A casa della Sibilla!

località: monti sibillini
regione: marche - umbria
stato: italia (it)

Data inizio viaggio: domenica 12 agosto 2007
Data fine viaggio: venerdì 17 agosto 2007

Questo viaggio prende spunto da una pubblicazione dell'Ente Parco dei Monti Sibillini, precisamente "Pedalando nel parco", nella quale vengono illustrati i principali itinerari in mountain bike del parco ed il Grande Anello dei Sibillini, percorso che in 5 tappe si sviluppa tutt'attorno a questa catena permettendo al turista di vedere tutte le principali attrattive culturali e naturalistiche del parco.
I Monti Sibillini, parco nazionale già da parecchi anni, rappresentano uno dei sistemi montuosi più interessanti e vari degli Appennini. Scarsamente preso in considerazione dal turismo anche per la sua non facile accessibilità, esso raccoglie nel suo territorio molteplici aspetti, da quelli più naturalistici (fioriture spettacolari, presenza di animali rari come l'astore, l'aquila reale e il lupo e di specie endemiche come il chirocefalo del lago Pilato), a quelli storici e sacri (il versante di Norcia con tutte le pievi e i monasteri dei villaggi nei dintorni). Fascino ulteriore deriva dalle leggende che nell'arco dei secoli hanno raccontato questi territori, da sempre conosciuti come regno di demoni e fate: non lasciano dubbio toponimi come le gole dell'Infernaccio o lo stesso nome "Monti Sibillini" (si narra che la Sibilla vivesse qui in una grotta). Visitare questi luoghi in mountain-bike permette ancora meglio di apprezzare tutto ciò: il contatto con la natura è totale, numerose piste, asfaltate e sterrate, attraversano il territorio collegando i vari villaggi e permettendo di passare per prati e vette in posizione panoramica, e la presenza umana è così scarsa che raramente abbiamo incontrato persone lungo il percorso se non nei paesi.


Note sull'Itinerario

La pubblicazione del parco che illustra l'itinerario del Grande Anello, descrive piacevolmente flora e fauna di ogni luogo tanto quanto gli aspetti culturali più importanti di ogni tappa, ma è assai povera di dettagli sia sulle pendenze delle strade, sia sul fondo delle stesse. Abbiamo provveduto a comprare la cartina dei sentieri del parco, scala 1:50000, da utilizzare nel marsupio davanti alla bici per comodità, e quella scala 1:25000, che è anche più aggiornata, su cui abbiamo fatto affidamento in caso di dubbio. Le cartine ci hanno permesso di deviare da tratti del percorso che ci apparivano già sulla carta troppo ostici per essere percorsi in mountain-bike, altri li abbiamo "subiti", rendendoci conto sul posto che chi aveva pensato l'itinerario forse non l'aveva percorso nella sua interezza in bicicletta. Scorrendo il diario le modifiche e le difficoltà principali sono state segnalate.Sottolineiamo inoltre che molte discese e alcuni tratti in "single-track" risulterebbero sicuramente più piacevoli se non si avessero le borse al seguito: gli scossoni da controllare di alcune discese sassose e l'ingombro laterale delle borse nei sentieri più esigui ci hanno rallentato parecchio. Quindi se avete un amico che vuole seguirvi nella vacanza ma non è interessato a girare i Sibillini in bici,fate in modo che vi segua in auto e lasciategli i bagagli: vi divertirete molto di più! Forse lui un po' meno...
In ogni caso possiamo assicurare che l'itinerario è complessivamente di una goduria mostruosa per gli appassionati delle 2 ruote!
In linea di massima i sentieri e le piste sono ricche di segnalazioni, molte delle quali però riguardano il Grande Anello escursionistico, che si percorre a piedi ed è più esterno a quello in mountain-bike. Nel dubbio fate sempre riferimento alle case del Parco, presenti più o meno in ogni paese, dove il personale saprà sempre consigliarvi sull'itinerario e aggiornarvi sullo stato delle strade. E' sempre utile inoltre lasciar detto alla partenza che percorso si intende fare e dove si vuole arrivare in modo che in caso di problemi sia più facile essere rintracciati: ribadiamo che nei boschi e sulle montagne ad agosto abbiamo incontrato pochissime persone!
Il nostro percorso si articola su 6 tappe anzichè 5, questo per permetterci un'escursione sul Monte Vettore a piedi nella terza giornata.


