Persia

località: qom, yazd, shiraz, pasargade, persepoli, kashan, esfahan, abyanek
stato: iran (ir)

Data inizio viaggio: sabato 6 maggio 1995
Data fine viaggio: sabato 13 maggio 1995

Giunto in Iran per un Tour organizzato con un Agenzia di Teheran. Ero insieme a tre compagni di viaggio tra cui due donne, madre e figlia. Partiti da Bologna con un volo Pegaso diretto ad un Aeroporto secondario ubicato nella parte asiatica di Istanbul dove facevamo scalo salendo poi sul successivo volo per Teheran.
Anche per il ritorno effettuavamo all'inverso le stesse tratte aeree.

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Qom e Nain

sabato 6 maggio 1995

Arriviamo in nottata all'Aeroporto Internazionale di Teheran che si trova a diversi km a sud della capitale. Abbiamo stabilito di non andare a Teheran che è una città moderna che poco rispecchia la realtà del resto del Paese. Ad attenderci all'aeroporto l'autista ed il microbus con cui effettueremo il tour. L'autista non è una guida ma parla un po italiano per cui potremo conversare. Del resto il Tour operatore a cui ci siamo rivolti in Iran è un italiana che vive da anni qui. Ci trasferiamo subito nella Città Santa di Qom dove ci sistemiamo in Hotel per una breve dormita visto che tra un po sarà l'alba. Il mattino seguente, ovvero poche ore dopo, iniziamo la visita della Città più sacra di tutto l'Iran e ovviamente anche la più integralista. Sulla grande Piazza marmorea si affaccia una delle due Moschee più importanti per gli sciiti da dove è partita l'ascesa di Komeini. A predominare sono il colore blu intenso delle architetture e le sagome a pishtac delle facciate da cui svettano i minareti. Di tanto in tanto si fanno breccia imponenti rivestimenti in argento su cui riflettono i raggi del sole di questa giornata serena. La maggior parte della gente è qui per pregare per cui visitiamo il luogo con rispetto. Alle nostre compagne viene fornito gratuitamente un chador ma nonostante questo la loro visita sarà limitata a una parte degli ambienti. A me e al mio amico è invece concesso entrare in Moschea ma rigorosamente scalzi. Silenziosamente visitiamo gli ambienti interni con le tombe di illustri religiosi su cui i fedeli passano le mani. Ricongiunti al resto del gruppo osserviamo i numerosi pellegrini, questo è l'unico posto in Iran dove abbiamo visto molte donne con il viso coperto e il velo nero. Ci fermiamo in un negozio di souvenir per poi proseguire il tour dirigendoci a Nain.
Per arrivarci attraversiamo un territorio desertico su cui si innalzano rugosi rilievi assolutamente privi di vegetazione. Non è il classico deserto sabbioso ma quello pietroso e corrugato. I centri abitati sorgono nei pressi delle poche sorgenti d'acqua come a Nain dove ci fermiamo per visitare una delle più antiche Moschee di questa regione e i suoi sotterranei. Se a Qom era il blu il colore dominante, qui è l'ocra, lo stesso colore del paesaggio circostante e del vicino agglomerato urbano. In questo villaggio che apparentemente sembra disabitato, ma non è così, vediamo le prime torri del vento, un ingegnoso sistema per rinfrescare le abitazioni di argilla. Le tecniche costruttive qui non sembrano molto cambiate dai tempi del Regno di Dario. Riprendiamo la nostra strade attraversando ancora deserto fino alla città di Yazd dove alloggiamo in un piccolo ma bell'hotel con tanto di cortile interno su cui si affacciano le nostre camere. Anche questa struttura sembra erede di un glorioso passato. E' comunque ben tenuta ed ha un bel ristorante dove ceniamo discretamente. Facciamo una breve passeggiata nei dintorni e ci ritiriamo per dormire.

