Itinerari natalizi:Basilica di san Nicola a BARI

località: bari
regione: puglia
stato: italia (it)

Data inizio viaggio: venerdì 5 gennaio 2007
Data fine viaggio: venerdì 5 gennaio 2007

La Basilica di san Nicola situata nella zona antica dela città di BARI conserva i resti di san Nicola, taumaturgo ma anche noto come "Santa Claus" ossia Babbo Natale quindi una vista a casa sua è d'uopo nel periodo natalizio.
Alcuni cenni alla storia della Basilica: La Basilica fu costruita nell'ambito della Corte del Catapano, la residenza del governatore bizantino (greco) al tempo in cui BARI era capitale dell'Italia meridionale (970-1071). La sua buona posizione difensiva e la scelta fatta dai rappresentanti dell'imperatore di Bisanzio farebbe pensare che sin dall'epoca romana questa fosse l'area dell'autorità civile. E' probabile, perciò, che qui risiedessero prima il preside romano, poi il gastaldo longobardo, quindi l'emiro saraceno e, infine, il catepano bizantino.I Baresi, nel desiderio di mantenere alto il prestigio della città (che aveva perduto il ruolo di capitale) e di suscitare una nuova linfa commerciale, trafugarono da Myra (Turchia) le reliquie di S. Nicola (1087). La presenza di queste reliquie avrebbe suscitato, infatti, un notevole flusso di pellegrini, essendo Nicola il Santo più venerato a quel tempo.

La grande impresa, compiuta da una settantina di marinai (di cui 62 con cittadinanza barese), fu narrata l'anno dopo da due scrittori, Niceforo e Giovanni Arcidiacono. Essi raccontano che l'arrivo delle reliquie a BARI suscitò una forte tensione fra l'arcivescovo Ursone e la "borghesia" cittadina, e che fu l'abate Benedettino Elia a calmare gli animi. A lui fu perciò affidata la costruzione dell'imponente Basilica, che richiese la demolizione di quattro chiesette che si trovavano nel recinto catepanale, restando intatta sino ad oggi la sola S. Gregorio.l 1° ottobre 1089, al termine di un concilio tenuto a Melfi per eliminare le tensioni fra Boemondo e Ruggero Borsa (figli del Guiscardo), il papa Urbano II veniva a BARI e reponeva le reliquie sotto l'altare centrale della cripta, antica aula catepanale con colonne e capitelli bizantini. Il passaggio dei crociati nel 1096 e il concilio del 1098 accrebbero la sua già grande notorietà.Nel Seicento, forse in occasione del grandioso soffitto, fu rifatto anche il tetto, nonchè l'altare d'argento di Uros II Milutin. Diversi restauri furono avviati verso la metà de XVIII secolo e ripresi nel XIX, ma solo quelli del 1928/30 portarono la Basilica all'attuale conformazione, tendente a dare all'edificio le sue linee originarie. In quella circostanza furono rimosse le alterazioni successive al Cinquecento (incluse le cappelle barocche e gli affreschi dell'abside centrale) e, se non fosse per la perdita della maggior parte degli affreschi, oggi si sarebbe potuto gustare ciò che i baresi ammiravano nove secoli fa. La cripta , vale a dire la chiesa sotterranea in corrispondenza del transetto, fu certamente la prima parte della chiesa ad essere portata a termine. C'è da credere, infatti, che l'abate Elia utilizzasse una preesistente aula del palazzo catepanale, collocandovi forse qualche capitello a carattere liturgico proveniente da qualcuna della chiesette bizantine abbattute.Sull'onda del Concilio Vaticano II e dei migliorati rapporti fra cattolici ed ortodossi la Santa Sede ritenne opportuno accogliere i voti dei padri domenicani e dell'arcivescovo di BARI, Enrico Nicodemo, di ospitare nella Basilica una cappella orientale ove anche gli ortodossi potessero celebrare la loro liturgia.

Il card. Paolo Giobbe, che insieme all'allora archimandrita Gennadios Zervos benedisse la cappella, ebbe a dire: E' la prima volta che in una chiesa latina viene eretta una cappella per la celebrazione della liturgia orientale. Questa realizzazione è uno dei tanti frutti del Concilio Ecumenico. Due anni dopo l'arcivescovo Nicodemo e i Padri domenicani fondavano anche un Istituto di Teologia ecumenica ove professori e studenti, sia cattolici che ortodossi, potessero insegnare e studiare in spirito di fraterna amicizia.
L'iconostasi fu eseguita per l'occasione dall'artista croato Zlatko Latkovic, autore anche dell'iconostasi della cappella orientale di Berlino. Attira la curiosità dei visitatori quell'INB1, invece di INRI (Jesus Nazarenus Rex Iudeorum). La spiegazione è semplice: in greco Rex è Basileus.








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