LISBONA & DINTORNI – Tram 28, Fado, Bacalhau, Pasteis &... Prima parte
località: lisbona, sintra, mafra, sobreiro de mafra, ericeira, obidos, alcobaça, nazaré, aljubarrota, batalha, fátima, tomar
stato: portogallo (pt)
Data inizio viaggio:
mercoledì 22 ottobre 2008
Data fine viaggio:
martedì 28 ottobre 2008
Prima parte
Lisbona - 22/23/24 ottobre 2008
Il Fado… il destino triste del popolo portoghese.
Il primo incontro con questa musica è avvenuto a Venezia, nel 1977 al Teatro Malibran, ove ci recammo ad ascoltare quell’Amalia Rodrigues che conoscevo solo attraverso 2 LP acquistati per la mia passione verso la musica di origine popolare.
Ebbi anche la fortuna di conoscere personalmente, a fine spettacolo, la grande Amalia Rodriguez ed i suoi musicisti, incontro del quale conservo gelosamente la locandina dello spettacolo con la dedica di Amalia e gli autografi dei suoi accompagnatori musicali.
Da qui iniziai a covare il grande desiderio di andare in Portogallo, a Lisbona, per conoscere la città, ma principalmente per ascoltare il Fado nella sua terra natia.
Dopo altri viaggi, questo a Lisbona si concretizzò nel 2008, volo TAP Venezia-Lisbona, Hotel in centro, il Sete Colinas in Avenida Almirante Reis 67, un tre stelle realizzato nel 2008, pulito, dotato di comfort moderni, abbondanti colazioni e... metropolitana con fermata Anjos davanti all’uscio, comodissimo e tranquillo anche se in un'arteria principale della città.
Tre giorni... e tre notti per conoscere meglio la capitale del Portogallo assieme al suo bacalhau, alla sua splendida gente ed al suo struggente... Fado.
Le mete successive, secondo il programma di viaggio preparato per tempo e delle quali ne parlerò nella seconda parte, prevedevano la visita all'area costiera con Boca do Inferno, Cabo Raso e Cabo de Roca per poi proseguire verso Sintra, Mafra, Sobreiro de Mafra, Ericeira, Obidos, Alcobaça, Nazaré, Batalha, Fátima e Tomar, rientrando poi verso Lisbona per il concludersi del nostro viaggio, .
Su questi luoghi l’informatica ci mette a disposizione tantissime informazioni, tra le quali quelle che ho utilizzato per confezionare il nostro viaggio, pertanto qui mi limiterò ad indicare quei luoghi che maggiormente hanno lasciato il segno nei nostri ricordi.
Il Portogallo ha ancora delle forti motivazioni per essere oggetto di un viaggio, che suggerisco, per chi lo ha in mente, di farlo quanto prima per non perderle.
A causa della passata economia non proprio florida, il Portogallo si sta affacciando da pochi anni alle porte del turismo e questo fa si che si possa ancora trovare ciò che in altre città europee è quasi totalmente scomparso... l'ambiente di un tempo e le persone di un tempo, un ambiente per certi versi ancora dal volto umano, ove la gente non ti guarda e passa, ma dialoga volentieri, è cordiale, aperta, quasi desiderosa di comunicare con chi visita il loro paese.
Lisbona è un insieme di colline ove si adagiano tutti i suoi quartieri, la Baixa, il Rossio, il Bairro Alto, il Chiado, un po’ tutti più o meno rifatti dopo il terremoto che l’aveva semidistrutta nel 1775, all'infuori di quello che mantiene intatto l’aspetto dell’antica Lisbona, l’Alfama, il quartiere con le sue viuzze strette e tortuose ove, in un continuo saliscendi, non è difficile scovare l'artigiano che lavora nella sua piccola e polverosa bottega, il quartiere con le case dall'intonaco scrostato, le scalette esterne che non si sa mai dove finiscono, le miriadi di antenne televisive che infestano i tetti, le colorate lenzuola al vento... la gente di un tempo, quella molto cordiale, aperta al dialogo, disponibile, un'umanità piacevole da incontrare... ma fino a quando?
