Tour in Russia
località: san pietroburgo, pushkin, mosca, jaroslav, rostov velikij, sergiev posad, valadimir, suzdal
regione: san pietroburgo,mosca,oblast di: leningrado,moscova,novgorod,tverjaroslav,vladimir-suzdal
stato: russia (ru)
Data inizio viaggio:
giovedì 10 aprile 1986
Data fine viaggio:
venerdì 18 aprile 1986
Diversi anni prima di questo Tour ero stato nell'Oblast di Kaliningrad passando oltre che nell''omonima città anche per Sovietsk (vedi itinerario relativo). Questo viaggio l'ho effettuato da solo partendo dall'aeroporto di Roma Fiumicino con volo Lufthanza via Francoforte sul Meno in Germania. Per il ritorno mi servivo di un volo Swiss Air con scalo a Zurigo in Svizzera. Giungendo a Roma solo dopo la mezzanotte pernottavo in un Ostello della capitale.
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Pushkin e San Pietroburgo
venerdì 11 aprile 1986
Arrivato alle ore 00,15 al Terminal 2 dell'Aeroporto di Pulkovo, una ventina di km a sud di San Pietroburgo. Una giovane studentessa catanese che vive parte dell'anno in Russia mi aiutava a compilare il foglio di ingresso che presentavo ai funzionari della dogana. Con me ho solo lko zaino per cui non è stato necessario attendere i bagagli sul nastro trasportatore. nonostante avessi tentato un paio di giorni prima di prenotare un taxi per San Pietroburgo non c'è nessuno ad aspettarmi con in mano il cartello con il mio nome. La siciliana è gentilissima, mi aiuta a cambiare qualche soldo e mi prenota un taxi all'apposito bancone dell'Aerroporto. Io contracambio invitandola a salire con me e pagando quasi tutto il costo del trasferimento. Nonostante sia al servizio della seconda metropoli russa, l'Aeroporto di Pulkovo è piccolo e poco appariscente. Con il taxi prenotato raggiungiamo il centro della città. Scendo di fronte al palazzo che ospirta l'Ostello che ho prenotato con Hostelworld. Nonostante siano quasi le 2 di notte la recepsion è aperta e una giovanissima ragazza mi accoglie mostrandomi la camerata a 10 letti, i bagni, le docce e la saletta con il computer a disposizione. Ne approfitto subito per connettermi alla rete ed informare a casa del mio arrivo in Russia. Prima di coricarmi mi faccio prenotare il treno per Mosca usufruendo della carta di credito della ragazza. Il mattino seguente mi sveglio intorno alle 09,00 ed esco. L'Ostello Cuba è ubicato dietro la Cattedrale di Kazan, a due passi dalla famosa Prospettiva Nevsky e dal Pallazzo della Singer. Dopo aver cambiato qualche altro rublo in Banca prendo la metropolitana (efficiente ed economica) e raggiungo la stazione dalla quale partono i microbus per Pushkin. Il microbus mi scende di fronte al parco che fronteggia il Palazzo di Caterina la Grande. Non è particolarmente freddo, anche perchè sono ben vestito, ma la soffice neve ricopre i giardini del Palazzo rendendolo ancor più bello. All'interno del Palazzo mi aggrego a due coppie di romani e alla loro guida che in un oretta ci spiega diversi aspetti della vita di corte al tempo degli zar. Durante la seconda guerra mondiale il Palazzo fù occupato e saccheggiato dai tedeschi che portarono via tra l'altro la celeberrima Sala d'Ambra. Visto che i preziosi rivestimenti di questa sala non furono mai ritrovati, qualche anno fà fu deciso di costruirne una nuova e altrettanto preziosa. Gli oggetti esposti nel Palazzo furono salvati perchè trasportati in treno in Siberia prima dell'arrivo dei tedeschi. Il Palazzo fù invece devastato dai tedeschi e bombardato dai russi che poi lo ricostruirono fedelmente subito dopo la guerra. Finita la visita prendevo un autobus urbano per la più vicina stazione della metropolitana e da qui in metro a San Pietroburgo. Dopo il pranzo in un Burger King, passeggiavo sull'isola interamente occupata dalla Fortezza di Pietro e Paolo che fù il primo insediamento nell'area oggi occupata dalla città. La Chiesa che da alcuni anni ospita i resti della famiglia dell'ultimo zar riesumati