Viaggio in Armenia
località: yerevan, garni, khor virap, geghard
stato: armenia (am)
Data inizio viaggio:
giovedì 7 maggio 2009
Data fine viaggio:
domenica 10 maggio 2009
Arrivato in Armenia con tre compagni di viaggio come parte di un più ampio itinerario nel Caucaso comprendente anche Georgia e Azerbaijan. Entravamo nel Paese attraversando la frontiera con la Georgia con il van con conducente preso a Tbilisi. Dopo aver espletato le semplici formalità doganali proseguivamo per Yerevan percorrendo una strada di montagna in cui non mancavano tornanti e soprattutto buche nell'asfalto. Sono talmente stanco che mi addormento. Durante il percorso costeggiamo per un breve tratto il Lago Sevan. Arrivati a Yerevan ci fermiamo di fronte al nostro Hotel in posizione assolutamente centrale. Preso possesso delle camere, al pomeriggio con uno dei miei compagni di viaggio facciamo un giro in centro. La Piazza principale è a pochi passi dall'Hotel, poi percorriamo la strada pedonale fino al Teatro e alla così detta Cascada, una scalinata monumentale preceduta da un giardino con statue di Botero. In cima c'è l'alta colonna con la Statua della Vittoria mentre sul colle vicino troneggia l'austera statua di Madre Armenia. Ci limitiamo a guardare il tutto dal basso poi rientriamo in Hotel da dove, ricongiunti agli altri due amici, con un taxi andiamo al Monastero di Khor Virap ubicato in prossimità del confine con la Turchia di fronte al Monte Ararat. Le montagne in realtà sono due, il Piccolo e il Grande Ararat, superano i 5000 metri, sono da sempre il simbolo dell'Armenia ma si trovano interamente in Turchia. In base alla Bibbia qui approdò l'Arca di Noè alla fine del diluvio universale. Purtroppo le nuvole basse e la giornata uggiosa ci impediscono di vederne la sommità. Il Monastero è stato edificato da San Gregorio Illuminatore dopo che fu liberato dal Re Tridate che lo aveva imprigionato per tredici anni in un pozzo. Il pozzo c'è ancora e vi si accede scendendo in uno stretto cunicolo con un irta scaletta. L'episodio risale al 301 dopo Cristo e coincide con la conversione del Re che fece dell'Armenia il primo Stato al Mondo ad abbracciare ufficialmente il Cristianesimo. Ancor oggi quella cristiano armena è una religione autonoma con un proprio Capo chiamato Catholicos e propri riti. Questa religione è storicamente importante come testimoniano il quartiere armeno di Gerusalemme, l'isola di San Lazzaro nella laguna di Venezia e San Gregorio Armeno a Napoli. Rientriamo a Yerevan per la cena in un rinomato Ristorante etnico del centro. La giornata si conclude con una passeggiata nella strada pedonale e il rientro in Hotel per il pernotto.
Il giorno seguente con uno dei miei compagni di viaggio mi reco al vicino Hotel Marriot per incontrare un amico.che con la sua autovettura ci porta nella parte alta della Cascada per godere di una delle migliori panoramiche sulla Città a cui fa da sfondo il possente Monte Ararat ora privo di nuvole. Fatta una breve sosta all'Hilton ci rechiamo all'Ambasciata d'Italia dove siamo ricevuti dall'Ambasciatore. Dopo il pranzo in un Ristorante del centro e un drink in uno dei migliori locali di Yerevan posto in un attico panoramico, ci rechiamo alla Scuola d'Arte Barsegh Kanachian per un evento a cui siamo invitati. Assistiamo alle performance musicali e canore di alcuni allievi poi con la Direttrice e i Docenti ci fermiamo per un buffet. Si sono uniti a noi la Rappresentante dell'Ambasciata e un'insegnante d'arte che ci porta a visitare la sua Scuola posta in un quartiere povero della Città. Salutati gli amici di Yerevan torniamo in Hotel dove ci ricongiungiamo con gli altri due compagni di viaggio. Io non andrò a cena al Ristorante, preferisco restare in Hotel per poi coricarmi.
Il mattino dopo con un taxi ci rechiamo a Garni per visitare il Tempio edificato da Re Tridate (con denaro concesso da Nerone) che al tempo dell'Unione Sovietica era l'unico resto archeologico di questo immenso territorio. Quello che si vede è frutto di un restauro che lo ha rimesso in piedi dopo che nel '600 un terremoto lo aveva abbattuto. Il Tempio, simile a un Partenone in miniatura, è circondato da colline non sempre verdi e da un canyon. Un breve trasferimento ci porta al Monastero di Geghard che a me è piaciuto soprattutto per la sua collocazione ai piedi di montagne con pinnacoli rocciosi e cavità sfruttate dai monaci per crearne cappelle rupestri. Il Monastero che si appoggia sulla montagna. in parte è costruito e in parte rupestre. Gli ambienti interni, come per tutte le Chiese armene, è piuttosto oscuro, illuminato dalla sola luce fioca delle numerose candele che i fedeli accendono o dal sole che filtra dagli accessi. Gli armeni, confusi tra i tanti turisti, sono molto devoti. In una cappella laterale scavata nella roccia sgorga una sorgente ritenuta sacra. In un ambiente scuro la cui luce filtra da una fessura sulla cupola in alto, alcune ragazze cantano divinamente in cerchio. In prossimità del Monastero un ponticello a schiena d'asino scavalca un torrente e immette in un boschetto sulle cui piante i fedeli hanno legato ai rami dei nastrini colorati. Un sentiero porta fino ad una grotta dove è uso accatastare delle pietre una sulle altre a formare delle basse colonnine. La strada che ci riporta al taxi è piena di bancarelle turistiche. Da qui torniamo nella Capitale per visitare il Memoriale del genocidio armeno ad opera degli ottomani del 1915 in cui persero la vita circa un milione e mezzo di civili. Un momento di raccoglimento davanti alla fiamma che arde a perenne ricordo, deposizione di un mazzo di fiori e rientro in Hotel. La sera cena in un caratteristico Ristorante etnico, buona cucina armena a prezzi contenuti. Rientriamo poi in Hotel per il pernotto.
Il mattino seguente, dopo la colazione in Hotel, partiamo con il van prenotato, alla volta di Tbilisi in Georgia. Durante il lungo percorso costeggiamo il Lago Sevan. La lunga strada che si snoda tra colline e montagne caucasiche è costellata da numerose buche che il van cerca di schivare facendo slalom. Arriviamo alla frontiera con la Georgia che attraversiamo facilmente.
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