USA 2009 - CALIFORNIA
località: parco delle sequoie, san francisco
regione: california
stato: stati uniti d'america (us)
Data inizio viaggio:
mercoledì 3 giugno 2009
Data fine viaggio:
lunedì 8 giugno 2009
Fra i tanti viaggi che un camperista sogna, è quello di attraversare gli Stati Uniti da costa a costa, il Camper Club Italia, lo ha organizzato e noi abbiamo aderito. Era da tanto che ne parlavamo con amici, altri, con altre organizzazioni oppure da soli, c’erano stati, ma sempre in percorsi molto limitati: California, Nevada ed Utah, nessuno, che noi conoscessimo, aveva fatto il “coast to coast”. Visto il programma, abbiamo notato che era molto vasto, ma ristretto nel tempo, in poche parole: bisognava correre, però si poteva fare. Dopo due riunioni a Bologna, sede del club ed una a Bergamo, dove abbiamo avuto tutti i ragguagli ed i costi definitivi, si decide e si và. Il costo, tutto compreso (purtroppo non sarà così) è stato quantificato in € 12.500. Venti giorni prima della partenza ci sarebbe stato un conguaglio, a favore o a sfavore, sul valore dollaro/euro e questo poi non si è avverato, circa € 400 a favore. E’ stato deciso di fare un costo uguale per tutti per i camper anche se erano di diverse misure perché non tutti potevano avere quelli piccoli, pertanto si è estratto a sorte. Il massimo dei partecipanti doveva essere di 20 camper con due responsabili, si sarebbero fatti due gruppi, purtroppo uno dei due capi, per motivi di salute ha dovuto rinunciare, ci è stato chiesto se volevamo partire con un solo responsabile e tutti abbiamo accettato, però il costo del secondo personaggio era già stato conteggiato e non è stato rimborsato ai vari partecipanti. Molti hanno fatto richiesta di rimborso, ma non c’è stata risposta.
Per poter immettere più foto e rendere la lettura più veloce, ho voluto inserire questo viaggio diviso in stati, ad ogni gruppo oltre alle foto inerenti, ci sarà il diario dei giorni collegati a quello stato.
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Da ??? stato del Nevada a Visalia stato della California km. 500 circa
mercoledì 3 giugno 2009
Alla sveglia, pronti per partire nessuno si fa vivo, si decide di avviarsi senza pagare.
Oggi una lunga tappa di trasferimento.
Arrivati al campeggio si decide di fare una bella grigliata tutti assieme, ognuno porta la carne che ha e Giovanni penserà a cuocerla in un bellissimo braciere messo a disposizione dal campeggio, inutile dirlo: io ho fatto una torta, ma anche questa è stata fornita dalla comunità, chi aveva la farina, chi il burro, l’altro aveva lo zucchero, oltre alla marmellata, non avendo altro, l’ho guarnita con uvetta passa e confettini colorati di non so chi, comunque, come al solito è piaciuta e mangiata.