dalla fossa comune di Ekaterinburg, è in ristrutturazione. Nei pressi un orribile statua bronzea di uno zar è assolutamente sproporzionata, la faccia piccola rispetto al corpo massiccio. L'isoletta è collegata al resto della città da un ponte ed è circondata da acque che sono ghiacciate per buona parte dell'anno compreso oggi. Da qui si gode di una bella vista sull'altra sponda e sugli aristocratici palazzi che vi si affacciano. Lasciata l'isola-fortezza facciamo una lunga passeggiata per vedere l'Incrociatore Aurora, protagonista della Rivoluzione del 1917 e ora ancorato qui. Preso il Metro scendo alla stazione sulla celebre Prospettiva Nevsky e passeggio fino ad una grossa Cattedrale dotata di alta cupola. Ripercorro la strada a ritroso fino alla Cattedrale di Kazan che ricorda con i suoi colonnati laterali il Vaticano. L'ingresso è libero per cui entro a dare un'occhiata. Da qui raggiungo il vicino Ostello dove trascorro un'oretta al computer. In tarda serata esco di nuovo sulla Prospettiva Nevsky e mi reco in un McDonald per un panino da asporto. Rientrato all'Ostello, consumo il veloce pasto, bevo una birra e mi corico nella camerata.
Ermitage
sabato 12 aprile 1986
Stanotte mi sono svegliato perchè in un letto vicino al mio stavano copulando fragorosamente. Questi sono gli inconvenienti degli ostelli. Riesco comunque a riprender sonno e il mattino seguente con una breve passeggiata sulla POrospettiva Nevsky raggiungo l'ingresso dell'Ermitage attraversando la scenografica piazza su cui si affaccia, dominata da un alto obelisco sormontato dalla statua dello zar che ebbe la meglio su Napoleone. Visito gran parte del celebre Museo con l'ausilio di un audio guida. Mi soffermo sulle opere principale, osservo la loggia di Donatello, copia dell'originale che si trova in Vaticano, guardo incuriosito il prezioso meccanismo a orologeria rappresaentato da un pavone e da un gufo d'oro, passeggio meravigliato nelle stanze che un tempo ospitavano la famiglia imperiale russa. Rimango all'interno dall'apertura alla chiusura, trascurando solo il terzo piano, facendo una fugace visita alla seziuone egizia e permettendomi una breve pausa pranzo nella costosa caffetteria. Anche in Russia vige l'ora legale e vista la latitudine le giornate a San Pietroburgo sono lunghe per cui quando esco verso le 18 è sempre giorno. Attraverso il ponte sulla Neva ghiacciata e vado sull'isola opposta per godere di una interessante panoramica sulla città. Torno quindi nella Piazza che ospita l'Ermitage e da qui contornando piccoli canali che hanno valso alla città, ingiustamente, l'appellativo di Venezia del Balktico, raggiungo la Basilica del Sangue Versato. Questa Chiesa policroma che ricorda la Cattedrale di San Basilio a Mosca, si chiama copsì perchè fù costruita sul luogo dove fu assassinato uno Zar. Scende la sera, pioviggina ma non è freddo, la neve è presente solo sui prati mentre le strade sono pulite. Entro nel Palazzo della Singer per cercare una toilette che non trovo, poi ceno in una paninoteca strile USA su una strada che fiancheggia la Cattedrale di Kazan. Rientro in Ostello per trascorrere qualche ora in attesa dell'ora in cui dovrò raggiungere la Stazione dei treni. I ragazzi ospiti della struttura stanno organizzando una festa in maschera, c'è musica a tutto volume. Riprendo il mio zaino e a piedi vado al Metro sulla Prospettiva Nevsky, da qui in metropolitana raggiungo la stazione dei treni Moscovskaya. Presento il biglietto elettronico alla hostess del mio vagone e salgo. Ho una cuccetta in uno scompartimento di seconda classe con quattro posti letto, tutto è pulito e ordinato, il finestrino è incorniciato da una tenda arancione, sulla mensola c'è un vaso con dei fiori freschi, ho a disposizione un ampio vano per mettere lo zaino. Tutto sembra funzionale ma del resto i treni russi fanno abitualmente migliaia di km. Il treno parte puntuale e il suio dolce tremolio mi concilia il sonno.
