Con Leonardo in agriturismo: il felice connubio tra arte e natura a Vigevano - Parte I.
località: vigevano
regione: lombardia
stato: italia (it)
Data inizio viaggio:
venerdì 25 maggio 2018
Data fine viaggio:
venerdì 25 maggio 2018
Un viaggio nel Rinascimento, sulle tracce di Leonardo Da Vinci e tra le atmosfere della corte sforzesca di Ludovico Il Moro: ecco l’esperienza, emozionante e unica, che abbiamo vissuto durante la nostra gita a Vigevano. Questa città gioiello, immersa nel Parco del Ticino, dista una trentina di chilometri sia da Milano che da Pavia, ma è raggiungibile in poco più di un’oretta anche dal Ponente ligure. Basta fare così poca strada, e si viene catapultati in un mondo che spesso si conosce solo attraverso i film o i libri di storia.
E la storia qui si respira a pieni polmoni: Ludovico Il Moro, duca di Milano, è nato proprio a Vigevano, nello stesso anno, il 1452, in cui Leonardo Da Vinci nasceva in Toscana. Fu infatti Leonardo uno dei più celebri viaggiatori tra quelli che nei secoli raggiunsero Vigevano: aveva circa trent’anni quando si presentò presso Ludovico, e da quell’incontro tra il genio e il grande duca scaturì una proficua collaborazione che portò Leonardo a realizzare tra l’altro gli affreschi nel Castello Sforzesco di Milano. Quando cominciamo la nostra passeggiata rinascimentale a Vigevano, una signora appassionata di storia locale, con cui scambiamo quattro chiacchiere davanti alla splendida chiesa di San Francesco, ci racconta che fu proprio durante un rilevamento territoriale nelle campagne intorno a Vigevano, che Leonardo si accorse delle potenzialità che le scale, presenti qua e là nel terreno, potevano avere nell’irrigazione e nella bonifica delle paludi.
Raggiungiamo a piedi piazza Ducale, una delle più favolose piazze del mondo: né le parole, né le foto rendono giustizia alla bellezza di questo luogo, bisogna proprio vederlo di persona. Fu costruita per volere di Ludovico Il Moro a partire dallo stesso anno in cui Cristoforo Colombo scoprì l’America, il 1492. Il Duomo, come un traguardo sacro da raggiungere dopo aver attraversato metaforicamente diversi secoli di storia, accoglie i passanti che ci giungono costeggiando i suggestivi portici che si allungano sui lati della piazza.
Tra gli edifici storici da visitare a Vigevano non può certo mancare il Castello Sforzesco, un complesso architettonico immerso in un parco di oltre due ettari nel punto più alto della città e sorto nel Trencento sul sito dell’antico borgo preesistente di Vicogebuin, nome storico di Vigevano. A vegliare sul castello è la splendida Torre del Bramante, alta ben 75 metri, situata nel punto più alto della città e ben visibile anche da piazza Ducale. La torre risale al 1198, e fu terminata dal Bramante trecento anni dopo, mentre il cupolino barocco, che sostituisce l’originale guglia conica, fu aggiunto nel XVII secolo.
Dai capolavori dell’arte a quelli della natura il passo è breve: ci basta percorrere circa tre chilometri per raggiungere l’Agriturismo Carlo e Nadia in via Cararola, nei pressi dei laghi di Santa Marta, per ritrovarci in un’oasi verde. Immerso in un rigoglioso frutteto, l’agriturismo offre innumerevoli possibilità di svago per grandi e piccini. La vista sulla Torre del Bramante in lontananza ci mantiene in contatto con la città anche se siamo in campagna. Dopo aver lasciato l’auto nell’ampio parcheggio vista peschi e albicocchi, veniamo accolti affettuosamente da Barbara Invernizzi, la giovane titolare che gestisce l’ampia struttura insieme alla famiglia: i suoi geniotri Carlo e Nadia, fondatori dell’azienda, e la sorella Arianna.
I bambini che sono con noi si rendono subito conto di essere arrivati in un mondo favoloso creato intorno a loro: possono liberamente scorrazzare per i prati, gironzolare in bici nella tenuta, giocare a pallone senza essere sgridati, e godersi la natura come dei piccoli folletti alla scoperta di piante e fiori, ma anche di tantissimi animali, a cominciare dai più piccoli come le api, fino a quelli più grandi, come le mucche o i cavalli. Manca volutamente un parco giochi: non servono attrezzi per arrampicarsi, ci sono gli alberi e i bimbi più coraggiosi possono addirittura fare un giro sul pony. “Quando un gruppo di bambini gioca insieme, anche se tra loro ci sono figli di turisti stranieri, capirsi non è mai un problema grazie al linguaggio comune del gioco”, ci confida Barbara quando inizia a presentarci l’azienda.
“Io e le mie sorelle Arianna e Sara siamo cresciute nell’azienda agricola dei nostri genitori, Carlo e Nadia. Nel 2002 nostro padre ha deciso di fare un regalo alla famiglia rilevando questa struttura che da anni non era attiva, per crearne un agriturismo al passo con i tempi. L’idea è stata subito quella di valorizzare i prodotti della nostra azienda agricola tra cui il riso Carnaroli in primis, oltre all’allevamento di bestiame e di conseguenza la carne prodotta da noi, il tutto facendo sentire i nostri ospiti come accolti in casa nostra. Questa nuova attività non solo si è rivelata un gradito servizio al pubblico, ma ci ha anche fatto scoprire di essere una grande squadra come famiglia”, ci racconta Barbara, che si è laureata in relazioni pubbliche, e nel 2010 ha deciso insieme alla sorella Arianna, laureata in fashion design, di dedicarsi all’azienda di famiglia in maniera ancora più concreta, prendendone in mano la gestione. “È nata così la Società Agricola Piccolo Fiore, che oltre alle attività seguite prima, si è specializzata in diversi nuovi servizi soprattutto in campo didattico. Abbiamo ottenuto tutti gli attestati necessari per gestire la fattoria didattica e per fare ortoterapia, e prossimamente avremo anche l’abilitazione per la fattoria sociale. Abbiamo diciotto dipendenti, quasi tutti giovani che lavorano con noi da anni, siamo riusciti a creare uno staff affiatato”, prosegue il racconto di Barbara.
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