Alloggi

In linea generale consigliamo di tenere conto dei rifugi del parco, tutti molto recenti, confortevoli ed in ottime posizioni, sia per chi fa l'anello dei Sibillini escursionistico sia per chi fa quello in bike. Altri rifugi e case per ferie sono presenti in alcuni paesi del parco.

Fiastra: Rifugio di Tribbio (Tel/Fax: 0737527027 rifugio@alcina.it)
Struttura recente; camerate da 6-8 posti con bagno in camera o fuori. E' il rifugio di partenza ed arrivo del nostro giro, proprio lungo lo sterrato che scende a Fiastra, a pochi passi dal paese; il rifugio è in un posto tranquillo ed è raggiungibile in auto, quindi abbiamo potuto lasciare il nostro mezzo con una parte dei bagagli nel loro parcheggio per i 6 giorni del giro in mountain-bike. Gestito da Michele in collaborazione con altri giovani di Fiastra, abbiamo ricevuto un'accoglienza cordiale. Al rientro non c'era posto e abbiamo dormito affianco al rifugio in tenda presso un pianoro con i cinghiali che ci giravano attorno! Da prendere in considerazione anche per pranzi e cene. 18 euro a persona per pernotto e colazione, 15 per la cena.

Amandola: Casa per Ferie Fillide (Lega Ambiente) - (Via Indipendenza, 73 Tel 0736847294 fillide@tin.it)
Situata in pieno centro, questa casa per ferie è anche un centro di educazione ambientale. Ketty, una delle persone che la gestisce, ci accolto con simpatia e permesso di tenere le bike dentro la casa in una stanza. Prezzi contenuti e camere con bagno spaziose.

Colle di Montegallo: Rifugio Colle le Cese (Tel 0736807016)
Colle di Montegallo è una frazione costituita da una decina di case in pietra che si affacciano su una piazzetta con fontana a 1000 metri d'altezza circa. Il rifugio dunque, come il paese, è situato in una posizione splendida, e strategico per eventuali escursioni sul Monte Vettore e Sibilla. Purtroppo la gestione dello stesso non entusiasma, soprattutto nei rapporti con i clienti. Cena discreta, si consideri che in paese non c'è altra scelta; colazione quando il personale ha voglia di alzarsi.

Forca di Presta: Rifugio degli Alpini (Tel 0736809278 Cell 3470875331).
Situato a circa 1500 metri di altezza, proprio di fronte al Monte Vettore (raggiungibile in un'ora e quaranta minuti di cammino) è visitato da molti escursionisti interessati a conquistare le principali vette del gruppo. Vi si può arrivare pure in auto e offre un'ottimo punto di vista sopra la piana di Castelluccio. Ma il vero valore aggiunto è Gino, il gestore, conosciuto da chiunque nel parco e anche oltre i confini dello stesso. Sarcasmo tipico romano, non risparmia nessuno degli ospiti (noi eravamo gli "Ansimanti" per la cronaca!), è capace di raccontare aneddoti spassosissimi a raffica; viene aiutato nella gestione dal figlio rasta il quale sogna di aprire una spaghetteria nella costa de la luz in Spagna... Ottima cena, prezzi attorno ai 35 euro colazione e cena inclusi.

Serravalle di Norcia: Albergo Italia (Tel 0743822267 attenzione: il numero segnalato nei depliants dati dall'ATP è sbagliato! info@albergonorcia.it) Non si può negare che è stata una una scelta di ripiego, non trovando posti liberi per dormire a Norcia la sera di Ferragosto. Caro in rapporto agli altri pernotti della vacanza, non rispetto alla media di Norcia e dintorni. Il gestore possiede anche il bar affianco dove si confezionano panini imbottiti che non passerebbero l'esame anti-doping. Capanno per il ricovero delle bici.