Da Yazd a Shiraz

domenica 7 maggio 1995

Dopo colazione in Hotel e una breve sosta in centro dove vediamo fugacemente la piazza che ospita una grande Moschea, raggiungiamo con il nostro mezzo i margini della Città dove si trovano i resti delle Torri del Silenzio. Queste costruzioni piuttosto tozze per essere definite torri, ma imponenti, erano deputate al deposito dei cadaveri che venivano poi divorati dagli avvoltoi. Una pratica zoroastriana praticata fino a non molto tempo fa. Questa regione del Mondo è infatti il luogo dove lo zoroastrismo, probabilmente la più antica religione del Mondo, è nato. Sono rimasti in pochi i fedeli di Zoroastro (conosciuto in Europa come Zarathustra) ma in questa città è presente una loro importante comunità.
Saliamo fino in cima alle torri che sono circondate da un arido paesaggio poi risaliamo sul microbus dirigendoci verso Shiraz.
Salutiamo Yazd, città che oltre le Torri del Silenzio presenta anche numerose Torri del Vento.
Il percorso è piuttosto lungo e si snoda in un paesaggio prevalentemente deserto con aspre montagne ocra assolutamente prive di vegetazione. Per questo approfittiamo della presenza di un rarissimo albero presente in un polveroso villaggio per fare una sosta. Un albero qui è talmente prezioso che è visitato come un attrazione. Ripartiamo per la strada in parte pianeggiante e in parte a tornanti facendo un ulteriore sosta a Pasargadae per vedere la spoglia Tomba di Ciro, uno dei principali sovrani della storia persiana. La tomba appare isolata nel deserto pietroso ma in realtà basta spostarsi di poche centinaia di metri per osservare gli scarni resti dell'antica capitale dell'Impero di Persia. I resti sono troppo pochi e sommari e bisogna lavorare con molta immaginazione per immaginare questa città ai tempi del suo maggior splendore.
Ripartiti arriviamo in serata a Shiraz. Man mano che ci avviciniamo alla città il deserto lascia il posto ad un oasi rigogliosa. Preso alloggio in un moderno Hotel del centro, facciamo una passeggiata nei pressi delle maggiori attrazioni che visiteremo domani. A piedi possiamo raggiungere sia il centro storico sia il trafficatissimo largo viale al di là del quale, attraversando ponti pedonali, c'è un lungo marciapiede sul quale si affacciano numerose attività commerciali. E' un giorno festivo e la zona brulica di famiglie intente a fare acquisti. L'Iran visto da Shiraz, ma potremmo dire la stessa cosa anche da altre città, si presenta come una Nazione proiettata verso il futuro in cui il foulard indossato dalle donne appare più una formalità che una vera forma di integralismo religioso. Escluderei a priori l'arretratezza culturale perchè qui ho visto donne emancipatissime e acculturate. Il tessuto sociale iraniano è molto giovane e i ragazzi di qua sono intrisi di cultura occidentale come i nostri. L'Iran che abbiamo visto in questo viaggio è molto diverso da quello che i mass media per anni hanno dipinto in Occidente. Tra i Paesi islamici è sicuramente il più vicino ai nostri canoni e l'integralismo è impercettibile. Comunque anche le due donne che ci accompagnano in questo tour indossano un foulard.
Per cena scegliamo un bel ristorante etnico del centro storico, fortemente consigliato dalle guide, dove durante il pasto siamo allietati da musica popolare. Con una breve passeggiata rientriamo in Hotel. Ci fermiamo un po a parlare nella hall poi ci ritiriamo per il pernotto.