Lisbona offre anche altre opportunità che vanno vissute per la loro unicità:
- i Miradouro, terrazze panoramiche dalle quali spaziare la vista sulla città;
- gli Electricòs, i vecchi tram rossi o gialli che percorrono sferragliando la città, ove il 28 storicamente fa la parte del leone per il suo percorrere le strette e tortuose stradine dell’Alfama;
- gli Elevadores, gli storici ascensori che salendo “da un piano all’altro” della città ci permettono ancora di ammirare Lisbona dall’interno delle loro cabine rivestite con legno ed ottone, ove il più noto è quello di Santa Justa in Largo do Carmo, vicino a Rua Augusta;
particolare, perché chiamato Elevador da Glória ma che in realtà è una funicolare, è il vagoncino simile ai gialli Electricòs che si trova in Calçada da Glória, a lato della stazione ferroviaria Central do Rossio in Praça dos Restauradores, da dove parte per percorrere la ripida salita fino a portarci in breve tempo sulla terrazza belvedere di São Pedro de Alcãntara, altro punto panoramico sulla città.
Un po’ fuori del centro di Lisbona, verso il Ponte Vasco da Gama, c’è l’Oriente, il modernissimo quartiere sul lungo mare costruito sapientemente in occasione dell’Expó 98, ridando vita ad un'area portuale dismessa.
Qui si passeggia lungo ampi marciapiedi tra alberi, aiuole, fontane con effetto geiger, visitando il Parque das Nações con l’interessante stazione Gare do Oriente progettata da Calatrava, la moderna Torre Vasco da Gama, alla quale il parco è collegato anche con la panoramica Ovovia, ed ancora l’insieme di strutture dedicate a mostre, convegni, concerti, i centri commerciali e… l’Oceanario de Lisboa, il più grande acquario d’Europa ove, con i suoi 7 milioni di litri d’acqua, nuotano davanti ai nostri occhi tante specie di esseri viventi negli oceani, una grande vasca che con i suoi tre piani ci mostra mante, squali, tonni, murene, cernie, pesci di ogni colore, ecc., incontrando anche pinguini, otarie, uccelli marini nel loro ambiente ben ricostruito e poi il percorso in penombra ove si possono ammirare bellissimi anemoni di mare, coloratissimi pesciolini tropicali, i cavallucci marini agganciati alle alghe e quant’altro disposto in numerosi acquari incastonati nelle nere pareti, formando quadri viventi del mondo marino.
Dalla parte opposta del lungomare, raggiungibile facilmente con i mezzi pubblici, c’è il quartiere Belem e qui non bisogna tralasciare la visita ad almeno 4 delle istituzioni storiche di questo luogo, il Padrão dos Descobrimentos, La Torre de Belém, il grande Monasterio de Jerónimos e, per i golosi… la storica pasticceria Pasteis de Belém, ove per assaporare le loro specialità in una delle parecchie sale interne è bene armarsi di tanta pazienza perché è quasi sempre pieno.
Infine i colori di Lisbona, il bianco degli edifici che si stagliano in netto contrasto con il blu intenso del cielo, la luce di Lisbona, che dona alla città toni particolarmente caldi, i tramonti di Lisbona, ove il sole dorato non fa rimpiangere il chiudersi del giorno, anche perchè la luce della Lisbona notturna è un chiaro invito a proseguire la passeggiata per visitarne le sue belle piazze, le sue illuminatissime vie, i suoi appena rischiarati vicoli ove le note del Fado ci accompagnano facendoci sognare.
Segnalo che il Portogallo è meno costoso di tanti altri paesi d’Europa, il mangiare in localini ove mangiano i portoghesi costa poco ed anche farsi scorrazzare dai taxi è abbordabilissimo (7 euro dall’aeroporto all’albergo ed anche in centro si spendono pochi euro), pertanto non vale la pena tralasciare la gustosa cucina portoghese, con il suo bacalhau preparato anche in modi a noi impensabili (ho mangiato il baccalà con il maiale e patate, tutto cotto al forno, buonissimo), per panini e simili, si perderebbe l’opportunità di conoscere il gustoso aspetto di questo bel paese.
Un piccolo locale di questo tipo è il Casa da India in Rua de Loreto 49-51, laterale di Rua do Alecrim dove diventa Rua da Misericordia (lo scrivo perché il tassista, pur facendomi pagare solo 6 euro, ha girato più di mezz’ora perché non sapeva dove portarci).
