Storia, tradizione e buona tavola tra la via del Sale e la via della Seta: una giornata a Tortona

località: tortona
regione: piemonte
stato: italia (it)

Data inizio viaggio: venerdì 12 aprile 2019
Data fine viaggio: domenica 14 aprile 2019

Partire per il mare dalla grande città è sempre in qualche modo una piccola avventura. Lo diventa ancora di più se a metà strada, quando abbiamo appena lasciato alle spalle la Pianura padana e in lontananza cominciano a intravvedersi le prime colline dell’alessandrino, improvvisamente spunta un leone... Un leone d’argento, su sfondo rosso fuoco, che tiene tra le zampe una rosa fogliata e fiorita d’argento, e la cui forza, come vuole la tradizione, sono tre doni: valore, lealtà e cortesia. Si tratta del famoso leone di Tortona, città anticamente chiamata Derthona, il cui motto, sin dai tempi romani, è: “Pro tribus donis simil Terdona leonis”, ovvero, Tortona è simile a un leone, in virtù di tre doni.
In realtà i doni, se si decide di uscire dall’autostrada al casello di Tortona e di concedersi, come abbiamo fatto noi, un bel weekend in questa città, possono essere anche decisamente più di tre, data la ricchezza artistica, ma anche paesaggistica ed enogastronomica di Tortona e delle splendide colline che la circondano.
La città del leone si trova in una posizione geografica strategica, fatto che nei secoli è stato in parte la sua croce, e in parte la sua fortuna. Crocevia del commercio, fiorente centro agricolo già in epoca romana, oggi vicina alle principali metropoli del Nord, e facilmente raggiungibile da città come Milano, Torino o Genova, nel corso della storia Tortona fu anche ferocemente contesa da varie potenze.
La nostra passeggiata in centro inizia dal Duomo, edificato nella seconda metà del XVI secolo su una chiesa preesistente. Al suo interno ammiriamo, oltre a dei dipinti di artisti del Cinquecento e del Seicento come Aurelio Luini e Camillo Procaccini, anche le reliquie di San Marziano, santo al quale, secondo la tradizione, si deve la conversione della città al cristianesimo.
Tortona è sede vescovile sin dai tempi più antichi, e a cavallo tra il Due- e il Trecento furono presenti in città anche i Templari. Tra le leggende riguardanti l’ordine religioso avvolto dal mistero spicca l’ipotesi che addirittura il Sacro Graal sarebbe stato custodito in città per un certo periodo di tempo e proprio grazie a questo privilegio Tortona avrebbe ottenuto i tre doni: il corpo, il sangue e lo spirito. Senz’altro si sa che la chiesa di San Giacomo, fatta costruire dal cardinale Guidobono Cavalchini alla fine del Settecento, si erge sui resti di un’antica magione dei Templari. Dell’antica chiesa non rimane niente, se non il ricordo e i misteri, e la via San Giacomo di una volta, dedicata al protettore dei pellegrini, oggi porta il nome di Lorenzo Perosi, celebre autore tortonese di musica sacra. L’eredità artistica e culturale dei secoli di storia della diocesi tortonese è conservata nelle strutture del Polo Culturale Diocesano di Tortona, cui fa parte, oltre all’archivio e la biblioteca diocesani, il Museo Diocesano, situato in via Seminario, nell’edificio che ospitava, appunto, il seminario Arcivescovile.
Le caratteristiche vie di Tortona, che a tratti ricordano quelle dei centri storici liguri, si snodano tra curve e leggere salite tra le case dai balconi fioriti, i muri di antiche chiese e le vetrine di graziosi negozi. Davanti all’oratorio di San Rocco incontriamo un gruppo di studenti in gita che come noi, scattano foto alla facciata dell’edificio religioso. Proseguendo, raggiungiamo la chiesa di Santa Maria Canale, la più antica della città, risalente al XI-XII secolo. Al suo interno si trovano degli affreschi rinascimentali, oltre a degli interessanti dipinti del Cinque- e del Seicento, tra cui una Natività di scuola leonardesca.
