un salto a Roma

località: roma
regione: lazio
stato: italia (it)

Data inizio viaggio: lunedì 22 agosto 2005
Data fine viaggio: mercoledì 24 agosto 2005

DIARIO DE BORDO 2005

22/8/2005

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Usciti dalla stazione Tiburtina ( ore 10.45) che abbiamo trovato grande e affollata, ci dirigiamo verso il 492 che- a detta dell’albergatrice con cui avevo parlato giorni prima- conduce assai in fretta all’albergo.
L’autista conferma la fermata nei pressi della Stazione Termini, così dopo aver fatto il biglietto (1 € cadauno durata 75 minuti e da usare anche sulla metro) saliamo sul mezzo. (ore 11.10)
Vediamo scorrere il Verano, cimitero monumentale della città, l’ospedale Umberto I, la Sapienza, ma, malgrado dagli schermi del mezzo ci siano le fermate a venire, quella della Termini non arriva mai.
In realtà la fermata giusta era una delle prime; adesso ci tocca prendere la metro linea A.
ROMA sembra una città più tranquilla e tra l’altro, non c’è in giro molta gente ( diversi negozi sono ancora chiusi per ferie).

Decidiamo di andare a Santa Maria Maggiore una delle quattro basiliche pontificie di ROMA
La basilica è molto bella. Usciti ci sediamo sulla scalinata.
Rinfrancati dal riposo ci dirigiamo verso il Vittoriano, l’imponente altare della patria che tanto disprezzava Ricciotto Canudo e da lì scorgiamo palazzo Venezia con il mitico balcone da cui Mussolini si affacciava, balcone non molto grande a dire il vero!
Di lì ci spingiamo verso i fori Traianei, il foro Romano, scorgiamo l’arco di Costantino e il Colosseo, passiamo dalla basilica di Ara Coeli e dal Campidoglio dove si può ammirare la copia della statua in bronzo di Marco Aurelio.
I turisti in giro per la città sono in massima parte stranieri: inglesi, americani,francesi e spagnoli, ma sono immancabili i giapponesi e molti tedeschi e slavi, maggiormente polacchi.
Ai posti di lavoro ci sono molti extracomunitari mentre i romani veri cominciano a rientrare dalla vacanza solo nel tardo pomeriggio.


