Tour in Argentina
località: buenos aires, el calafate, el chalten, puerto madryn, puerto piramides
regione: buenos aires,chubut,santa cruz
stato: argentina (ar)
Data inizio viaggio:
lunedì 18 novembre 1996
Data fine viaggio:
giovedì 28 novembre 1996
Tour effettuato con un compagno e una compagna di viaggio, entrambi del mio paese. Partivamo insieme in treno per l'Aeroporto di Roma Fiumicino dove prendevamo voli diversi, io e il mio amico viaggiavamo con Iberia mentre la nostra compagna di viaggio con Air Europa. Nonostante i diversi operativi di volo tutti e tre cambiavamo aereo a Madrid senza tuttavia incontrarci e giungevamo più o meno la stessa ora all'Aeroporto Ezeiza Pistarini di Buenos Aires. E' lì, ai nastri trasportatori dei bagagli, che il gruppo si riuniva per iniziare il Tour. Il ritorno era ancora più complesso, la nostra compagna di viaggio partiva alle 13 da Buenos Aires e noi alle 22,50 dallo stesso Aeroporto. Arrivavamo a Roma, dopo il cambio aereo a Madrid, con circa quattro ore di ritardo. Dopo aver dormito in un Ostello di Roma siamo tornati a casa con il primo treno mattutino da Roma Termini.
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Da Buenos Aires a El Calafate
martedì 19 novembre 1996
Atterrati all'aeroporto Pistarini di Buenos Aires ed espletate le brevi e facili pratiche doganali prenotiamo nella hall il microbus per il trasfert all'Aeroparque Newbery da dove partono i voli interni. Il Pistarini si trova a una trentina di km dalla Capitale mentre il Newbery è ubicato non molto lontano dal centro, sulle sponde del Rio de la Plata e qui pranziamo velocemente in un self service con delle empanadas (ravioloni di pasta ripieni cotti al forno). Dall'Aeroparque prendiamo il volo Argentina Aerlines per El Calafate dove arriviamo in poco più di tre ore. L'Aeroporto della cittadina patagonica si trova sulle sponde del famoso Lago Argentino, il volo è stato tranquillo e ci ha permesso di vedere dall'alto la Penisola di Valdes. E' una brutta giornata sferzata dal vento a darci il benvenuto in Patagonia, nella hall dell'Aeroporto prenotiamo il trasfert in microbus per il nostro alloggio di El Calafate che dista più di 20 km. Il Marco Polo Hinn che abbiamo prenotato dall'Italia è ubicato su un colle che sovrasta il Lago Argentino e per raggiungere il centro della cittadina bisogna percorrere a piedi una decina di minuti di strada. L'Ostello è dotato di un ampia sala con tavolini per la colazione, tv, piccola libreria e un biliardo. C'è una postazione internet utilizzabile gratuitamente. Noi abbiamo a disposizione due triple. Dopo aver depositato i bagagli in camera e prenotato l'escursione per il giorno successivo alla resepsion, passeggiamo fino in centro. El Calafate ricorda molto la cittadina statunitense di Moab in Utah con le case di legno che si affacciano sul corso principale a cui si arriva attraversando un caratteristico ponte coperto che supera un torrente. Come tutte le località votate al turismo vi sono numerosi negozi di souvenir, un mercatino artigianali, boutique, ristoranti, agenzie di viaggio e un supermarket ben fornito. E' troppo tardi per trovare posto in un ristorante per cui ceniamo in una specie di rosticceria con delle empanadas ripiene di formaggio e cipolla. Rientriamo all'ostello per il pernotto sperando che all'indomani cessino il vento e la pioggerella che da qualche ora ha cominciato a cadere.