Mosca
domenica 13 aprile 1986
Arrivo alla stazione Leningradskaya di Mosca verso le ore 9 dopo un piacevole sonno in treno. Ho attraversato senza rendermene conto gli Oblast di Leningrado, Novgorod Veliki, Tver e Moscovia. La stazione Yaroslavskaya è a due passi da quella dove sono arrivato per cui ne approfitto per acquistare il biglietto per il treno che domani mi porterà a Jaroslav. Non è semplice farsi capire e a Mosca le persone che conoscono qualche parola di inglkese sono molto meno che a San Pietroburgo. Anche i nomi delle stazioni della matropolitana che a San Pietroburgo erano indicate sia in caratteri autoctoni sia in quelli latini qui sono solo in cirillico. Per fortuna ho imparato a riconoscere alcune lettere dell'alfabeto russo e questo mi agevola non poco. Dalla vicina stazione del Metro arrivo velocemente nei pressi dell'Ostello che ho prenotato da San Pietroburgo tramite la gentile resepsionist della struttura dove ho dormito. L'Ostello si chiama Napoleon, è pulito, ordinato ma affollato e c'è un solo w.c. per i numerosi ospiti. E' ubicato al quarto piano di un palazzo e manca di ascensore ma è molto economico soprattutto considerando che è a 10 minuti a piedi dalla Piazza Rossa. Posato il bagaglio vado subito a vedere la celebre piazza moscovita su cui si affacciano Cattedrale di San Basilio e Cremlino. Mangio un panino al vicino McDonald, osservo il cambio della guardia al Monumento al Milite Ignoto, poi entro all'interno delle Mura del Cremlino dove visito le quattro Chiese più importanti della Russia. In una sono sepolti i patriarchi ortodossi, in un'altra gli Zar che qui hanno governato prima del provvisorio trasferimento della Capitale a San Pietroburgo, in tutte sono presenti antiche e venerate iconostasi. Oltre alle Chiese, la cui principale caratteristica sono i campanili a bulbo, il Cremlino ospita il Palazzo presidenziale, quello dove un tempo si riuniva il Congresso del Partito Comunista, l'Armeria e l'Ammiragliato. Durante la visita assisto alla marcia di un plotone di soldati. Caratteristici sono la Zarina delle Campane e lo Zar dei Cannoni. La prima è la campana più grande del Mondo ma non ha mai suonato un rintocco perchè mentre si raffreddava dopo la fusione ha tirato una crepa, il secondo è un enorme cannone che non ha mai sparato un colpo. Usciti dal Cremlino rivediamo il cambio della guardia al Monumento al Milite Ignoto dove arde una fiamma perenne poi passeggiamo sulla grande Piazza Rossa circondata oltre che da Cremlino e Cattedrale di San Basilio anche dagli immensi Magazzini Gum e dal Palazzo che ospita il Museo di Storia Russa. I Magazzini Gum erano celebri per essere quasi vuoti durante l'era comunista, oggi invece sono uno sfarzo di negozi lussuosi e marchi internazionali. Guardo da vicino la policroma Cattedrale di San Basilio con le sue caratteristiche architetture: cupole a bulbo, colonne a torciglioni, un vero caleidoscopio. Sul lato opposto della Piazza Rossa è stata ricostruita recentemente la piccola Chiesa di Kazan che Stalin aveva preferito abbattere perchè di intralcio alle parate militari. Da qui faccio una lunga passeggiata passando di fronte al Teatro Bolshoi e a Piazza Lubyanka dove si trova il Palazzo che fino alla dissoluzione dell'Unione Sovietica ospitava il temutissimo KGB. Tornato in ostello utilizzo per un pò il computer a disposizione della clientela. In serata prima ceno in un vicino McDonald poi passeggio fino alla Piazza Rossa. Con le tenebre la Piazza dà il meglio di se, i monumenti, la Chiesa, le Mura del Cremlino, le Torri, tutto è sapientemente illuminato. Il lungo Palazzo del Magazzini Gum è contornato da migliaia di luci. Rientro all'Ostello perchè domani mattina parto per Jaroslav.