Campeggio Visalia Koa – N 36 20 57 W 119 24 22
Da Visalia a Sequoia National Park stato della California km. 180
giovedì 4 giugno 2009
La nostra giornata inizia con una splendida natura che si offre ai nostri occhi. Imponenti vette, canyons, fiumi, laghi e soprattutto la foresta con le sue antiche sequoie. Sebbene l’entrata del parco sia a 15 minuti di percorso e la distanza dalla Giant Forest sia abbastanza limitata, è tuttavia necessaria più di un’ora per percorrere tutti i tornanti della Generals Highway che da valle conduce alle famose sequoie giganti. All’entrata ci vengono consegnate sia la mappa che il giornale del parco. L’impatto è sorprendente. Una volta entrati nel parco la strada comincia a salire lentamente districandosi tra un tipo di vegetazione che tutto sembra meno che quella dove ci si immaginerebbe di vedere crescere delle sequoie giganti. Nel giro di poche centinaia di metri, la vegetazione di fa più verde e scura, la foresta diventa più fitta e meno arida, appare qualche sequoia “normale” e poi, all’improvviso compare sulla destra un cartello con la scritta “Giant Forest” e sulla sinistra una sequoia gigante per quanto ci sforziamo istintivamente di vedere dal parabrezza la sommità di questi alberi, non ci si riesce. Sono troppo alti per stare nella visione che offre un parabrezza. Scendiamo e lo spettacolo è veramente gigantesco, nel vero senso della parola. Tocchiamo la corteccia che risulta soffice. Non ce lo aspettavamo da un albero vecchio di migliaia di anni che ha resistito e convissuto con eventi e temperature estreme. Sistemati i camper, a piedi raggiungiamo una sequoia gigantesca, è la Generale Grant, tutt’attorno altre sequoia non meno importanti o piccole è uno spettacolo grandioso, alcune sono distese a terra, crollate nel tempo causa il vento o semplicemente la vecchiaia, in alcune si può entrare nel cavo del tronco. Riprendiamo i camper e ci spostiamo in un altro parcheggio, da li, sempre per un sentiero si visita un’altra prima donna della Giant Forest, la Generale Sherman un’imponente esemplare di sequoia gigante considerata una delle più alte al mondo, con i suoi 85 mt. Sicuramente è il più grosso organismo vivente per il volume. Quasi 1500 metri cubi. Si ritiene che possa avere tra i 2300 e i 2700 anni. Tutto il nostro gruppo si posiziona ai piedi del General Sherman per la foto d’obbligo. Lasciati i camper in parcheggio usiamo i bus navetta per visitare altri punti caratteristici, quali il Giant Forest Museum ed altri siti non meno importanti. Ripresi i camper ci siamo portati al campeggio, cosa ridicola, all’entrata la Ranger in servizio ha preteso da PL 20 dollari per camper ogni volta che ne entrava uno, non 280 tutti assieme ma 20 ogni volta, probabilmente non conosceva la matematica. Il campeggio è spartano, non c’è alcun allacciamento, non c’è problema siamo autosufficienti.
Campeggio Sequoia Park – N 36 44 48 W 118 58 23
Da Sequoia National Park a Lodi stato della California km. 320
venerdì 5 giugno 2009
Alle 5 di questa mattina mi sono alzato, come al solito, per un bisogno personale, guardo fuori dal finestrino e resto sbalordito: è tutto bianco una coltre di neve ha imbiancato il bosco e continua a scendere copiosamente, altri si sono già accorti, ci muoviamo con i camper e ci portiamo sul piazzale del Lodgepole Visito Center, c'è molta discordanza tra noi, alcuni vorrebbero ripartire prima che la neve copra tutto, altri vorrebbero stare fermi ed aspettare che il tempo cambi, il n° 6 parte in avanscoperta, poco dopo con la radio ci avverte che la strada è pulita e che si può circolare, io lo seguo e gli altri dietro di me, purtroppo la strada comincia salire e la neve aumenta, ad un certo punto lo trovo davanti a me che slitta e non riesce a salire, mi accosto, prendo la guida del suo mezzo e con l’aiuto di altri a spinta porto il camper in piano e al sicuro, ritorno a piedi ed allo stesso modo porto il mio in coda al primo, una cosa che non possiamo fare con tutti i camper. Dopo un po’ di tempo passa una macchina dei ranger che ci consiglia di stare fermi, non potevamo fare altrimenti, che avrebbero avvertito gli spazzaneve che sarebbero venuti in nostro soccorso. Infatti, poco dopo se ne vede uno, ma piuttosto piccolo che comincia a lavorare, poi ne arriva uno più grande che pulisce completamente la strada, a questo punto i ranger ci danno il permesso di proseguire il nostro viaggio. E’ stata una brutta avventura, ma a lieto fine, un evento che sarà da raccontare assieme a tanti altri accaduti in questo viaggio.
Raggiungiamo l’ultimo campeggio il Campground Stockton Koa a Lodi, dove ci fermiamo per la notte.
