LISBONA & DINTORNI – Tram 28, Fado, Bacalhau, Pasteis &… Seconda parte
località: sintra, mafra, sobreiro de mafra, ericeira, óbidos, alcobaça, nazaré, aljubarrota, batalha, fatima, tomar
stato: portogallo (pt)
Data inizio viaggio:
sabato 25 ottobre 2008
Data fine viaggio:
martedì 28 ottobre 2008
Seconda parte
Sintra, Mafra, Sobreiro de Mafra, Ericeira, Óbidos, Alcobaça, Nazaré, Aljubarrota, Batalha, Fatima, Tomar - 25/26/27
Lisbona (vedi prima parte) - 27 sera per rientro in Italia il 28 mattina
Il nostro viaggio continua nelle regioni a ridosso di Lisbona, visitando, in ordine di successione, Sintra, Mafra, Sobreiro de Mafra, Ericeira, Óbidos, Alcobaça, Nazaré, Aljubarrota, Batalha, Fatima, Tomar, quelle cittadine e paesini più interessanti attorno alla capitale lusitana.
Il salire verso Coimbra e Porto lo abbiamo lasciato ad un’altra occasione e questo ci ha permesso di fare anche quelle mini tappe ove abbiamo visto quello che altre persone ci avevano detto di lasciar perdere perché non meritevoli di tanta attenzione, tipo le scogliere di Boca do Inferno, Cabo Raso e Cabo da Roca.
E’ vero, non sono le scogliere dell’Irlanda o della Bretagna, ma se non le avessimo viste ci sarebbe sicuramente rimasto il dubbio sul cosa avremmo perso.
E’ stato un bel girovagare in un ambiente ancora dallo stato naturale integro, spesso aspro, un misto tra il collinare ed il montagnoso, ove la massiccia contaminazione del turismo di massa non è ancora arrivata, consentendo a chi visita questi luoghi, fatte salve le cittadine di una certa dimensione, di vivere un contatto con la natura e la gente del posto che oramai in tanti luoghi d’Europa, ed in sempre più vaste aree dello stesso Portogallo, non esiste più.
Quando ad alcune persone avevamo manifestata l’idea di visitare Lisbona e le zone a ridosso di questa, la risposta è stata unanime… fate presto perché il Portogallo sta cambiando velocemente in quanto è in atto una modernizzazione del paese che, inevitabilmente, modificherà molti aspetti peculiari della vita e dell’ambiente portoghese, cancellando quello che ancora di genuino si può oggi trovare senza fatica, ma che domani sarà solo un ricordo perché soppiantato dal tritatutto turistico.
Ad esempio, la tanto decantata Nazaré quale paesino di pescatori ove le donne indossano tradizionalmente le gonne a sette strati e rammendano le reti dei pescatori… oggi le donne con le sette gonne ci sono ancora, ma non rammendano più perché è diventato più remunerativo offrire ai turisti alloggi, ristoranti, souvenir, ecc. mentre i pescatori hanno lasciato le reti per fare i gestori di alberghi o altre attività legate al flusso turistico del quale oggi vive Nazaré, non mostrando più quel fascino che un tempo l’aveva resa famosa.
A tanto sviluppo turistico delle zone costiere non è sempre corrisposto pari incremento in alcune cittadine dell’entroterra, anche se quanto offrono costituisce una validissima motivazione per visitarle, come nel caso di Mafra con il suo convento-palazzo noto come Palacio Nacional de Mafra, un’imponente struttura che domina la cittadina perlopiù costituita da edifici a due piani, ove però, se si decide di passare la nottata in questa piccola cittadina, diventa obbligo fruire dell’unico albergo esistente in paese, l’Hotel Castelao, un albergo ove le sue due stelle brillano molto poco, con l’unico vantaggio di essere a due passi del centro e dove avevamo deciso di passare la serata cenando al Ristorante Paris, una buona scelta.
Come alloggio, la miglior scelta è stata fatta fermandoci ad Aljubarrota, in una struttura del Turismo Rural ed ove in Internet (www.casadapadeira.com) avevamo già notata la qualità della Casa da Padeira, un piacevole ambiente che molte valutazioni lo definivano ottimo, giudizio confermato sia dalla qualità dei servizi riscontrati e sia dall’affabilità dimostrataci dalla sua preparata conduttrice, la gentilissima Lina Pacheco.
