Tour in Sardegna

località: cagliari, pula, seulo, dolianova, lanusei, tortoli, arbatax, isili, barumini, orgosolo, oliena, dorgali, olbia, porto aranci, palau, porto cervo, orosei, santa teresa di gallura, aggius, tempio pausania
regione: sardegna
stato: italia (it)

Data inizio viaggio: martedì 1 gennaio 2008
Data fine viaggio: martedì 1 gennaio 2008

All'età di 19 anni effettuai un lungo tour della regione in compagnia di un amico di originisarde e a cavallo della sua moto. Lui era un grande appassionato di motociclette e da tempo progettavamo un viaggio insieme, visto che lui aveva i parenti in Sardegna optammo per questa meta. Partimmo in pieno inverno e ci imbarcammo a Livorno traghettando per tutta la notte fino a cagliari. Nel capoluogo alloggiammo da una sua zia per alcuni giorni e questo ci permise di visitare la città, il colle su cui è ubicata la parte più vecchia dove tra l'altro alcuni suoi cugini possedevano un bar e un negozio di frutta e verdura. Ogni sera eravamo invitati da qualche suo parente a cena e per me fù piacevole scoprire le caratteristiche peculiari della cucina sarda come la cartamusica, un pane non lievitato così sottile che scricchiola in bocca e numerose specialità a base di carne di maiale. A volte entravamo nelle case e vedevamo il porco cuocere in un camino mentre il suo grasso colava su del pane posto in una grata. In quei giorni visitammo anche la spiaggia del Poetto e gli scavi archeologici di pula. Poi partimmo per la Barbagia dove ci attendevano la sua nonna ed altri cugini nel paese di seulo. In Sardegna tra una località e l'altra puoi percorrere diversi km senza incontrare nulla se non prati da pascolo e l'ambiente naturale è molto selvaggio. A seulo prendemmo posto a casa di sua nonna, una vecchia casa barbaricina con ampie stanze delimitate da spesse mura di pietra, nella sala principale un grosso camino quasi sempre acceso. Per alcuni giorni facemmo vita di paese, la sera a cena dai suoi numerosi parenti o amici del padre, il giorno quando dal barbire, quando nei selvaggi dintorni. Era un ambiente molto bello, incontaminato, piacevole da percorrere in moto. A volte pioveva allora eravamo costretti a restare tutto il giorno in casa, in quel caso cercavo di imparare qualche parola della lingua sarda con l'ausilio di un grosso dizionario che aveva la nonna. Un giorno ci spostammo pure sulla costa orientale passando per le montagne, lanusei, tortoli e arbatax, anche lì fummo ospiti di amici di suo padre. Man mano che ci si avvicina al mare l'isola diventa più moderna ma meno squisitamente originale. La sera tornammo a seulo dove restammo alcuni giorni prima di tornare a cagliari per il fine settimana. Il sabato sera fummo ospiti di suo cugino in una pizzeria di dolianova mentre la domenica andammo allo stadio Sant'Elia per vedere la partita di serie B tra il cagliari e la Triestina. Il lunedì mattino ripartimmo per la Barbagia e per pranzo ci fermammo a isili ospiti di una famiglia che conosceva mia madre, dopo mangiato deviammo per vedere il villaggio nuragico di barumini e alla sera fummo nuovamente a casa della nonna a seulo. Trascorsa tutta la settimana in paese e nei dintorni. Il fine settimana successivo vennero al paese pure alcuni cugini e zii dell'amico che avevo già conosciuto a cagliari per prendere parte insieme ad altri a una battuta di caccia al cinghiale. Partimmo il sabato sera con le loro macchine per il luogo di caccia, distante dal paese, dove dormimmo in un casolare isolato. Per riscaldarci avevano acceso un fuoco all'interno dell'abitazione e presto la stanza si riempì così tanto di fumo che i miei occhi lacrimavano. In ogni caso riuscimmo ad addormentarci per poche ore. All'alba fummo svegliati, gli zii stavano già preparando all'aperto del caffè con una amoca appesa sopra un fuoco. Dopo la colazione cominciò la battuta di caccia, ogniuno aveva il suo ruolo, a noi giovani furono affidati dei rudimentali strumenti che facevano un rumore che sarebbe servito a richiamare il cinghiale. Camminammo molto guidati da un ragazzo evidentemente già esperto mentre sentivamo gli spari dei cacciatori riecheggiare tra le montagne. All'ora di pranzo la bestia era stata cacciata e tornammo al casolare per il pranzo a base di insaccati. Non sono un cacciatore ma quel giorno vissi una piacevole esperienza. Poco tempo dopo la nostra lunga permanenza a seulo ebbe termine ma la Sardegna aveva ancora molto da offrirci. Partimmo dal paese la mattina presto e attraversando la Barbagia più profonda toccammo le cittadine di Aritzo, Fonni, orgosolo, oliena. Qui sono ancora molto vive le antiche tradizioni, le donne sono vestite in nero e portano un foular in testa. Da oliena deviammo per dorgali e Cala Gonone affacciata sul mare. Dormimmo presso orosei per poi proseguire lungo costa per Siniscola e olbia sulla strada da cui si osserva nitidamente la sagoma dell'isola di Tavolara. Raggiungemmo quindi il celebre porto cervo, approdo di molti vip con le loro imbarcazioni lussuose ma che visto in inverno sembrava un luogo in letargo, poi passando per Arzachena arrivammo a palau. Qui osservammo la costa frastagliata e rocciosa che ha dato vita a strane formazioni come il così detto "Orso" poi trovammo alloggio. Il mattino seguente dopo una breve vista sul mare che separa la Sardegna dall'arcipelago della Maddalena, proseguimmo per la località balneare di Porto Pozzo la cui spiaggetta ci piacque così tanto da meritare una sosta. Proseguimmo per santa teresa di gallura e aggius dove fummo ospitati da parenti del mio amico il quale ci portò con la sua vettura fino alla vicina tempio pausania. Il giorno seguente ci trasferimmo a Golfo Aranci dove ci imbarcammo sul traghetto delle Ferrovie dello Stato diretto a Civitavecchia. Da qui, risolto da un meccanico un problema alla moto, proseguimmo per rientrare con la statale a casa. La moto del mio amico si era comportata molto bene e nonostante fosse inverno non sentimmo molto freddo. Ricorremmo al meccanico un paio di volte, sulla strada per lanusei e a Civitavecchia ma erano sciocchezze.

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