Il diario di questo viaggio, per ragioni di spazio descrittivo, continua nella seconda parte.
Buon viaggio.
Wanda & Giancarlo
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Praça do Comércio - Rúa Augusta - Elevador de Santa Justa - Castelo de Sao Jorge - Catedrale Sé
mercoledì 22 ottobre 2008
La Praça do Comércio è stata il nostro primo impatto con Lisbona, un grande impatto perchè grande è questa piazza che un tempo era teatro dei traffici commerciali portoghesi e della storia di questa città.
Affacciata sul fiume Tajo, è come una grande platea da dove si irradiano le grosse direttrici cittadine per raggiungere i vari quartieri disseminati sulle colline di Lisbona.
La sontuosa Rúa Augusta è appena passato l'Arco Triunfal, l'enorme arco che fa da porta d'ingresso alla Baixa, il quartiere basso cuore vitale della città.
Rúa Augusta, tutta esclusivamente pedonale, è bella di giorno ma anche di notte per la sua calda illuminazione ed il brulichio di persone che vanno e vengono, che si fermano a chiacchierare, a bere un aperitivo, a cenare in un contesto storico imponente e ben curato.
Ai lati di Rúa Augusta, in particolare nella parallela Rúa dos Correeiros, si trovano localini ove assaporare la cucina lusitana, ma attenzione ai locali per spennare turisti, evitabili se si usa l'accortezza di non lasciarci incantare dalle ossessive proposte dei camerieri di ogni locale che si incontra passeggiando, preferendo uno sguardo al menù di quei pochi locali che hanno sempre il pieno anche con portoghesi.
Altrettanto famosa la parallela Rúa Aurea, antica via ove lo stesso nome non lascia dubbi sui suoi fasti passati, la lavorazione ed il commercio dell'oro, attività che oggi non c'è più, ma una sorpresa piacevole, per chi ama il Fado di Amalia Rodrigues, ma anche di molti altri artisti, la si trova facendo tappa al negozio Discoteca de Amalia, in Rúa Aurea 272, ove si trova di tutto sulla musica della grande Amalia Rodrigues e del suo cantar Fado, una chicca per gli appassionati di questo triste ricordare il destino dei portoghesi che lasciavano il loro suolo natio per andar a scoprire terre lontane.
Sempre a lato di Rúa Augusta, in Rúa de Santa Justa l'elevatore più noto della città, una torre dalla cui sommità si può volgere uno sguardo panoramico su Lisbona, anche di sera.
Scorto passeggiando per Rúa Augusta, il Castelo de Sao Jorge è stata la seconda meta di questa giornata.
Il famoso electricos 28 è stato il mezzo che ci ha portati fino alla zona ove sorge questo castello nel quartiere Alfama, un intrico di vicoli ove il tram, con il suo sferragliare, sfiora veramente le pareti dei palazzi.
Scesi, davanti a noi c'era la Igreja de Santa Luzia, una chiesa al cui lato c'è l’omonimo miradouro con azulejos riproducenti la Lisbona di un tempo.
Trovata chiusa la chiesa, dopo una breve passeggiata in salita siamo arrivati al Castelo de Sao Jorge, e, pagato l'ingresso al castello, subito ci siamo diretti al suo miradouro ed anche da quì la vista su Lisbona è un colpo d'occhio sui punti nevralgici del suo centro con le storiche piazze, mostrandoci anche la grandezza del Tajo, fiume ove ancora oggi si svolgono i traffici navali di questa città.
Il percorso sul castello, con le sue possenti mura, consente di passeggiare sui bastioni ove, tra un merlo e l'altro, va sempre lo sguardo sulla sottostante città.
Se visitato verso l'imbrunire vale la pena aspettare il tramonto su Lisbona, ove un sole dorato ne fa stagliare i suoi contorni adagiati sulle innumerevoli colline che si perdono in lontananza a far da cornice al panorama che si gode da qui.
La Catedrale Sé ha chiuso il nostro primo giorno di passeggiate a Lisbona, ove i continui saliscendi hanno messo a dura prova i polpacci di noi poveri abitatori di piatte pianure, lasciandoci però la piacevole sensazione di essere in una città che per certi aspetti ha ancora riconoscibilissimo il suo passato, in particolare notando i contrasti tra la parte più sontuosa della Baixa e la più decadente dell'Alfama.