23/8/2005

La sveglia del cellulare suona alle 8.10 ma ci si concede una mezz’ora in più sul letto.
A piazza dei Cinquecento guardiamo le terme di Diocleziano e poi ci dirigiamo su via Barberini per raggiungere il Quirinale, prima però passiamo da via Quattro fontane.
Il Quirinale è un palazzo immenso, non bellissimo architettonicamente.
La foto di rito è per il corazziere, la piazza antistante è praticamente deserta, forse per ragioni di sicurezza.
Entriamo nella chiesa di santa Maria sopra Minerva, sita in piazza della Minerva dove riposa Santa Caterina da Siena (dopo un dedalo di vie caratterizzate da osterie e trattorie all’aperto tanto care ai turisti d’oltreoceano, arriviamo presso il Pantheon. Nel Pantheon osserviamo le tombe di Vittorio Emanuele II, di Umberto I e del pittore Raffaello.
Giungiamo poi in piazza Navona, più volte immortalata dai film anni Cinquanta, nei suoi pressi, in corso Rinascimento c’è palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica.
Percorriamo altre viuzze tipiche della città e tra le altre botteghe scorgiamo una macelleria, poi, in via del Mastro, da una fontanella raccogliamo preziosa acqua per dissetarci.
Sbuchiamo sul Lungotevere Tor di Nona da dove si osserva il fiume verde e melmoso.
Sull’acqua un battello, a riva capanni e sdraio a mo’ di spiaggia fluviale, imitazione di quella di Parigi.
Lungo il ponte Castel sant’Angelo extracomunitari in maggior parte di colore vendono mercanzia varia pronti a dileguarsi non appena si affaccia timidamente un’auto della finanza.
Ci sono anche delle statue viventi: una mummia egiziana, la statua della libertà tutte immobili.
Lungo via della Conciliazione ci sono botteghe e ambulanti con souvenir dei due papi ( Wojtyla e Ratzinger).
Verso la basilica di san Pietro si nota un serpentone umano in composta coda: conditio sine qua non per entrarci causa leggi antiterrorismo.
Anche noi ci incolonniamo.
Verso la scalinata, la fila si divide: chi entra in basilica, chi va a visitare la tomba di Giovanni Paolo II e chi sale verso la cupola.
Dietro di noi un gruppo di polacchi Scendiamo nelle grotte e finalmente possiamo osservare le tombe dei vari papi, alcune sarcofagi ricchi ma abbandonati dal tempo, altre semplici e lineari
. Risaliamo alla volta della basilica, sempre assediata da turisti e sempre splendida; vedo la Pietà sempre superprotetta, vedo Giovanni XXIII, sereno e sorridente nella sua teca trasparente, vedo le statue barocche di Veronica ed Elena Augusta.Il ciborio della basilica e la scala che conduce alla cripta sono molto simili a Santa Maria Maggiore.
Tornando verso il Tevere, incontriamo un topo morto ( bleah!),.
La città si va riempiendo: lo attesta il traffico, in costante aumento.
Entriamo nel museo Napoleonico Il museo è piccolo, si tratta di una collezione appartenente a un discendente di Napoleone che consiste perlopiù in mobili più che cimeli davvero storici…
Passiamo così per la centralissima e affollata strada del passeggio e shopping via del Corso, vicina a via Condotti, letteralmente presa d’assalto e quindi non presa in considerazione da noi, piazza del Popolo, grande piazza molto frequentata da cui parte il Pincio, via del Babuino con una strana figura mitologica che ha reso la via Patrimonio dell’umanità UNESCO. Passiamo poi per le vie del turismo Trinità dei Monti e piazza di Spagna affollate da carrozzelle, poi passiamo dalla piccola e affollata Fontana di Trevi.

24/8/2005

Anche questa breve vacanza è giunta al termine! Non abbiamo le idee chiare su dive andare ma poi ci spostiamo lungo la via Merulana ( nota per il romanzo di Gadda Quer pasticciaccio brutto de via Merulana) alla volta di san Giovanni in Laterano.
San Giovanni è più lineare e semplice delle due chiese pontificie già viste.
Prendiamo la strada per il Colosseo e ci riposiamo in un giardino del Colle Oppio dove ha sede la Domus Aurea, poi prima di ritornare in albergo e pensare alla partenza, passiamo dal Colosseo e dal Foro Romano assediati da turisti di ogni età e nazionalità.
Fa molto caldo ed è faticoso camminare.
Decidiamo di fermarci a pranzare in piazza dei Cinquecento, presso le terme di Diocleziano, imitati da altra gente. In particolare, l’attenzione cade su una famiglia settentrionale,il cui figlio maggiore, un adolescente di circa 12 anni, non sembra molto attento alla pulizia degli ambienti.
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Arriviamo in stazione Tiburtina

Alle 18 decidiamo di avviarci verso il treno e imbocchiamo un tunnel che ci conduce a dei finti tapis roulants.
Il treno è lì, pronto per noi.
Alle 18.40 il treno parte, mentre il capotreno al microfono, augura buon viaggio in stile aerei di linea.
Il viaggio è tranquillo, unica pecca l’aria condizionata “a manetta"Arriviamo a Bari stanchi ma soddisfatti alle 23.45 con qualche minuto di ritardo sul previsto.
Fuori è ancora buio, come quando eravamo andati via ma c’è di sicuro un po’ di gente in più.
Ciao ROMA, è stato bello rivederti sei sempre bellissima anche se un po’ cambiata…


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