Visso: Hotel Elena (Via Rosi, 20 Tel 07379277 info@hotelristorantelena.com)
Anche in questo caso nessun'altra possibilità di scelta. Albergo elegante, prezzi non esagerati. Bici custodite in una stanza al piano terra. Colazione super

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Prima Tappa: Fiastra(756 m) - Amandola (535 m) 40 km 926 m di dislivello.

domenica 12 agosto 2007

Questa tappa ricalca quella descritta nella pubblicazione del parco, ad eccezione del tratto finale da Garulla ad Amandola, nel quale si è deviato per lo sterrato di Vidoni e Canale di Pietra. La salita ai prati di Ragnolo (1520 m) è asfaltata e con scarso traffico d'auto, tosta all'inizio (è indicato un tratto al 15%) si fa via via più dolce sino a raggiungere i prati. Conviene fare scorta di acqua ad Acquacanina, dove c'è una fontana lungo la strada di acqua buonissima (come ci capiterà ovunque qui nel parco) e piuttosto gelida. I prati sono l'ideale per prendere il sole al fresco e ambiti dai bambini per giocare con gli aquiloni. La discesa da Pintura a Garulla, sterrata, è piuttosto brutta nell'ultima parte, con terreno mosso pieno di sassi e solcato al centro della mulattiera. Nessuna difficoltà d'orientamento. Ad Amaldola abbiamo gustato le "fregnacce" alla festa dell'unità del paese, nome che ci ha fatto sognare più che la realtà della pietanza.

Seconda Tappa: Amandola (535 m) - Colle di Montegallo (1015 m) 46 km 1100 m di dislivello.

lunedì 13 agosto 2007

Il percorso è molto vario e passa per numerosi paeselli senza mai salire troppo in altitudine, ma con continui saliscendi. Abbiamo inserito la deviazione alle Gole dell'Infernaccio (belle, ma quelle del Fiastrone a Monastero sono molto più selvagge: ancora sconosciute e percorribili solo camminando dentro l'acqua!), raggiungibili facilmente in mountain-bike tramite un largo sterrato in leggera salita, stando attenti a tutti quelli che lo percorrono a piedi. Da Amandola dopo un tratto di sterrato si sale su asfalto a Cossudro, girando attorno al bel borgo di Montefortino, su fino a Colle Regnone (bel villaggio) e Montemonaco. Scesi a Cittadella su uno sterrato veloce, dove la vegetazione è stata completamente rovinata da un incendio, l'ennesimo di quest'anno, abbiamo voluto seguire il percorso indicato nella guida. Bene, evitatelo. Si tratta di uno sterrato che assomiglia più al letto di un torrente da quanto disastrato è, che porta a Propezzano attraverso 3 km di salita durissima, fatti tutti a spinta con le bike. Anche senza le borse è impossibile fare più di qualche metro in sella, mi domando se chi ha scritto la guida abbia mai percorso questa mulattiera. Sfiancati da questa fatica immane, ci siamo diretti a Montegallo per l'asfalto e tenute le ultime energie per arrivare a Colle, dopo 2 km di salita che sembravano non finire più. Traffico automobilistico solo nella strada da Montemonaco a Montegallo.

Terza Tappa: Colle di Montegallo (1015 m) - Rifugio degli Alpini (1520 m) 13 km 850 m di dislivello.

