Islanda: la terra dei 4 elementi..più uno!

stato: islanda (is)

Data inizio viaggio: mercoledì 27 luglio 2016
Data fine viaggio: giovedì 4 agosto 2016

Nella filosofia greca sono 4 gli elementi in cui tutte le cose esistono e consistono: il fuoco, la terra, l’aria e l’acqua. L’Islanda per me non è la terra del ghiaccio e del fuoco, come tanti dicono, ma la terra dei 4 elementi più uno, che è ovviamente il ghiaccio! Come non considerare, infatti, l’onnipresente acqua, il vento e la terra dai tanti colori? L’Islanda è la terra più diversa che abbia mai visto, con una varietà e quantità di paesaggi e fenomeni naturali potenti e spettacolari veramente incredibile per la sua piccola estensione. E’ un paese con un’anima antica e fiera a cui non rinuncia per inseguire una omologazione mondiale che sta appiattendo veramente tante culture anche millenarie, pur avendo simpatie politiche internazionali ben precise e trasparenti. Gli islandesi mantengono talmente tanto la propria identità senza per questo rinunciare alla modernità che, ad esempio, pur essendo super evoluti nella produzione di energia verde con competenze sempre più avanzate e tecnologiche, non permettono l’apertura di nuove strade in quelle zone in cui vivono “sicuramente” elfi e troll, per non recar loro disturbo! L’Islanda è un sogno, regala continue emozioni che impressionano profondamente fino a commuovere e i silenzi e le solitudini che sa dare sono un patrimonio difficile da descrivere e da dimenticare, unico e meraviglioso. Le mie parole sembreranno esagerate, ma credetemi, se non si vede e si vive almeno un po’, è davvero impossibile comprendere. Per fare un piccolo esempio, io ho un bel libro di foto dell’Islanda: vederle adesso rispetto a prima, è totalmente diverso, sembrano ALTRE foto! Date queste premesse, racconto un po’ come è andata. Vedevo questo viaggio come qualcosa di fantastico, ma di irraggiungibile, tanto geograficamente quanto e soprattutto economicamente. Continuavo a sentire persone che ne studiavano la fattibilità e alla fine deliberavano: piuttosto vado negli USA, tanto costa molto lo stesso. Questa sentenza mi bruciava: che c’entrano gli Stati Uniti e perché mai dovrebbero essere sempre l’unità di misura del viaggio bello, ma un po’ impegnativo?! A parità di spendere tanto, per me valeva il discorso opposto: a me interessava l’Islanda e non gli Stati Uniti, per cui negli anni ho iniziato a inseguire il MIO di mito in maniera più concreta, per arrivare a realizzarlo questa estate. Esistono compagnie low cost che ormai anche da Roma, oltre che da Milano, raggiungono Reykjavik( ad esempio la WOW), ma alla fine i prezzi che ho trovato non mi sembravano comunque regalati e il bagaglio da stiva non era incluso e costava parecchio. Noi siamo diventati espertissimi nella scienza della preparazione del bagaglio a mano stile Ryan Air, ma in questo caso dovevamo costipare un po’ troppa roba: cibo, materiale da trekking e abbigliamento multistrato, vista la variabilità climatica che ci potevamo aspettare. Ho provato anche con Easy Jet e scalo a Londra, ma anche qui i prezzi lievitavano ed erano alti. Per cui cercando cercando, alla fine ho preso i voli con Air Berlin, con scalo relativamente breve in Germania, a 400 € a persona. L’Islanda è lontana e ormai ho anche compreso e accettato che il mercato dei voli aerei è bizzarro, per cui ero ormai decisa a spendere quella cifra, ma prima di ratificare questa decisione, mancava un altro dettaglio fondamentale che in passato mi aveva fatto desistere e cioè il prezzo pazzesco dell’affitto della macchina. Anche tramite Rentalcars, che ho usato moltissime volte in vari paesi, non trovavo niente a meno di 1600 € per l’affitto di un 4x4 per 8 giorni. Decisamente esagerato. Nel frattempo davo un’occhiata anche a qualche guesthouse per farmi un’idea sia della disponibilità che dei costi e per caso ne ho trovata una nei pressi dell’aeroporto che affittava anche la macchina. Quella che ci