Siria e Giordania 2008 - Parte Quarta

località: jerash, ajlun, amman, castello di kharana, di amra, di al-azraq, mabata, wadi musa, petra, piccola petra, aqaba, wadi rum
stato: giordania (jo)

Data inizio viaggio: venerdì 28 marzo 2008
Data fine viaggio: sabato 10 maggio 2008

Questo viaggio non si doveva fare. Quest’anno Tina, mia moglie, aveva un grosso problema ai denti: operazioni, medicazioni ed applicazioni varie, pertanto un problema che si protraeva nel tempo e con un costo notevole. Il dentista mi è venuto in aiuto e, tra un’operazione e l’altra, dovevano passare almeno 60 giorni, giusto il tempo necessario per effettuare questo viaggio propostomi dall’amico Lorenzo del Desert Club. All’ultimo minuto Tina ha accettato di effettuarlo e siamo partiti.
Il viaggio, con partenza da Ancona il 30 aprile inizia con un traghetto che ci porterà a Patrasso e, da qui, attraverso la Grecia e la Turchia, raggiungeremo la Siria e poi la Giordania, le nostre mete principali. Al ritorno, l’attraversamento marittimo sarà da Cesme in Turchia con sbarco ancora ad Ancona il 10 maggio e quindi fine del viaggio.

Questi i nostri costi del viaggio:

Medicine e vaccini……………….…………… € 162
Cartine e guide……………………..…………..€ 61
Preparazione meccanica camper……..……. € 290
Telefono………………………………………... € 50
Alimentari………………………………………..€ 548
Gasolio……………………………………..……€ 944
Mance……………………………….………..….€ 65
Autostrada…………………………….………....€ 55
Entrata siti e musei……………….….………….€ 160
Parcheggi……………………………..………….€ 32
Bollo passaporti……………………….…………€ 80
Souvenir………………………………..………..€ 255
Ristorante……………………….………..……..€ 455
Giornali…………………………….……….……€ 40
Bar………………………………….…………….€ 60

Totale…………………………………………....€ 3.237

Quota Desert Club……………………….…….€ 3.133

Totale……………………………………………€ 6.370


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Jerash – Parcheggio dell’area degli scavi

domenica 13 aprile 2008

Oggi è giorno di dogana e fuori dalla città di Bosra incontriamo la guida che sostituisce Saman, perché ha un’impegno molto importante: la comunione del figlio. Questa festa di famiglia gli impedisce di seguirci ma lo ritroveremo al nostro rientro in Siria.
La dogana siriana viene attraversata abbastanza velocemente, purtroppo quella giordana ci lascia solo alle 14.30. Conosciamo Nael, la guida giordana. Ci comunicano che un poliziotto ci seguirà per tutto il viaggio. E’ solo per precauzione in quanto negli ultimi tempi i carburanti ed i prodotti di prima necessità sono aumentati di prezzo notevolmente e pertanto hanno paura di disordini. Tutto questo non ci fa molto piacere….. speriamo in bene.
Entrando nel territorio giordano, notiamo subito un cambiamento: migliori segnaletiche stradali, carreggiate più ordinate e molte abitazioni hanno le facciate dipinte di bianco o rivestite da marmi. Le colline sono abbastanza brulle con qualche casa qua e là, pendii con piantagioni di ulivi in un terreno color mattone. Anche le macchine che incrociamo sembrano più recenti di quelle viste in territorio siriano. Il tutto fa pensare ad un tenore di vita migliore.
Ci dirigiamo verso Jerash, dove parcheggiamo nell’area degli scavi, vicino a una strada molto rumorosa.
Qui il caldo è soffocante e a differenza della Siria, dove abbiamo acceso la stufa di notte, qui c’è bisogno dell’aria condizionata. Schizzo è quello che soffre di più rimanendo fermo con la bocca spalancata. Chiediamo scusa ai vicini per il rumore ed accendiamo per breve tempo il generatore ed il condizionatore, in modo da rendere un po’ fresco l’ambiente.
Domani mattina visita alle rovine di Jerash.
Tina invita per sera, il n° 1. Cucineremo per lui degli spaghetti al sugo. Questa notizia in breve fa il giro tra icamperisti e molti altri si aggregano e come è successo tante altre volte in viaggi precedenti, si è fatta una lunga tavolata e si è mangiato di tutto e di più in allegria.