Brevemente, perché richiamate nel diario giornaliero, le cittadine che avevamo programmato di visitare hanno ben appagato le nostre aspettative, riservandoci ognuna, pur avendole scelte per tempo informandoci in Internet su cosa meritava la loro visita, delle inaspettate sorprese, specialmente sulla loro ubicazione territoriale o sulla loro tipologia urbanistica.
Sintra è collocata su di un territorio collinare, dominato dal Castelo dos Mouros, che regala un’ampia vista sull’intorno pieno di verde.
Mafra è sconcertante perché a tanta imponenza del suo Palacio Nacional corrisponde un tessuto urbano costituito da bassi edifici, quasi ad accentuare quello che un tempo costituiva il potere nei confronti del popolo.
Sobreiro de Mafra, con la sua Aldeia Saloia, ci fa percorrere un viaggio nel tempo visitando quel mini Portogallo che l’artista José Franco ha voluto realizzare a memoria storica delle attività artigianali di un tempo, ove le varie “casinhas” bianche bordate di azzurro e ben attrezzate all’interno mostrano ai visitatori gli antichi “mestieri” pressoché scomparsi.
Ericeira è stata oggetto di una breve visita perché siamo arrivati in tempo per godere di un bel panorama sull’Atlantico e per ammirare ugualmente le bordure blu sulle bianche case e le rosse tegole sulle finestre.
Óbidos è stata la ciliegina sulla torta, un paesino tutto bianco adagiato su una conca protetta dalle possenti mura del suo castello, un saliscendi di vicoli ove si passeggia sempre fra bianche mura bordate di azzurro e finestre adornate con fiori.
Di Alcobaça e Batalha abbiamo visitato i loro imponenti monasteri, tralasciando il tessuto urbano perché quasi sempre ricorrente il contrasto strutturale dell’insieme.
Fatima non poteva mancare nel nostro visitare e così è stato, anche se l’impatto che si ha attraversando il centro non è dei più belli in quanto si assiste ad una mercificazione di tutto ciò che può essere collegato al venerare la Madonna di Fatima.
La sorpresa grande del nostro viaggio è stata proprio l’ultima tappa, la visita del castello dei Templari o Convento do Cristo a Tomar, una struttura imponente, massiccia, ben conservata, ove sono ancora riconoscibili le attività che si svolgevano al suo interno, mostrandone la sobria essenzialità dei molteplici locali a suo tempo destinati alla vita dei Templari in questo luogo, ove la potenza di questi monaci guerrieri la si percepisce anche dall’incombere del possente castello sulla sottostante cittadina.
Tomar è stata l’ultima tappa di questo nostro viaggio in terra portoghese, facendo rientro a Lisbona in serata, sempre all’Hotel Sete Colinas, cena in centro e l’indomani… volo TAP verso Venezia.
Buon viaggio.
Wanda & Giancarlo
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Sintra - Mafra - Sobreiro de Mafra - Ericeira
sabato 25 ottobre 2008
Ritirata l’auto presso la vicina Hertz, arriviamo fino a Praça do Comércio per prendere la N6 e la N247 verso Sintra, preferendo il lungo costa per incontrare l’oceano a Boca do Inferno, Cabo Raso e Cabo da Roca.
La bocca non è proprio un inferno, ma lo spumeggiare dell’acqua attraverso il roccioso foro naturale offre una piacevole vista.
Cabo da Roca è l’estremo punto ad ovest dell’Europa, a 140 metri sopra il livello dell’acqua, il luogo dove la terra finisce ed il mare comincia, come recita la frase del poeta Luis Vaz de Camões scritta sulla lastra di pietra ai piedi della stele eretta poco oltre l’antico faro.
Sintra è uno storico paese appollaiato sulle colline dominate dal Castelo dos Mouros.