serviva veniva 860 € incluse l’assicurazione per alcuni tipici danni “islandesi”, tipo contro il gravel, la ghiaia, o la cenere vulcanica(!)e la guida per una seconda persona!!Inoltre per soli 10 euro in più, ci venivano a prendere in aeroporto nel cuore della notte e vi ci riaccompagnavano all’alba ! Bhè, that’s it, a questo punto niente mi teneva più, ho rischiato e ho prenotato tutto!! Ho letto a raffica decine di forum di viaggio in Islanda e vi ho basato molte scelte, anche se fortunatamente su una in cui tutti i presunti esperti davano lo stesso identico consiglio, ossia per soli 8 giorni limitarsi solo a qualche zona e ad escludere il giro totale del ring per evitare di stare sempre e solo in macchina, io consultando anche i miei, ho deciso di forzare questa cosa e fare di testa mia. E ottimamente ce ne incolse: se avessi seguito quel monito, avremmo perso esperienze meravigliose. Per cui, il mio consiglio è: ognuno alla fine conosce sé stesso e deve andare anche seguendo il proprio istinto e tenendo conto di che tipo di viaggiatore è! Noi siamo tipi con la febbre addosso durante i viaggi, preferiamo svegliarci presto e sfruttare le giornate al massimo e questo è già un fatto. Inoltre qui avevamo altri due grossissimi punti a favore: mio figlio, nonostante abbia solo 21 anni, poteva essere il secondo autista, (io sono scarsa, purtroppo, in questo frangente!) e lui e mio marito hanno realmente condiviso la fatica e anche se è vero che vanno mantenuti i limiti di velocità regolarmente bassi, si possono percorrere lunghe distanze al giorno e ogni km, pur dalla macchina, è diverso dall’altro! Su 2700 km percorsi, forse ne avremo trovati noiosi un’ottantina! Il secondo punto: visto il periodo dell’anno, le nostre giornate erano attive per un numero interminabile di ore. Anche perché i siti naturalistici, anche i più famosi, non chiudono mai, semplicemente perché non hanno biglietto di ingresso! Questa cosa, oltre a permetterci di vedere siti anche famosi in orari strambissimi e in perfetta solitudine, ha rappresentato un risparmio veramente notevole, considerato che l’estate precedente sia in Inghilterra che in Cornovaglia abbiamo lasciato centinaia, ma davvero centinaia di sterline, tra parcheggi, monumenti, siti naturalistici, coste e spiagge!!!!Questo è un altro mito da sfatare: non tutto in Islanda è costoso e alcune cose ne controbilanciano decisamente altre. Ho già parlato dei voli e della macchina. Mangiare nei locali e comprare cibo in assoluto non mi è sembrato economico, anche se, ad esempio, i prezzi norvegesi sono molto più alti. Qui esistono anche dei discount molto abbordabili..il vero punto è trovarli quando ti servono o trovarli aperti rispetto a quando ci passi tu. Noi abbiamo risparmiato molto anche perché abbiamo portato pasta e scatolame dall’Italia (sono consentiti 3,5 kg di cibo non fresco a persona, che è tanto!)e ho preso quasi tutte stanze in guesthouse/appartamenti con uso cucina privato o condiviso. Io ho prenotato tutto a inizio febbraio per un viaggio iniziato il 27 luglio e, proprio come avevo letto, la disponibilità era già bassa, tanto che ho dovuto decidere il senso del giro del ring e a volte anche le soste, solo in base a dove trovavo da dormire. Ci sono intere aree che per quanto famose e bellissime, hanno davvero una disponibilità limitatissima. Inoltre, una notte per quattro persone, anche che dormono insieme, in un albergo molto basic ti costa anche dai 450 € in su, mentre la stessa notte in guesthouse o motel carinissimo ti viene tra i 150 e i 270!Quindi: sbrigatevi, sbrigatevi e sbrigatevi! Io ho preso molte notti tramite booking, ma sul sito del turismo islandese, se andate per singole aree, potete chiedere e trovare anche cottage nei campeggi o sparsi e insomma spendere ancora meno. La parola d’ordine è sempre però quella di prenotare veramente con anticipo. La benzina costa come in Italia, le entrate in attra

Condividi questo articolo se ti è piaciuto...