martedì 14 agosto 2007

Tappa molto breve ma giornata particolarmente impegnativa dal punto di vista fisico. Si parte non fidandosi del percorso della guida e preferendo uno sterrato che pare più largo e agevole, ma dopo 2 chilometri la sorpresa: una frana si è mangiata il sentiero e ci troviamo a vagare tra rocce e pini sollevando da terra ripetutamente i nostri mezzi per superare gli ostacoli. Siamo già stanchi. Proseguiamo per Colle Galluccio scendendo per un bello sterrato e quindi saliamo sino al Rifugio degli Alpini per una strada asfaltata agevole all'inizio, ma sempre più impegnativa man mano che ci si avvicina allo scollinamento. Ci fermiamo al Rifugio degli Alpini in condizioni tali che il gestore non può che soprannominarci "Gli ansimanti"! Finiamo qua la tappa in bici per aver modo di salire a piedi nei pressi del Monte Vettore e vedere il lago di Pilato (700 m di dislivello). Altra massacrata viste le pendenze del sentiero, per fortuna le nuvole ci risparmiano dal sole che sarebbe stato a picco sopra di noi. Il sentiero, pur se brutale nelle sue rampe al punto da dover usare anche le mani in alcuni frangenti per salire, ci permette di osservare la piana di Castelluccio da un punto di vista ideale. Questo luogo, lunare in agosto, è in realtà un polo d'attrazione per molti turisti a fine maggio, quando per 1-2 settimane esso fiorisce colorando l'intero orizzonte di tutte le sfumature che madre natura ha a disposizione. E' incredibile osservare questa piana, a 1300 metri d'altezza, circondata da monti che salgono ripidi: come avere una piscina vuota dinnanzi a noi, e infatti essa è quel che resta del fondale di un
lago. Nei monti di fronte a noi hanno lasciato un bosco di conifere che ricorda la forma dell'Italia, con tanto di isole!
Il lago di Pilato deve il suo nome ad una leggenda che narra che il cadavere del famoso procuratore romano, dopo essere stato ucciso per ordine dell'imperatore, fosse stato trasportato qua da un carro trainato da bufali e lasciato cadere nel lago, da tempo consacrato ai diavoli, al punto che frotte di negromanti e maghi sino a poco tempo fa si davano appuntamento nei pressi di queste acque per praticare i loro sortilegi. Il lago è molto bello e vede tra i suoi abitanti un animaletto molto simile al gambero, il chirocefalo. Esso ha la particolarità di vivere esclusivamente in queste acque, inoltre le sue uova possono schiudersi nell'arco di 8 anni, a seconda delle condizioni ambientali: insomma se mi fa piacere nasco se invece vedo che fa troppo freddo aspetto l'anno prossimo o quello dopo ancora! Comodo! Purtroppo oramai il lago è quasi prosciugato e per poter essere scorto occorre salire sulla cresta della Cima del Lago oppure scendere dopo il passo Zilioli (2200 m) sino al lago stesso (1940 m).
La serata in rifugio risulta piacevolissima: conosciamo un ragazzo bolognese che sta andando da Forlì al Gargano in mountain-bike passando per le principali vette appenniniche, tenda al seguito! Ma anche due motociclisti di Jesi, molto simpatici, che ci raccontano la vita nella loro cittadina.

Quarta tappa: Forca di Presta (Rifugio Alpini 1520 m) - Serravalle di Norcia (530 m) 32 km 200 m di

mercoledì 15 agosto 2007

E' quasi una giornata di riposo (d'altra parte è Ferragosto!), dopo un bello sterrato in quota, si scende dalle Forca Canapine sino a Norcia, la prima parte è composta da una lunga discesa asfaltata (mezz'ora abbondante!), la seconda da piacevoli sterrati e strade secondarie nei dintorni di Norcia. Da qui a Serravalle si procede lungo la Salaria, piuttosto trafficata, in leggera discesa. Evitiamo uno sterrato in discesa subito dopo la Forca Canapine, presente nell'itinerario suggerito dalla guida, perchè sulla mappa ci pare troppo ripido e più simile a un sentiero che a una mulattiera. Inizia a farsi sentire il caldo. Ma c'è un altro ospite di cui avevamo perso le tracce da quando siamo giunti qui sui Sibillini: il traffico! Sentire i clacson delle automobili che chiedevano strada a Norcia ci ha spiazzato: non eravamo più abituati!
In giornata visitiamo Norcia: cittadina piacevole ma davvero affollata di turisti a Ferragosto (tant'è che abbiamo dovuto ripiegare su Serravalle per trovare da dormire!). Piazza San Benedetto, incastonata tra l'omonima basilica, la Cattedrale ed il palazzo del Comune, è un gioiellino. Da ricordare anche l'auditorium di San Francesco, dove è conservata una pala di Jacopo Siculo da poco restaurata che merita da sola la visita al borgo. Cena a base di tartufo nero alla trattoria "Dal francese". Consigliatissima!

