Viaggio in rosa tra le terre del Pavese dall’Oltrepò alla Lomellina - Parte II.

località: casteggio, santa giuletta
regione: lombardia
stato: italia (it)

Data inizio viaggio: venerdì 23 giugno 2017
Data fine viaggio: venerdì 23 giugno 2017

Con Paola, a scoprire giocando come ragionano i cani

Il nostro viaggio nell’Oltrepò Pavese continua in un luogo dal quale questo bel paesaggio, amato e lodato anche dal Petrarca, si può ammirare dall’alto: l’antica Clastidium, ovvero la città di Casteggio. Col tempo sereno dal Belvedere si distingue a occhio nudo il Duomo di Voghera e perfino quello di Pavia, distante circa venticinque chilometri. Questo quartiere, il più alto e il più antico di Casteggio, si chiama Pistornile (dal latino “pistoria”, che ricorda la presenza in zona di magazzini di vettovaglie, di macine e di forni), e fu teatro di battaglie sin dai tempi più antichi compreso il momento in cui Clastidium fu conquistata da Annibale. La leggenda vuole che il condottiero cartaginese e i suoi elefanti fossero passati anche da Casteggio, abbeverandosi a una fontana, la Fontana d’Annibale, che si trova appena fuori città, sull’attuale Via Emilia, che porta a Piacenza.
A differenza di Annibale, noi siamo partiti con al seguito dei cani, ma nonostante fossero meno ingombranti degli elefanti, in certi momenti sanno anche loro darci del filo da torcere. Anche per questo abbiamo scelto come tappa successiva della nostra gita l’agriturismo e centro cinofilo Il Biancospino, situato a pochi minuti di auto dal centro di Casteggio. La struttura, guidata da Paola Daffunchio, allevatrice di cani di razza samoiedo e golden retriever, è specializzata in educazione e comportamento animale. La passione per i cani e l’impegno costante hanno portato Paola a essere membro attivo dell'Ente Nazionale della Cinofilia Italiana come allevatore, delegato e tecnico del Comitato Addestratori. La sua attività agrituristica è strettamente legata all'accoglienza di ospiti con il cane al seguito, e vista la molteplicità di attività divertenti pensate per Fido, non ci sarebbe da meravigliarsi se fossero i cani a decidere di portare qui i propri padroni e non viceversa. Oltre alle tante opportunità escursionistiche, compresi sentieri di dog trekking, il Biancospino è il luogo ideale per chi è alla ricerca di corsi di educazione personalizzati con il proprio cane. Con l’aiuto di istruttori qualificati sarà facile migliorare l’intesa tra cane e padrone lavorando insieme in un divertente percorso di addestramento.
A imparare giocando non sono però solo i cani: possono farlo anche i bambini partecipando alle attività della fattoria didattica e alle numerose altre iniziative pensate per i più piccini, tra cui il fiabesco percorso degli gnomi. Dopo i giochi la famiglia si può rilassare a tavola, gustando i piatti di una cucina di qualità con prodotti selezionati secondo il protocollo di Campagna Amica: la ricerca gastronomica è orientata in particolar modo alla riscoperta di antiche ricette di torte e dolci casalinghi e di tradizione contadina. A fine giornata non resta che il dolce riposo nelle comode stanze dell’antico casale immerso nel verde.

In cantina con Cristina: degustazione di vini biologici e vegani

”Il riso nasce nell’acqua e muore nel buon vino”, ci ha detto Cristiana, ed eccoci sulla via del vino che ci porta a Santa Giuletta, a pochi chilometri di distanza da Casteggio. Siamo nel paese delle bambole, titolo meritato grazie all’importante produzione di bambole negli anni ’50 e ’60, ma basta fare un giro tra il nucleo più moderno, detto La Villa, e la parte più alta, conosciuta come il Castello, per sentirci coinvolti in una piacevole atmosfera vitivinicola: i vigneti si estendono a perdita d’occhio, vestendo le colline di un verde rigoglioso e promettente. Il punto più alto di Santa Giuletta è il Monte Zavo dal quale venne estratta l'arenaria necessaria per la costruzione di diverse importanti chiese del territorio e perfino della Certosa di Pavia. La bellezza di questa località ha attratto nel tempo anche qualche viaggiatore illustre tra cui Garibaldi di cui si narra abbia dormito una volta nella torre Griziotti, situata in una piccola zona boschiva.
Dopo un bel giro tra le frazioni del paese raggiungiamo la Cantina Montini, situata in una posizione comodissima e segnalata da un grande cartello sulla via Emilia. Dopo aver attraversato un cortile fiorito, ad accoglierci sono Cristina Galati e suo marito Edoardo Montini, titolari della storica cantina. Scopriamo l’avvincente storia di questa attività degustando uno squisito e fresco Pinot nero Montini, biologico come tutti i vini prodotti dall’azienda. ”Ci chiedono spesso se siamo parenti della famiglia di papa Montini. Ebbene sì, la nostra famiglia, oriunda della Val Sabbia, discende da un antico e nobile casato, quello appunto di papa Montini dal quale a un certo punto si staccò un ramo per stabilirsi qui a Santa Giuletta sui poderi della famiglia Isimbardi, iniziando a coltivare dei meravigliosi vigneti molto favorevolmente esposti al sole”, ci racconta il signor Montini. Un’altra curiosità che ci riporta ai ricordi del passato è il fatto che il signor Edoardo Montini abita in una via che si chiama esattamente come lui. ”La via in realtà è intitolata allo zio di mio marito, eroe di guerra”, chiarisce Cristina.
Una parte della vecchia cascina è stata trasformata in agriturismo, mentre in cantina il nobile passato viene valorizzato ogni giorno producendo dei vini con metodi sostenibili nel presente e nel futuro. La vocazione al biologico dell’azienda non nasce affatto da una moda, ma è la naturale prosecuzione di un modo di intendere il connubio tra uomo e natura. Nella filosofia della famiglia Montini il biologico è un modello di sviluppo sostenibile, l’unico modo per salvaguardare e valorizzare il territorio e i luoghi in cui si vive e si lavora. I vini Montini nascono in vigneti che non hanno mai conosciuto veleni e diserbanti, tra i filari crescono invece dei fiori selvatici che attirano farfalle colorate. Rispettando l’ambiente si porta benessere al consumatore che oggigiorno è sempre più attento ai criteri di sostenibilità. Per questo, da qualche anno a questa parte la cantina Montini produce anche vino vegano che esclude l’utilizzo di alcun additivo di origine animale. La cantina è sempre aperta al pubblico, sabato e domenica compresi, ma è anche possibile ordinare gli ottimi vini bilogici e vegani su Internet. C’è solo l’imbarazzo della scelta tra gli ottimi Pinot nero, Bonarda e Buttafuoco dell’Oltrepò Pavese e lo spumante bianco di nero Montini, ottenuto da uva rossa. Lo sguardo al futuro è garantito anche dal contributo dei figli di Cristina ed Edoardo, i quali rappresentano ormai la quinta generazione della famiglia come ricorda un bel ”cinque” sul retro delle bottiglie le cui etichette, nuove, giovanili e frizzanti come il vino, le hanno pensate e disegnate proprio loro. La storia dell’azienda compare ora sotto forma di parole chiave e date salienti all’interno dei caratteri moderni dell’etichetta: un modo originale per rappresentare la continuità tra passato e futuro.

Continua...

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