Altre tips...

mercoledì 27 luglio 2016

Nonostante i tanti chilometri in macchina, siamo riusciti a fare dalle 2 alle 3 ore di trekking tutti i giorni (tranne uno); da un punta di vista esclusivamente pratico, giudico che il viaggio sia stato confortevole e, comprese la gita sul gommone nella laguna del ghiacciaio di Joekulsarlon e l’uscita con l’agenzia Salka a Husavik per vedere le balene (entrambe molto costose), abbiamo speso 1400 € a testa. Per realizzare un sogno, che continua a rimanere tale quando lo vivi nella realtà, anzi superandola, mi sembra una cifra accettabile!Sapevamo che avremmo trovato un clima mutevolissimo, spesso ventoso e piovoso, tanto che un proverbio islandese dice : “se non ti piace il tempo che c’è, aspetta 5 minuti!”. Invece abbiamo avuto una fortuna sfacciata, ha piovuto pochissimo e quasi sempre solo quando dovevamo percorrere lunghi tratti in macchina, il vento c’era, ma quasi sempre solo gradevole e la temperatura è rimasta quasi costantemente sui 18 gradi, a volte arrivando a 25 e più spesso scendendo a 12/15. Ma, dal momento che avevamo i vestiti giusti, si-stava-da-Dio! Per quanto riguarda l’abbigliamento, tipicamente avevamo pantaloni comodi tipo tuta coperti da leggeri ma efficacissimi pantavento, comode scarpe da trekking veramente di non alto tecnicismo, canottiera, maglietta a maniche corte, felpa leggera e giacca impermeabile un po’ imbottita e cappello e guanti sempre a portata di mano, anche se usati poche volte. Noi non abbiamo assaggiato niente di tipico, con un certo dispiacere soprattutto per l’agnello, ma le due uniche volte in cui ne avremmo avuto la possibilità, veramente costava talmente tanto, che abbiamo preferito prendere altro. Per quanto riguarda i soldi, noi non abbiamo ritirato corone e abbiamo usato SOLO la carta di credito, ma onestamente, visto che ogni transazione ha avuto un costo, non saprei dire se ci è convenuto o meno! E ormai…non voglio neanche saperlo! Che fine abbia fatto l’uso dell’euro…noi non lo abbiamo capito…! Per muoverci e orientarci sinceramente una normale cartina con scala 1:650 000 della Marco Polo, a 9,50 e presa in Italia è stata sufficiente! E poi in questo caso la Lonely Planet, che normalmente non amo, è stata indispensabile e ricca di informazioni. Come ho già detto, avevo obbligatoriamente prenotato tutti i posti per dormire e quindi avevo anche una scaletta di tutto quello che avremmo dovuto/voluto vedere e fare, giorno per giorno. Di fatto, all’arrivo in ogni posto, soprattutto se era dove avremmo trascorso la notte, ma non solo, ci procuravamo sempre altre cartine gratuite e informazioni più dettagliate su quanto avremmo potuto fare. In tal modo, sempre grazie alla nostra incontenibile energia e alle lunghissime giornate di luce, abbiamo scoperto tanti posti e fenomeni di cui non avevo letto da nessuna parte, camminato tanto e goduto, non lo dirò mai abbastanza, di una natura grandiosa, anche perché tante volte solo NOSTRA! Tra i miti da sfatare è quello che le spiagge attorno a Vik sono fantastiche perché nere e rare : sono indubbiamente coste bellissime, ma in Islanda la rarità è rappresentata dalle spiagge chiare, quelle che definiremmo color sabbia! Tra i fenomeni geologici rischio di fare solamente una lista incoerente e lunga..ma questo è l’Islanda: in generale mi sembrava come quando nuotavo in mezzo ai pesci delle Maldive, uscivo dall’acqua ed erano talmente tante le specie che volevo descrivere, che me ne ero dimenticate tantissime! Qui, la stessa cosa: talmente tanti fenomeni geologici e loro “risultanze” da non saperli descrivere e perderne sicuramente qualcuno! Provo ugualmente un po’: incredibili, sempre diversi e dalle estensioni a volte pazzesche, sono i campi di lava; alcune lingue del ghiacciaio mi hanno letteralmente fatto piangere; canyon incredibili; cascate di tutte le forme, con caratteristiche sempre diverse e sempre in qualche modo spettacolari; fiumi potenti e colmi di acque grigie o trasparenti; prismi e colonne esagonali di rocce che sembrano formare cattedrali naturali; solfatare, fumarole o laghetti di fango ribollente; fiordi; montagne grandiose e colline che sembrano tanto dolci ma che magari sono tra i vulcani che hanno eruttato più lava o cenere di ogni altro vulcano al mondo; crateri perfettamente rotondi con laghetto e senza; le tante evidenze della dorsale oceanica medio atlantica che attraversa tutto il paese e che affiora in pochissime isole al mondo; la percezione di frequenti attività sismiche, seppur lievi; il gayser; gli icebergs; i sandur, sconfinate pianure di sabbia nera di origine glaciale, rocce dai colori più savariati e le tante zone con attività geotermica. In generale ogni singolo fenomeno desta un certo timore reverenziale, sia perché sono grandiosi o bellissimi, sia perché alcuni potenzialmente pericolosi. Per fare degli esempi banali, non mancano le persone morte perché cadute in qualche cascata, mentre, anche se dei vulcani e della loro imprevedibilità si è detto abbastanza, aggiungo che l’isola ne conta ben 130 attivi e che sono presenti tutte le tipologie di vulcani esistenti al mondo! Inoltre, sapere che in questo paese lo spessore della crosta terrestre è pari ad un terzo di quello consueto e che il magma continua a risalire dalle profondità del pianeta, provocando il distacco e l’allontanamento inesorabile delle due placche oceaniche….stando tra l’altro veramente lontani lontani da altre terre emerse…bhè…non lascia completamente sereni e tranquilli!