Quinta tappa: Serravalle (530 m) - Visso (607 m) 36 km 1100 m di dislivello

giovedì 16 agosto 2007

Questa tappa risulterà la più impegnativa, ma anche la più varia e appagante, per i borghi visitati tanto quanto per la natura e i panorami contemplati. Anche gli sterrati che percorriamo sono tra i più interessanti del giro, con difficoltà di ogni tipo e livello. Il versante umbro del parco ci accoglie con una successione di villaggi sul fianco delle montagne che costeggiano la valle che da Norcia porta a Preci. Borghi bellissimi, oramai abbandonati dagli abitanti, trasferitisi per lo più a Roma o nelle principali cittadine umbre vuoi per il lavoro vuoi anche per l'ultimo terremoto del 1997. A Collescille parliamo con un ragazzo (l'unico incontro della giornata!) che torna in paese solo d'estate perchè qui c'è ancora la casa dei suoi; ci racconta che vivono stabilmente in paese solo 3 famiglie e che d'inverno Collescilli è di fatto irraggiungibile con l'auto a causa del ghiaccio e della neve. L'unica chiesa è pericolante dopo il
terremoto e l'acqua corrente d'estate scarseggia. A dispetto di tutto ciò questi borghi sono splendidi, circondati da pievi, abbazie, monasteri e conventi, tutti in luoghi isolati e immersi nella natura. Si parte col botto, ovvero ci cucchiamo nella notte il classico terremoto umbro-marchigiano, in un albergo che era stato raso al suolo dal terremoto di 10 anni prima...ehm...
Dopo una visita alle marcite di Norcia, ambiente particolare dove l'acqua zampilla un po' ovunque, paragonabile alle nostre risorgive venete, ma utilizzate sin dal medioevo per le coltivazioni della piana, iniziamo la salita verso la Forca di Ancarano (1008 m). Essa è su asfalto, pedalabile senza difficoltà a parte il caldo insistente già in mattinata. Rinunciamo dunque allo sterrato che porta alla Forca per evitare di appesantire le difficoltà già di rilievo della tappa. Dal passo inizia uno sterrato piacevolissimo e molto vario, che ci porta ai borghi di Piè la Rocca e Capo del colle passando per fitti boschi, con fondo che varia in continuazione da sassoso a battuto, ma sempre piuttosto agile e in leggera discesa. Arrivati a Campi ammiriamo il borgo di Campi Vecchio, ottimamente conservato, e la chiesa di San Salvatore (710 m), che si erge in posizione isolata in mezzo alla valle. Incredibile la bellezza di questo monumento e la totale assenza di turismo nei suoi dintorni, ma noi di questo non possiamo che essere lieti! Campi è l'unico posto ove è possibile fare un po' di scorta di cibo ed energia, utilissima viste le difficoltà che ci aspettano. Ogni borgo invece possiede una fontana per rifornirsi d'acqua, ma quella di Collescille è decisamente scarsa e calda d'estate. Da Campi inizia uno sterrato in forte salita (a spinta) che dopo un paio di chilometri si trasforma in un single-track tecnico ed interessante, ma purtroppo impraticabile con le borse. Ci tocca procedere con la bici alla mano, perchè il rischio di scivolare fuori dal sentiero giù nella vallata per parecchi metri è tangibile. Le borse ci costringono con la ruota posteriore spesso fuori dalla sede. In questo tratto decisamente impegnativo per la prima volta buchiamo! E trovare un punto sufficientemente largo per cambiare la camera d'aria non è cosa facile. Ricordo ancora le parole della guida: "Pianeggiante strada sterrata" e "lievi saliscendi", così veniva descritto questo tratto di percorso! Arrivati ad Acquaro sbuchiamo fuori dal bosco e possiamo contemplare l'impareggiabile abbazia benedettina di Sant'Eutizio. Di qui, per un asfalto abbastanza impegnativo e tutto al sole saliamo a Collescilli (944 m). Il caldo è insostenibile, la strada si fa cementata all'interno del paese e con pendenze
superiori al 15%, decidiamo di fermarci per far passare le ore più calde. Ripartiamo dopo aver fatto scorta d'acqua e di energie, ma le pendenze sono insostenibili, tratti oltre il 20% su sterrato: impossibile procedere se non a spinta, anche senza le borse sarebbe stata ben dura. E insieme a noi l'avvertimento degli abitanti di Collescille ci accompagna: "Attenti ai pastori maremmani quando siete vicini alla vetta, sono liberi e se non c'è il pastore potrebbero attaccarvi!" Conquistiamo il Monte Lungo a 1250 m con panorama meraviglioso sulla valle di Preci e di Visso e iniziamo la discesa senza l'incontro con il rispettabile quadrupede. La prima parte della discesa è molto veloce, occorre sempre tenere gli occhi aperti per evitare gli ostacoli più rilevanti, che potrebbero danneggiare le borse legate al portapacchi. Sfrecciamo davanti ad un pastore maremmano senza lasciargli il tempo di reagire. Poi il sentiero si fa più sassoso, a volte pendente a volte meno, dobbiamo rallentare assolutamente. La discesa è lunghissima, mani per mezz'ore di filato sui freni e velocità paragonabile a quella che teniamo in salita. Il fondo è in pratica il greto di un fiume, un ghiaione! Ogni tanto ci fermiamo e buttiamo acqua sui freni a disco: una nuvola di vapore si solleva...
Finalmente, quasi al tramonto del sole, giungiamo a Visso, cittadina adagiata sulla confluenza di 5 valli e ricchissima d'acqua. Questo paese è davvero ridente e conquista il cuore di chiunque ci passi: impossibile non sostarvi. La piazzetta pedonale nel centro, abbellita dalla Chiesa di Sant'Agostino e dalla Collegiata è sempre ricca di manifestazioni e soprattutto di gente! Visso unisce un'ambiente naturale incantevole ad una presenza culturale e artistica di notevole rilievo.

