Caviale e petrolio

località: baku
stato: azerbaijan (az)

Data inizio viaggio: domenica 24 dicembre 1995
Data fine viaggio: mercoledì 27 dicembre 1995

IL CAVIALE, L'ORO NERO DEL MAR CASPIO. Questo Natale ci sarà poco caviale in giro per il mondo: tre dei maggiori produttori mondiali, Russia, Azerbaijan e Kazahstan, si sono autoimposti di non pescare più storioni per questa stagione per non incorrere nel bando della CITES (l'organismo delle Nazioni Unite che regola il commercio di specie protette) e per cercare di salvare una specie la cui sopravvivenza è criticamente minacciata. Il perché è presto detto: per ottenere il caviale, le uova non fecondate dello storione, è necessario uccidere la femmina. Questa specie cresce lentamente e può raggiungere e superare i cento anni di età: uccidere le femmine prima della riproduzione è un vero crimine biologico. I dati ufficiali mostrano che le catture sono crollate del 90% negli ultimi venti anni a causa dell'inquinamento, della distruzione dell'habitat nel quale vivono i pesci ma soprattutto della pesca totalmente priva di controlli. Il giro d'affari annuale è stimato attorno il miliardo di dollari: il 90% da traffico illegale. Per ogni tonnellata di storione "legale" ne vengono messe in commercio infatti dalle 9 alle 12 tonnellate, da aziende spesso fondate con capitali della criminalità organizzata che hanno preso il posto delle aziende statali sovietiche dopo la disintegrazione dell'URSS. La sospensione della pesca è parte di un programma di 12 mesi volto alla ricostruzione degli stock di storione ed è stato annunciato nel corso della riunione della CITES di Parigi; gli stati membri avranno il permesso di commercializzare il caviale estratto in primavera. I dirigenti della CITES hanno ammesso che questa misura temporanea non avrà probabilmente effetto immediato sul commercio illegale, ma i tre paesi si sono impegnati ad adottare un piano a lungo termine che prevede anche la lotta al contrabbando con l'aiuto dell'Interpol e della stessa CITES. Altri due paesi produttori, l'Iran e il Turkmenistan, non erano presenti alla riunione; mentre la situazione in Iran è sotto controllo - la produzione è saldamente nelle mani del governo che attua una vigilanza strettissima contro I contrabbandieri - il Turkmenistan dovrà adeguarsi alle direttive o sarà colpito dal bando totale delle sue esportazioni di caviale. Tutti e cinque questi paesi hanno infatti firmato il trattato CITES che consente all'agenzia di bandire le importazioni di prodotti a base di specie protette. Il bando è un primo passo nella giusta direzione ha affermato Ellen Pikitch, della Wildlife Conservation Society "ma per una specie che cresce lentamente, vive un secolo e impiega molti anni a raggiungere la maturità sessuale, non ci sono soluzioni rapide".

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