Jaroslav e Rostov Velikij
lunedì 14 aprile 1986
Mi alzo abbastanza presto per raggiungere in metropolitana la strazione Yaroslavskaya e da qui con il biglietto acquistato la mattina precedente prendo il treno per Jaroslav. Il convoglio non è bello come quello che mi ha portato a Mosca ma è comunque pulito e ordinato. Anche qui c'è un attendente che ha cura del vagone, vicino al suo alloggio c'è il grosso bollitore per il te che prendo per fare colazione. Nello scompartimnento siamo solo in tre e questo mi consente di potermi allungare sui sedili per dormire. Al finestrino scorrono le immagini delle numerose betulle interrotte solo dagli scarsi villaggi di casette di legno. Alla stazione di Jaroslav faccio conoscenza con una coppia di fidanzati moscoviti che conoscono qualche parola di inglese, sono qui per una gita fuori porta di un giorno e mi invitano a seguirli per raggiungere il centro. Preso il bus arriviamo di fronte al locale Cremlino dove li saluto e poi mi reco in un vicino ristorante per pranzo. Dopo qualche giorno di McDonald e panini finalmente mi concedo un pasto normale. Dopo pranzo visito il Cremlino della città con le sue Chiese a bulbo e le celle dei monaci appoggiate alle fortificazioni. Esco dalla porta opposta da quella da cui sono entrato e vado sul fiume gelato per osservare da vicino i pescatori che praticando un foro nel ghiaccio tentano la cattura di qualche pesce. Cammino facendo attenzione a dove metto i piedi perchè parte della banchisa sta sciogliendosi al sole. Risalito sulla terraferma passeggio fino al piccolo ponte che attraverso per andare sull'isoletta che ospita il luna park. Ritorno sul lungofiume raggiungendo l'edicola neoclassica che offre una bella veduta sul punto in cui i due fiumi della città si incontrano, il Kotorosl ancora ghiacciato e il Volga che scorre già fluido. Il contrasto tra i due corsi d'acqua è netto, il bianco e l'azzurro che si mescolano di fronte a un puntone. Passeggiare sul lungo Volga è piacevole non solo per la bellezza dell'ambiente arricchito dalle cupole a bulbo della Cattedrale ma anche perchè si è consapevoli che il fiume che scorre sotto di noi è uno dei più importanti del Mondo e costituisce la spina dorsale della Russia europea. Su una larga piazza irregolare si affacciano un'altra Chiesa e il Municipio che porta ancora i segni sbiaditi del periodo sovietico. I monumenti sparsi nei parchi sui lungofiume, le cupole a bulbo che si stagliano sul candore del Kotorosl gelato, il lento scorrere del Volga, fanno di Jaroslav una bella città, una sorpresa inattesa. Torno nei pressi del Cremlino per prendere il bus per la vecchia stazione dei treni e da qui un microbus per la stazione degli autobus. Poi prendo il primo mezzo per Rostov Veliki dove arrivo in circa un ora. Dalla stazione degli autobus salgo su un microbus per il centro storico. Scendo di fronte al bellissimo Cremlino, tutto torri e cupole a bulbo, un vero spettacolo reso ancor più interessante dai riflessi del sole sulle possenti mura. Siamo fuori stagione e sembra di essere in una città dismessa, probabilmente sono l'unico turista. Raggiungo le rive del lago quasi per caso godendo di uno scenario spettacolare, l'acqua è completamente ghiacciata, alle mie spalle c'è il bel Cremlino e in lontananza si scorge un fiabesco Monastero. Trovo alloggio in un affitta camere sul lungolago dove mi viene assegnata una caratteristica casina di legno che la proprietaria mi dice essere stata costruita nel 1600. La stanza da letto è piccolissima e polverosa, nel bagno riesco ad entrare a malapena e la porta della casetta non si chiude. Per fortuna sono privo di bagagli perchè ho lasciato lo zaino all'Ostello di Mosca dove ho gia prenotato il letto anche per domani sera. Prima che faccia completamente buio vado a cena in un ristorantino dove mangio una pizza al formaggio poi rientro nel mio alloggio per il pernotto. Sembra di essere fuori dal Mondo, lontano da tutti e da tutto, il posto è incantevole ed è solo per me.