Sesta ed ultima tappa: Visso (607 m) - Fiastra (756 m) 32 km 1007 m di dislivello

venerdì 17 agosto 2007

Questa tappa ricalca fedelmente quella descritta nella pubblicazione del parco. Sarà che era l'ultima, sarà che la salita era tutta concentrata all'inizio ed in un'unica soluzione, ma questa è risultata la tappa più agevole del giro. Nessuna difficoltà di orientamento, sterrati splendidi, pendenze adeguate. Da Visso si sale a Casali per una strada asfaltata assolutamente priva di traffico, la salita presenta tratti parzialmente impegnativi subito fuori dall'abitato di Ussita, poi è pedalabile. Arrivati a Casali conviene fermarsi, prender fiato e riempire le borracce con l'ottima acqua della fontana del paese (non ci saranno altri punti di approvvigionamento lungo il percorso, per il cibo invece occorre aver provveduto già a Visso!). Vale la pena inoltre ammirare l'elegante chiesa in pietra del paese, al centro di uno spiazzo panoramico sulla valle sottostante. Da Casali (1080 m) inizia lo sterrato che porta ai prati di Pao e del Capriolo (1570 m). Il fondo non è mai eccessivamente ostico, così come la pendenza, occorre solo fare attenzione alle auto che ogni tanto percorrono la strada (ne passa una ogni quarto d'ora circa...). Procedendo con la salita il percorso si fa ancor più piacevole, correndo sotto un bosco di conifere con un leggero venticello ad alleviare la calura estiva. Si sbuca fuori dal bosco nei consueti prati delle
vette spelacchiate dei sibillini. Da qui in poi il traffico diventa nullo e non incontreremo più anima viva (che novità! Anzi no, un toro lo incontriamo!). La discesa, facile, lunga e purtroppo ultima, ci accompagna sino al rifugio di Trebbio, con continui scorci sul lago di Fiastra steso di fronte a noi. Sorpresona finale: il rifugio è pieno, quindi si dorme in tenda nei prati lì attorno, col simpatico rumore dei cinghiali che vengono a mangiare afianco alla nostra dimora per la notte!

...nel cortile di casa..

lunedì 20 agosto 2007

Sorpresa della sorpresa: tornare a casa dopo 3 giorni e trovare la bici bucata! Si è bucata in auto (non sgonfiata, c'è proprio il foro) e non si sa come, oppure santa Rita da Cascia, la santa dell'impossibile, ha messo un dito e tenuto l'aria dentro la camera sino a quando non abbiamo finito il giro!!! Grazie Santa Rita, a nome di tutti i cicloturisti scapestrati come noi!