Una giornata nelle opere di Cesare Pavese: gita a Santo Stefano Belbo
località: santo stefano belbo
regione: piemonte
stato: italia (it)
Data inizio viaggio:
venerdì 11 maggio 2012
Data fine viaggio:
venerdì 11 maggio 2012
“Una vigna che sale sul dorso di un colle fino a incidersi nel cielo, è una vista familiare, eppure le cortine dei filari semplici e profonde appaiono una porta magica”, così scriveva Cesare Pavese nell’incipit del racconto “La vigna”, cogliendo l’essenza del proprio paese natale, Santo Stefano Belbo. Oggi, chi viene a visitare questo bel comune sito nelle Langhe, a poco più di venti chilometri da Asti nonostante appartenga alla provincia di Cuneo, lo fa spesso proprio perché curioso di scoprire i luoghi pavesiani. Esattamente come è accaduto a noi, che abbiamo deciso di immergerci nelle atmosfere de “La Luna e i falò”, romanzo di Cesare Pavese del 1950, ma anche in quelle di numerosi altri racconti dello scrittore, profondamente legato alla propria terra.
Qualsiasi strada si percorra per arrivare qui, prima di raggiungere il paese, si attraversano decine di chilometri quadrati di vigneti, tutti curatissimi. Che la cultura della vigna sia strettamente legata all’anima di questo luogo, lo dimostra anche la frase latina che compare sullo stemma civico: “Vitis Sancti Stephani ad Belbum Vita”.
Prima di assaggiare però un buon bicchierino di Moscato d’Asti o di Asti Spumante, vini di cui Santo Stefano Belbo è il maggior produttore, facciamo una passeggiata alla scoperta del paese. Notiamo subito, in alto, sulla collina di Santa Libera, il suggestivo rudere di una torre quadrangolare, di cui apprendiamo che è contemporanea di Dante, e fu distrutta secoli dopo, così come il castello, raso quasi del tutto al suolo nel 1635 dagli spagnoli e dagli austriaci che se lo contendevano.
Visitando la Chiesa Parrocchiale del Sacro Cuore, i cui colori chiari spiccano sullo sfondo verde della collina, scopriamo che anche la storia della Parrocchia s’intreccia con le opere di Pavese. Infatti, l’antica Chiesa Parrocchiale dei Santi Giacomo e Cristoforo, che risale al XIV secolo ed è la prima pieve del paese, dopo secoli travagliati nel 1785 si trovava in stato rovinoso, per essere poi lentamente ristrutturata nei successivi quasi cent’anni. Nel 1926 le funzioni parrocchiali sono state trasferite alla nuova chiesa del Sacro Cuore di Gesù, mentre l’antica parrocchiale è diventata sede della Fondazione Cesare Pavese. Anche la Biblioteca civica ha sede lì, in Piazza Confraternita, e chi entra, può subito fare un’escursione culturale nel mondo di Pavese, grazie alle foto e le copie di manoscritti esposte sulle pareti, oltre a documenti e oggetti visionabili all’interno. Durante la nostra passeggiata visitiamo anche la casa natale dello scrittore, sede del Museo Pavesiano. Il nostro giro si completa raggiungendo la romanica Abbazia di San Gaudenzio, di cui si dice che sia un ex tempio di Giove, oltre ad essere un ex convento benedettino. Infine, saliamo fino al Santuario della Madonna della Neve, sito sulla collina di Moncucco.
Dopo questa lunga gita meritiamo davvero una bella cena all’insegna dei sapori del territorio: decidiamo così di fermarci presso il Tratto-rante Sapori di Langa, in via Garibaldi, a due passi dal Municipio.
I colori caldi delle sale, rustiche ma eleganti, oltre alla gentilezza dei titolari e l’ambiente famigliare ci mettono subito a nostro agio. Scambiando quattro chiacchiere con il signor Paolo che gestisce il locale insieme alla moglie, scopriamo che hanno deciso di aprire questo ristorante dopo aver gestito per molto tempo un agriturismo. “Chiamiamo questo locale un tratto-rante, ovvero un luogo dove poter gustare la cucina casalinga e i piatti come li preparava la nonna, con un approccio genuino e sano, e con la cura della qualità dei prodotti e degli ingredienti di un importante ristorante”, ci spiega il signor Paolo. Ogni piatto viene preparato fresco, e oltre alle specialità della Langa, si possono gustare anche delle prelibatezze meridionali.
Iniziamo con dei salumi misti del territorio, e tra gli antipasti gustiamo anche il vitello tonnato, l’insalata russa, degli involtini di peperoni arrosto e dell’insalata di riso. Continuiamo con gli agnolotti al ragù, gli gnocchi con gorgonzola e noci, e le penne con panna e salmone. Alcuni nostri amici prediligono il pesce, gustando gli spaghetti allo scoglio e un fritto misto di gamberetti e totani. Noi “carnivori” proseguiamo invece con delle belle tagliate di vitello, una ricca grigliata di carne mista e assaggiamo anche le paillard, ovvero delle bistecche alla piastra. Apprezziamo molto anche i contorni di verdure di stagione e le focacce al lardo e al prosciutto crudo. Annaffiamo il tutto con degli ottimi vini del territorio, provenienti da cantine della zona. Infine, cediamo volentieri alle dolci tentazioni dei dessert fatti in casa, tra cui il bunet della nonna, il tiramisù, la panna cotta, il profiterol e la crema catalana, oltre a dei semifreddi, gelati e sorbetti alla frutta.
A Santo Stefano Belbo abbiamo scoperto un luogo intriso di letteratura e di poesia, non solo nelle sue tradizioni artistiche, ma anche nella sua cucina.
Francesca Bertha
PER INFORMAZIONI:
www.santostefanobelbo.it
www.trattorantesaporidellalanga.com
Facebook: Sapori Di Langa – il TrattoRante
Ristorante Sapori di Langa
Via Garibaldi 16/18 Santo Stefano Belbo (CN)
Tel.: 0141/843448
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