Jerash – Parcheggio area scavi

lunedì 14 aprile 2008

Alle 8.30, con Nael in testa, si visitano le rovine e gli scavi dell’antica città di Jerash. Secondo noi, è uno dei luoghi più affascinanti della Giordania (non abbiamo ancora visto Petra), tanto da meritarsi l’appellativo di “Pompei d’Oriente”. Molto interessante il grande Foro, la piazza ovale con i superbi colonnati, i templi di Zeus e di Artemide, l’arco di trionfo di Adriano, l’ippodromo, le terme, le grandi mura, le tre chiese bizantine, i due meravigliosi teatri, le grandi strade (cardo) con pregevoli colonne lastricate con blocchi calcarei. Questo sito archeologico è molto vasto e molto interessante. La guida è precisa nelle sue spiegazioni, ma poco persuasiva, ripete la lezione a memoria con una voce senza espressione e molti sbadigliano. Saman era molto più bravo ed accattivante.
All’ora di pranzo siamo quasi tutti al ristorante del sito, un self service abbastanza fornito. Oltre alle varie cremine per antipasto, c’è del riso con montone, molto morbido, del pollo in umido e perfino dei buoni spaghetti con un sugo non ben definito (chi li ha mangiati ha detto che erano buoni). una birra ed una cola per 21 dr (20 euro).
Alle 15 si riparte per la visita al Castello di Qala’at ar-Rabad. Sempre con il poliziotto turistico sul camper del n° 1 e le macchine della polizia che ci scortano e bloccano il traffico al nostro passaggio. La strada è bella liscia ma con una pendenza molto forte. In certi punti ho dovuto mettere la prima ed andare a passo d’uomo. Il parcheggio del castello è molto angusto, ma dopo varie manovre ci siamo sistemati. La visita a questo castello ci appaga delle pene subite per arrivarci. E’ molto bello e ben conservato, anche se nella parte sud stanno ancora lavorando. Questo imponente castello si trova a 2 Km. fuori dal centro abitato ed è raggiungibile con una strada non segnalata il cui ultimo tratto presenta una notevole salita ripida ma senza problemi. Il castello arabo fatto costruire nel 1184 da un generale del Saladino si trova a 1250 mt. d’altezza sulla montagna e dal quale si gode una vista stupenda: a ovest verso la valle del Giordano, a sud sul fiume Zerqa e a est fino a Jerasa. Sorse a difesa delle vie carovaniere e contro gli attacchi che i Crociati sferravano sulla linea tra Damasco e Gerusalemme. Fu distrutto dai Mongoli durante la loro invasione nel 1260 e ricostruito dai Mamelucchi che lo dotarono di un altro giro di mura sulla cui sommità alloggiarono una compagnia di piccioni viaggiatori. Bellissima la passeggiata nel castello con colonnati a volta scolpiti nella roccia.
Al ritorno al parcheggio è stata una corsa ai servizi igienici per scaricare i nostri e fare rifornimento d’acqua. Purtroppo si trovavano molto distante dai camper ed ho dovuto riempire dei secchi per portare acqua da travasare nei serbatoi. Con la scorta rimasta abbiamo potuto fare una doccia ristoratrice.
Riscontriamo con altri del gruppo che in questo viaggio si è andato molto al risparmio per quanto riguarda le soste senza allacciamenti elettrici e rifornimenti idrici.

Amman – Parcheggio della Cittadella

martedì 15 aprile 2008

Partenza ore 9.00, un pochino tardi a parer mio. Fa molto caldo e viaggiare nelle ore tarde del mattino è stressante. Sempre con la scorta delle macchine della polizia, che si alternano ad ogni cittadina, arriviamo alla capitale. Da lontano si può vedere la bandiera più grande della Giordania (30 mt. x 15), di quattro colori, che derivano da diverse comunità. Sulla sinistra una stella, che ricorda la prima Sura con i primi versetti del Corano.
Prima di raggiungere il parcheggio, si fa rifornimento di quanto ci abbisogna in un grosso supermercato modernissimo e ben provvisto. Abbiamo trovato perfino le scatolette per Schizzo che, abbuffino com’è ha quasi finito la scorta. Oltre a frutta e verdura c’era del bellissimo pesce. Ne abbiamo acquistato uno grosso, proveniente dall’Arabia Saudita. Pulito e fatto a filetti ne abbiamo messo in freezer la metà mentre l’altra parte finirà in forno questa sera.
Questa mattina prima della partenza è successo un fatto increscioso. Il n° 1 ha aperto lo scarico delle acque grigie in parcheggio. All’arrivo nel luogo di sosta aveva chiesto a tutti la massima pulizia e discrezione e proprio lui non ha rispettato le consegne. Già ieri prima di uscire dal parcheggio aveva aperto le valvole ma abbiamo creduto fosse stato un errore o un guasto.
Riprendiamo la strada e con un traffico caotico arriviamo ad Amman.
In epoca greco-romana, Amman era chiamata Filadelfia, dal nome dell’imperatore romano Filadelfio. In precedenza era conosciuta con il nome di Rabbà degli Ammoniti.
Per la sosta ci fermiamo lungo la strada che porta alla Cittadella, in perfetta fila indiana. Mentre già tutti stavano pranzando, arriva l’ordine di spostarci ed entrare in uno sterrato all’interno degli scavi. Il n° 1 per primo entra e quasi tutti fanno inversione di marcia per entrare anche loro. Un contrordine ci avverte che non si può sostare in quello spiazzo e quindi si deve ritornare al posto primitivo. Poco dopo arriva un poliziotto con un fax in mano: è il permesso che ci permette di sostare anche per la notte in quell’area. Nuova inevitabile manovra con vari mugugni. Non potendo accendere il condizionatore per non dare fastidio ai vicini lasciamo aperte tutte le finestre per poter fare il pisolino pomeridiano.
Nel pomeriggio alle 14.30 (non si poteva andare più tardi ???....) con un sole cocente abbiamo visitato la Cittadella ed il Museo Nazionale attiguo. Nulla di interessante, l’abbiamo trovato molto rovinato e quello che è rimasto è stato ristrutturato da archeologi e tecnici spagnoli.
Nel frattempo Schizzo se ne stava in camper con l’aria condizionata, l’ho invidiato molto.
Tina con altri amici scende verso la città visitando il Teatro Romano, restaurato, costruito nel II secolo d.C. mentre io mi accontento di vederlo e fotografarlo dall’alto. Può ospitare fino a 6000 persone ed è stato ricavato nel fianco di una collina precedentemente usata come necropoli.