il giro!

mercoledì 27 luglio 2016

Come ho già detto, abbiamo percorso 2700 km, seguendo orientativamente il ring, che è lungo 1300 km, in direzione antioraria. La prima notte, essendo arrivati praticamente dopo l’una, non ho preso camere, abbiamo dormito un po’ in macchina e alle sei abbiamo iniziato il nostro incredibile viaggio dal Circolo d’oro, che comprende un tratto ben visibile della faglia della dorsale medioatlantica nel parco nazionale di Pingvellir, il geyser di Strokkur e la cascata di Gulfoss. Basti pensare che questa area, essendo vicina alla capitale, è quella visitata da tutti i viaggiatori, croceristi compresi e, da sola, già regala grandi emozioni! Noi l’avevamo percorsa in lungo e in largo e con grande soddisfazione, già alle 13 del primo giorno! E alle 14 eravamo al South Central Motel: tanto squallido fuori, quanto confortevole, attrezzatissima e carina all’interno, questa ampia stanza/appartamento per quattro, che avevo trovato per 156 €! Dopo un meritato riposo, siamo ripartiti per ispezionare varie località suggerite dalla padrona del motel, tra il vulcano Hekla e la paurosissima e non turistica cascata di Haifoss. La seconda notte era a Reynir, nella zona di Vik, come dicevo già prima, famosa per la costa in parte frastagliata in parte coperta da dune di sabbia nera e dove abbiamo avuto la fortuna di vedere a distanza veramente ravvicinata le dolcissime pulcinelle di mare! Lungo la strada abbiamo sostato alle cascate si Seljandsfoss e Skogafoss; poi abbiamo camminato e sostato in vari punti di questa costa meridionale (Dyrholaey, Reynisfjara e Vik) e, su indicazioni della padrona di cosa, siamo andati ancora più a est, a Hjorleifshofdi, dove abbiamo fatto una delle camminate per me più incredibili! Si tratta di una montagna di tufo coperta d’erba, alta 220 metri che sembra essere emersa dalle profondità della terra e piazzata in mezzo a uno sconfinato sandur nero, come se fosse una nave in mezzo al mare. C’è un percorso ad anello che permette di salire sulla sua sommità che si affaccia sul mare, quello vero, e da cui si può godere di un panorama sconfinato e mozzafiato..anche qui solo per noi! La terza notte era all’ Artbjarg Guesthouse di Hofn, appartamento sul mare, molto ben attrezzato, che abbiamo pagato 252 €. Lungo la strada abbiamo fatto sosta e camminato al piccolo canyon Fjadragljufur, alle cascate di Skaftafell e Svartifoss e alle 13 avevamo la prenotazione per fare un giro in gommone (con Glacier Lagoon, 258 € in 4) nella laguna dello Joekulsarlon, famosa per gli icebergs che vi si trovano: imperdibile! Fino a Hofn abbiamo solo sfiorato parte del ghiacciaio del Vatnajokull, il più grande d’Europa e il quarto al mondo per volume. Credo che non abbiamo avuto la minima idea della sua reale estensione, ma giuro che le lingue di ghiaccio che abbiamo costeggiato qua e là erano IMPRESSIONANTI! La sera abbiamo fatto una passeggiata in un altro posto pazzesco, Stokksness a est di Hofn, dove delle incredibili montagne nere si affacciano sul mare costeggiato da una lunga penisole di sabbia nera. Pare che anche qui, come in altri punti dell’isola, sia stato girato più di un film….e come dargli torto? La tappa successiva sarebbe stata a Husavik, nel nord est, usata come base sia per fare il tentativo di avvistare le balene, che come base per visitare tutta la zona del Lago Myvatn, perché anche se non quest’ultima non vi è propriamente vicina, ha un’offerta di posti letto veramente limitatissima e io a metà febbraio non ho trovato già più NIENTE! Il tragitto è stato lungo (406 km)e ad eccezione di un’ottantina di chilometri un po’ noiosi nell’interno, era molto bello e vario. A