Crociera sul Lago Argentino
mercoledì 20 novembre 1996
Ci svegliamo con la sorpresa di una splendida giornata di sole, il tempo ideale per l'escursione prevista. Facciamo colazione nella hall, un te, un pezzo di dolce fatto dalla proprietaria e un panino con la marmellata. Ci vengono a prenderci con un microbus da cui scendiamo, dopo aver raccolto altri turisti nei vari hotel di El Calafate, per salire sul bus che ci porta a Punta Bandera. All'Ostello abbiamo acquistato il pasto da asporto che ci consentirà di pranzare. Arrivati al porticciolo di Punta Bandera ci mettiamo in coda per acquistare il biglietto d'ingresso al Parco Nazionale de los Glaciares. Saliamo poi a bordo di un moderno catamarano con cui insieme a numerosi turisti di varie nazionalità iniziamo la crociera sul Lago Argentino. Dopo un'ora circa di navigazione cominciamo ad avvistare i primi iceberg, di lì in poi ne vedremo tantissimi e di tutte le dimensioni e forme. Sono talmente numerosi che sarà impossibile avvicinarci al ghiacciaio Upsala che ci limitiamo a vedere da lontano e impediranno anche di percorrere il breve braccio del Lago Argentino che conduce al ghiacciaio Onelli. Raggiungiamo invece senza problemi il ghiacciaio Spegazzini che vediamo da vicino. Ripercorriamo a ritroso il Braccio Nord del Lago Argentino e all'altezza di Punta Bandera deviamo verso il Canale degli Iceberg che conduce a ridosso del ghiacciaio Perito Moreno. Mentre ci troviamo di fronte al più famoso ghiacciaio del Mondo il Perito Moreno dà il meglio di se con uno spettacolare distacco di una colonna di ghiaccio che si tuffa nelle gelide acque del lago provocando una serie di onde. Questo ghiacciaio è uno dei pochi che anzichè retrocedere avanza, è giustamente considerato anche uno dei più belli grazie al suo candore ed eleganza. Durante la crociera abbiamo consumato il pasto contenuto nel nostro pacchetto, scattato centinaia di foto e appagato la nostra vista per uno spettacolo della natura meraviglioso.Una delle escursioni più belle che abbia mai fatto, favorita da una splendida giornata di sole. Rientriamo a Punta Bandera e risaliti sul bus e poi sul microbus ci facciamo lasciare nel centro di El Calafate. Ne approfittiamo per recarci in un agenzia di viaggi per prenotare l'escursione a El Chalten poi andiamo al ristorante Tablita consigliato dalla guida Lonely Planet per il suo asado. Avevamo provato ad andarci anche ieri sera ma era pieno per cui per oggi abbiamo prenotato. La cena devo dire che non è stata all'altezza delle aspettative, l'asado era scarso anche se l'agnello era squisito. Nel complesso pasto deludente consumato in un elegante ristorante. Torniamo all'agenzia perchè ci siamo resi conto che per domani non abbiamo escursioni, purtroppo è tardi e non è più possibile prenotare il minitrekking sul Perito Moreno per cui dovremo accontentarci di una passeggiata sulle passerelle. Non sono più disponibili mezzi per raggiungere il rifuigio presso il ghiacciaio ma l'agenzia ci procura un taxi per il mattino successivo che verrà a prenderci direttamente all'Ostello. Con una passeggiata andiamo al nostro alloggio e dopo aver usufruito del computer della hall andiamo a dormire alla fine di una giornata memorabile. La sola crociera sul Lago Argentino merita il viaggio.