Al Azrad – Parcheggio Ristorante Al Azrad

mercoledì 16 aprile 2008

Partenza ore 8.30 sempre con la scorta della macchina della polizia. Oggi si visitano i castelli nel deserto
Iniziamo col Castello di Al Mushatta. Doveva essere il più imponente dei castelli degli Omayyadi, ma non fu mai portato a termine. Oggi si presenta come un quadrato possente con il lato di 144 metri e mura protette da 23 torri per lato. Purtroppo lo troviamo molto rovinato e incompleto, perché oltretutto è stato privato delle sculture che lo decoravano, che per la maggior parte furono donate all’imperatore Guglielmo II dal sultano turco durante la prima guerra mondiale.
Sulla nuova strada del deserto, che ritorna verso la capitale, incontriamo il Castello di Amra, singolare costruzione complessa, originale per i caratteristici tetti a volta a cui si accompagna un adiacente bagno turco. Fu un padiglione di caccia degli Omayyadi, del secolo VIII e all’interno ci sono pitture murali un po’ deteriorate. Una rappresenta 4 personaggi illustri, forse nemici dei califfi e cioè il re visigoto Rodrigo, l’imperatore persiano, il negus abissino e l’imperatore di Bisanzio, come attestano le scritte in arabo e in greco del dipinto stesso. In un’altra sono raffigurate scene di caccia con cani, dame che fanno il bagno, re, danzatrici, rappresentazioni allegoriche della vittoria, della filosofia e della poesia e infine scene di varie attività domestiche. La piccola stanza a cupola era un bagno turco, con il vapore e le panche per sedersi. Interessante la mappa del cielo in cui sono rappresentate le costellazioni dello Zodiaco.
Ci incamminiamo verso il Castello di Azraq. Situato al margine dell’oasi, è celebre per aver ospitato il quartier generale di Lawrence d’Arabia quando nell’inverno del 1917 si fermò per riorganizzare le poche forze arabe che aveva al seguito, in previsione dell’attacco decisivo ad Aqaba contro le forze turche che la occupavano. All’inizio il castello era un forte nabateo e forse prima ancora romano, poi venne risistemato nel XIII secolo in questa sua attuale forma. Le pietre di basalto nero con cui è stato costruito gli conferiscono un aspetto un po’ tetro. L’originale porta che chiude l’accesso meridionale del fortino è costituita da un’unica pesante lastra di pietra ma è così bilanciata sui cardini che il custode riesce a chiuderla con un solo dito, invitando i turisti a fare altrettanto. Il primo piano è fatto di stanze non eleganti ma solide. Sul cortile si affacciano le scuderie, i magazzini e anche una piccola e semplice moschea.
Per la sosta notturna ci sistemiamo presso il ristorante Azrap, con allacciamento di corrente e rifornimento d’acqua.