Oriente - Parque das Nações - Oceanario - Museo Azulejos - Casa dos Bicos
giovedì 23 ottobre 2008
Essendo un tecnico edile, niente di meglio che abbinare la visita all’Oceanario con un giro nella parte nuova del quartiere Oriente ed alle strutture che costituiscono l’insieme del Parque das Nações, ove, con un radicale recupero e ristrutturazione di questa ex area portuale, è stato creato un grande spazio vitale e moderno atto a generare moltissime opportunità d’incontro con mostre, manifestazioni, fiere, congressi, spettacoli e quant’altro di attuabile nelle varie strutture ricettive sorte in occasione dell’Expó 98, compresa anche la grossa possibilità di godere delle aree verdi qui realizzate ove è piacevolissimo passeggiare osservando la foce del Tajo in pieno relax, gustandosi anche un buon caffé in uno dei locali sparsi in quest’area, lontani dal traffico cittadino che spesso ci avvolge nel suo ossessivo frastuono.
Uscendo dalla metropolitana, stazione Oriente, ci si trova subito in un ambiente in pieno contrasto con gli storici quartieri lisboeti, niente più pietra e bianco accecante in stretti vicoli, ma acciaio argenteo e vetro su ampi spazi, esili strutture a sostegno di luminose vetrate che ben riescono a mantenere il contatto con l’affascinante luce di Lisbona.
L’architetto spagnolo Santiago Calatrava è riuscito a creare una stazione ferroviaria dalle linee svettanti e leggere, dando quasi il senso della cattedrale che accoglie, sotto le sue volte trasparenti, i suoi erranti pellegrini, in uno spazio ove non ci si sente oppressi dall’architettura volutamente pesante che hanno spesso questi luoghi, dando così respiro a chi vive l’affanno del correre per il quotidiano vivere.
All’esterno moderni volumi che ben riproducono la volontà di chi ha voluto dare anche un volto attuale ad una città che era rimasta ferma nel tempo, contrapponendosi con grattacieli dal bianco cappuccio controvento, con una modernissima e bianca torre metallica che guarda il Tajo, la Torre Vasco da Gama, dondolandoci poi nell’ovovia panoramica che ci consente di ammirare i sottostanti giardini, il non lontano ponte Vasco da Gama, il più lungo d’Europa con i suoi 12.345 metri che collegano le aree di Montijo e Sacavém.
Costruiti sempre con lo stesso spirito innovativo e con l’intento di dare una continuità vitale a quest’area, troviamo edifici per mostre, fiere, convegni, spettacoli, ecc. spesso realizzati utilizzando strutture metalliche che richiamino la vita del mare con i bianchi alberi strallati che tanto ci riconducono alle sovraccoperte dei carghi marittimi.
Un buon caffé crogiolandosi al sole e poi… l’Oceanario, questo grande surrogato dei mari ove i suoi ospiti nuotano davanti ai nostri occhi.
Ben 7 milioni di litri d’acqua, tre piani di visita, vasche esterne, vasche interne, ambienti riprodotti che ci mostrano il vivere dei loro abitatori, compresi i loro “profumi” e poi le tante finestre aperte sui microcosmi marini, gli acquari più o meno piccoli che ci mostrano la vita delle piccole specie che popolano i mari, più o meno tropicali, con coloratissimi pesciolini, anemoni, stelle marine, cavallucci, ecc. un arcobaleno della natura marina spesso lontana dal nostro habitat se non da questo anche distrutta per il nostro volerci imporre su ciò che per noi è vitale.
Salutata questa gigantesca struttura acquea, ci siamo diretti verso quello che è la memoria di un’attività storica appartenente anche al Portogallo, la produzione artistica di Azulejos, le antiche piastrelle che tanti palazzi ancora decorano mostrando i loro vivi colori a dispetto del tempo passato.
