Viaggio in rosa tra le terre del Pavese dall’Oltrepò alla Lomellina - Parte I.
località: pavia, olevano di lomellina
regione: lombardia
stato: italia (it)
Data inizio viaggio:
venerdì 23 giugno 2017
Data fine viaggio:
venerdì 23 giugno 2017
C’era una volta un territorio a forma di grappolo d’uva tra le cui dolci colline coltivate a vite, lambite da ampie risaie e inframmezzate da campi di orzo, da prati verdi e da frutteti sorgevano così tanti castelli come da nessun’altra parte del mondo. Questo luogo incantato, ricchissimo di storia e di attrazioni per un turismo slow a contatto con la natura è l’Oltrepò Pavese, situato a breve distanza da Milano e dalle altre grandi città del Nord.
Dove ci sono tanti castelli, ci si aspetta anche la presenza di altrettante principesse e in un certo senso qui è proprio così: durante la nostra vacanza scopriamo sei realtà rurali, tutte al femminile. Un gruppo di amiche bravissime nel proprio lavoro, intraprendenti e creative, vere e proprie custodi della natura, della cultura e delle tradizioni dell’Oltrepò Pavese. Consapevoli del fatto che l’unione fa la forza, si sono riunite nella rete d’impresa Tra le Terre, formazione che consente loro non solo di far conoscere in modo più efficace le proprie attività, ma anche di creare dei progetti insieme. Progetti spesso con scopi nobili e a favore di altre donne meno fortunate di loro, come ad esempio nel caso di Ife, “il vino delle donne per le donne” presentato a Expo, la prima esperienza di vinificazione partecipativa no-profit al femminile in Italia. Con la creazione di mille bottiglie di un vino di carattere grazie alla competenza della Cantina Montini, il progetto Ife, parola che in nigeriano significa amore, ha permesso di finanziare un’iniziativa per le vedove nigeriane di Lagos aiutandole a imparare a cucinare street food e a proporlo sul mercato in modo da potersi rendere economicamente indipendenti. Sono tante le iniziative sfiziose delle donne di Tra le Terre, come ad esempio la creazione di prodotti enogastronomici come Erbì, il sale integrale intriso dell’aroma e degli olii essenziali di diverse erbe aromatiche raccolte fresche in alta collina, lontano da fonti di inquinamento.
Chicchi rossi e neri: con Cristiana nelle terre del riso biologico
Se un tempo questo territorio era attraversato dalla via del sale, oggi è un incrocio di vie non solo del sale aromatizzato, ma anche di tante eccellenze della gastronomia, dal vino al riso, dalla frutta e dalla verdura ai ravioli, fino ai rinomati salumi di Varzi.
Il nostro percorso all’insegna del gusto inizia dalla Lomellina, zona la cui vita è storicamente caratterizzata dalla coltivazione del riso, che in passato coinvolgeva larghissima parte della popolazione femminile. La vita delle mondine ha anche ispirato diversi artisti locali come i sannazzaresi Michele Mainoli e Pino Zanchin, il quale ha dedicato al tema una serie di dipinti, intitolata “Le Lomelline”. Nel centro di Sannazzaro De’ Burgondi si trova il “Monumento alla Mondina”, scultura di Domenico Reali, e ha reso omaggio a queste storiche figure femminili perfino il fumettista Andrea Bianchi.
Oggi le mondine non ci sono più, tra i campi di riso di Olevano di Lomellina, comune che vanta un bel castello medievale, incontriamo invece una bravissima produttrice di riso, Cristiana Sartori. Laureata in scienze agrarie con indirizzo tecnico-economico, Cristiana, che è un’autentica fucina di idee, vanta diversi primati come coltivatrice di riso biologico. Nel 2015 la Seconda Conferenza Internazionale dei Sistemi di Produzione del riso biologico, iniziata a Expo 2015, ebbe luogo presso la Tenuta San Giovanni della famiglia di Cristiana con la partecipazione di esperti del settore provenienti da tutto il mondo. Cristiana produce riso nero Venere e riso rosso Ermes, tutto biologico e certificato dalle rispettive filiere, e addirittura della variante Ermes fino al 2016 è stata l’unica produttrice in Italia. La chiamano ”la donna delle sette strigliature”, titolo acquisito grazie a una delle tecniche, la strigliatura, appunto, che lei usa nella coltivazione del riso biologico. Si tratta di togliere più volte le infestanti prima che radichino. L’altra tecnica che Cristiana sta sperimentando è la paciamatura che si effettua stendendo sul campo un telo biodegradabile a base di amido di mais e seminare nei forellini, il tutto con un unico passaggio del trattore. Grazie a queste tecniche innovative l’azienda di Cristiana è stata selezionata per partecipare al progetto “Riso Biosystem” in collaborazione con il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università degli Studi di Milano che guarda già verso l’orizzonte della terza conferenza mondiale sulla risicoltura bio che nel 2018 si terrà in Brasile. La voglia di fare di Cristiana non si ferma qui: è iscritta ormai al secondo anno del Master Internazionale in Coaching Alte Prestazioni (MICAP), nell’ambito del quale il primo anno ha superato prove incredibili come sopravvivere in un bosco o affrontare una maratona. La prossima prova sarà quella di scrivere un libro. Il titolo Cristiana ce l’ha già e riassume perfettamente lo spirito con cui porta avanti la sua attività: ”Donne, Riso, Impresa”, pubblicato da Mondadori e in uscita in ottobre, il suo mese preferito visto che è il mese del suo compleanno e anche quello del raccolto.
continua...
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