Perito Moreno
giovedì 21 novembre 1996
Dopo colazione, puntualmente il tassista messoci a disposizione viene a prelevarci all'Ostello. Facciamo tappa in una banca del centro poi proseguiamo per il rifugio del Perito Moreno. Lungo la strada avvistiamo un condor, ci fermiamo per scattare qualche foto da una postazione particolarmente privilegiata e per effettuare la minicrociera che solca le acque del Braccio Richo, altro ramo del Lago Argentino. Questa navigazione permette la visione del Perito Moreno da un'altra angolazione e l'osservazione di ulteriori distacchi di enormi blocchi di ghiaccio dal suo corpo principale. Torniamo all'imbarcadero e proseguiamo per il rifugio dove ci rifocilliamo con delle empanadas. Da qui iniziamo la lunga passeggiata (circa 5 km) sulle moderne passerelle che consentono di osservare il ghiacciaio da varie angolazioni. Il Braccio Richo è separato in due tronconi da una barriera di ghiaccio, il silenzio è frequentemente spezzato dal rumore del crollo di porzioni di ghiaccio nelle gelide acque del lago, numerosi piccoli iceberg vanno alla deriva nel Canale dei Tampanos. Percorriamo agevolmente le passerelle fino al parcheggio sottostante il rifugio dove ci attende il nostro taxi. Torniamo in centro a El Calafate dove, dopo aver salutato il simpatico tassista, passeggiamo sulla strada principale curiosando tra negozi. La sera ceniamo in un buon ristorante dove finalmente mangiamo un asado degno di tale nome. Ci servono infatti un ottimo assortimento di carne, salsicce e sanguinaccio. Soddisfatti rientriamo all'Ostello coricandoci in fretta visto che domani mattina partiremo alle 5 per il Cile. Oggi è stata una giornata rilassante, il tempo ci ha graziato visto che al mattino pioveva ma che con il passare delle ore si è messo al meglio. Nel momento clou, durante la passeggiata sulle passerelle, splendeva il sole. Ci auguriamo che anche domani il meteo ci favorisca.
Day trip in Cile
venerdì 22 novembre 1996
Alle 4 del mattino siamo gia svegli, purtroppo data l'ora non potremo fare colazione nella hall, alle 5 viene a prenderci un bus, siamo tra i primi a salire. Sapendo di essere impossibilitati a fare la prima colazione all'ostello ieri sera abbiamo acquistato al supermercato di El Calafate dei biscotti che mangiamo durante il viaggio. Il bus comunque, dopo aver caricato nei vari hotel gli altri turisti partecipanti all'escursione, si ferma ad una specie di "Autogrill" dove compriamo da bere. Siamo diretti in Cile, in linea d'aria sarebbero pochi km ma i cileni hanno chiuso la frontiera più prossima a El Calafate e così siamo costretti a sciropparci più di tre ore di strada per arrivare al Parco delle Torri del Paine. La strada è monotona, piatta e priva di vegetazione rilevante, si cammina per chilometri senza incontrare nessuno. Tra El Calafate e la frontiera con il Cile incontriamo solo una pompa di benzina con il suddetto punto di ristoro. Anche la frontiera sembra un posto fuori dal mondo ed in effetti è lontano da tutto e da tutti. Le formalità doganali sono semplici e veloci, poi si percorre un breve tratto di terra di nessuno quindi si giunge alla dogana cilena (per il resto dell'escursione vedi itinerario relativo alla voce CILE)...Nel tardo pomeriggio rientriamo in Argentina ed espletate alla frontiera le brevi formalità doganali percorriamo la strada a ritroso sostando nel solito "autogrill". Verso le 22 giungiamo a El Calafate dove ceniamo in un elegante bar-ristorante con empanadas e pizzza ai quattro formaggi. Rientriamo in Ostello soddisfatti per la bella escursione effettuata.