In Rúa Madre Deus 4, ritornando verso il centro città, visitiamo il Museu Nacional do Azulejo, ove, in un inaspettato ex convento, possiamo ammirare la fine arte del dipingere le piastrelle di argilla che un tempo ornavano l’interno di chiese e cappelle, ma poi utilizzate anche per rivestire intere facciate esterne di palazzi ed ove a Lisbona se ne può ancora vedere il suo impiego.
Sicuramente l’influsso arabo ha fatto si che le prime produzioni italiana, spagnola e portoghese di “al zuleiq” tanto richiamassero, senza eguagliarne la leggerezza floreale, la produzione araba, creando quasi dei tappeti in piastrelle colorate, passando però a riprodurre nel tempo quello che l’arabo non ha mai attuato, la raffigurazione di scene di vita quotidiana, restituendo immagini quasi fotografiche di quello che un tempo era il tessuto urbano, l’ambiente con la sua gente.
Tutto questo è ben rappresentato al Museu Nacional do Azulejo, mostrando anche la “fotografia” di Lisbona prima di essere semidistrutta dal sisma del 1755.
Ripreso il ritorno, in Rúa dos Bacalhoeiros troviamo la Casa dos Bicos, la casa dei merletti o dei diamanti, così chiamata per la sua facciata in bugnato di punte di pietra a forma di diamante.
La serata l’abbiamo trascorsa nel quartiere Bairro Alto, passeggiando tra i poco illuminati vicoli pedonali di questo quartiere, ove tutti ti propongono cena e fado, ma preferendo noi il ristorante il noto Adega Machado in Rúa do Norte 91, dove fado e guitarradas sono stati il contorno ad una ottima cena anche se… è un locale per turisti che vogliono spendere (poco meno di 120 euro in due) per rivivere l’ambiente ove Amalia Rodrigues ed il suo grande Fado erano di casa, testimoniato dalle tante fotografie con dedica disseminate all’interno di un ambiente rustico, ben curato ed ove ci si sente a proprio agio, quasi coccolati dalla gentile signora che ci consigliava cosa assaporare della ottima cucina lusitana proposta, ascoltando i vari artisti che si alternavano, accompagnandoci per tutta la serata con questa musica portoghese che ricorda il triste destino delle sue genti alla conquista dell'incognito di un tempo.
Rossio - Bairro Alto - Alfama - Museu do Fado - Belém
venerdì 24 ottobre 2008
Percorsa la Rúa Aurea ed attraversata la Praça Dom Pedro IV, siamo entrati nel quartiere Rossio arrivando fino alla vicina Praça dos Restauradores, una piazza che si apre davanti a noi mostrandoci, come in un antico anfiteatro, ciò che la circonda, il Bairro Alto con le rovine della Igreja do Carmo da un lato e l’Alfama con il Castelo de Sao Jorge dall’altro.
Realizzata per commemorare la liberazione del Portogallo dal dominio spagnolo, nel suo catino dal pavimento ad onde spicca l’obelisco che ricorda lo storico evento e le artistiche fontane, mentre ai lati si possono ammirare gli storici edifici che fanno da sfondo a questa ampia piazza ed ove spicca anche la bella facciata della stazione, la Central de Rossio.
A lato di questa ampia piazza si trova la stretta Calçada da Gloria, il vicolo ove prendiamo l’Elevador da Gloria per arrivare al quartiere Bairro Alto, sbarcando a lato del Miradouro da Gloria, un altro belvedere su Lisbona e le sue colline.
Una breve passeggiata in Rúa São Pedro de Alcântara e siamo subito in una piacevole piazzetta alberata ove quasi non si nota la semplice e bianca facciata della Igreja de São Roque, una chiesa che ci riserva una vera sorpresa visitandone il suo interno, svelandoci una ricchezza di decorazioni ed opere artistiche emozionanti e della cui presenza nulla si sospetterebbe se ci soffermasse ad osservare distrattamente la sua spoglia e lineare facciata esterna.
L’interno comprende ben quattro altari, sette cappelle, un coro, un pulpito, alcune tombe e la sagrestia, tutto artisticamente ben finito ed ove spicca lo stile barocco, un insieme messo in evidenza anche dal confinamento strutturale costituito dai chiari colonnati ed archi che costituiscono la struttura portante di questo capolavoro, alla cui realizzazione hanno partecipato anche gli italiani Nicola Salvi e Luigi Vanvitelli con la loro Cappella di San Giovanni Battista, costruita a Roma, smontata e rimontata in questa chiesa nel 18° secolo.