L’arte pittorica ha sempre accompagnato la storia tortonese, infatti la città ha dato i natali a più di un pittore importante, tra cui Angelo Barabino, allievo ed amico di Giuseppe Pellizza da Volpedo, e Cesare Saccaggi. Il weekend che passiamo a Tortona ci dà anche l’occasione di visitare la Pinacoteca Fondazione Cassa di Risparmio, in corso Leoniero, adiacente al Duomo. L’esposizione permanente documenta attraverso più di ottanta opere una stagione artistica italiana di significativa importanza tra l’Ottocento e il Novecento.
Nel corso della storia il Tortonese era attraversato anche dai percorsi della via del Sale, antico collegamento commerciale tra la Liguria e la Pianura padana. Quando raggiungiamo la nostra dimora per questo fine settimana, scopriamo che in un certo senso oltre alla via del Sale, qui ci passava anche la via della seta. Il nostro alloggio infatti si trova presso la Casa della Seteria Sironi, un palazzo dalla bellezza mozzafiato, situato nel centro storico, in via Ottone Calcinara. Parcheggiamo l’auto nel caratteristico cortile carraio e una volta all’interno, veniamo accolti con grande gentilezza dal proprietario, il signor Gianni Respighi che ci illustra la storia di questa dimora. “Originariamente l’area dove sorge questo palazzo era occupata dal convento francescano di Santa Chiara, fondato nel XIII secolo. Dopo che Napoleone Bonaparte aveva soppresso i monasteri cittadini, anche per questo convento iniziò il declino. Venne smembrato tra diversi proprietari e col tempo quasi del tutto demolito. Fortunatamente la parte situata in via Calcinara si salvò e successivamente divenne la dimora della famiglia Sironi. Infatti, intorno alla seconda metà dell’Ottocento fu Francesco Sironi, originario di Briosco in Brianza, ad acquistare la filanda di Tortona dalla Banca Fiorentina Industriale Serica per avviare una florida attività di produzione di filati, portando l’antica tradizione brianzola dell’arte della filatura anche a Tortona”.
Mentre veniamo accompagnati nelle nostre camere, possiamo calarci nelle atmosfere di fine Ottocento, grazie ai tanti dettagli originali, accuratamente conservati durante la recente ristrutturazione. La vita della famiglia Sironi, intrisa di eleganza, di stile, ma anche di allegria e amore per le arti e per la musica ci avvolge osservando i mobili, i complementi d’arredo e le opere d’arte, tra cui diverse sculture in parte provenienti da Paesi lontani, visitati dai Sironi nel corso dei loro numerosi viaggi. La famiglia Sironi, e in particolare Franca e Fernando, nipoti del fondatore Francesco, desideravano che la Casa della Seteria Sironi diventasse un luogo aperto al pubblico come casa-museo, auspicio assecondato anche dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona.
La casa ha sei camere, ognuna con un nome e una connotazione capaci di farci sognare, come ad esempio la camera Le Grand Tour, La Bohème, o le suite dedicate a Fernando o a Teresa. Una delle nostre stanze ci fa vivere direttamente la passione per la musica dei proprietari di una volta, testimoniata anche dalla presenza in casa di molti spartiti di inizio Novecento e del pianoforte verticale: la camera si chiama “45 giri” e in effetti, custodisce una collezione di dischi in vinile, nonché un registratore magnetico dell’Italia anni Sessanta: il Gelosino. Negli spazi eleganti della dimora storica il tuffo nel passato va di pari passo con la disponibilità di servizi moderni, come ad esempio il wifi ad alta velocità. Vicino alle nostre camere troviamo inoltre un angolo cucina per prepararci comodamente un té, una tisana o un caffè.