Subito incontriamo la Fonte Mouriscas, un merletto moresco che contrasta con le moderne sculture a lato della strada verso il centro, ove poi il saliscendi delle stradine ed i miradouro fanno cambiare continuamente le vedute della cittadina.
Due enormi camini conici ci attirano verso il Palácio Nacional per poi visitarne i suoi interni ben conservati, con stanze ben arredate, terrazze, scale interne ed esterne, nicchie, azulejos mudéjar, fontanelle, la grande cucina con i suoi focolari, i pentoloni e le antiche attrezzature ancora al loro posto.
Il Palacio da Pena è un eterogeneo complesso architettonico del 1840-50 ove si mescolano tutti gli stili, dando vita ad un fiabesco insieme con colorate torri merlate.
Riprendendo per la N9, arriviamo a Mafra, nota per il Palacio Nacional de Mafra, un possente convento barocco ove tutto è grande, la sua pianta quadrata con lati di 220 m , l’interno di 900 sale con 4500 fra porte e finestre, il tutto a costituire il palazzo reale con stanze arredate, sale da musica, da gioco, della caccia, la lunga biblioteca con 40.000 tra libri ed incunaboli di grande valore, la farmacia, un ospedale, il convento e la basilica con due torri campanarie dotate di ben 114 campane, la cupola rivestita di marmi bianchi e rosa, le statue in marmo di Carrara.
Decidiamo poi di ritornare verso l’Atlantico, ad Ericeira, preferendo la N116 per sostare a Sobreiro ed ammirare la riproduzione di un tipico borgo portoghese in miniatura, 2.500 mq ove si sviluppa la Aldeia típica de José Franco, conosciuta anche come Aldeia Saloia, ove lo scultore José Franco ha riprodotto tipiche case bianche con le attività di ieri, alcune delle quali funzionanti, come la panetteria con il forno a legna, la taverna con i vini locali, ecc.
Nel tardo pomeriggio siamo ad Ericeira, un insieme di bianche case con le finestre contornate di azzurro, poi il sole che cala nell’oceano e l’illuminarsi della cittadina per la notte.
Rientriamo a Mafra per cenare al Paris, piccolo locale segnalatoci per la cordialità e simpatia del suo gestore e per i suoi piatti tipici a base di pesce, molluschi e buon vino, una buona scelta, sia per la confermata accoglienza del suo gestore e per quanto abbiamo speso, 31 Euro in due mangiando e bevendo senza restrizioni, assaporando anche una grappa prodotta da loro.
Malveira - Óbidos - Alcobaça - Nazaré - Aljubarrota
domenica 26 ottobre 2008
I mulini a vento erano oramai sul nostro tragitto e, presa la N8 e poi la A8 per arrivare ad Óbidos, li abbiamo incontrati, sparsi un po’ ovunque su cocuzzoli di dolci colline, ben conservati ma muti testimoni dell’attività di un tempo.
Finalmente Óbidos, le cui mura di cinta ed il castello manifestano la loro imponente difesa di questo antico borgo adagiato su una conca dell’intorno collinare.
A ridosso dell’antico acquedotto del XVI secolo parcheggiamo per poi proseguire, come d’obbligo, a piedi nella fortificata Óbidos attraversando Porta da Vila, con i suoi azulejos ad aggraziarne l’imponenza delle mura.
Entrati, alla vista si presenta un inaspettato insieme di case bianche con vistose bordature colorate e tortuosi vicoli che ci trasportano in un ambiente di bianche pareti adornate di fiori, buganvillee, glicini, gerani, ove la tranquillità regna sovrana. I turisti preferiscono la principale Rua Direita per i negozietti con souvenir, l’artigianato locale e non, i localini con le specialità del posto e l’immancabile Ginja, il tipico liquore a base di ciliegia, simile allo cherry.
La Igreja de Santa Maria, la più bella chiesa di questo borgo, si trova verso la fine di Rua Direita e poco più avanti c’è il ben conservato castello del XIII secolo, con mura, torri e spalti merlati che ora fanno da cornice ad una elegante Pousada.