Rostov Veliki e Sergieiv Posad
martedì 15 aprile 1986
Mi alzo alle prime luci dell'alba perchè voglio assolutamente raggiungere il fiabesco Monastero che ieri sera ho visto da lontano sulle rive del Lago. Passeggio contornando l'argine, è un peccato che subito dopo la zona del Cremlino ci sia una brutta area industriale dove le ciminiere fumanti prendono il posto delle cupole a bulbo. I russi nei piani regolatori non hanno fatto distinzioni tra zone di interesse turistico e aree produttive e così in un villaggio mentre cammino ai bordi del laghetto ghiacciato pieno di romanticismo mi investe uno sgradevole odore che viene dall'industria poco lontana. Ma non è tutto, per proseguire la passeggiata sono costretto a guadare anche una discarica abusiva a due passi dal Lago. Al di là della discarica però il paesaggio torna idilliaco, con vecchie casette di legno con finestre contornate da una fine decorazione che sembra quasi un ricamo. Lascio le impronte dei miei scarponi sul sentiero che prosegue sul lungolago fino al Monastero. Sono giunto fin qua per vedere da vicino quel che da lontano mi sembrava più fiabesco, sono più interessato a seguire un paio di pescatori che a piedi si incamminano al centro del lago ghiacciato. Con un passo esperto fanno il vuoto tra me e loro, del resto io devo stare attento a non scivolare e soprattutto a non mettere i piedi là dove il ghiaccio si sta assottigliando. Mi supera con disinvoltura anche un ciclista che probabilmente passa di qui come scorciatoia per l'altra sponda e non capisco come possa mantenere l'equilibrio sul ghiaccio. Vorrei arrivare dove sono appostati alcuni pescatori ma più cammino e più sembrano essere lontani per cui desisto e torno indietro. Di fronte a me, oltre la distesa ghiacciata del lago, si ergono le cupole a bulbo del Monastero e voltando lo sguardo in lontananza osservo il Cremlino di Rostov Veliki ed è lui ora, da questa posizione, a sembrar uscito da una fiaba. L'aria è frizzante ma sono felice di quello che vedo, è il momento topico del viaggio, quello che ti rimarrà nel cuore per sempre. Tornato a riva una strada di fango misto a neve mi porta al Monastero, che visito. Torno poi per lo stesso sentiero percorso all'andata, alla casina di Rostov Veliki, consegno le chiavi alla proprietaria e prendo un microbus di fronte al Cremlino. Alla stazione degli Autobus mi dicono che dovrò aspettare un'oretta il bus per Sergieiv Posad, ne approfitto per comprare una frittella ripiena da una signora che le ha preparate a casa e portate qui per venderle. Non è nè un chiosco nè un negozio ma semplicemente una signora che sta in piedi davanti ad una sedietta pieghevole su cui ha posto una pentola avvolta in stracci pere mantenerla calda. Mi ricorda le contadine rumene che vanno al mercato con una sola gallina viva in mano sperando di venderla. Arriva il bus e in un'ora circa arrivo a Sergieiv Posad, la città Santa degli ortodossi russi, a lungo sede del Patriarca esiliato qui da Stalin e riportato a Mosca da Gorbaciov. La città è deludente anche perchè dopo il ben di Dio visto a Rostov Veliki e Jaroslav mi aspettavo qualcosa di analogo. La Stazione degli Autobus è vicino a quella dei Treni e al McDonald dove mangio un hamburger. Una passeggiata lungo strade sconnesse mi porta al Cremlino. Purtroppo le varie Chiese sono imbavagliate da un pesante restauro che contribuisce a far sì che questa visita mi deluda profondamente. Non manco di entrare nell'oscura Chiesa dove riposano le spoglie di San Sergio, il patrono di tutte le Russie. Torno nel piazzale delle Stazioni e prendo il treno per Mosca, un accellerato che ferma in tutte le stazioni prima di arrivare a Mosca Yaroslavskaya. Arrivo nell'ora di punta che coincide con il rientro a casa degli operai, fiumi ininterrotti di gente escono dal Metro per prendere il treno nelle due stazioni che si trovano in questa zona della Capitale; Yaroslovskaya e Leningradskaya. C'è talmente tanta gente che è difficile spostarsi senza essere travolti. Raggiungo comunque il Metro e mi dirigo nel quartiere di Arbat. Passeggio sulla strada Arbat, completamente pedonale, il più celebre struscio di Mosca. Dovrebbe essere un qualcosa a metà tra Carnaby street a Londra e il Ponte Carlo a Praga, per me anche questa attrazione risulta però deludente. I turisti ci sono come pure i numerosi negozi di souvenir (ma ormai le matrioske e i cappelli militari con la stella rossa si trovano anche in Italia sulle bancarelle abusive dei polacchi), ci sono anche le mascotte di gomma piuma pronte a farsi fotografare e qualche musicista di strada ma niente di particolarmente interessante. Torno al Metro e vado all'Ostello Napoleon, prenotato due sere prima, dove ritrovo lo zaino dove l'avevo lasciato. Mangio qualcosa al vicino McDonald, navigo un'oretta al computer, bevo una birra e vado a letto in camerata. Domattina riparto di buon ora e non ho prenotato nulla.