Tra la scoperta della città e il relax presso la Casa della Seteria Sironi, desideriamo anche goderci la buona tavola del territorio, e lo facciamo cenando presso la Vineria Derthona, in via Lorenzo Perosi. “Abbiamo aperto la Vineria nel 1999, mentre la Casa di Seteria Sironi si è aggiunta solo un anno fa”, ci spiega il signor Gianni mentre ci accomodiamo al nostro tavolo nella caratteristica sala della vineria. Notiamo subito di essere anche qui in un palazzo storico, e presto scopriremo di essere capitati in un luogo non solo rinomato per la sua cucina e per i suoi vini, ma anche molto affascinante, che custodisce storie intriganti. La tessitura c’entra anche stavolta, ma in questo caso non si tratta di seta, bensì di lana, infatti, nel palazzo seicentesco in cui ha sede la Vineria, un tempo operava un convento maschile dei frati umiliati. La loro attività principale consisteva nell’insegnamento dell’arte della tessitura della lana, ma i frati non erano solo noti per la loro bravura e raffinata manualità, ma si erano fatti anche una certa fama da abili commercianti. A un certo punto il vescovo San Carlo Borromeo ritenne che si fosse superato il limite, e inviò degli incaricati per regolarizzare l’attività dei frati, divenuta un po’ troppo commerciale per un ordine religioso. L’iniziativa del vescovo non venne però presa benissimo dai frati, i quali fecero in modo da accogliere gli inviati nientemeno che da un sicario. Un sicario maldestro però, i cui colpi riuscrono appena a sfiorare i poveri incaricati. Per tutta risposta, San Carlo Borromeo soppresse l’ordine.
Se la storia tortonese ci offre delle chicche così succulente, la sua cucina non è da meno, anche se è decisamente più rilassante. La nostra cena all’insegna dei sapori di un territorio dalle grandi tradizioni, ma anche di confine, dove si mescolano influenze liguri, piemontesi, lombarde ed emiliane, inizia con una ricca selezione di salumi e di formaggi. La Vineria propone una cucina di terra, a cui si aggiunge qualche piatto a base di pesce conservato, in modo fedele alla tradizione della via del Sale che ha sempre portato sul tavolo dei piemontesi sfiziosità come le acciughe che gustiamo anche noi, stavolta con lardo e burro. Ci piace molto anche la pancetta cotta con insalata russa e carciofini. Proseguiamo con gli squisiti ravioli al sugo Derthona, e alcuni nostri amici non resistono nemmeno a una bella zuppa calda alla contadina con cavolo nero. Annaffiamo queste bontà con degli ottimi vini scelti tra 450 etichette che contemplano bottiglie un po’ da tutta Italia, in cui le cantine del territorio avranno sempre di più un ruolo importante. Accompagniamo la nostra cena principalmente con dei Barbera, ma qualcuno assaggia anche un buon Dolcetto, e chi preferisce il bianco, opta per il Timorasso o magari per qualche buon bicchiere dell’Alto Adige. Tra i secondi gustiamo dei bei brasati, ma ci conquistano anche lo stinco di vitello al forno, lo spezzatino di vitello in umido con i funghi, ma certo non si può rinunciare nemmeno a due piatti legati al territorio: una piemontesissima tagliata di fassona alla piastra, e il coniglio in padella con olive taggiasche, pinoli e rosmarino, per guardare un po’ alla Liguria.
Dopo questo weekend pieno di emozioni torniamo nella grande città felici di aver ricaricato le pile e di aver scoperto dei luoghi dove torneremo sempre volentieri per passare qualche giornata bella e piacevole come la seta.

Francesca Bertha

PER INFORMAZIONI:
www.comune.Tortona.al.it
www.casaseteriasironi.it
Casa della Seteria Sironi
Via Ottone Calcinara, 6 Tortona (AL)
Tel.: 0131/1935184 335/8311528
www.vineriaderthona.it
Vineria Derthona
Via Lorenzo Perosi ang. via Seminario Tortona (AL)
Tel.: 0131/812468 335/8311528

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