Mabata – Parcheggio sterrato in città

giovedì 17 aprile 2008

Salutiamo Amman già indorata dal sole e ci avviamo verso il Mar Morto. La strada scende lungo la grande depressione, fino alle rive di questo salatissimo mare interno posto a 395 mt. sotto il livello del mare, oltre il quale, se non ci fosse stata foschia, avremmo potuto anche scorgere Gerusalemme. E’ un mare praticamente privo di emissari e quindi è terminale in quanto per migliaia di anni ha ricevuto le acque del fiume Giordano e di altri corsi d’acqua minori. Il grado di salinità, dovuta a componenti di sali e minerali, è più elevato di quello degli oceani e impedisce qualsiasi forma di vita se non microrganismi, alghe e una sola specie di gamberetto.
Venendo da Amman sulla strada una pietra indica: “Livello del mare”, ma il Mar Morto vero e proprio può essere raggiunto solo dopo una discesa di ulteriori 400 mt. da questo segnale, dove programmiamo una breve sosta per le foto di rito.
Arriviamo ad Amman Beach, la spiaggia dove i turisti possono fare il bagno e provare le emozioni di galleggiamento naturale.
Quasi tutti si preparano in costume per la prova del bagno.
Il gruppo si butta in acqua ma devono solo galleggiare supini per evitare qualsiasi contatto dell’acqua con gli occhi, pena un bruciore infernale. Io mi sono portato un vecchio giornale per la foto: seduto in acqua mentre leggo il giornale. L’originale idea non poteva mancare di essere subito copiata.
Prosegue la nostra giornata andando a visitare il Monte Nebo, luogo sacro per la religione cristiana. Da questo monte Dio indicò a Mosè la Terra Promessa consapevole del fatto che non l’avrebbe mai raggiunta. Proprio su questo monte Mosè ebbe il suo appuntamento con la morte e sempre qui vi fu sepolto, anche se non si conosce esattamente il luogo della sua sepoltura. Da questo monte si gode un’ottima vista sulla Terra Promessa, da Gerusalemme (distante appena 50 Km.) a Betlemme, da Gerico al Mar Morto, e ancora Hebron, Ramallah, Nablus. Sul belvedere spicca un monumento stilizzato che raffigura una croce attorno alla quale si arrampica un serpente che simboleggia la morte di Gesù sulla croce e il serpente che Mosè sollevò nel deserto. Visitiamo pure il Museo, all’interno della quale sono conservati dei bellissimi mosaici tra cui uno con scene di caccia ed un altro con una gazzella tra melograni. All’interno ci sono pure fotografie della visita che fece Giovanni Paolo II nel 2000. Purtroppo la Basilica è chiusa per restauri ed è impossibile visitarla.
Prima di ripartire dal parcheggio ci accorgiamo che il n° 1 ha una gomma sgonfia. Interviene subito la squadra di pronto intervento. Sofian, io e la mia chiave a croce, utilizzata da tutti gli sfortunati che hanno avuto forature, prontamente cambia la gomma e si riparte.
Lungo il tragitto, ci fermiamo in un laboratorio di mosaico, gestito da un signore che parla perfettamente diverse lingue, ma non l’italiano. Lorenzo farà da interprete traducendo dal francese. Anche questo posto è stato consigliato dal n° 1 e tutti comprano qualcosa. Vende veramente delle belle cose, i mosaici sono bellissimi ma molto cari. Al n° 1 il proprietario fa omaggio di una targa in mosaico con la scritta “Desert Club”.
Proseguiamo il nostro itinerario raggiungendo Madaba, che si trova a circa 35 Km. da Amman, ed è ad un’altezza di 730 mt. sopra il livello del mare, passando attraverso la famosa “King’s Road”, la strada dei re, una vecchia pista di 5000 anni fa nel territorio giordano. Questo tracciato stradale che asseconda la formazione geologica del territorio, raggiunse un’importanza straordinaria ai tempi dei carovanieri quando, insieme ai cammelli ed ai cavalli vi transitavano spezie, profumi, zucchero, addirittura cotone proveniente dall’India e sete dalla Cina.
Parcheggiamo in una piazza sterrata vicino al posto di polizia. Non appena sistemati lungo il bordo della strada, il poliziotto ci ha fa spostare al centro della piazza, così da essere fuori tiro di eventuali lanci di pietre da parte di alcuni ragazzi che non ci guardavano di buon occhio.
Dopo cena, quattro passi a piedi per vedere e fotografare una bellissima moschea, solo dal di fuori in quanto è proibito entrare.

