Tra Sannio e Subappennino dauno:una vacanza alternativa

località: baselice, bovino, alberona, lucera, troia
regione: campania, puglia
stato: italia (it)

Data inizio viaggio: domenica 27 agosto 2006
Data fine viaggio: lunedì 28 agosto 2006

27 agosto
. La meta è Baselice, paesello del Beneventano. Sono un po’ titubante causa previsioni del tempo decisamente poco incoraggianti ma il sole di Bari sembra smentire i presagi cattivi.
A Foggia però primo inpasse: causa poca pratica della scivente-navigatrice e scarsa precisione della cartellonistica stradale, anziché aggirare Foggia sulla tangenziale, ci entriamo e ci inoltriamo per circa un quarto d’ora per le vie dei quartieri popolari della città. Alla fine imbocchiamo quasi casualmente via Lucera , una strada di caseggiati decisamente fatiscenti e comprendiamo di aver beccato la strada giusta per Lucera, appunto prossimo obiettivo del percorso. Aggiriamo la cittadina e ci approssimiamo a raggiungere Alberona. Ora le cose cominciano a diventare complicate perché al percorso pianeggiante si sostituisce un altro più tortuoso.Ci inerpichiamo per l’aspra salita, tra l’altro percorsa anche da autobus di linea nei giorni feriali e finalmente giungiamo ad Alberona, (732 s.l.m.) paese che si fregia della bandiera arancione.. Scendiamo dal paese per proseguire il nostro tragitto. Le strade si fanno sempre più complesse, per fortuna il tempo è clemente e il traffico stradale estremamente ridotto. Tra salite e discese giungiamo a San Bartolomeo in Galdo primo paese del Sannio. Raggiungere questo ameno paesello da presepe è stata una vera prova di coraggio; buona parte delle strade è poco più di un tratturo, con brecciolina, nessuna illuminazione stradale e grosse crepe al centro. Da San Bartolomeo arriviamo finalmente a Baselice, classico paesello di provincia con sfaccendati che stazionano nei bar e gente che alla prima richiesta di informazioni sono assaliti da curiosità. Previa telefonata l’appuntamento con quelli del radioascolto è presso il palazzo Lembo, un palazzo mezzo distrutto, probabile dimora del signorotto locale.Pranziamo presso AGRITURISMO IL CONTADINO, Contrada De Fenza 82020 - Baselice (BN)Tel.08249685590 Si tratta di una casupola di contadini ma al suo interno tre tavoli sono occupati: una comitiva familiare, un uomo forse di spettacolo con lacune giovani aspiranti “starlettes”, un prete semiobeso con madre statica. A destra un televisore è acceso sul Gran Premio di Formula 1 di Istambul. Un’altra avventura ci attende. Decidiamo per una strada diversa da quella precedente già molto complessa .La prima tappa è Montefalcone in val Fortore. La strada è denominata “provinciale” ma è una parola veramente grossa: buche, curve e tornanti pericolosi, attraversamenti di greggi…Quando cominciamo a convincerci di aver sbagliato strada ( e il dubbio di aver preso una strada secondaria rimane ancora)un anziano e rubicondo pastore ci dice che il primo paesello è stato raggiunto! Giubilanti ci rimettiamo in movimento per la nuova tappa meno tragica della prima ma sempre da cardiopalma! :-0 A Castelfranco in Miscano un uomo che si rivela essere un camionista ci dice che la SS90 strada segnata dalla cartina per andare verso Foggia è interrotta da una frana e obbliga a entrare in Savignano Irpino!!! L Percorriamo la strada statale denominata 90 bis e poi verso Savignano per un tratto entriamo nella SS91. I paesi finora attraversati sono un po’ tutti uguali, tutti ugualmente depressi e deprivati; rimpiangiamo la strada del Monginevro, impegnativa ma sicuramente di maggiore e migliore impatto! In paese entrano anche camper e altre vetture deviate causa frana, un vero delitto dell’amministrazione verso gli utenti della strada! Finalmente i nostri patimenti sembrano giungere a conclusione: imbocchiamo la 90 per Foggia e troviamo subito il bivio per Bovino. Dopo tante difficoltà non ci sembrano proibitivi i tornanti che ci separano da questo paesello. Passiamo dal santuario di Valleverde con tetto di tale colore e saliamo al paese piccolo e brulicante di paesani e villeggianti in attesa della festa patronale: Il corso è illuminato e pieno di bancarelle. Entriamo in una pizzeria La Taverna del Duca: P.za XX Settembre, 5 :: Tel: 0881.966326