Husavik siamo stati 2 notti e siamo riusciti veramente a fare tutto quello che ci eravamo prefissati, ad eccezione dei bagni geotermali di Myvatn, anche se non per mancanza di tempo. Allora, come dicevo, è un’area incredibilmente ricca di fenomeni geologici, davvero una sintesi circoscritta del paese! In prossimità del lago ci sono molti sentieri escursionistici e ad esempio noi abbiamo fatto: gli pseudocrateri di Skutustadir; la grotta di Grjotagja (l’unica sosta che proprio non vale la pena, ad eccezione del fatto che vi è stata girata una famosa scena del Trono di spade);la splendida camminata sull’anello del Hverfell, cratere perfetto di tufo formatosi 2700 anni fa e alto 463 m, che domina i campi di lava e il lago; altra camminata nel Dimmuborgir, gigantesco campo di lava con pilastri e spuntoni irregolari, coperti però da vegetazione anche arbustiva, ..cosa per niente comune in questo paese! Poi siamo stati a Namafajall dove inizia la zona dei soffioni, che ha il suo apice a Hverir dove il paesaggio diventa lunare, con soffioni, pozze di fango ribollenti, depositi sulfurei e fumarole. Da qui, in 30 minuti si può salire alla cresta di Namafjall e godere di una vista incredibile. A circa 7 km a est da questa zona c’è tutta l’area del vulcano Krafla con molte possibilità di camminate di varia lunghezza tra campi di lava e crateri con all’interno laghetti, come il Viti (da non confondersi con quello che si trova nel cuore dell’isola! Infatti, non solo i nomi della toponomastica sono difficili e in genere impronunciabili, ma spesso si ripetono!), solfatare o…apparentemente nulla! Sì, dico apparentemente, perché questa zona è veramente un insieme di bombe a orologeria da mille punti di vista “geologici”..con la crosta terrestre, tra l’altro, più sottile al mondo!!! Da qui fino alla costa nord ci sono un sacco di altre attrattive imperdibili, anche se collegate da strade dissestate dove il 4x4 è indispensabile (anche se poi li incroci, i matti in Micra!)! In generale anche questa area è piena di gigantesche fenditure che costituiscono una delle prove più chiare che l’Islanda si sta separando a partire dal suo centro! Non si devono perdere le più potenti cascate d’Europa, di Dettifoss e la più piccola Selfoss, con scenografica camminata tra le due; la lussureggiante depressione di Asbyrgi, che secondo la leggenda sarebbe un’impronta dello zoccolo del cavallo alato di Odino; al di fuori dei soliti curcuiti, la zona del Vesturdalur, dove in particolare a Hijodaklettar, lungo il fiume scrosciante che le dà il nome, c’è più di un percorso sul quale si vedono grotte laviche, colonne di basalto verticali e orizzontali (!), rocce a spirale e a nido d’ape, come sempre solo per citarne alcune! Anche qui, persone incontrate: quasi zero! Esistono molte altre possibilità: noi siamo riusciti a FARE solo questo. Il paese di Husavik è bellino e da qui abbiamo fatto l’escursione per l’avvistamento delle balene( 317 € con Salka), prenotata e pagata già in Italia. Nonostante abbiamo avuto una giornata bellissima (credo che già con poca pioggia, nonostante le tute che forniscono, si accumuli un gran freddo!), nonostante abbiamo visto le megattere (in realtà solo la coda) e anche se la rifarei, non sono sicura che ne valga veramente la pena. Cioè..non per oltre 300 €! Perché, ok, bella escursione, ma dopo un po’ è troppo lunga, vabbhè ti spiegano molte cose, vabbhè abbiamo visto qualche animale, (ma che non mi ha dato neanche questa grande emozione)….ugualmente, ho dei dubbi! Anche perché se lo penso io che tutto sommato ho avuto fortuna, chissà quelli che beccano il freddo e/o la pioggia e/o non vedono animali…Quindi: pensateci!