Wadi Musa ( Valle di Mosè)

venerdì 18 aprile 2008

Al mattino visitiamo la chiesa greco-ortodossa di S. Giorgio nel cui interno è conservato il mosaico più famoso di Madaba che rappresenta la pianta della Palestina che va da Tyros a nord fino all’Egitto inferiore a sud, e dal Mediterraneo a ovest fino al Giordano a est. Lo scopo per cui fu creato era di dare informazione ai pellegrini che si recavano in Terra Santa.
Si doveva visitare la fortezza di Kerak ma, all’ultimo, ci comunicano che per andarci dobbiamo attraversare un mercato e 17 camper in marcia procurerebbero scompiglio e disagi sia all’ ambiente che alla popolazione.
Si riparte verso Petra, una strada con salite ripidissime e relative discese che mettono a dura prova gli autisti ed i freni. In certi punti ho inserito la “Primina” tanto era dura la salita.
Durante la giornata, sfruttando i pochi minuti di sosta o di relax, ho fatto e cotto due crostate, per il compleanno di Giorgio il n° 6 e per l’anniversario di matrimonio (40 anni) di Ezio e Magda equipaggio n° 8.
Arrivati a Wadi Musa, La Valle di Mosè, ci sistemiamo nel cortile dell’Hotel Al-Alambad, dove troviamo solo quattro prese di corrente Le mie preziose spine e doppie-spine sono molto utili per far allacciare più camper alla stessa presa mentre l’acqua ci viene fornita da un lungo tubo che scende dal tetto dell’albergo.
Dopo aver festeggiato le ricorrenze, io, Tina e pochi altri, tiriamo fuori i tavolini e gustiamo dei favolosi spaghetti aglio, olio e peperoncino e come al solito tante altre buone cose, annaffiate dalla mia bottiglia di Coca-Cola, dove ho messo del buon Refosco.
Mentre si cenava in compagnia, ho dato una mancia a dei ragazzini perché mi facessero il pieno d’acqua. La mancia l’hanno presa, ma mi accorgerò poi, il pieno non è stato fatto.

Wadi Musa

sabato 19 aprile 2008

Ore 8. 2 pulmini ed un taxi, facendo due viaggi, ci portano all’entrata del sito archeologico di Petra. Fa molto caldo e all’entrata una novità: ci comunicano che dovremo pagare, a coppia, 20 euro quale tassa dei cavalli, così chiamata perché viene data alla popolazione nomade residente in zona spostata per liberare il sito, dando loro la possibilità di fornire ed utilizzare i cavalli, i muli, i dromedari e le carrozzelle, che a pagamento trasportano i turisti nelle gole di Petra. Cifra non prevista e che eventualmente si pensava complessiva in quanto già pagato all’inizio. Il n° 1 dice che è una tassa dell’ultima ora, pertanto non prevista, ma sapremo poi che è in vigore già dal 1995.
Petra, dichiarata dall’Unesco “Patrimonio dell’Umanità” è un posto che tutti dovrebbero vedere in quanto i documentari, i film ed i racconti dei viaggiatori, non dicono e non scrivono quello che l’occhio percepisce in questo splendore di architettura e del lavoro svolto da questi artisti nello scolpire queste montagne di arenaria che con l’inserimento di vari metalli ferrosi hanno dei colori a strati che vanno dal bianco, al rosa, al marrone o al nero. Una camminata faticosa sotto il sole cocente. Ad ogni monumento scolpito, Nael si ferma e spiega, con la sua cantilena, le origini e la storia di queste meravigliose tombe o abitazioni.
Il Palazzo del Tesoro, il grande Tempio-tomba di re Aretas è qualcosa di stupefacente. E’ uno dei monumenti più belli di Petra e del mondo antico
Alle 13 finisce la visita, il gruppo è stanco e affaticato. Ci si divide in due ristoranti mentre altri mangiano al sacco. Noi in un self service dove per 32 dinari abbiamo mangiato bene.
Nel ritorno sotto un sole abbacinante, sostiamo all’ombra di un grande albero: è una pianta di pistacchi, una targa racconta che ha 450 anni.
Chi voleva, nel pomeriggio, salendo 600/800 scalini, poteva raggiungere altre mete da visitare. Io e Tina abbiamo preferito rientrare per l’appuntamento delle 17.30 presso i cancelli d’entrata. Arrivati in anticipo, noi ed un’altra coppia, abbiamo preso un taxi e siamo rientrati ai camper non prima d’aver cambiato dei soldi presso una banca nei pressi dell’entrata del sito.
Accaldati, abbiamo fatto una doccia presso i servizi dell’albergo che ci ospitava, senza usare l’acqua del camper. Mi sono accorto che oggi mi sono preso una bella scottatura alle spalle, forse avrò problemi nel coricarmi.
Alle 17 il n° 1 ci riunisce, non tutti, per un cambio di programma. Domani mattina non ci sarà la mezza giornata libera, ma si partirà subito per la piccola Petra e poi per Aqaba. Lo stare mezza giornata in più al mare fa piacere, ma molti di noi avevano programmato di andare in paese per fare rifornimenti o altro. Abbiamo capito poi il perché di questa variazione sul programma: sono arrivati 21 camper di un altro club ed il posto, già stretto per noi, era diventato un’ammucchiata di mezzi, impossibile da gestire. Anche questo particolare ha creato malumore tra il nostro gruppo, in particolar modo quelli che non avevano fatto rifornimento di acqua all’arrivo pensando di farlo il giorno dopo.