Vladimir e Suzdal
mercoledì 16 aprile 1986
Mi sveglio presto, lascio l'Ostello Napoleone e mi reco alla vicina Stazione del Metro da dove raggiungo la Stazione dei Treni Vladimirskaya. Purtroppo non ci sono treni disponibili per cui chiedo degli autobus che normalmente partono vicino alle Stazioni ferroviarie effettuando le stesse tratte delle ferrovie. Questi autobus non hanno un orario e partono quando sono pieni per cui dopo essermi seduto devo aspettare circa un'ora prima di iniziare il viaggio. Dopo circa 3 ore eccomi a Vladimir, la Stazione dei Treni e quella degli Autobus sono una di fronte all'altra in una piazza polverosa. Il centro storico è ubicato su un'altura che raggiungo utilizzando una scalinata in ferro e legno piuttosto fatiscente. Alcuni gradini in stato di marciscenza, altri troncati a metà. In qualche modo arrivo in cima, nei pressi di una delle due Chiese principali. Questa è la più piccola ma presenta pareti finemente scolpite, la seconda, poco distante, è una vera Cattedrale, anticipata da una larga piazza. Mi limito a guardarle entrambe dall'esterno, poi pranzo al vicino McDonald. Da qui torno alla stazione degli Autobus, per evitare le pericolanti scale percorro una strada più lunga. Prendo quindi il primo autobus per Suzdal dove arrivo in circa un ora. Vladimir non mi ha particolarmente impressionato e le poche architetture che ricordano il suo glorioso passato quando fu capitale della Russia (c'è anche un monumentale Arco di ingresso alla città) sono troppo vicine ad anonime zone industriali. Dall'altopiano dove è posta la città la vista spazia sulla campagna circostante dove però fanno brutta mostra di se le strutture di una centrale nucleare. Ma ora sono a Suzdal, storica cittadina della Russia e una delle mete turistiche più importanti, Lonely Planet la colloca ai primi posti tra le attrazioni del Paese. Sinceramente sono molto dubbioso su queste analisi, il luogo è ameno, molte le costruzioni in legno, numerosi i Monasteri ma certo se questa è una delle maggiori attrazioni della Russia significa che in questo immenso Paese non c'è poi molto da vedere. Segnalato come luogo da non perdere sulle strade dell'Anello d'Oro, personalmente gli preferisco Jaroslav e Rostov Velikij. Comunque sono qui e dalla stazione degli autobus prendo un'altro bus per il centro del paese. Qui c'è il Centro Commerciale, fiore all'occhiello del turismo sovietico ma oggi, forse perchè siamo fuori stagione, disadorno, fatiscente, sporco. Le vetrine ricordano i peggiori periodi dell'era comunista, in un negozio di giocattoli c'è solo una bambola, in quello di abbigliamento un vestito sgualcito sistemato su un manichino polveroso e così via. C'è anche qualche banchetto di verdura e oggettistica. Dal Centro Commerciale un sentiero in discesa conduce in riva al fiume ghiacciato che serpeggia nella campagna. Lungo il fiume c'è l'Ostello Gozzilla di cui ho letto la recensione sulla guida Lonely Planet, non ho prenotato ma vengo tranquillamente accolto. Per arrivare qui bisogna camminare su un sentiero fangoso per cui è obbligatorio nella hall levarsi le scarpe. L'Ostello è molto bello, pulito, ordinato, c'è una sala con bar e camino. La camera è ampia, i letti a castello di robusto legno, un bel bagno e soprattutto vi dormirò solo. La gentile signora della recepsion mi consiglia su una cartina turistica cosa vedere. Passeggio nel villaggio cercando di vedere più Monasteri possibile, tutti con Chiese a bulbo. C'è ancora neve ai bordi delle strade e tra una Chiesa e l'altra nei Monasteri. I Monasteri sono fortificati e per entrare si paga, mi limito ad entrare in tre (tra l'altro il terzo è gratuito). Nel primo che visito prendo