Honeymoon6 - ARIZONA: The Grand Canyon State

località: navajo bridge, antelope canyon, canyon de chelly, petrified forest, flagstaff, grand canyon, sedona, phoenix, gila bend, yuma
regione: arizona
stato: stati uniti d'america (us)

Data inizio viaggio: mercoledì 1 agosto 2012
Data fine viaggio: mercoledì 8 agosto 2012

ARIZONA. La vera essenza del west. Spazi sterminati, colori, panorami unici. Insieme alla confinante Monument Valley la vera America che più di ogni cosa merita di essere visitata, di essere vissuta e assaporata in rispettoso silenzio dinanzi alle grandi meraviglie di madre natura.
Grand Canyon, anse del Colorado, Antelope Canyon, Petrified Forest, Painted Desert...
ogni angolo merita di essere esplorato e la strada percorsa per raggiungerlo vi rapirà allo stesso modo.

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MERAVIGLIE SCONOSCIUTE....o quasi!

mercoledì 1 agosto 2012

.................continua da UTAH............

Dopo Kainab, percorrendo la 89A entriamo in Arizona e subito il paesaggio diventa quello familiare, già vissuto e tante volte visto in tv che, insieme a tutto il resto, ci fa amare da morire questo paese. Davanti a noi miglia e miglia di strada, una fettuccia d'asfalto di cui non vedi la fine nel bel mezzo del nulla. Ma proprio qui c'è tutto il fascino che non si può decrivere, ma deve essere vissuto.
Poi il paesaggio cambia ancora, torniamo in montagna attraversando la foresta di kaibab e l'ingresso al north rim del Grand Canyon. Ancora altra strada e scendiamo di nuovo: di fronte a noi ancora deserto e l'inizio dell'area dei canyon. Sostiamo nei pressi di Marble Canyon e l'area di servizio è un autentico salto nel tempo. Siamo entusiasti. La sosta successiva la effettuiamo a Navajo Bridge per un primo fugace sguardo sul fiume Colorado. Proseguiamo sempre più elettrizzati verso Page, determinati a trovare e visitare l'Horseshoe Bend. Le indicazioni cercate in Italia sono corrette, e tenendo gli occhi ben aperti, individuiamo il cartello che lo segnala (Imboccata la 89 dalla 89A e seguendo verso Lake Powell). C'è un parcheggio e da li si comincia a camminare... i cartelli segnalano 1,8 miglia e ricordano di portare con se l'acqua. E' davvero NECESSARIA. Affrontiamo il percorso lungo il sentiero sabbioso in discesa (all'andata) che si snoda sull'altipiano piatto e apparentemente banale fino a raggiungere l'orlo della parete....... lo spettacolo ti coglie di sorpresa pur sapendo cosa ti aspetti. Il baratro è lo scenario hanno proporzioni che non ti aspetti. Il fiume Colorado scorre placido laggiù e qui (e solo qui) è di un colore limpido fra il verde e blu. Il suo corso percorre un quasi 360 gradi attorno a questo grande roccione, un ferro di cavallo appunto. Il contrasto dei colori è esaltante. Se soffrite di vertigine siate pronti a sentirvi girare la testa. Il ritorno è piuttosto faticoso...anche perchè per noi è quasi l'una. La macchina ci sembra un miraggio e l'aria condizionata un dono divino.
Ma dobbiamo riprenderci in fretta, l'attrazione che ci ha portato qui e che non vogliamo perdere è a poche miglia: l'Antelope Canyon. Premettiamo subito che il conto per la visita è abbastanza salato, troppo direi, ma bisogna dire che ne vale assolutamente la pena. 12 USD sono solo per l'accesso al parcheggio, il tour del canyon da fare obbligatoriamente con la guida navajo (4x4 fino all'ingresso del canyon e poi a piedi) 25 USD a persona. Non è necessario prenotare il tour, che si svolge ogni 1h.40 circa, ma i tour dalle 11.00 alle 14.00 sono affollati considerando che la luce è la più bella per l'interno del canyon. L'unica nota dolente è proprio la folla, che all'interno del canyon non consente di goderne appieno. Il luogo è assolutamente fantastico. Lungo poco più di un miglio, largo poco più di un metro e profondo circa 200 metri è un vero capolavoro prodotto dall'incanalarsi di acqua e vento. Si cammina su un soffice strato di sabbia rossa, pulitissima e finissima. Le forme create sono state denominate dagli indiani secondo le somiglianze che possono essere scovate guardando da mille punti di vista. Tutto sembra irreale, fantastico e quasi psichedelico. Non per dimensione e grandiosità, ma questo piccolo tesoro fa davvero concorrenza ai giganti e ben più famosi parchi dell'area del sud ovest. La visita dura circa un'ora e mezzo. Terminata la visita la fame comincia a farsi sentire, così sostiamo in un piccolo market alla periferia di Page, anche questo diviene un'attrazione per il suo abbandono, le vecchie insegne e il suo proprietario con stivali e cappello che sembra uscito da un fumetto di tex willer! Ci rimettiamo in marcia, la giornata non finisce qui. La nostra meta, dove pernotteremo è la Monument Valley. Ancora panorami mozzafiato ci aspettano lungo la strada. Con l'attraversamento della cittadina di Kayenta, piuttosto triste a dire il vero, salutiamo l'Arizona dove torneremo fra una settimana!