El Chalten
sabato 23 novembre 1996
Questa mattina dopo colazione un microbus dell'agenzia Criollo viene a prelevarci all'Ostello e dopo aver recuperato turisti di varie nazionalità negli hotel di El Calafate inizia l'escursione odierna. Andiamo a El Chalten, la capitale Argentina del trekking. Lungo la strada ci fermiamo per scattare qualche foto al Lago Argentino e alla storica Estancia "La Leona". E' una bella giornata di sole e ne approfittiamo per un po di relax. Nei locali dell'estancia c'è un minuscolo museo con qualche teca che custodisce documenti ottocenteschi, vecchie foto sbiadite, qualche fossile e un'armadillo impagliato. Arriviamo nel piccolo e sperduto villaggio di El Chalten nei pressi del quale effettuiamo un breve trekking in un bosco per raggiungere la bella cascata formata da un torrente che si getta da un dirupo. Tornati a El Chalten ci rechiamo in un ristorante per un ottimo pranzo. Tutto è buonissimo, cannelloni ripieni, secondo, contorno e un gradevole crem caramel guarnito con il dulce de lache. Abbiamo mezz'ora libera, fuori fa freddo così preferiamo rintanarci in una caffetteria dove io e la mia compagna di viaggio beviamo un te caldo mentre il mio amico si azzarda a provare il famoso mate, la bevanda tipica dell'America Latina. Io mi limito a guardarlo, mi sembra molto complicato mandar giu quell'infuso per cui sono stati studiati appositi utensili. C'è una cannuccia metallica che dovrebbe evitare di ingollare le foglie ma bisogna saperla posizionare altrimenti aspira solo aria. In un modo o nell'altro il mio amico riesce ad ingurgitare qualcosa anche se mi sembra decisamente di più il liquido che finisce sul tavolo. Interviene anche la cameriera a facilitare la certosina operazione. Io preferisco andare nell'altra stanza che presenta un bell'assortimento di leccornie da forno. Non resisto alla tentazione e assaggio sia dei biscotti ripieni che una torta, entrambe a base di dulce de lache, una crema spalmabile ottenuta dal latte zuccherato dopo lunga bollitura. Abbiamo sperato invano che la coltre di nubi che copre il gruppo del Fitz Roy si disperdesse ma niente da fare. Andiamo al Lago Viedma dove effettuiamo una crociera fino all'omonimo ghiacciaio. Il lago non è bello come l'Argentino e il ghiacciaio non ha niente a che vedere con il Perito Moreno ma stare sul ponte della nave è un'impresa per pochi audaci che riescono a mantenersi in piedi nonostante un vento sferzante. Probabilmente questo è il vento più forte che si sia mai scontrato con me. Rientriamo al porticciolo e ripartiamo, il vento così noioso durante la crociera ha diradato le nubi e ora il Fitz Roy si mostra in tutta la sua bellezza. In serata torniamo a El Calafate, passeggiamo in centro, compriamo qualche souvenir e ceniamo nel locale della sera precedente. Questa volta ordino solo la pizza ai quattro formaggi con alcune grosse olive sopra, talmente grande che non riuscirò a terminarla. Rientriamo all'Ostello per l'ultima notte a El Calafate.
Da El Calafate a Puerto Madryn
domenica 24 novembre 1996
Avendo già acquistatoi al nostro arrivo in Aeroporto il transfer in coincidenza con il volo un microbus viene a prelevarci all'Ostello subito dopo aver fatto colazione. Dobbiamo aspettare un pò prima di imbarcarci e solo al momento di salire sull'aereo veniamo a conoscenza che dobbiamo pagare una piccola tassa di imbarco. Siamo quindi costretti a correre per prendere posto sul velivolo dell'Aereolineas Argentinas diretto a Trelew. La tratta richiede un paio d'ore ma siamo in balia di una forte turbolenza, sicuramente il mio volo più movimentato con tanto di improvviso vuoto d'aria che ci fa sobbalzare. Atterrati a Trelew prenotiamo nella hall dell'Aeroporto un microbus che in un ora ci porta di fronte al nostro Ostello di Puerto Madryn, La Casa dei Tounens. Il cancello di ingresso è arrugginito ma gli alloggi sono carini. Tra l'altro a me e al mio amico viene assegnata una specie di dipendence posta isolata in un primo piano a cui si accede con una scala esterna di ferro. Và peggio alla nostra compagna di viaggio che dovrà accontentarsi di una camera che si affaccia sul balcone dove i giovani ospiti dell'ostello parlano fino a notte fonda. Alla recepcion prenotiamo il tour di domani alla Penisola di Valdes. Il proprietario è francese e parla uno spagnolo non facilmente comprensibile. Riusciamo comunque a capire che la vicina Wester Union è chiusa per due giorni e quindi dovremo ancora contribuire alle spese della nostra amica ormai rimasta al verde. Facciamo una passeggiata fino sul lungomare, è domenica pomeriggio e la cittadina è molto vivace, le caffetterie sono piene e i bambini giocano sulle giostre sul lungomare. Anche noi entriamo in un Bar-Gelateria per gustare un biscotto a base di Dulce de Lache e bere qualcosa. Rientrando all'Ostello facciamo una sosta in un grosso supermercato dove compriamo qualche pacchetto di biscotti per il tour di domani. La sera usciamo nuovamente sul lungomare dove ceniamo in un bel Ristorante. L'attesa è lunga ma il cibo a base di pesci è buono e abbondante. A me servono curiosamente una deliziosa paella all'interno di un coppo per tegole. Soddisfatti per questa cena da "leccarsi i baffi" rientriamo all'Ostello per il pernotto.