un buon te con un dolcetto. Lascio per ultima la Chiesa principale celebre per i suoi campanili a bulbo di colore blu con stelle dorate. Poco più avanti c'è anche un Museo all'aperto con un'antica Chiesa in legno che è stata qui trasferita. Il fiume e i torrenti sono ancora gelati ma stanno sciogliendosi al sole di una giornata primaverile. Siamo fuori stagione e si vede, nessun turista sul mio percorso e le numerosi attività commerciali chiuse. La passeggiata è stata lunga ma non me ne sono reso conto del passare del tempo. Si è fatta sera ed entro nell'unico negozio che mi pare aperto nel Centro Commerciale. Dovrebbe essere un alimentari con gastronomia ma non c'è niente che mi attira, Una cliente mi invita a seguirla portandomi in un Ristorante dove ero passato avanti prima ma che sembrava chiuso. Sono l'unico cliente ma il cibo è più che gradevole. Torno prima che faccia buio all'Ostello (altrimenti rischierei di finire nel fiume), scopro che c'è un altro turista nella struttura, un canadese. Mi faccio un te e poi vado in camera per il pernotto.
Suzdal e Mosca
giovedì 17 aprile 1986
Non è il miglior posto del Mondo che abbia visto ma svegliarsi al mattino, uscire dall'Ostello e vedere il paese ancora in buona parte imbiancato e il sinuoso fiume gelato che serpeggia tra casette di legno e Chiese a bulbo circondate da Monasteri fortificati è comunque una bella esperienza. Poco lontano dal Centro Commerciale ho fatto una buona colazione in un locale a base di te e qualcosa di molto simile a un plumcake americano. Prendo poi il primo bus che dal Centro Commerciale porta alla Stazione degli Autobus e da qui un mezzo per Vladimir. Breve sosta alla Stazione di Vladimir e riparto su un altro mezzo per Mosca dove arrivo nel primo pomeriggio nei pressi di una Stazione della metropolitana. Da qui trasferimento a vedere il Centro Espositivo, una vasta area che più di ogni altra zona di Mosca ha conservato le architetture sovietiche. Passeggio in un lungo viale delimitato da possenti padiglioni espositivi le cui facciate sono un trionfo del più classico soviet-style. Statue di eroi e di operai, bassorilievi di fasci di grano, falci e martelli, scritte inneggianti al comunismo, fontane monumentali, stelle rosse ma anche un missile. Poco distante il Monumento all'Astronauta, una struttura di metallo che disegna l'orbita di un lancio spaziale. Dopo la lunga passeggiata vado al vicino McDonald, affollatissimo per cui è necessario mettersi in coda per un panino. Torno poi alla Stazione del Metro per andare all'Ostello Napoleon dove due giorni fa ho lasciato il mio zaino. Qui faccio conoscenza con un tipo delle Marche che ha un'attività di import-export a Mosca. Nella cucina dell'Ostello cuoce alcune uova e mi invita a mangiarle. Andiamo poi insieme in un tipico Ristorante russo per bere una birra con due stuzzichini (noci e formaggi), quindi passeggiamo fino alla Piazza Rossa per vederla ancora una volta esaltata da una sapiente illuminazione. Torniamo all'Ostello per il pernotto.
Mosca
venerdì 18 aprile 1986
Ultimo giorno, l'aereo è nel pomeriggio e il programma di viaggio è terminato. Il marchigiano conosciuto la sera prima mi porta nel suo ufficio ubicato in quello che in epoca sovietica era il mercato agro-alimentare e che adesso è stato trasformato in centro commerciale. Verso le 13 saluto l'amico e uscendo dal suo ufficio, essendo a ridosso della Piazza Rossa dò un'occhiata per l'ultima volta alla Piazza Rossa che ormai mi è familiare. Torno al Metro e raggiungo la Stazione nei pressi della quale partono i treni per uno degli Aeroporti di Mosca, il Domodedovo. Arrivato all'Aeroporto mi imbarco sull'aereo con cui lascio la Russia