................continua in UTAH...............

CANYON DE CHELLY

domenica 5 agosto 2012

........continua da COLORADO.......

Percorrendo la I-40 e alcuni tratti della mitica Route 66 varchiamo di nuovo il confine con l'Arizona.
In realtà la mitica Route 66 è stata sostituita dall'Interstate che ora sorge al suo posto. Solo alcuni tratti sono stati mantenuti allo stato originario, su quella denominata Historic 66. Per lo più questi tratti si trovano nelle cittadine incontrate o in prossimità di esse, dove sono visibili vecchi motel, stazioni di servizio, garage. Per chi ha letto Kerouak sarà facile ritrovarsi qui "sulla sua strada", e anche ciò che potrebbe sembrare in abbandono e senza senso assume qui un fascino particolare.
Piegando nuovamente a nord ci godiamo la nostra giornata "on the road", diretti a Chinle, per la visita del Canyon de Chelly.
Arrivati a destinazione andiamo a sistemarci in hotel, all'HolidayInn Canyon de Chelly in prossimità dell'ingresso del parco. L'hotel è molto bello, camere enormi, luminose, pulite ma personale e organizzazione da dimenticare. La cittadina di Chinle è un luogo che potremmo definire spettrale.... se Kayenta colpisce per abbandono e sporcizia arrivando a Chinle si ha l'impressione che sia 100 volte peggiore. Case sparse, auto abbandonate, cumuli di mondezza e pneumatici ovunque, cani randagi, roulotte.... insomma un campo nomadi definito città. Appena lasciate le cose entriamo al parco. Il tempo si è guastato, in lontananza si sta abbattendo un nubifragio, si alza polvere e sabbia, il vento ulula nel canyon. Non c'è gente. Magari è un peccato per i colori, ma non ci dispiace affatto l'atmosfera che ci circonda nei vari punti di osservazione. E' molto bello, anche qui sono visibili nella roccia vecchi insediamenti indiani. Il fondo del canyon è molto verde. Bello, davvero bello. Il punto più famoso e il panorama su Spider Rock e non delude le aspettative. Sono numerose le abitazioni indiane ancora presenti nel canyon e all'interno di quello considerato parco. Questo luogo ci colpisce per la sua naturalezza, e più che in ogni altro luogo la presenza indiana sembra vita reale e non costruita sul turismo. Abbiamo modo di conversare con alcuni di loro, appoggiati alle macchine in cerca di qualcuno interessato ai loro manufatti da vendere. Interessante. Torniamo in hotel che ormai è quasi buio, il temporale è arrivato anche qui. Sfruttiamo il ristorante dell'hotel e poi un lungo sonno ristoratore.