Shiraz

lunedì 8 maggio 1995

Splendida giornata di sole. Dopo colazione in Hotel andiamo con il nostro autista nel centro storico, nei pressi del Ristorante dove ieri sera abbiamo cenato. Quasi tutte le cose da vedere e comunque quelle per me più interessanti si trovano nei pressi del Suk. Il monumento più appariscente che avevamo già visto ieri sera, è la quadrata Cittadella con quattro basse e tozze torri agli angoli una delle quali pende vistosamente. La fortificazione è circondata da un elegante e ampia piazza. Entriamo all'interno dove è possibile visitare il cortile e gli ambienti che vi si affacciano che sono a dire il vero un pò scarni. Merita sottolineare alcune vetrate policrome che illuminate dal sole creano strani riflessi colorati e la ricostruzione con manichini del sovrano e la sua corte. Per il resto soffitti a volte, arcate e colonne e ambienti vuoti. Basta attraversare la strada per entrare nel piccolo giardino che ospita il Museo Di Persia all'interno di un non grande edificio ottagonale. Solo io visito il Museo dove sono esposti pochi ma interessanti opere di arte applicata. Raggiunti i compagni di viaggio ci rechiamo nel grande Suk che si sviluppa all'interno di un ampio corridoio a volte dove trovano posto numerosi mercanti. Come tutti i Suk è ricco di mercanzia esposta in modo strabordante ma qui il tutto è molto più orditato e meno caotico che nei Paesi arabi. A due passi dal Bazar la Moschea Vakil presenta una giungla di colonne finemente decorate a sostegno di un soffitto a volte e un ampio cortile su cui si aprono portali a pishtac rivestiti a mosaico. Anche qui riscontriamo la notevole differenza tra quello che ci aspettiamo dell'ìIran in base ai racconti sui media nostrani e quello che realmente è l'islamismo in questo Paese. C'è una scolaresca femminile molto allegra che pur indossando il copricapo nero è ben felice di socializzare con noi. Sono sorridenrti e spensierate, non lasciano certamente pensare a una religione opprimente. A fianco alla Moschea è l'hamman ovvero i bagni pubblici che potremmo definire la Spa di una volta. Sappiamo quanto siano diffusi in medio oriente ma qui con l'uso di statue di cera hanno ricostruito la vita che si svolgeva in questi luoghi. Gli ambienti invece sono originali con soffitti a volte sostenuti da colonne tortili.
Una breve passeggiata ci conduce prima in un'altra Moschea, poi alla fantastica Shah Cheragh, probabilmente la più bella Moschea che abbia visto nel corso dei miei numerosi viaggi. Eccezionale sia l'esterno che l'interno. La piazza, la fontana, la cupola a bulbo e i due minareti sono la migliore cartolina dell'Iran. L'interno è un esplosione di specchi e riflessi, semplicemente meraviglioso.Felici per questo tour della città rientriamo in Hotel per riposarci. Nel pomeriggio con il nostro mezzo andiamo a vedere le Tombe dei due principali poeti persiani. Prima visitiamo quella di Hafez, posta sotto una graziosa edicola circondata da un giardino curatissimo. Anche qui stuoli di studenti in divisa spensierati e sorridenti venuti a rendere omaggio al sommo poeta. Poco distante in un altro parco, la più semplice Tomba di Sa'di.
Rientriamo in Hotel dopo una giornata davvero intensa.

Persepoli ed Esfahan

martedì 9 maggio 1995

Stamani ci spostiamo all'area archeologica di Persepoli, la città sacra degli antichi persiani. Sovrani di diverse nazioni venivano qui a rendere omaggio all'imperatore come descritto dal minuzioso basso rilevo di uno dei Templi. I vasti reperti sono disseminati in una vasta piana a ridosso di aride montagne su cui si aprono tombe rupestri reali. Una scalinata che un tempo doveva essere sontuosa conduce al maestoso portale di ingresso. Ovviamente è necessario lavorare molto di fantasia per comprendere come doveva essere questa città nel periodo di massimo splendore. Aggirarsi tra i ruderi è stancante perchè parte di questi proseguono su un colle da cui si gode anche di una panoramica di insieme. Fà fatica soprattutto perchè è caldo e siamo circondati dal deserto ad ogni lato. C'è anche una piccola e ben curata esposizione museale. Tra le tombe presenti in loco non ci sono quelle dei più celebri sovrani: quella di Ciro l'abbiamo vista due giorni prima, per vedere quella di Dario ci rechiamo con il nostro mezzo in una vicina area archeologica. Nel pomeriggio ci dirigiamo a Esfahan dove arriviamo in serata. Già avvicinandoci il deserto lascia il posto alla vegetazione perchè questa città è ubicata in un oasi ricca di verde. Ampi viali alberati conducono all'hotel dove alloggeremo da cui il centro storico è raggiungibile a piedi. Come tutte le sistemazioni in Iran anche questa è decisamente bella. Arriviamo in tempo per dare un'occhiata alla Piazza dell'Iman, la più grande del Mondo dopo quella di Tienanmen a Pechino. E' già tramontato il sole e le Moschee della Piazza sono sapientemente illuminate mostrando i loro splendidi colori. Ceniamo in un ristorante nei pressi della Piazza in un modo insolito, seduti su un grande letto dove ci vengono servite pietanze persiane. Un'ultima passeggiata nella Piazza dell'Imam, una visita a una pasticceria che vende i tipici torroni al pistacchio e a un negozietto di souvenir, poi in Hotel per il pernotto.

