Tra armi e filo spinato (prima dell'arrivo del muro)
regione: cisgiordania
stato: territori occupati palestina (ps)
Data inizio viaggio:
lunedì 3 gennaio 2000
Data fine viaggio:
mercoledì 5 gennaio 2000
Dopo un tentativo senza esito di ottenere ad Amman il visto per la Siria, decidiamo di dirigerci verso Gerusalemme, lasceremo Damasco per una prossima occasione! Giungiamo al Allenby bridge da dove entreremo in Cisgiordania per raggiungere Jericho e Ramallah. Al posto di frontiera con Israele i controlli sono serrati, le auto setacciate dentro, sotto sopra, entriamo in Cisgiordania, tanto tanto filo spinato e poi sembra proprio di cambiare mondo, le case semi distrutte, strade che terminano in un baratro senza preavviso, scheletri di auto e camion un pó dappertutto. Ramallah é una cittá presidiata scorgiamo da lontano il palazzo sede del governo palestinese, tutt’attorno la vita continua nel caos tipico dei suk arabi.
La sofferenza di questo popolo si respira ad ogni angolo di strada la rabbia la si sente sulla pelle, sembra impossibile riuscire a vivere in una situazione di questo tipo, eppure la maggior parte dei bambini che ci circondano non hanno mai visto altro se non armi e guerra. Giocano tra i resti di un carro blindato o di un auto bruciata.
Dopo la prima guerra mondiale scompare l'Impero Ottomano, sconfitto. La Società delle Nazioni spartisce fra Inghilterra e Francia il controllo militare e politico del Medio Oriente. La Palestina è sotto il mandato inglese.
Intanto si sviluppa il progetto "sionista", un movimento ed un'organizzazione tra ebrei di tutto il mondo, ma in massima parte dell'Europa centro-orientale (Germania, Polonia, Russia) che per varie ispirazioni, la fuga dalle gravi persecuzioni di fine '800 (pogrom), l'utopia di una forma di società e di economia comunista (i kibbutz), lo stimolo di gruppi economici colonialisti (interessati al controllo del Canale di Suez e del petrolio) e infine una componente religiosa che aspira al ritorno nella Terra Promessa, promuovono la migrazione ebraica in Palestina e pongono l'obbiettivo della fondazione di uno Stato Nazionale ebraico.
Per quasi 30 anni il governo inglese conduce una politica oscillante tra il favore all'immigrazione e il suo divieto quando si tratta di smorzare l'ostilità delle nazioni arabe circostanti, specie quelle dei Paesi del petrolio. Dalle terre che i sionisti acquistano a caro prezzo dai vecchi latifondisti Ottomani (quasi sempre residenti lontano, a Damasco o Baghdad), vengono cacciati gli abitanti palestinesi. Già nel 1920, 1926, 1936 vi sono scontri e sommosse non tanto per ragioni religiose quanto per cause economiche e sociali.
Durante la seconda guerra mondiale la persecuzione nazista, l'Olocausto ed il rifiuto dei Paesi occidentali a farsi carico dei profughi ebrei costringono centinaia di migliaia di questi a rifugiarsi in Palestina. La situazione è sempre più difficile da controllare. Il governo inglese rinuncia al protettorato. Le Nazioni Unite decidono la divisione della Palestina in due stati, uno Ebraico ed uno Palestinese. Terroristi ebrei uccidono il diplomatico svedese Folke Bernadotte, incaricato dall'ONU della mediazione. I Paesi Arabi circostanti rifiutano la spartizione ed entrano in guerra contro lo Stato di Israele, autoproclamato il 14 maggio 1948.
Un anno dopo, alla fine della guerra, Israele ha allargato il suo territorio. La Giordania controlla una parte della Palestina e di Gerusalemme (Cisgiordania e Gerusalemme Est). L'Egitto controlla la "striscia di Gaza" lungo la costa mediterrânea.
Nel giugno del 1967, mentre una campagna internazionale di stampa aveva presentato aU'Europa e all'America una Israele minacciata di sterminio Israele sfrutta la situazione e grazie alla sua enorme superiorita' aerea e tecnologica, attacca gli stati arabi ed opera una seconda invasione nel Sinai, anzi continua la guerra anche dopo che gli stati arabi hanno accettato la tregua procedendo ad occupare tutta la linea orientale del Canale di Suez, la fertile Cisgiordania e le strategiche alture del Golan siriano. Ed inizia subito una "Seconda colonizzazione ebraica" e contemporaneamente l'esodo dei palestinesi, costretti per la seconda volta in venti anni ad abbandonare tutto agli israeliani. La "guerra dei sei giorni", lungi dall'essere difensiva, risulto concepita solamente come primo momento del piano di espansione sionista. Alla "guerra lampo" seguì immediatamente la creazione di postazioni di difesa agricolo-militari. S'inizia su vasta scala, lo sfruttamento del petrolio nel Sinai, si ignora il carattere internazionale di Gerusalemme, infine il ministro del Lavoro annuncia che: "la attuali frontiere sono irrinunciabili".
Per quanto tempo ancora??
Condividi questo articolo se ti è piaciuto...