Dolce come il miele, spumeggiante come la birra: una giornata a Pozzol Groppo - Parte I.

località: pozzol groppo
regione: piemonte
stato: italia (it)

Data inizio viaggio: venerdì 22 luglio 2016
Data fine viaggio: venerdì 22 luglio 2016

Un piccolo grande paese dove un centro storico vero e proprio non c’è, ma che ha il centro storico più esteso che abbiamo mai visto. Al posto di viuzze caratteristiche che si snodino intorno a un campanile, ecco un dedalo di strade panoramiche che abbracciano colline, e stradine interpoderali che portano in mezzo a campi di grano, di orzo e di girasole collegandosi con dei sentieri escursionistici. E le vetrine colorate tipiche dei centri storici? Ci sono anche quelle, illuminate dal sole e allestite con cura dalla natura e dalle persone del luogo: espongono cascate di fiori un po’ ovunque, perfino nei vigneti all’inizio dei filari, e invitano lo sguardo a perdersi tra migliaia di peschi e di albicocchi tra i cui rami spuntano dei piccoli universi popolati da pianeti dai colori vivaci.
Questo paese fiabesco si chiama Pozzol Groppo, ed è la destinazione della nostra gita fuori porta. Siamo sui Colli Tortonesi, su un crinale spartiacque tra la Val Curone e la valle Staffora, al confine tra Piemonte e Lombardia, tra l’Alessandrino e il Pavese. Luogo dalla posizione strategica, posizione che durante i secoli di storia fu un po’ sua croce e delizia. L’antica Via del Sale, l’arteria commerciale che collegava la Liguria con la Pianura Padana, attraversava anche questi territori, dando il nome alla vicina Salice Terme, frazione del comune di Godiasco, nota in epoca romana come Locum Salis. La leggenda narra che le acque curative di Salice avessero lenito i dolori nientemeno che di Giulio Cesare, che in ritorno da una delle spedizioni galliche, si sarebbe fermato proprio qui. Perfino un imperatore può incorrere però in errori di tempismo: Giulio Cesare arrivò da queste parti troppo presto per poter assaggiare le meravigliose pesche del territorio, introdotte in Italia da Alessandro Magno nel I. secolo dopo Cristo.
Anche se il centro storico di Pozzol Groppo è così esteso da abbracciare vallate, colline, vigneti e campi a non finire, non è certo privo di un castello, caratteristica imprescindibile di un autentico centro storico. Si tratta di uno dei castelli Malaspina, costruito sul luogo dove in epoca romana sorgeva una torre di avvistamento. Di proprietà privata, chi ha avuto occasione di visitarlo anche al suo interno, racconta che il maniero vanta un bel cortiletto con un pozzo medievale e sontuose sale affrescate e dai soffitti lignei. Allo stesso modo, non mancano le belle chiese: oltre alla parrocchiale di San Lorenzo, situata nel capoluogo e nota dal XVI secolo, e alla chiesa di San Rocco a Casalnoceto, ricavata da una torre trecentesca, è imperdibile la splendida Pieve Romanica di San Pietro, situata nella vicinissima Volpedo e citata nei documenti sin dal X secolo. Al suo interno possiamo ammirare degli affreschi tardo quattrocenteschi che rivestono grande interesse, probabilmente opera dei fratelli Boxilio di Castelnuovo Scrivia.
La bellezza di questi luoghi ha sempre rappresentato un’importante fonte di ispirazione per gli artisti, anche molto diversi tra loro. A Volpedo si passeggia tra le opere di Giuseppe Pellizza da Volpedo, nativo del paese e celebre autore de Il Quarto Stato, dipinto simbolo del XX secolo, come se fossimo in un museo a cielo aperto. Godiasco invece, che ci capita non solo di visitare, ma anche di ammirare da un punto panoramico della strada che percorriamo durante la nostra gita, era il luogo prescelto da Tommaso Marinetti, il fondatore del movimento futurista. Il poeta e scrittore aveva la casa di campagna proprio lì, e in quella casa s’incontravano per cene e dibattiti culturali molti importanti artisti, tra cui Giacomo Balla.