Esfahan

mercoledì 10 maggio 1995

Giornata interamente dedicata alla visita di Esfahan, considerata la più bella città della Persia. Torniamo nella Piazza dell'Imam e visitiamo il Palazzo dove nel 1600 vivevano gli Sha. L'interno visitabile è spoglio ma vi sono affreschi alle pareti. Una stanza è tutta traforata con sagome di strumenti musicali e sembra che abbia un acustica perfetta. La terrazza al secondo piano è ricca di colonne in legno e domina sulla grande Piazza. Usciti entriamo nella Moschea dell'Iman e la più piccola dello Sceicco. Gli elementi che contraddistinguono la Piazza sono gli alti portali a pishtac rivestiti da mosaici, le logge sotto le quali si trovano decine di negozietti, le carrozzelle trainate da cavalli che portano i turisti, i giardini al centro con vasche e fontane coreografiche. Il lato nord della Piazza è chiuso dalla possente porta a pishtac che conduce al complicato dedalo di strade dell'immenso bazar. Tornati in Hotel per riposare nel pomeriggio il nostro autista ci porta a visitare i ponti sul fiume, il Khaju e il Si o se Pol presentano un elegante porticato ad archi. Durante la visita passeggiamo per una moderna strada commerciale. L'Iran è il Paese che non ti aspetti, non ha nulla a che fare con ciò che ti immaginavi prima di arrivarvi, un Paese proiettato verso il futuro. Esfahan dal canto suo è una città giovane, frizzante, dove le ragazze abbinano blu jeens a foulard di grandi marchi della moda. La sera facciamo un ulteriore visita a Piazza Imam poi rientriamo in Hotel per il pernotto.

Isfahan, Kashan e Abianeh

giovedì 11 maggio 1995

Al mattino visitiamo la grande Moschea del Venerdì. Evidentemente gli Sha avevano mania di grandezza perchè il cortile della Moschea è immenso quasi quanto la Piazza Imam, delimitato da portici a doppio arco e ai lati alti portali a pishtac. Tanta magnificenza contrasta sia con i sobri interni, le cui pareti sono però finemente decorate da bassorilievi, sia con lo spoglio cortile centrale. La cosa più interessante è, una volta sotto il pishtac, alzare gli occhi per vedere la fine lavorazione a sbalzo dell'arcata interna.
Partiamo da qui diretti ad Abianek, un villaggio isolato nel deserto pietroso che si incontra appena lasciata Isfahan. Ubicato in un area fortemente militarizzata, questo villaggio è costituito da basse case cubiche di argilla impastata con erba. Sembrano che debbano crollare da un momento all'altro, hanno pareti ocra rossastre e rifiniture bianche. Strette stradine percorrono il villaggio seguendo il corso di un torrente.
Lasciata Abianek proseguiamo per Kashan. In questa città che occupa un oasi rigogliosa sono state costruite sontuose dimore. Ne visitiamo due: la prima è preceduta da un giardino con vasche, la seconda da un grande cortile. In entrambi sono maestosi gli esterni mentre nei vuoti interni è possibile apprezzare solo i ricchi bassorilievi alle pareti. In un semi interrato sono ricavati i bagni turchi (anche se turchi non sono) rivestiti da piastrelle policrome. Kashan è famosa per la produzione dell'acqua di rose.
Lasciata Kashan raggiungiamo l'aeroporto Internazionale di Teheran che si trova a sud della capitale. Per arrivarci si transita nuovamente per deserti e spoglie montagne intravvedendo in lontananza anche un lago salato. In prossimità dell'Aeroporto ci fermiamo in una Caffetteria per rifocillarci. Giunti allo scalo aereo salutiamo il nostro gentile autista e partiamo in volo per il rientro in Italia via Istambul. L'aereo fa scalo come all'andata in un secondario'Aeroporto di Istambul ubicato sul lato asiatico della città.