Penisola di Valdes
lunedì 25 novembre 1996
Al risveglio ci attende una salutare colazione a base di pane fatto dai proprietari su cui spalmare il dulce de lache di cui vado goloso. La hall, se così si può definire, è un ambiente angusto ma accogliente. Vengono a prenderci con il microbus per l'inizio del tour, ci accompagnano l'autista e una guida affetta da alzheimer, Con noi alcuni turisti spagnoli. Raggiungiamo in un'oretta la Penisola di Valdes, collegata da un istmo al resto dell'Argentina. Su un colle presso Punta Piramides, l'unico centro abitato della Penisola, ammiriamo una colonia di leoni marini che oziano su uno scoglio battuto dalle onde in prossimità di un alta falesia. Arrivati al porticciolo del villaggio saliamo a bordo di un barcone posto sulla spiaggia. Un trattore spinge, con una strana imbracatura su ruote, la barca in mare. Qui non c'è un molo e questo sistema originale è l'unica possibilità per prendere il largo. Il barcone è affollato e il mare agitato e dopo poco molti dei passeggeri, io compreso, ci sentiamo male. Nonostante il forte senso di vomito e la nausea riesco in qualche modo a godere di uno degli spettacoli più belli a cui abbia mai assistito. Avvistiamo prima in lontananza, poi sempre più da vicino, alcune balene franche australi, una specie in via di estinzione che viene qui per riprodursi. Quando giungono in prossimità della barca, tanto vicino da lanciare il loro schizzo d'acqua su di noi a mo di doccia mi rendo conto di essere nel momento topico del viaggio, uno di quei momenti che non scorderai mai. Sono così vicini che potresti anche toccarli questi cetacei che senza timori passano sotto la chiglia della barca. Dopo questa bellissima esperienza torniamo a riva, consegnamo il giubbotto salvagente che ci era stato fornito e proseguiamo aon il microbus. Attraversiamo la Penisola di Valdes fino all'omonima Caleta e all'Estancia Elvira per vedere prima un'altra colonia di leoni marini, poi un gruppo di pinguini di Magellano. Dopo un lungo trasferimento entriamo in un area protetta di proprietà della Marina Militare Argentina, un luogo remoto e bello dove affrontiamo un sentiero costituito quasi completamente da morene che ci porta in cima a un colle da cui si gode di una spettacolare panoramica sulla spiaggia in basso. Sulla strada per Puerto Madryn ci fermiamo al Museo posto sull'istmo dove la cosa più interessante da vedere è lo scheletro completo di una balena franca australe. E' stata una escursione davvero bella, i giudizi che si trovano in rete sulla Penisola di Valdes sono contrastanti ma arrivarci nel periodo giusto quando le balene scorrazzano nel mare è entusiasmante. Un plauso và alla guida che nonostante l'evidente alzheimer in stato avanzato è stato impeccabile. Dopo un breve riposo in Ostello andiamo a cena nello stesso ristorante sul lungomare del giorno precedente ed anche in questa occasione mangiamo molto bene. Rientriamo quindi all'Ostello per il pernotto.