Aqaba – Camping Aqaba Marine Park

domenica 20 aprile 2008

Partenza ore 8. Come da programma variato si va a visitare la piccola Petra, un sito sopra Petra, molto simile, molto ridotta, ma merita di essere vista.
Dopo la partenza, sosta per rifornimento di gasolio in un distributore dove il n° 16, ieri sera in solitaria, aveva fatto rifornimento. Gli avevano messo 2 dinari di carburante e ne hanno pretesi 20. Appoggiato dalla polizia di scorta ha preteso il rimborso ed il tutto è finito in discussione e niente più. Questo ci insegna che l’arabo non ruba ma ti frega appena può quindi bisogna stare attenti specialmente nei conti vari od ai resti di un pagamento.
Oggi Sofian si è vantato d’aver fatto un bel bagno turco con massaggi ristoratori nell’albergo che ci ospitava. Penso che il n° 1 ci poteva avvertire di questa possibilità.
Durante quest’ultima visita mi si è inceppata la fotocamera. Purtroppo c’è molta polvere e sabbia e qualche granello si è inserito nel comando di scatto…. pazienza userò quella vecchia, ha molta meno risoluzione e qualità ma almeno potrò fotografare queste meraviglie.
Riprendiamo la Strada dei Re, arriviamo fino a 1650 mt slm. Si pensi che la montagna più alta della Giordania è alta poco più di 1800 mt. Troviamo una strada con vari sali e scendi, curve e controcurve ma con scenari spettacolari per poi riprendere una bellissima autostrada.
Alle 13 dopo aver costeggiato la famosa ferrovia di Laurence d’ Arabia, arriviamo ad Aqaba. Dopo il porto, lungo il mare, troviamo il nostro campeggio: l’ Aqaba Marine Park (www.aqabamarinepark.jo) Il posto all’inizio non è male, ci sistemiamo, ma ci accorgiamo subito di un forte vento che ci accompagnerà fino a tarda sera. Sono le 22 e c’è ancora. Il n° 1 ci avverte che alle 17 ci sarà l’allacciamento elettrico e la fornitura dell’acqua. Dopo aver pranzato e il dovuto riposino si va al mare. Troviamo degli ombrelloni con un palo di ferro di 12 cm di diametro che sorregge una tettoia di paglia, unico riparo dal sole, il bagno nell’acqua mossa dal vento è ristoratore, i ricci paventati dal n° 1 non ci sono, qualcuno è vicino ai grandi sassi, ma difficilmente calpestabili, in compenso ci sono molti pesci argentei e neri.
Alle 17 guardo se c’è movimento per i vari rifornimenti ma tutto tace e continuo il mio lavoro di riparazioni varie al camper: Sono piccole cose ma necessarie per il tranquillo proseguimento del viaggio. Dopo le 18 mi avvertono che il n° 1 sta facendo il rifornimento d’acqua, quindi mi sposto perché dalla mia posizione e anche in quella d’ altri è impossibile arrivare al tubo dell’acqua. Faccio rifornimento allungando il tubo fornito dal campeggio con il mio mentre altri si apprestano per il riempimento dei serbatoi. Alle 19 l’incaricato chiude a metà rifornimento del n° 11, perché è finito il suo orario di lavoro. Molto incavolati si spera di continuare domani sera con il n° 1 che non interviene in nostra difesa. Lui ha fatto il pieno e non gli interessa se altri non sono riusciti a farlo. Per l’allacciamento elettrico ci sono solo 4 prese molto ravvicinate e con i soliti castelli di spine e doppie spine riusciamo a collegarci tutti.
Prima di scrivere il mio diario quotidiano, ho provato a smontare la fotocamera e ripulirla dalla sabbia. Probabilmente ho tolto qualche granellino al punto giusto perché ora funziona e potrò continuare a far fotografie con la mia fedele macchina.