Prima di addormentarci diamo un’accurata pulizia al camper in vista della riconsegna di domani, d’accordo con il guardiano del campeggio, tutto quello che ci cresce, sia di alimentari che oggetti acquistati che non possiamo portarci a casa, lo lasceremo sui tavoli e lui lo ritirerà. Visto il comportamento disdicevole dei noleggiatori non vogliamo lasciare sui camper, niente di più di quello che ci hanno dato.
Campeggio Stockton Lodi RV Park & Campgroud – N 38 03 29 W 121 16 41.
Da Lodi a San Francisco stato della California.
sabato 6 giugno 2009
Lasciamo il campeggio, non prima d’aver fatto e chiuso le valigie. Io ed un gruppo ci dirigiamo a San Leandro ed alla Moturist consegneremo i nostri camper, l’altro gruppo andrà a Dublin presso la El Monte per fare altrettanto.
La consegna dei mezzi si è presentata molto lunga, ogni camper veniva controllato meticolosamente, cosa che avremmo dovuto fare anche noi al ritiro dei mezzi, a chi aveva un piccolo segno sul cristallo è stato addebitato 100 dollari e questo c’era in partenza, io che ho ritirato il camper con un pieno di benzina a ¾ e l’ho riconsegnato allo stesso livello, mi è stato addebitato l’importo di 130 dollari per il rabbocco del serbatoio, particolare ancora più inverosimile, il carburante mi è stato addebitato a 5 dollari al gallone e non a 3.50 circa, costo al distributore. A mezzogiorno inoltrato arriva il bus che ci porterà in albergo, caricati tutti i bagagli, si parte, a malincuore lasciamo i nostri camper che ci hanno trasportato ed ospitato attraverso gli Stati Uniti.
Appena entrati in albergo siamo colpiti dall’elegantissima lobby impreziosita da dettagli di legno intagliato e da opere d’arte Tiffany in vetro. Dopo aver portato le valigie in camera e rinfrescati, andiamo ad un ristorantino di fronte all’albergo, a pranzare, altri ci hanno già preceduto.
La Market Street è una strada molto ampia, piena di negozi di ogni genere, molti alberghi e cosa a noi apparsa molto strana: un’infinità di Homeless, sapremo poi che il governatore della California Harnold Schwazenegger dà un sussidio a tutti i senzatetto, saputa la notizia molta di questa povera gente si sposta in questo stato per avere l’aiuto.
Ma, sorpresa delle sorprese …. Sta passando un vecchio tram arancione della linea 19 di Milano, me li ricordo bene, quando ero ragazzo passavano davanti a casa mia. Apprendiamo che questo tram è stato donato dal capoluogo lombardo e che poi il municipio ha comperato altre vetture, notiamo inoltre che ci sono altri vecchi tram, provenienti da San Diego e Boston e da una città dell’Australia di cui non ricordo il nome.
Con un gruppo di amici campeggiati da PL ne prendiamo uno al volo e ci facciamo portare verso il mare, ci fermiamo per visitare i Pier e precisamente il 39. I Pier sono dei vecchi moli di un’importante porto e presidio militare, ora adattati per il turismo con ristoranti ed attrazioni turistiche. Ancorato ad un vecchio molo c’è perfino un sommergibile, l’USS Pampanito e di fianco un mercantile classe Liberty della seconda guerra mondiale, questi natanti sono visitabili in un percorso prestabilito.
Poi ci sono i cable cars, che vanno su e giù per le colline, trainati da un cavo sotterraneo. Quando si vedeva Michael Douglas, nella serie di telefilm “Sulle strade di San Francisco” prodotta negli anni ’70, volare sulle cunette con la macchina che sembrava perdere le ruote, non era fantasia. Guardiamo le auto passare e le vediamo sul ciglio della strada per poi improvvisamente sparire come se venissero inghiottite.