Riprendiamo la A8 verso Alcobaça per visitare l’imponente Mosteiro de Santa Maria de Alcobaça, il medievale monastero cistercense fondato nel 1153, più volte rimaneggiato, ove da non perdere sono la cappella principale, il deambulatorio con altre cappelle, le Tombe reali, il Pantheon reale, la cappella di San Bernardo, tutte finemente scolpite, poi la Sagrestia, la Stanza dei re, il Refettorio, la Cucina, la Sala Capitolare ed il chiostro del Silenzio, uno dei chiostri cistercensi più grandi d'Europa.
Passiamo la sera a Nazarè… descrittoci come un antico paesino di pescatori ci ha deluso per il suo ambiente prettamente turistico.
La notte l’abbiamo passata tra Alcobaça e Batalha, ad Aljubarrota, paese ove il Portogallo, nel 1385, salvò la sua indipendenza dagli spagnoli, usando anche la “padeira”, la pala da forno, per cacciare gli ultimi spagnoli nascostisi all’interno di un forno.
Da qui la Casa da Padeira (www.casadapadeira.com), al n. 19 della Estrada Nacional N8, una bella residenza ricavata da una storica e ben conservata villa con giardino, parcheggio, piscina, mini-golf, zona barbecue ed altro.
All’interno troviamo bar, sala colazioni, sala TV , sala biliardo, un caminetto, ecc. ed al piano superiore spaziose camere con bagno, TV e telefono, il tutto in un ambiente elegantemente arredato, pulito e dall’atmosfera tranquilla ed accogliente, ove la signora Lina Pacheco fa sentire l’ospite a proprio agio, anche con il piacevole conversare mentre si assaporano le abbondanti ed ottime colazioni amorevolmente preparate da lei… il più bel incontro del nostro alloggiare nei dintorni di Lisbona.
Batalha - Fatima - Tomar- Lisbona
lunedì 27 ottobre 2008
Percorrendo la N8 e la N1, arriviamo a Batalha per visitare lo storico Monastero eretto a ringraziamento per la vittoria portoghese nella battaglia di Aljubarrota.
La maestosa struttura, costata due secoli di grandi lavori, è prevalentemente gotica e, oltre alla ricchezza ornamentale dell’insieme, presenta grandi vetrate policrome del 1430, le prime prodotte in Portogallo.
La vicina Fatima la raggiungiamo percorrendo la panoramica N356, consentendoci di attraversare e conoscere l’ambiente di quest’area semimontagnosa.
L’impatto con la cittadina di Fatima non è tra i più belli in quanto c’è un imperversare di negozi con souvenir a carattere religioso ed alberghi ove i nomi dei Santi costituiscono le loro insegne.
Arrivati nella grande e vuota piazza antistante il santuario incontriamo solo pochi fedeli ad ascoltare una delle perenni messe celebrate nella grotta a sinistra, qualcuno a percorrerne il suo intorno in ginocchio.
L’insieme è un po’ freddo, ma, stranamente, una certa emozione pervade il nostro animo, anche se non siamo praticanti perché preferiamo l’aiutare al pregare.
Visitato il santuario, nessuna emozione artistica, riprendiamo l’auto e, raggiungendo la IC9, andiamo a Tomar, centro storico dominato dal castello dei Templari o Convento do Cristo, grandiosa e ben conservata costruzione del XII secolo.
Patrimonio dell’UNESCO, è uno dei monumenti più importanti del Portogallo ed il suo meraviglioso ed imponente interno, tutto visitabile, ci mostra la chiesa poligonale con ricche sculture e pitture, i capitelli, le navate, le scale a chiocciola che portano ai piani superiori, fino ai tetti percorribili che consentono un a tu per tu con le decorazioni delle facciate, poi l’immenso dormitorio, il refettorio, la cucina, un tuffo nella storia dei monaci cavalieri, i Templari.
Esaurito il nostro tempo a disposizione, rientriamo a Lisbona, consegniamo l’auto noleggiata, l’ultimo bacalhau in centro al ristorante Le Xope Xope, un po’ caretto ma è in pieno centro, in Rua dos Correeiros, pesce e molluschi… ma era il nostro saluto alla Lisbona notturna e l’indomani, il 28, bagagli, colazione, taxiii… aereo per Venezia e rientro a casa.