Ritornati sui nostri passi percorrendo a piedi la Calçada da Gloria, ci riportiamo nel quartiere Alfama per arrivare alla Igreja de São Vicente de Fora, sull’omonimo largo, ed per ammirarne le sue Azulejos, ove fanno bella mostra quelle ispirate alle favole di La Fontane, ben 38 disegni in bianco e blu disposti sulle pareti del portico che costituisce il chiostro interno.
Visitato anche l’insieme di questa chiesa, abbiamo deciso di scendere percorrendo l’interno dell’Alfama per arrivare al Museu do Fado.
E’ stato un passeggiare, sempre con continui saliscendi, che tanto ci ricordava alcuni vicoli delle nostre cittadine del sud, quelle ove le lenzuola al vento ti salutano con il loro sinuoso ondeggiare, ove l’artigiano ti sorride dalla sua piccola bottega, ove l’allegro vocio delle osterie ti incoraggia ad unirti per assaggiare, a Lisbona, un buon bicchiere dell’onnipresente fresco e vivo Vinho Verde.
Il Museu do Fado, benché interessante per quanto esposto a significare la storia di questa musica portoghese e dei suoi interpreti, mi ha lasciato un po’ deluso in quanto mi aspettavo molto di più su questa espressione artistica che tanto è sentita dal popolo portoghese e non.
Belle le vetrine con esposto quanto costituisce il Fado, dagli strumenti musicali agli spartiti, dagli antichi 78 giri ai più recenti CD, le fotografie degli interpreti, la possibilità di ascoltarne la loro voce, poi la scuola interna, ma il tutto mi ha lasciato una sensazione di spoglio, di vuoto, di strano silenzio in questo luogo che dovrebbe risuonare delle note e delle voci che hanno fatto conoscere al mondo questa bella musica di chiara estrazione popolare essendo l’ancor vivissima espressione dell’anima di un popolo, i portoghesi.
Arrivati poi in Avenida Infante Don Enrique, da qui prendiamo l’autobus per farci portare a Belém, in Rúa de Belém, ove ci attendeva l’assaggio delle famose Pasteis che costituiscono il vanto della Antigua casa dos Pastèis de Belém, la celeberrima pasticceria lisboeta che fin dal 1837 soddisfa i golosi palati di coloro che la prediligono per le sue specialità dolciarie.
Al suo lato l’imponente Mosteiro dos Jeronimos, realizzato agli inizi del 1500 in puro stile manuelino a simboleggiare, assieme alla vicina Torre di Belém, anche questa nello stesso stile, la grande scoperta della rotta per le Indie e degli scambi commerciali che ne derivarono, dando vita al periodo storico più importante del Portogallo.
Gli interni di questo monastero sono grandiosi, svettanti, aerei, ove le strutture non costituisco un ostacolo all’insieme degli ampi volumi che si ammirano passeggiando con il naso all’insù.
Il chiostro ed il refettorio chiudono la visita a questo storico edificio, uno degli edifici più importanti di Lisbona e grande attrattiva turistica per chi visita questa bella capitale europea.
All’esterno attraversiamo la grande Praça do Império, una delle più grandi piazze d’Europa, un insieme di verde, passeggiate e fontane che ci separa dal Padrao dos Descobrimento, il monumento alle scoperte in riva al Tajo e realizzato nel 1960 a ricordo di tutti i marinai che contribuirono alla grandezza del Portogallo con le scoperte che ne consentirono il suo sviluppo commerciale.
La vicina Torre di Belém, anche questa voluta attorno al 1500 in stile manuelino per celebrare le scoperte del tempo, si affaccia sul Tajo a memoria degli antichi fasti lusitani e… delle gabelle che si riscuotevano in questa torre per i traffici mercantili che utilizzavano il grande fiume portoghese.
Un bel tramonto su questo splendido angolo lisboeta chiude la nostra permanenza a Lisbona, prevedendo il nostro programma fai da te la partenza, all’indomani, per le vicine cittadine che costituiranno il diario di viaggio e la rappresentazione fotografica della seconda parte del nostro Lisbona & D’INTORNI.