PETRIFIED FOREST &............

lunedì 6 agosto 2012

Lasciamo Chinle con davanti un'altra giornata intensa da affrontare. Percorrendo la Hwy 77 torniamo a sud fino a incrociare nuovamente la I-40 nei pressi di Holbrock. Qui percorriamo un altro tratto storico della Route66. Il più bello.
Imbocchiamo poi la 180 fino a raggiungere l'ingresso sud della Petrified Forest National Park. Il parco si rivela una vera sorpresa. Lo percorriamo tutto, uscendo dall'accesso nord nei pressi del Painted Desert. I panorami che ci accompagnano nel parco sono vari e tutti particolarissimi. Dalle distese di tronchi cristallizzati, agli spazi desertici coloratissimi, alle formazioni psichedeliche della Blue Mesa e The Teepes. Qui c'è una certa somiglianza alla valle della morte, ma con un caldo meno opprimente! E ancora percorrendo il parco si incontra la fotogratissima carcassa d'auto, posizionata la dove correva la 66. Bellissimi i punti panoramici sul deserto dipinto, purtroppo un pò troppo lontano.
Usciti dal parco riprendiamo ancora la I-40 verso ovest fino alla cittadina di Flagstaff, patria dei nostalgici della beat generation e degli harleyisti. Qui ci prendiamo un pò di tempo per una passeggiata e una fresca Budweiser nei pressi della stazione. Ora siamo vicini alla nostra destinazione finale, l'ultimo parco ma quello che più di ogni altro ci ha spinto a tornare. Il Grand Canyon. Ci rimettiamo in marcia stavolta verso nord, fino a raggiungere l'ultima frontiera prima del parco, Tusayan. Ci sistemiamo in hotel, il Grand Canyon Plaza Resort, che di resort ha davvero ben poco. Altro tipico motel, senza infamia e senza lode. Avevano combinato un pasticcio...e in cambio della nostra king premium room ci hanno offerto una stanza piccola e poco luminosa, scusandosi con una cena omaggio.... meglio di nulla!
In perfetto orario come da previsione arriviamo al Grand Canyon in tempo per ammirare il tramonto sul canyon. Credo davvero che a suo modo questo luogo sia magico. Nonostante ci sia una folta schiera di turisti lungo il south rim, regna un religioso silenzio. Ognuno ha scelto una piazzola, un masso, un albero da cui godere dello show di madre natura e ognuno è solo davanti a quello che può essere solo definito "immensità". Strano, surreale. I colori cambiano rapidamente, le tonalità da tenui si fanno più accese, la foschia penetrata dalla luce mette in risalti i profili in lontananza. E anche stavolta a guardare tutto ciò, vengono le lacrime agli occhi. Torniamo a Tusayan che è già notte, ceniamo all'ottima steack house del villaggio. Domani avremo il parco un giorno intero per noi....

GRAND CANYON

martedì 7 agosto 2012

Ormai abituati alle sveglie precoci alle 8.00 siamo già al parco, la giornata è stupenda e a quest'ora ci accoglie un'aria frizzante e piacevole. Siamo equipaggiati con acqua e cibo per trascorrere in giro l'intera giornata. Arriviamo con la macchina fino al village, dove comincia la nostra avventura a piedi. Seguendo il sentiero affacciato sul canyon, arriviamo fino a Hermits Rest sfruttando poi l'autobus per tornare indietro. Hopi Point, Mojave Point..ogni centimetro di strada percorsa è puro spettacolo. Non è possibile staccare lo sguardo dal baratro che a ogni curva e a ogni miglio sembra cambiare colore e aspetto giocando a nascondino con il Colorado, che da qui appare come un insignificante rigagnolo d'acqua. Non è possibile descrivere veramente il Grand Canyon, non è possibile riportare sensazioni ed emozioni. Non è possibile neanche con le immagini. Nessuna foto e nessun video sono in grado di riprodurre davvero quello che è. Può essere scattato da mille angolazioni, ma rivedendo quelle immagini ci si accorge che nessuna di esse sta riproducendo la realtà. Deve solo essere visto, vissuto.
Nel tardo pomeriggio riprendiamo la macchina e terminiamo il tour dei punti panoramici seguendo la strada fino a desert view. E' inutile dire che non vorremmo mai uscire. Torniamo che è buio, e ancora non appagati sfruttiamo il dopo cena per andare a vedere il film imax sulla storia del canyon. Ben fatto, bel significato, bel messaggio. Arrivederci Grand Canyon.