Isla Escondida, Punta Tombo e Trelew
martedì 26 novembre 1996
Stamani finalmente la nostra compagna di viaggio riesce a prendere i soldi alla Wester Union e a risarcirci dei prestiti. Tiriamo un sospiro di sollievo perchè per aiutarla stavamo anche noi finendo a secco. Facciamo colazione nell'Ostello e poi dalla vicina Stazione degli autobus partiamo alla volta di Trelew. In un'ora siamo in questa città di origini gallesi e di fronte alla Stazione ci accordiamo subto con un tassista affinchè ci porti a Punta Tombo. Durante il percorso deviamo su una strada sterrata per raggiungere la Isla Escondida. Il nome trae in inganno perchè questa non è un'isola ma una spiaggia dove si crogiolano al sole dei leoni marini. A differenza di quelli visti dalle passerelle della Penisola di Valdes ieri, questi si possono avvicinare e perfino toccare anche se sembrano non gradire troppo il contatto con gli umani. Sono tutte femmine con i loro cuccioli. Proseguiamo per la Riserva Naturale di Punta Tombo che ospita la più grande colonia di pinguini dopo quelle presenti in Antartide. In effetti sono circa 500 disseminati in un area abbastanza contenuta per cui ci sono numerosi punti di osservazione. I turisti non possono uscire dai sentieri segnati ma i pinguini di Magellano sovente superano l'area a loro riservata avvicinandosi agli umani. E' assolutamente vietato toccarli nonostante che ce li ritroviamo tra i piedi. il paesaggio è bello, ci sono due calette che rappresentano il loro accesso al mare che osserviamo da una piattaforma panoramica. Quando sono stanchi di nuotare risalgono la spiaggia e raggiungono le piccole tane dove vivono in famiglia. Visitiamo anche un piccolo Museo che spiega la vita negli oceani della Patagonia con cartine e diorami. Nei pressi del Museo c'è un Ristorante dove pranziamo prima di ripartire per Trelew. Arrivati in città ci facciamo scendere all'Hotel Galizia dove alloggeremo. Rispetto agli Ostelli di cui abbiamo usufruito fino ad oggi questo è un vero Hotel. Ceniamo in centro in una pizzeria, niente a che vedere con i pasti di Puerto Madryn. Ci ritiriamo nelle camere per il pernotto, abbiamo a disposizione due doppie una delle quali sarà occupata dalla nostra amica. Abbiamo prenotato dall'Italia questo Hotel perchè è non molto distante dall'Aeroporto e domani dobbiamo alzarci presto per il volo.
mercoledì 27 novembre 1996
Ci alziamo abbastanza presto e partiamo, con lo stesso taxi utilizzato ieri, per l'aeroporto di Trelew. Dopo la canonica attesa e il pagamento della tassa d'imbarco saliamo sul velivolo Aerolineas Argentinas per Buenos Aires. Atterriamo dopo circa un'ora all'Aeroporto Pistarini dove atterrano i voli nazionali e quelli internazionali a breve raggio. Con un taxi prenotato nella hall dell'Aeroporto ci facciamo portare all'Ostello prenotato dall'Italia. Questa struttura si trova in centro, vicino all'Avenida 9 Junio, la più larga del mondo. Si evince che un tempo era un Hotel di lusso ma del suo glorioso passato è rimasto ben poco e ora si è convertito ai turisti zaino in spalla. Anche qui abbiamo due camere, spaziose ma assolutamente spartane, gli infissi in legno sembrano avere i giorni contati e il bagno non sembra godere di buona salute. La hall è molto giovanile con le pareti rosse, il tavolo da biliardo, una grande recepcion con giovani pronti ad aiutarti. Anche la posizione è invidiabile e così ne approfittiamo per andare alla scoperta di Buenos Aires. Su consiglio del ragazzo alla recepcion prendiamo dalla vicina fermata un tram per il Caminito. Siamo nel famoso quartiere della Boca i cui primi abitanti furono i portuali genovesi che rivestirono le loro case con lamiera che poi colorarono con le vernici avanzate dai cantieri navali. Quelle case si affacciano ancora sul Caminito ma sono diventate solo delle attrazioni