Altra meta importante, per i golosi come noi, è la gelateria Ghirardelli, questo signore arrivato in America in cerca di fortuna come tanti altri connazionali, ha iniziato prima facendo il cioccolato ed ora è una delle più importanti fabbriche di questo prodotto e poi con il gelato, io e Tina ci siamo subito precipitati ad ordinare il cable cars, un enorme gelato a forma del caratteristico tram.
Ceniamo in un ristorante di pesce, molto buono e non caro, all’uscita, è già buio, sentiamo in lontananza dei grugniti, o ci sono sembrati tali, erano dei Leoni marini che sostavano su delle zattere ed aspettavano che il personale dei ristoranti gli dessero gli avanzi di pesce.
Ripreso il vecchio tram siamo rientrati all’albergo ed un giusto riposo su un vero letto è quello che ci meritiamo.
Hotel Whitcomb – 1231 Marker Street – San Francisco, CA 94103
Hotel Whitcomb – 1231 Marker Street – San Francisco, CA 94103
domenica 7 giugno 2009
Alle 9,00, presso la hall dell’albergo, incontriamo Rosita de Luca, la nostra guida, che ci accompagnerà e ci illustrerà i luoghi più caratteristici della città. Iniziamo dal Civic Center. La luminosa scalinata di marmo della sua enorme rotonda domina il piano principale della City Hall, completata nel 1915, in stile neorococò francese. In questo municipio fu celebrato il matrimonio di Marylin Monroe e Joe di Maggio. Raggiungiamo Nob Hill, in questo quartiere troviamo la Grace Cathedral che è la principale chiesa episcopale di San Francisco. Assomiglia moltissimo a Notre Dame di Parigi. Costruita in stile gotico, ricca di marmi e belle vetrate istoriate. Il rosone della facciata è composto da spesso vetro sfaccettato, illuminato dall’interno alla sera. Nel piazzale antistante persone anziane dalle caratteristiche asiatiche, fanno la loro tipica ginnastica, con movimenti lenti ma decisi. A Union Square troviamo il cuore della finanza e dello shopping. Qui ci sono i grandi magazzini Niketown, Tiffany & Co. ed altri marchi dei più noti. Più avanti visitiamo un’altra bella chiesa quella dedicata a SS. Pietro e Paolo.
Giungiamo di seguito in Lombard Street, la strada più ripida e più tortuosa del mondo. Il tratto più celebre è a Russian Hill, tra Hyde Street e Leavenworth Street, dove la carreggiata ha otto ripidi tornanti. Questo tratto è lungo 400 mt. su una pavimentazione di mattoni rossi ed è riservato solo al transito della vetture in discesa. Il limite di velocità consentito è di otto chilometri l’ora.
Visitiamo la “Diego Rivera Gallery” dove ammiriamo le opere di vari pittori, ma principalmente per poter salire sul terrazzo superiore da dove si può ammirare uno splendido scenario sulla baia dominata dall’isoletta di Alcatraz (in spagnolo significa pellicano), il cui forte militare, trasformato in prigione, ospitò detenuti famosi, uno per tutti Al Capone. L’isola ha la forma di una nave con la cisterna dell’acqua che funge da fumaiolo. Ora il vecchio carcere è stato trasformato in museo. In lontananza si scorge il grattacielo più noto di San Francisco, la Transamerica Pyramid. Con i suoi 48 piani e la guglia sulla sommità che raggiunge i 260 mt. di altezza ed è visibile e riconoscibile da ogni punto della città.
Ammiriamo Il fascino del Golden Gate Park, che raggiungiamo subito dopo, è dato dall’insieme delle sue componenti. Vi si trovano laghetti, giardini, boschetti, campi sportivi. Il verde è la caratteristica principale tanto che è difficile immaginare che l’intera zona fosse un tempo occupata da dune sabbiose. E arriviamo finalmente al “monumento” più famoso della città: il Golden Gate Bridge, considerato una delle vedute più emozionanti di San Francisco. Lungo 2700 metri, collega la città da Fort Point a Marin County. Le sue torri si slanciano verso l’alto fino a un’altezza di 227 metri. Ha comunque un aspetto molto leggero. Il colore rosso-arancio ben si adatta all’ambiente circostante.
