Yemen e Socotra: viaggio tra natura e magia

località: yemen, socotra
stato: yemen (ye)

Data inizio viaggio: domenica 30 dicembre 2007
Data fine viaggio: martedì 15 gennaio 2008

Sarà perché è una parte d’Africa, sarà per la sua anima così selvaggia e ancora incontaminata, sarà per la sua bellezza talvolta emozionante.. sarà forse per amore, fatto sta che dopo 9 mesi il richiamo di Socotra si è fatto così forte da farmi mettere da parte tutte le ansie legate a problemi economici, di ferie, famiglia, cane, gatti e…sono ripartita per la mia isola! Carpe diem.
La botta di fortuna è stata trovare un volo Turkish Milano Sanaà a 445 Euro che sotto le feste di Natale sembrava davvero impossibile. Rimaneva il problema del volo per Socotra ma grazie all’aiuto di un’agenzia locale che mi ha prenotato il biglietto elettronico ecco che il sogno è diventato realtà.
Rispetto al viaggio fatto ad Aprile ho visto un’altra faccia dell’isola: verdissima dopo le piogge delle settimane precedenti, i wadi pieni d’acqua cristallina, il contrasto fra le rocce rosse, i graniti bianchi e tutte le tonalità di verde delle stranissime piante endemiche.
Solo il tragitto dall’aeroporto ad Hadibu riempie gli occhi e il cuore, da una parte il mare blu, celeste, azzurro, dall’altra la montagna con le sue cime ancora coperte da nuvoloni neri e lungo la strada le strane forme degli alberi bottiglia, i fichi socotrani, le palme..
In aeroporto mi aspettava Mohammed, la mia guida di fiducia che con macchina ed autista mi avrebbe portata a scoprire nuove bellezze dell’isola.
Avere una buona guida sull’Isola di Socotra è fondamentale. Spesso i turisti fai da te per risparmiare 50/100 euro decidono di affittare solo la macchina con l’autista che in genere parla solo arabo e non fa nient’altro che il…taxista.. Una buona guida vi accompagnerà alla scoperta delle bellezze dell’isola, vi racconterà degli usi e costumi della popolazione, cucinerà gli spaghetti migliori che abbiate mai mangiato, preparerà il chai sotto un cielo stellato mentre vi racconterà le leggende dell’isola. Se decidete di partire per Socotra non perdetevi il contatto umano con chi vi farà vivere l’isola nel modo migliore.
Darete inoltre una mano a chi vive sul turismo solo pochi mesi all’anno per poter sopravvivere poi durante i monsoni quando l’isola diventa davvero ostile con tutti. Per avere informazioni sui tour visitate il sito www.socotraguide.com che è l’agenzia con la quale ho sempre viaggiato.
Appena arrivati ad Hadibu pranzo al Taj restaurant, pesce, riso e verdure e spesa al mercato per prendere tutto il necessario per campeggiare e via, verso uno dei posti più belli dell’isola, Qualansia.
Che emozione festeggiare il Capodanno con le sole luci del cielo stellato, il rumore delle onde sulla spiaggia e la musica delle cicale come colonna sonora.
Il viaggio continua nella splendida spiaggia di Shoab dove abbiamo campeggiato in assoluta solitudine godendoci fin dalle prime luci dell’alba il mare cristallino dai colori visti solo alle Maldive e ai Caraibi.
Tornati ad Hadibu per rifornirci di acqua e cibo decidiamo di ripartire subito per l’area protetta di Dihamri dove è possibile fare snorkelling su una splendida barriera corallina. L’ultima volta avevo visto una manta grande come..un letto matrimoniale e avevo giocato con una tartaruga, questa volta mi sono dovuta accontentare di un branco di delfini che in lontananza saltavano e piroettavano in una danza che ogni volta mi fa scendere le lacrime.
Ripartiamo per un breve trekking sul Momi Plateau dove si raggiunge una scogliera a picco sul mare. Mi sono seduta con le gambe a penzoloni a godermi una veduta aerea della costa sottostante che toglieva il fiato. Mi è venuta in mente la canzone del mitico Lorenzo “la vertigine non è paura di cadere ma voglia di volare.. “ e anche qui ho aperto le cataratte sotto lo sguardo un po’ perplesso di un pastore che ci aveva accompagnati sul punto più panoramico della scogliera.