turistiche. Da una di queste ci facciamo volentieri adescare anche noi per assistere ad un tango eseguito da due giovani accompagnati da un chitarrista e da un fisarmonicista che eseguono una famosa area di Piazzolla. Sulle strade del Caminito non mancano mai i richiami alle due passioni portegne: il tango e il calcio. E' per questo che si alternano le riproduzioni in cartapesta di Maradona alle insegne che ricordano Gardel. Con una lunga passeggiata partiamo dal Caminito, attraversiamo tutta La Boca e raggiungiamo il quartiere signorile di Sant'Elmo dove sostiamo in Piazza Dorrego celebre per il mercatino del fine settimana e per i caffè all'aperto dove si balla il tango. Oggi però non siamo nel fine settimana e così proseguiamo percorrendo la lunga strada che da qui arriva nei pressi della Casa Rosada. Questa è la residenza del Presidente della Repubblica, dai suoi balconi Evita Peron arringava le folle e nella piazza antistante, la Plaza de Majo, le madri reclamavano i figli desaparesidos. Anche oggi alcuni cartelli ricordano le migliaia di ragazzi scomparsi. Percorriamo poi la Avenida de Majo fermandoci al famoso Caffè Tortoni. Questo locale è talmente celebre che dobbiamo fare la coda per entrarvi. Si entra un po alla volta e quando arriva il nostro turno ci sediamo ad un tavolo per un te o un caffè. L'ambiente è quello di un Caffè bella epoque con arredamenti in legno pregiato e luci soffuse. Usciti da qui proseguiamo sull'Avenida de Majo che a un certo punto, in prossimità del nostro Hotel, incrocia Avenida 9 de Junio e le sue numerose corsie. Quando si è al centro di questa Avenida girandosi a sinistra si osserva un grattacielo sulla cui facciata è posta la sagoma in ferro di Evita Peron, voltandosi invece dalla parte opposta ci appare l'alto obelisco di marmo. Attraversata la Avenida siamo al nostro Hotel in prossimità del quale ceniamo in un moderno ristorante. Rientriamo in Hotel ma prima del pernotto, utilizzando i computer della hall, prenoto il traghetto per Colonia do Sacramento in Uruguay.
Sul Rio de la Plata
giovedì 28 novembre 1996
Stamani ci separiamo, così come eravamo arrivati in Sud America anche il viaggio di ritorno lo dovremo fare separati. Salutiamo la nostra compagna di viaggio che tra poche ore inizierà il volo per tornare a casa. Io e il mio amico abbiamo un'intera giornata e abbiamo deciso di fare un salto in Uruguay. Otteniamo di depositare i nostri bagagli in una stanza anche perchè ieri pomeriggio finalmente mi hanno riconsegnato il mio zaino che non rivedevo da Roma. Devo ammettere che non è stato un grosso disagio, il mio amico mi ha prestato qualche indumento ed ho lavato spesso. Purtroppo ho dovuto dormire vestito. Appena usciti dall'Hotel saliamo sul primo taxi e ci facciamo portare al porto fluviale di Buenos Aires. Chiariamo negli uffici della compagnia marittima la situazione dei nostri biglietti prenotati ieri sera dall'Hotel poi ci imbarchiamo sul grosso traghetto diretto dall'altra parte del Rio de la Plata. Durante l'attraversamento di questo fiume che sembra un braccio di mare perchè non sono visibili le due sponde opposte, approfiitto per dormire su una comoda poltroncina imbottita. Dopo tre ore siamo a Colonia do Sacramento in Uruguay (vedi itinerario relativo).
Dopo aver trascorso qualche ora in Uruguay torniamo a Buenos Aires in un'ora grazie ad un aliscafo veloce. Usciti dal porto prendiamo un taxi che passando di fronte alla Casa Rosada ci porta all'Hotel. Ritiriamo i nostri bagagli poi con un taxi prenotato tramite la recepcion andiamo all'Aeroporto Internazionale Newbery di Buenos Aires. Qui abbiamo il tempo per fare il chek-in e mangiare qualcosa in un fast food attendendo la partenza del volo operato da Iberia. Poco dopo partiamo con l'aereo diretto a Madrid in Spagna dove cambiavamo velivolo per Roma.