A questo punto, abbiamo un’ora per la pausa pranzo, ci stacchiamo dal gruppo e seguiamo il consiglio della guida andiamo a pranzare allo “Scomas” un ristorante che ha come specialità il granchio, lo gustiamo allietato da una buona caraffa di bianco e da un contorno di patatine e verdura alla piastra.
Ed infine raggiungiamo l’oceano Pacifico, un’immensa spiaggia ci divide dall’acqua, alcuni di noi vogliono provare l’ebbrezza di bagnarsi almeno i piedi.
Arriviamo al Twin Peaks, uno dei punti più alti di San Francisco, dove ammiriamo il paesaggio verso nord fino alla Marin County e verso est fino a Oakland. C’è moltissimo vento ma il panorama è davvero magnifico.
Torniamo in albergo inebriati da tutto quello che abbiamo ammirato, a cena andiamo al solito ristorantino, ormai meta di tutto il gruppo.
Milford Plaza Hotel – 700 8th Avenue – New York, NY 10036.
lunedì 8 giugno 2009
In mattinata giro nei dintorni dell’albergo e poi rientro prima di mezzogiorno per il rilascio delle camere e sistemazione dei bagagli nella hall dell’albergo. Alle 13 un bus ci trasferirà all’aeroporto per il volo United Airline UA014 in partenza alle ore 16. Arrivo all’aeroporto JFK alle ore 00.39. Durante questo volo sposteremo le lancette di tre ore, riguadagniamo quelle perse all’andata, spuntino e cena a bordo con i soliti film già visti.
E’ notte inoltrata quando arriviamo al Milford Plaza Hotel, triboliamo per avere le valigie in camera, prima ci dicono che le portavano i fattorini, dopo mezzora di attesa ci dicono che per portare le valigie vogliono essere pagati, infuriati ognuno di noi se le va a prendere ed appena possibile a nanna molto stanchi.
Conclusione
sabato 13 giugno 2009
Tanti sforzi e tanta fatica per questo viaggio che ci ha regalato emozioni difficili da descrivere. Ogni giorno è stato unico, imperdibile, straordinario, grazie anche all’impegno e la volontà di tutti i nostri compagni di avventura. Che cosa ricordiamo di più? Difficile dirlo. Ogni luogo, nel suo genere, è stato meraviglioso. Questo viaggio sarà memorabile. Il nostro pensiero va, nell’ordine, al fascino impetuoso delle cascate del Niagara; ai calanchi delle Badlands; alle facce dei Presidenti scolpiti nella montagna; alla magnifica Dewil Tower, all’emozionante Old Faithful e a tutto il Parco dell’Yellowstone (anche se non abbiamo visto l’orso Yoghi e Bubu), alla Monument Valley, ed ai suoi delicati archi e le sue guglie; alla luce filtrata attraverso l’Antelope Canyon; al mitico Lago Powell con la Glen Canyon Dam; al superbo, al grande, al bellissimo, al mozzafiato Grand Canyon; alle luci, ai suoni di Las Vegas; al caldissimo Badwater nella Death Valley; al vecchissimo e grossissimo General Sherman ed all’inaspettata nevicata al Sequoia National Park; al meraviglioso Golden Gate Bridge ed allo skyline di San Francisco visto dalla romantica Sausalito; ed infine, alla grandissima New York, ai suoi grattacieli, al Central Park, al ponte di Brooklyn, alla Statua della Libertà (vista da lontano). Ci sarebbero state tantissime altre cose da raccontare che non abbiamo inserito in questo testo. Altre che avremmo potuto dire ma che si trovano in tutte le guide turistiche. Altre ancora, come le sensazioni e le emozioni più intime….che non si potranno mai descrivere ma che rimarranno prigioniere per sempre in noi. Ora è proprio tutto finito. E’ tempo di ritornare a casa, rivedere gli amici, continuare la nostra vita di sempre, in attesa di un altro meraviglioso viaggio da gustare insieme.