle 8 !!! Lungo la strada avvistiamo numerose e interessanti spiagge. Prima tappa a Borsh alla Veranda Ulica; difficile trovare parcheggio, dall’esterno il posto è assolutamente anonimo, non inviterebbe nessuno a fermarsi per una colazione; entriamo ed invece ci troviamo nel bel mezzo di una cascata, su degli spuntoni di roccia sono stati sistemati tavolini e sedie; in questa cornice suggestiva prendo una frittata della casa e un buon caffè.
La tappa successiva è Porto Palermo, la Fortezza di Ali Pasha si erge in mezzo al mare, e porta con se una controversa storia già riguardo la sua costruzione; si narra, tra le numerose storie, che fu base sovietica in Albania per i sommergibili, ma noi italiani la ricordiamo perché nostro avamposto utilizzato il secolo scorso come prigione. Il Castello si presenta ben conservato, suggestiva la cornice; peccato l’accesso alla spiaggia e all’isolotto (unito alla terraferma solo da un piccolissimo lembo di sabbia) sia deturpato da immondizia ai margini della strada.
Soddisfatti ci rimettiamo in macchina e ci fermiamo un paio di volte lungo la strada ad ammirare le immense spiagge che ci accompagneranno per decine di km verso nord, da Himari in poi è un susseguirsi di paesaggi mozzafiato. Purtroppo siamo testimoni di numerosi incidenti lungo la strada costiera; sia gli albanesi, che avventati giovani turisti, a volte anche italiani, non riescono a rispettare il codice della strada.
Continuando il viaggio verso Nord, ci fermiamo a Zvernec, sulla laguna di Narta; trovata per caso indicazione durante navigazione su internet, si rivela una meta paesaggistica di tutto rispetto, con una passerella in legno che unisce l’isolotto alla terraferma, e con un bosco di cipressi a coprire uno splendido monastero.
Ultima meta del nostro viaggio in Albania, prima di dirigerci al porto di Durazzo, è Apollonia. Paghiamo 400 lek all’ingresso, il parcheggio all’esterno è gratuito, e decidiamo di pranzare prima di dedicarci alla visita del sito; ci rifocilliamo assistendo assieme ai proprietari ad una gara di Formula1 in tv. La sosta è breve, il dovere ci attende; alle 16 iniziamo il giro delle rovine del sito archeologico, fondato dai greci 2500 anni fa; la mappa del sito ci induce in errore, e dopo aver visto l’Odeon e l’Arco di Trionfo vicino l’ingresso ricercheremo l’Acropoli e altri punti di interesse facendo per 2 volte il giro dell’intero sito, fino a convincerci del fatto che le rovine … per definizione … implicano che della originaria architettura sia rimasto poco.. o nulla !! Le indicazioni all’intero del parco sono assolutamente inesistenti. Prima di tornare alla nostra auto visitiamo il Monastero. In sintesi, sarà pure un luogo di notevole interesse storico e culturale, ma da vedere c’è ben poco, specialmente per degli italiani abituati a meravigliarsi per ben altre bellezze !!
Alle 17.30 si parte, destinazione Durazzo. In serata prenderemo il traghetto che ci riporterà in Italia.