Petra

località: aqaba, petra
stato: giordania (jo)

Data inizio viaggio: lunedì 14 novembre 1988
Data fine viaggio: lunedì 14 novembre 1988

Giunto in Giordania con un escursione di un giorno da Taba (Egitto) dove mi trovavo per un soggiorno di una settimana. Ero in compagnia di un amico e alla gita prendevano parte altre persone. Raggiungevamo il Paese via Mar Rosso attraversando il Golfo di Aqaba, qui davvero molto stretto (una decina di km) da Taba al porticciolo di un grande Villaggio turistico ubicato sulla sponda giordana. Il porticciolo si trova a sud di Aqaba ed è grazioso, circondato da infrastrutture turistiche di nuova generazione come Residence, centro accoglienza e negozi lussuosi. Qui veniamo accolti da una guida locale e saliamo su un autobus partendo alla volta di Petra. La strada passa per Aqaba, l'unico porto giordano ubicato proprio di fronte alla città israeliana di Eliat da cui è separato dalla breve pianura di Arava. Da lontano Aqaba ed Eliat sembrano un unico centro urbano e solo avvicinandoti ti rendi conto che tra loro c'è uno spazio vuoto, una terra di nessuno, che le separa inesorabilmente. A vederla dai finestrini dell'autobus Aqaba non sembra particolarmente interessante, la guida del resto ci informa che le costruzioni sono tutte recenti. Prendiamo l'autostrada del deserto che incontriamo a ridosso della città. E' il deserto del Wadi Rum, aspre montagne assolutamente prive di vegetazione ma ricche di sfumature policrome su cui prevale il rosa che si stagliano all'orizzonte. Queste montagne trattengono alle loro pendici la sabbia che il vento spinge fin qui dal deserto arabico. Il Wadi Rum è il deserto dove operava Lawrence d'Arabia ma per ritrovare gli angoli spettacolari proposti dal film con Omar Sharif dovremmo inoltrarci all'interno, noi invece lo sfioriamo per dirigerci più a nord. La nostra meta è Petra, prima di raggiungerla ci fermiamo per ammirare la Valle di Mosè che con le sue irte montagne di pietra appare inaccessibile e inospitale. Su una montagna a forma di gobbe di cammello spicca una minuscola costruzione bianchissima, è la tomba di Aronne. Le spoglie del fratello di Mosè furono traslate quassù dal Monte Sinai da un sultano locale. Nei pressi di Petra sorge una cittadina nella cui valle affiora della vegetazione, ci fermiamo in un negozio di souvenir dove ci viene offerto un te caldo. Arriviamo poi all'area archeologica di Petra, l'antica capitale dei Nabatei, un popolo preromano che giunse qui dall'Arabia Saudita. I Nabatei costruirono la loro città in un luogo difficilmente accessibile protetto da aspre montagne e separato dal resto del mondo da uno strettissimo canyon, il Siq. La città ebbe un notevole sviluppo urbanistico, importò gli stili architettonici dall'Egitto e dalla Grecia fondendoli alle loro tradizioni arabe ed usarono tecniche di approvigionamento idrico all'avanguardia. La particolarità di Petra è che le costruzioni non furono edificate dal nulla partendo dalle fondamenta ma furono create direttamente nelle rocce che circondavano il canyon e le valli circostanti. In pratica non erano altro che abitazioni rupestri a cui però furono fornite bellissime e possenti facciate scolpendo le rocce delle montagne con fini decorazioni, colonne e capitelli. Proprio perchè questi palazzi e questi templi furono ricavati direttamente dalla montagna molti di essi sono giunti fino ai giorni nostri. I Nabatei furono anche ottimi ingegneri e riuscirono a risolvere il problema dell'approvvigionamento idrico approfittando dell'impermeabilità di queste montagne. Circondarono così la città di numerose cisterne che trattenevano l'acqua delle rare ma abbondanti piogge per poi distribuirla nel centro urbano attraverso un sistema di canalizzazioni davvero all'avanguardia. Percorriamo il lungo e stretto canyon che serpeggia tra le rosee rocce striate da numereose concrezioni policrome come una tavolozza di un pittore. Raramente il sole riesce a far breccia nel canyon ma quando lo fà esalta i colori di queste pietre che cambiano tonalità a seconda della luce che ricevono. Il canyon è attraversato continuamente da carrozze trainate da cavalli e dromedari che trasportano i turisti condotti dai beduini avvolti dal loro caratteristico copricapo. Alla fine del canyon si apre ai nostri occhi la spettacolare visione del Tesoro dei Faraoni, il più celebre e meglio conservato monumento di Petra. Scorgendolo sembra che le pareti del canyon si aprano per favorirne la vista come un sipario in un teatro. Quando poi si giunge allo spiazzo su cui si affaccia il Tesoro è così bello da sembrare irreale anche perchè in effetti tutto ciò che è scolpito nella roccia è lì per scenografia da migliaia dianni. Le colonne non devono sorreggere alcunchè e anche i timpani, tra l'altro interrotti da un edicola dove secondo la tradizione era custodito il tesoro, non sostengono nessun tetto. L'interno è invece deludente, praticamente una caverna che come le altre costruzioni fù prima tomba poi civile abitazione. Da qui la città si sviluppa per chilometri e chilometri, noi scegliamo uno dei percorsi che ci porta in una vallata sulle cui montagne sono ben visibili i resti di numerosi palazzi che non hanno però la definizione e la perfezione del Tesoro dei Faraoni. Qui si trova anche la parte romana di Petra con i resti del Tempio e un modesto anfiteatro. Pranziamo in questa zona in una trattoria a buffet poi riprendiamo la strada del ritorno fino all'area di sosta degli autobus. Il percorso è abbastanza lungo, quasi 8 km tra andata e ritorno, ma davvero piacevole, in ogni angolo Petra ha qualcosa da offrire. La guida ci spiega che queste abitazioni rupestri sono state abitate dai beduini fino a pochi anni fà e che il governo giordano ha avuto numerose difficoltà a trasferire la popolazione in un villaggio vicino costruito per loro. Saliti sull'autobus torniamo al porticciolo a sud di Aqaba dove ci imbarchiamo sul traghetto che in meno di un ora ci porta a Taba in Egitto.
Alcune note: Petra è molto bella, da sola merita il viaggio in Giordania. La visita comporta quattro ore circa a piedi ma per chi non se la sente può percorrere l'intera tratta o parte di questa con cavallo, dromedario e asino. Il primo tratto a cavallo dall'ingresso fino all'inizio del canyon è compreso nel prezzo del biglietto ma viene richiesta una mancia obbligatoria di tre euro. I successivi tratti sono a pagamento e non sono economici anche se si può trattare. Nei negozi giordani è indispensabile trattare e il prezzo proposto dal commerciante è in genere più del doppio di quello che riuscirete ad ottenere.

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