Aqaba – Camping Aqaba Marine Park

lunedì 21 aprile 2008

Dopo una notte dove il vento non ha mai cessato di farsi sentire, alle 8.30 Sofian ci sveglia per dirci che alle 9.30 un pulmino, al prezzo di 5 dinari cd, ci porterà ad Aqaba, porto importante per la Giordania ed i paesi limitrofi. Questo paese ha solo 27 km di costa, dal campeggio ci sono solo 8 km all’Arabia Saudita, di fronte c’è Israele ed a destra l’Egitto, mentre alla sera si vedono le città illuminate al di là del golfo.
Dopo un giro sul lungo mare ed una visita dall’esterno del forte, mal ridotto anche se ristrutturato, ci fermiamo in una pizzeria per bere qualcosa di fresco in attesa del pulmino per il ritorno che ci aspetterà al posto di arrivo alle 13.30. Prima di recarci all’appuntamento attraversiamo un mercato dove facciamo rifornimento di frutta e verdura e 6 bottiglie d’acqua.
Dopo il pranzo ed un sonnellino ristoratore seguito da un bel bagno e relativa doccia rinfrescante mi accingo a raccontare quanto è successo oggi.
Sono arrivate due roulotte gigantesche trainate da due super fuoristrada ed un camper americano. Sono turisti israeliani ma con targa giordana che prima hanno fatto questione per come ci siamo accampati noi (avevano tutto lo spazio necessario per stare anche loro molto larghi), poi hanno acceso i loro condizionatori: due a testa per le roulotte e tre per il camper. Essendo tutte e sette molto potenti, hanno fatto saltare la centralina. Il proprietario del camper arrabbiatissimo ha messo in moto il mezzo ed è partito a razzo distruggendo una pianta, ma questo non è bastato perché la corrente ritornasse. Il consumo delle roulotte era sempre eccessivo, però poi tutto ha funzionato regolarmente, probabilmente gli ultimi arrivati avranno accettato di ridurre l’accensione dei loro condizionatori.
Il n° 5 si accorge d’avere una gomma bucata e con il pronto intervento è subito cambiata.
Con un improvviso cambio di programma la cena beduina è stata annullata. Si farà un pasto serale a base di pesce in un ristorante nelle vicinanze questa sera alle 20. Tutto sommato preferisco questa soluzione, con il vento che tira da queste parti, non è certo bello né salutare mangiare in mezzo alla sabbia. Purtroppo a qualcuno non è gradita questa soluzione perché riteneva più folcloristica la cena beduina La cena a base di pesce si ridurrà poi a due pesciolini bruciacchiati con le solite verdurine !!!!

Wadi Rum – Campeggio

martedì 22 aprile 2008

Giornata di trasferimento, inizia la zona desertica,e ad un certo punto, parallela alla strada che stiamo percorrendo, c’è una ferrovia dove transita un treno con tanti vagoni carichi di fosfati. Questa è la ferrovia costruita dagli ottomani per trasportare i fedeli diretti alla Mecca, almeno questa era la giustificazione ufficiale, in verità era nata per trasportare truppe. Laurence d’Arabia l’ ha attaccata e distrutta. In una valle, dove la ferrovia effettua una curva, la guida ci ha indicato il punto esatto dell’attacco.
Per raggiungere il campeggio si lascia la strada asfaltata e ci si inoltra in una pista. Il n° 1 ci consiglia di non uscire dal tracciato per non insabbiarci. A dispetto di questo consiglio il n° 16 con il suo 4x4 si diverte e scorazza avanti ed indietro nel fuori pista, forte della sua trazione integrale.
Il tanto sospirato campeggio si riduce poi in uno spiazzo senza luce ne acqua e per chi vorrà farsi la doccia presso il bar dovrà pagare € 2.50 al n° 1. Alcuni, nel sistemare i loro camper, sono sprofondati nella sabbia e solo la potenza del n° 16 li ha potuti liberare.
Nael verso le 18 ci invita ad andare con lui per vedere il tramonto del sole. Ci porterà in un luogo suggestivo, dove chi vuole, potrà usare dei cammelli per il trasferimento. Solo tre li usano, mentre la maggioranza, raggiunge il posto di osservazione con un faticoso e lungo cammino nella sabbia. E’ veramente bello e spettacolare ma purtroppo c’è foschia ed il sole che tramonta non è ben visibile, i colori sono offuscati, quindi a malincuore, si ritorna ai nostri camper nello stesso modo dell’andata.
Per la cena si decide di farla tutti assieme. Ci sono quasi tutti ed una lunga tavolata accoglie gli affamati camperisti. Come al solito dai gavoni e dai frigoriferi esce di tutto e di più, e quella che doveva essere una semplice cena diventa una grande abbuffata.