Se questi grandi artisti fossero ancora tra di noi, è molto probabile che per i loro incontri, ma anche per qualche ora di tranquillità ispiratrice, farebbero la stessa scelta che abbiamo fatto noi: venire all’Agriturismo Casa Tui, situato nell’omonima località di Pozzol Groppo. Qui l’armonia è in tutti i dettagli, si percepisce nella quiete del giardino fiorito, nello stile famigliare dell’accoglienza, così come nella genuinità del cibo.
A ricordarci com’era questo luogo prima che si trasformasse in un agriturismo è sempre un dipinto, semplice e naif, fatto da un pittore locale. L’artista aveva immortalato lo stato delle cose prima che la silenziosa casa di famiglia, abitata a lungo da Carla, una insegnante d’altri tempi, rimasta sempre signorina, diventasse quella oasi di relax e di cucina genuina di qualità che è oggi.
”Carla e la madre vivevano qui, questa era la loro amatissima casa. L’aria di Casa Tui –per loro- rappresentava un rimedio naturale contro i mali del mondo. All’epoca c’era un po’ di terreno in parte boschivo, una stalletta, delle bestie e una legnaia anche allora, e quando Carla, che era la cugina di mio nonno materno ci ha lasciati, le abbiamo promesso che non avremmo venduto questa proprietà. Mia mamma Nella, che è stata la promotrice dell’attività, oggi si dedica con pazienza e amore alla cura del giardino e ad aiutare tutti noi nei momenti di bisogno. Nel 2010 decise con mio padre Carlo di trasformare questa casa in un agriturismo. Sei anni di duro lavoro per riuscire a tener fede a quella promessa fatta! Ma la strada è ancora lunga”, ci racconta Claudia Torre, la giovane titolare che gestisce la struttura sostenuta dai genitori e affiancata dal compagno Luca che la aiuta nella parte commerciale e agronomica, e con un gruppo affiatatissimo di collaboratori amici che vengono considerati come dei familiari e con cui ogni decisione viene condivisa. ”Da noi amicizia e collaborazione vanno di pari passo. È quello che chiediamo a chi inizia un percorso lavorativo con noi. Non sempre tutti lo capiscono; forse sembra strano, ma una tipologia di lavoro come questa lo richiede: per me è fondamentale! Ad esempio, Raffy è una cara amica di Casa Tui, cliente appassionata di storie e di ricerca storica, lei ci aiuta spesso con le sue idee. Più teste insieme lavorano meglio”, aggiunge la titolare.
Se quei grandi pittori tornassero qui, avrebbero da sbizzarrirsi con i colori. In primo luogo, a ispirarli ci sarebbero mille sfumature di miele. „Avevamo già delle api anche prima, e qui abbiamo proprio realizzato un’azienda agricola a indirizzo apistico. Oltre a utilizzare il miele in cucina, per degustazioni e oltre a commercializzarlo, organizziamo anche delle giornate di laboratorio”. Si possono fare due tipi di visite in apiario, il primo per chi non è esperto, è un tour aziendale in compagnia di Claudia, che ci racconta il mondo delle api e ci fa visitare le sue arnie con la maschera. Chi invece desidera approfondire meglio il tema, sarà accompagnato da Matteo, amico di famiglia e oggi apicoltore a Casa Tui. ”Con lui è possibile scendere in apiario e fare almeno un paio d’ore di lavoro durante le quali si apre il melario, si cerca la regina, si fa una prova di smielatura e di filtrazione e si apprendono tantissime cose interessanti: Matteo è un vero pozzo di scienza sull’argomento e la passione con cui affronta il lavoro viene trasmessa da ogni dettaglio che ci racconta”, ci spiega Claudia mentre sorseggiamo una buona birra nel piacevolissimo giardino dell’agriturismo.

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