Dormiamo in mezzo alle capre che avevano appena finito i nostri avanzi di spaghetti con le verdure e al mattino presto smontiamo le tende alle luci di un’alba spettacolare sui monti dell’altopiano.
Ci dirigiamo verso il Wadi Mutief dove dopo un’ora di trekking raggiungiamo un villaggio sul mare. Siamo immediatamente circondati da una marea di bimbi ai quali faccio regalare dalle mani di Mohammed, che parla il dialetto di Socotra, piccoli peluche, penne e quaderni che mi ero portata dall’Italia. Questi piccoli villaggi non sono abituati alle visite dei turisti per questo motivo ho voluto che fosse una persona del posto a dare loro i regali. Non volevo che imparassero, come in tutti i posti turistici del mondo, a considerare gli stranieri come dispensatori di penne, caramelle o soldi…
Riceviamo l’invito di un pescatore che ci offre 3 splendide aragoste appena pescate accompagnate da riso e verdure. La cordialità e la generosità di questa gente, che condivide in ogni occasione il poco che ha, non può che farci riflettere sull’egoismo e l’individualismo che caratterizza la maggior parte dei rapporti umani nella nostra società occidentale.
La notte successiva campeggiamo fra le bianche dune del deserto di Zhaeg dove le luci del tramonto rendono l’atmosfera e il silenzio totale quasi irreale.
Uno dei disagi del campeggio libero sull’isola è che ci si lava proprio poco con acqua dolce.. quindi quando ci si tuffa nelle limpide acque delle piscine naturali del Wadi Aihaft la goduria è ancora maggiore.
Rinunciamo ancora una volta alle comodità dell’hotel in Hadibu e preferiamo campeggiare nella vicina spiaggia di Delisha per una passeggiata sulla duna e un bagno fra le onde. Le conchiglie e i coralli che si trovano in questa spiaggia sono una bellezza, fotografateli e lasciateli dove sono. Se proprio volete raccattare qualche cosa munitevi di un bel sacchettone e riempitelo di bottiglie di plastica, lattine, taniche.. purtroppo la spiaggia è piena dei resti lasciati dai locali che si ritrovano qui per una bella masticata di qat in compagnia. Portare via l’immondizia, anche quella degli altri, è un segno di ringraziamento all’incanto che la natura vi offre gratuitamente e incondizionatamente.
In giornata ripartiamo per la foresta degli alberi di incenso a Homil che con la sua piscina naturale che si affaccia sulla costa sottostante rimane uno degli scorci panoramici più belli di tutta l’isola.
Dall’area protetta di Homil scendiamo a piedi dove il nostro buon Said ci aspettava con la jeep e da lì proseguiamo verso la spiaggia di Ahrar che durante il mio primo soggiorno sull’isola mi aveva letteralmente conquistata.
Purtroppo la nuova strada in costruzione ha già modificato in pochi mesi il paesaggio della costa. Gli abitanti dicono che era necessario collegare i remoti villaggi ad Hadibu e credo che abbiano ragione ma la speranza è che tutto venga fatto in pieno rispetto per le esigenze della popolazione locale, preservando la selvaggia bellezza dell’isola.
A causa del tempo nuvoloso decidiamo di tornare a sud dove trascorreremo gli ultimi giorni sulla spiaggia di Homag che è stata attrezzata a spartano campeggio come Qualansya, Homil e Dihamri.
L’ultima passeggiata sulla spiaggia mi regala l’arrivederci di una coppia di delfini che mi piace pensare siano sempre gli stessi incontrati durante il viaggio.
L’isola di Socotra fa riscoprire i sensi, risveglia il carattere selvaggio che apparteneva ai nostri antenati, rimette in contatto con Madre Terra e Padre Cielo, esige rispetto per la Natura, insegna a non sprecare acqua, ad accontentarsi di un po’ di riso e di una scatola di fagioli mangiati con le mani in condivisione con gli altri. Socotra ti regala lo sguardo emozionato dei bambini con le mani tese a ricevere un piccolo pupazzetto di peluche, uno strano animaletto che non hanno mai visto.
Se siete alla ricerca di una vacanza diversa, quella che davvero vi porti in un’altra dimensione, dove non esiste il super

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