Wadi Rum

mercoledì 23 aprile 2008

Oggi visita al Wadi Rum ma Tina non se la sente e resta in camper con Schizzo. Quasi tutti partecipano e pertanto resterà isolata. Avrà il vantaggio di poter accendere indisturbata il condizionatore senza dar fastidio ai vicini.
Con 5 camper raggiungiamo l’entrata del sito dove ci aspettano dei pick-up, molto vecchi e rovinati. Io singolo, ed altre due coppie, prendiamo posto nella parte posteriore su panchette ricoperte da lerci cuscini. Si parte tra sobbalzi vari e si viaggia in fila indiana ed alle volte, alternandoci su piste diverse. Lo spettacolo del deserto e delle montagne è fantastico, non c’è solo sabbia, ma arbusti e sassi, i colori cambiano, vanno dal bianco, al giallo, al marrone, al viola ed al nero. Alcuni di noi sono dei pittori e questo tipo di sabbia di diversi colori può essere molto utile e con sacchetti o bottiglie vuote ne fanno incetta. Facciamo sosta in vari punti, dove Nael ci spiega la storia dei graffiti e dei pozzi per l’acqua costruiti dai beduini ai tempi delle carovane.
Il sole è molto forte ed appena si trova un riparo all’ombra tutti si precipitano mentre i più coraggiosi salgono sulle dune e ne discendono senza scarpe correndo, anche perchè la sabbia scotta.
Al rientro, parole di Tina, sembravamo dei reduci della grande guerra: stravolti, accaldati con passo stanco. Mi ero già fermato in paese a bere qualcosa di fresco, ma appena entrato in camper, mi sono attaccato alla bottiglia dell’acqua minerale e ne ho bevuto quasi la metà.
Una doccia ha risolto i problemi di calura.
Questa sera è stato festeggiato il compleanno del n° 5, con tutto il gruppo riunito sotto il tendone dei beduini. Abbiamo brindato con spumante, colombe, tortine e dolcetti vari.

Jerash – Parcheggio scavi

giovedì 24 aprile 2008

Oggi giornata di trasferimento. Lasciamo il polveroso parcheggio del Wadi Rum e ritorniamo verso la Siria. Riprendiamo l’autostrada a doppia corsia con tratti a volte buona ma, per lo più, con avvallamenti che mettono a dura prova le sospensioni dei nostri mezzi. Fa molto caldo ed anche l’aria condizionata non fa molto effetto. Schizzo è quello che ne soffre più. Alle 13 sosta presso il distributore consigliato dal n° 1, con rifornimento e visita al negozio di souvenir. Considerato che ci sono i servizi (maleodoranti), ne approfitto per fare rifornimento di acqua, subito seguito dagli altri. Si passa nuovamente dalla trafficata tangenziale di Amman e poi per una strada tortuosa, arriviamo finalmente al parcheggio del sito archeologico di Jerash, dove ci sono altri camper italiani. Ci affianchiamo a loro per la sosta notturna, e ceniamo singolarmente sul marciapiede.

Damasco – New Kaboun Camping – Gps N 33° 31,781 E 36° 21,889

venerdì 25 aprile 2008

Partenza ore 8, riprendiamo la strada del ritorno. Questa sera saremo a Damasco, speriamo di finire questa volta in un bel campeggio.
Prima del confine, rifornimento di gasolio perché in Siria non si sa quando troveremo altro carburante. Si spendono le ultime lire siriane in un piazzale pieno di negozi. Purtroppo al momento della partenza il n° 2 ha ancora l’imprevisto dell’inserimento dell’allarme che gli impedisce di mettere in moto (probabilmente il motore si è raffreddato ed ha sbloccato la centralina) ma dopo vari tentativi, il motore si accende.
Ora siamo a Al-Ramtha al confine con la Siria e siamo in attesa che la burocrazia, come in tutte le dogane, ci permetta di proseguire.
Finalmente alle 16 rientriamo ufficialmente in Siria. Non rivediamo Saman ma una nuova guida che si chiama Aziz. Ci dirigiamo a Damasco su una bella autostrada con fondo buono. Prima dell’entrata in città, ci fermiamo per spese in un grande supermercato: il Town Center. Toviamo di tutto, come da noi in Italia. Riempiti i frigoriferi ripartiamo per raggiungere il campeggio. Dopo parecchi km, il n° 1 confessa d’aver sbagliato strada. Si fa inversione di marcia e si ritorna verso Damasco (10 km, ma non diceva di aver fatto questo giro già 11 volte ????). Finalmente arriviamo al parcheggio dove all’inizio restiamo delusi. Ci infiliamo in una stradina che sembra una discarica di macerie dove troviamo il grandissimo cartello “Camping”. Entriamo in un cancello e restiamo meravigliati. E’ un grande prato con piante, ci sono già due camper con aperto il tendalino e delle persone sdraiate comodamente a prendere il sole. Un po’ di fortuna finalmente. Pia illusione perché il nostro spazio è molto ristretto: un metro tra un camper e un altro dove aprire le finestre senza toccarsi è un problema. Delusione generale mentre qualcuno abbozza una critica che è subito zittita dal n° 1 che giudica la cosa più che giusta e che va bene così.
Per domani, non si sa cosa si farà. Tina, la più sfacciata del gruppo, prende coraggio e si informa presso il n° 1 per l’orario del bus. Risposta: dalle 8.30 alle 8.45. Come si pranzerà? Risposta: lui prenderà il kebab, gli altri si arrangino. Noi probabilmente ci faremo dei panini.

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