Weekend da fiaba in un agriturismo dell’entroterra ligure: gita a Sassello - Parte I.
località: sassello
regione: liguria
stato: italia (it)
Data inizio viaggio:
sabato 7 marzo 2015
Data fine viaggio:
domenica 8 marzo 2015
Tra l’entroterra genovese di Ponente e le colline dell’Alto Monferrato si estende un territorio favoloso, coperto da folti boschi dove crescono squisiti funghi, si possono fare lunghe passeggiate per i sentieri che si snodano nel Parco Naturale Regionale del Beigua, e dove coloratissimi borghi raccontano la storia del territorio che risalirebbe al Paleolitico. Il prestigioso marchio di qualità turistico-ambientale delle Bandiere Arancioni del Touring Club è nato proprio qui e Sassello è stata la prima località italiana a venirne insiginita.
A introdurci nelle bellezze della natura incontaminata di Sassello è nientemeno che un cucciolo di capriolo, timido ma curioso, che attraversa la strada davanti a noi. Una volta in paese, le persone del posto ci raccontano che l’avvistamento di animali tra cui anche lepri, martore e svariati uccelli rari, qui è all’ordine del giorno.
Iniziamo la nostra passeggiata dal centro storico, ammirando gli edifici religiosi che s’inseriscono tra le stradine tipicamente liguri. Visitiamo la chiesa della Santissima Trinità, consacrata nel 1725 in cui un affresco, realizzato da Paolo Gerolamo Brusco, ci permette di scoprire l’importante tradizione siderurgica del paese, che probabilmente risale al Trecento, periodo in cui i Pizzorno vi introdussero le prime ferriere. L’artista infatti, ha raffigurato gli Apostoli modellandoli alle somiglianze di undici barbuti ferrieri, immortalando così gli artigiani che per secoli hanno fatto la storia industriale di Sassello.
Il primo edificio di culto del paese fu invece la chiesa di San Giovanni Battista, eretta nel XI secolo. Al suo interno si trova anche una statua di Anton Maria Maragliano. In centro visitiamo inoltre la cinquecentesca Basilica dell’Immacolata Concezione, anticamente annessa a un convento di frati minori.
Oltre ai colori liguri dei palazzi, il centro di Sassello ci delizia anche con i colori dei suoi sfiziosi amaretti, il biscotto morbido di pasta alle mandorle, disponibile in tantissimi gusti.
Per scoprire un altro pezzo di storia saliamo al fortilizio di Bastia Soprana, eretto verso la metà del Duecento in posizione dominante su una collinetta non lontana dal centro. Oggi del castello rimangono pochi ruderi e la torre circolare. Dopo la distruzione del maniero ne fu eretto un altro, Bastia Sottana, di cui si sono salvati vari spazi, tra cui porzioni di mura.
Il fascino del passato ci colpisce anche durante la visita delle preziose collezioni del Museo Perrando che conserva molti reperti fossili, oggetti preistorici, utensili medievali, ma anche ceramiche e mobili d’epoca.
A Sassello anche le frazioni, raggiungibili percorrendo pochi chilometri di strada costeggiata da boschi e prati, offrono grandi emozioni non solo per le loro bellezze naturali, ma anche per quelle storico-artistiche legate alla vita spirituale del paese. La chiesa di San Bernardo Abate di Palo è citata nei documenti sin dal 1577, mentre lungo la strada che porta a Urbe si trova la cappella della Madonna del Foresto, detta anche cappella del Bei Bailà. A costruirla è stato un boscaiolo miracolato dalla Madonna. Un giorno, mentre stava abbattendo un albero, l’uomo si è ferito gravemente e temeva di morire dissanguato. Allora il boscaiolo, che era anche un provetto ballerino, come ricorda il termine “bei bailà”, si è messo a invocare la Madonna che lo salvò.
Sassello ha anche dato i natali a una beata, Chiara Luce Badano, la cui storia miracolosa di fede è avvenuta in tempi molto recenti. La ragazza, nata nel 1971 e morta a soli diciott’anni, apparteneva al movimento dei Focolari e al suo nome è legata la guarigione miracolosa di un giovane triestino.
La nostra gita a Sassello continua nella frazione Albergare, ad appena un chilometro e mezzo dal centro, dove raggiungiamo senza fatica l’Agriturismo Romano Francesco. Il luogo è un’oasi di pace situata in una conca circondata dai boschi del Parco Naturale del Beigua, e grazie alle numerose attività che offre a grandi e piccini, dalla fattoria didattica al trekking a cavallo, è la meta ideale per una vacanza rigenerante con la famiglia o con gli amici.
Quando arriviamo, a venirci incontro è un bel cavallo scuro accompagnato da un signore che l’aveva portato a passeggio per i sentieri circostanti: fanno subito venir voglia di saltare in sella. Ma prima ci sistemiamo nei nostri alloggi, occupando due dei cinque appartamentini a cui si aggiunge anche un romantico rustico distaccato dagli edifici principali dell’azienda. Il nostro appartamento è spazioso e bello, arrdeato con gusto semplice e piacevole, in linea con lo stile bucolico del luogo, ed è dotato anche di una comoda cucina, oltre che di un bagno indipendente con doccia.
Dopo esserci rinfrescati, andiamo alla scoperta della tenuta, e ad accompagnarci con grande gentilezza e disponibilità è proprio il titolare, il signor Francesco Romano che oggi gestisce l’agriturismo con i figli Simone e Federico e con la sorella Antonietta. “Questa azienda agricola è nata nel 1899 grazie a mio nonno Pietro il quale, prima da mezzadro, poi come colono e infine da coltivatore diretto aveva iniziato a crearla passo dopo passo. E’ dal 1997 che c’è la possibilità di pernottare, e dal 2003 facciamo anche ristorazione, utilizzando direttamente i nostri prodotti, dalla carne alle verdure”, ci spiega il signor Francesco mentre iniziamo a fare la conoscenza degli altri abitanti dell’azienda. Capiamo presto che noi umani qui siamo la minoranza, e la cosa ci fa molto piacere, oltre a divertire moltissimo i bambini che sono con noi. Prima andiamo a vedere l’allevamento di bovini, dove i piccoli cowboy imparano a distinguere le diverse razze, nessuna delle quali di color viola. Facciamo la conoscenza di un mastodontico stallone, di un bell’esemplare podolico, di diverse mucche dall’espressione docile e perfino di due dolcissimi vitellini.
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