Sulle tracce di Bach
località: eisenach
regione: turingia
stato: germania (de)
Data inizio viaggio:
mercoledì 5 gennaio 2005
Data fine viaggio:
venerdì 7 gennaio 2005
Un weekend alla scoperta della patria di Johann Sebastian Bach, un piccolo viaggio all'insegna della musica e della memoria.
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Prima nottata ad Eisenach
mercoledì 5 gennaio 2005
Dopo un estenuante viaggio in macchina, arriviamo ad Eisenach la sera, alle 23 circa. La cittadina by night è estremamente tranquilla, anzi, deserta! Alla ricerca di un hotel decente ci arrampichiamo con l'auto su per una collina, lungo una strada che sembra non aver mai fine.. Dopo un po' ci fermiamo: la strada termina con un cancello, al di là c'è solo bosco.. è buio, non esistono lampioni o fonti luminose (esclusi i fari dell'auto), mia sorella (8 anni) comincia a dare segni di inquietudine, così facciamo dietrofront e torniamo indietro, fino al centro città. Dopo un po' troviamo un albergo, un Best Western molto lussuoso (evviva la pubblicità occulta!), decidiamo così di fermarci lì. Le camere sono due: una per me e mia sore, una per i miei. La nostra è enorme, le pareti sono rivestite da stoffa panna a fiorellini rossi! In un angolo della stanza c'è una grande finestra che forma come una nicchia, del tipo di quelle inglesi. Prima di coricarci accendiamo il televisore: io cerco di tradurre qualcosa dal tedesco, ma capisco poco o niente! Infine ci addormentiamo esauste.
Il castello
giovedì 6 gennaio 2005
La mattina dopo ci svegliano presto: è in programma la visita al castello, Wartburg. Ci si arriva dopo una decina di minuti d'auto, dal centro città. Il parcheggio è su una collina dalla quale si possono fare delle foto splendide. Purtroppo la giornata non è delle migliori: il cielo è scuro, pioviggina. Nonostante questo, intrepidi ci dirigiamo con passo marziale su per la collina (ancora! ma non quella della sera prima!) che porta al castello. La strada è scivolosa, soprattutto con la pioggia. Arriviamo in cima con il fiatone, ma ne è valsa la pena: ci attende il meraviglioso ingresso, con il ponte levatoio.
Il castello all'interno è magico.. un salto nel basso medioevo. C'è ancora il pozzo, con un decoro di ferro a forma di dragone attorcigliato. Le sale, che si possono visitare a pagamento, conservano ancora pavimento e soffitti originali del X secolo, anche se restaurati in parte. Magnifico il salone dei bardi, enorme, decorato con dipinti fantastici e coloratissimi. Al termine della visita guidata si accede ad una sala in cui sono esposte antiche armature. La parte migliore viene più tardi però: infatti nell'ala opposta si trova la stanza dove Martin Lutero tradusse il Nuovo Testamento dal greco al tedesco. La sala mantiene ancora lo scrittoio in legno e i mobili originali, appartenuti a Lutero!
Ultimo giorno: finalmente Bach
venerdì 7 gennaio 2005
Il giorno successivo, ci prendiamo tutta la mattinata per visitare la casa di Giovanni Sebastiano. Trovarla non è difficile: Eisenach è piena zeppa di cartelli che ne indicano la posizione! Di fronte alla casa c'è una statua del Maestro, con le sue iniziali. Rimaniamo incantati a guardarlo, innalzando una sorta di canto di venerazione..
Da fuori la casa è molto carina, pareti gialle, vetri piombati alle finestre.. c'è da chiedersi se 300 anni fa fosse davvero così.. All'interno, tutto è un piccolo museo: in una stanza sono esposti due piccoli organi, una spinetta e un clavicordo, originali del 1700.. Un organista (o clavicembalista, non saprei dire!) ci suona, sugli strumenti originali, preludi e fughe di Bach (ovviamente) e ci illustra brevemente in inglese il funzionamento degli antichi strumenti. Tutto ha un'aria antica, quasi sacra.. il pavimento di legno scuro scricchiola sotto i nostri piedi, e mi viene da pensare che magari Bach ha calpestato le stessi assi che ho calpestato io.. probabilmente no, ma è bello pensarlo.
Usciamo dalla casa con gli occhi scintillanti di emozioni..
Mia sorella si trattiene al negozio di souvenir, noi la accompagniamo e ne usciamo con ombrelli, borse, orecchini, matite, spille, calamite, il tutto rigorosamente stampato con una pagina di un Preludio, e col nome del Maestro.
Nel primo pomeriggio, giriamo per il centro della cittadina e io faccio indigestione mangiando una frittella enorme alla crema.. non era proprio una frittella, non saprei descriverla bene: un dolce pesante e buonissimo, con zucchero a velo e marmellata all'interno!
Purtroppo il tempo vola, così ci rimettiamo in viaggio sulla nostra Tipo scassata, accompagnati da una tristezza mista ad ammirazione..