28 agosto
. Nuova tappa: Troia. Per un certo tratto la strada è curvilinea come d’abitudine ormai. Anche a Troia fa piuttosto caldo, d’altronde è tardi: mezzogiorno è passato da un po’. Dopo alcuni snervanti giri causa ricerca parcheggio, fermiamo e ci dirigiamo verso il centro storico elegante, ben tenuto, di tipologia medioevale, tanto da ricordare quello di Siena. La celebre cattedrale con il suo magnifico rosone si palesa in tutta la sua imponenza. Fuori, invitati ben vestiti, tra cui una ragazza in abiti decisamente poco da cerimonia religiosa, attendonon che gli sposi escano dalla chiesa. Puntualmente accade tra applausi e lanci di riso. Entriamo:la chiesa è addobbata di fiori, ammiriamo tra le altre cose il pulpito della cattedrale. All’uscita da un bar adiacente colgo l’occasione per dare un’occhiata alla Gazzetta del Mezzogiorno: la cronaca è costellata da episodi di violenza. Alle 12.50 in prossimità della proloco, l’omino addetto sta per chiudere i locali, ma gentilmente ci offre il materiale turistico e candidamente ci descrive alcune salienti manifestazioni che hanno luogo nel paese. Ci allontaniamo verso Lucera, prendendo la SP 160 ormai il percorso può dirsi rettilineo e facile dopo le passate traversìe! Arriviamo in paese alla contr’ora e quindi decidiamo di andare in risotrnante per rifocillaci. Il ristorante prescelto è “IL GROTTINO” caratterizzato da una scala verso il basso piuttosto angusta. Il ristorante è aperto per caso, gli avventori sono pochi ma il menu è a buon mercato e il cibo è buono. Ordiniamo due piatti di salsiccia alla griglia, una porzione di verdure grigliate, frutta e sorbetto per 20 € in due.Dopo una pausa iniziamo la visita della cittadina.. La chiesa è antica, di epoca tardo rinascimentale con altari laterali e statue lignee e affreschi venuti alla luce da poco. Notiamo un traffico di zingare che un po’ impunemente chiedono il manghel aggredendo i passanti con eccessiva sicumera. Ci spostiamo alla Cattedrale, più sontuosa ma che comunque mantiene le linee base del romanico pugliese.Fa abbastanza caldo e il sole rallegra la giornata. Per le stradine del centro storico lastricate a pietra vediamo l’esterno del museo civico ancora chiuso dopo la scossa di terremoto dell’ottobre 2002. In piazza davanti a un circolo cattolico un signore segaligno si offre di guidarci fino alla villa comunale in prossimità del castello federiciano, percorriamo la via dello struscio con eleganti gelaterie e negozi. La villa è elegante e frequentata da molta gente, in lontananza ronza la minimoto di un bambino. Dal belvedere si osserva il crinale del subappennino. Mancano delle ringhiere protettive però e infatti dietro le panchine c’è un fossato molto profondo. Ci avviamo verso il castello. La fortezza all’esterno è molto grande ed imponente, si tratta di una delle residenze maggiori di Federico II costruita imitando le fortezze di difesa in Palestina. Spiccano le due torri, di cui una, la torre della Regina è ora visibile al pubblico e sede di una mostra di artisti contemporanei. C’è infatti molta gente nel cortile. L’interno del castello è inesistente, si tratta di un sito archeologico con dei rinvenimenti importanti di epoche diverse. La scaletta di accesso alla torre è piena di gente. Sono quasi le sette e mezza, sta per tramontare. Cerchiamo di raggiungere l’anfiteatro romano. Facciamo svariati giri a vuoto poi finiamo in una strada sbrecciata e piena di buche, la via dell’anfiteatro. Scopriamo purtroppo che il sito è chiuso per restauro. Ormai è tardi. Molte auto sono uscite e il traffico indica che le vacanze sono ormai finite per quasi tutti.Prendiamo la strada provinciale per Foggia, trafficatissima e buia. La circumnavigazione di Foggia è lunga

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