Ultime tappe.

mercoledì 3 agosto 2016

La tappa successiva (464 km), fino alla penisola dello Snaefellsnes è stata la più lunga e quello è stato l’unico giorno in cui abbiamo camminato a piedi pochissimo, ma il panorama della strada che ci ha riportato a sud ovest, sinceramente non mi è mai sembrato noioso. All’inizio del viaggio, avremmo dovuto fermarci alle cascate di Godafoss, le famose cascate degli Dei, ma solo molti chilometri dopo ho capito che le avevamo superate, per cui le abbiamo perse! Abbiamo dormito per 210 € alla Grundafjordur Guesthouse, in stanza quadrupla e cucina collettiva che si affaccia sulla famosa e fotografatissima montagna del Kirkjufell. Anche in questa penisola abbiamo fatto diverse escursioni: sul ghiacciaio interno e in più punti lungo le coste, dove ci sono fari, villaggi microscopici, scogliere e spiagge bellissime. Delundentissimo il villaggio di Stykkhisolmur e interessanti le grotte di Vatnashellir, dove si paga un biglietto mediamente costoso per la visita guidata (non ci sono alternative!), ma che vale decisamente la pena vedere se vi trovate nell’orario di visita, mi pare ogni ora dalle 10 alle 18, ma anche e solo se conoscete l’inglese. L’ultimo giorno pieno lo abbiamo dedicato a un lento avvicinamento alla colorata e vivace Reykjavik, dove abbiamo fatto una bella passeggiata, visitando solamente la famosa cattedrale, che a me è piaciuta moltissimo. La sera abbiamo raggiunto l’Ace Guesthouse di Keflavik, a pochi chilometri dall’aeroporto, dove abbiamo trascorso l’ultima notte e da cui avevamo preso in affitto la macchina. Questa stanza ci è costata 153 € ed è stata la stanza più economica; la mattina dopo ci hanno accompagnati all’aeroporto all’alba, come concordato.
Ci ho messo dei giorni per scrivere questo racconto e mi rendo conto che più dicevo che niente può far davvero capire cosa sia veramente quest’isola ai confini di tutto, più mi dilungavo in parole, descrizioni, aggettivi, elenchi… Perdonatemi, ho subìto un vero ammaliamento! Da questo scaturisce la mia prevedibile conclusione: andate in Islanda perché è un sogno e ne rimarrete stregati anche voi!