La lunga traversata!

mercoledì 8 agosto 2012

E' mattina presto quando lasciamo Tusayan.
Oggi ci aspettano quasi 1000 chilometri. Stasera dobbiamo essere a San Diego, si torna in California.
Ma è ancora la lunga la strada da fare. Pieghiamo a sud, lungo la I-17, ma non perdiamo la devizione lungo la scenic 89A per una passeggiata e colazione nella cittadina di Sedona. Patria del new age e di nostalgici hippy, è davvero carina e incastonata in un contesto di rara bellezza. Alle 9 del mattino ci sono già 38 gradi. L'impressione è che, rispetto alle aree circostanti, qui regni un certo benessere. Belle case, boutique di lusso, negozi di pietre che sembrano salottini, giardini e piante curatissime nonostante il torrido clima. La tabella di marcia ci impone una sosta non troppo lunga, così ripartiamo. Prossima tappa Phoenix. Avvicinandosi alla città, cominciano a comparire i saguari, che diventano sempre di più. Sono tanti, tantissimi e alti. Vorremmo fermarci anche qui, ma siamo pressati dal tempo. Anche a Phoenix decidiamo di non fermarci, la temperatura esterna è a dir poco proibitiva; il termometro segna 48 e aprendo il finestrino è come se avessero tolto l'ossigeno. Imbocchiamo la I-10 e poi deviamo subito a sud lungo la 85, per raggiungere la I-8 che ci porterà a San Diego costeggiando il confine messicano. La 85 è deserta. In tutti i sensi. La strada sembra quasi abbandonata, in pieno deserto, solo saguari sparsi nel nulla. Costeggiata solo dai vecchi piloni in legno della linea elettrica. Le macchine e i tir sono rari, siamo avvolti in una cappa di caldo che l'aria condizionata sembri non riesca a freddare. In lontananza ogni tanto si vedono formarsi dei piccolissimi vortici di sabbia, come mini tornado. E' irreale. Da film. Con tutta sincerità queste 200 miglia non riusciamo a goderle, il solo pensiero che si possa avere un problema qui...ci fa sorridere ma allo stesso tempo non vediamo l'ora di arrivare alla interstate....
La fine del nulla comincia nel paese di Gila Bend. Qui la frontiera col Messico dista tre miglia, ma sembra di aver già varcato il confine. Pranziamo in un fast food, è impossibile stare fuori dall'auto, il terreno brucia letteralmente sotto i piedi. Da qui al confine con la California attraversiamo solo deserto, vediamo solo cactus. A fianco a noi la ferrovia con i convogli vecchi e lunghi chilometri diretti a est. Si respira aria di frontiera. Ogni tanto incontriamo blocchi stradali della polizia, controllano le auto, i passaporti, se si hanno a bordo prodotti agricoli...e intorno ancora deserto. Potrebbe davvero essere monotono se non fosse che oggi è l'ultima giornata dell'America on the road. Vogliamo arrivare eppure è come se ogni miglio ci mettesse un pò di nostalgia per l'imminente fine dell'avventura. Arriviamo finalmente a Yuma. La california è dietro l'angolo. Qui sostiamo per una rapida visita delle dune di sabbia. Altro colpo d'occhio spettacolare. E qui che salutiamo l'Arizona. La chiamano Grand Canyon State...ma nonostante tutto è ancora riduttivo!!

...........continua in CALIFORNIA...........