São Paulo, Santo André, Curitiba e dintorni
località: são paulo, curitiba, santo andré
regione: são paulo e paranà
stato: brasile (br)
Data inizio viaggio:
venerdì 19 agosto 2005
Data fine viaggio:
mercoledì 24 agosto 2005
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São Paulo
venerdì 19 agosto 2005
Giunti all'aeroporto internazionale della megalopoli brasiliana quando già le tenebre la facevano da padrone, bevuto un café dal gusto a dir poco strano, ci siamo messi all'opera per cercare un alloggio. In quattro e quatt'otto grazie all'aiuto di un volantino pubblicitario avevamo la soluzione in tasca: dopo quasi due mesi facevamo il nostro ritorno in un ostello, scortati da un taxista che non sapeva orientarsi nella sua città e che ci ha fatto girovagare intorno al quartiere per una buona mezz'ora. Svolte le solite pratiche di check-in ci siamo sistemati in un dormitorio pieno zeppo di brasiliani; la cosa all'inizio ci è sembrata strana ma poi, come ci hanno spiegato i nostri coinquilini, abbiamo capito che era abbastanza normale
sabato 20 agosto 2005
La mattina seguente ci siamo svegliati per approfittare della colazione compresa nel prezzo (visto che la sera precedente non avevamo neppure cenato) e dopo esserci riempiti per bene lo stomaco abbiamo impacchettato gli zaini e abbiamo abbandonato l'ostello. Proprio facendo colazione infatti, chiacchierando con alcuni ragazzi, avevamo scoperto che in pieno centro cittadino (nell'Avenida Paulista) c'era un hotel di una nota catena internazionale che offriva delle camere ad un prezzo minore di quello che pagavamo nell'ostello. Raggiunto in fretta e furia questo famigerato hotel la signorina dietro il bancone ci dato una brutta notizia: niente camere libere al momento... meno male!!! L'unica soluzione era fare una riserva per il giorno successivo e metterci, con non poca fatica, alla caccia di un posto lì vicino dove parcheggiarci per una notte. Zaini in spalla abbiamo attraversato un milione di volte la strada da un lato all'altro in cerca di ospitalità e finalmente dopo mezz'ora eravamo riusciti a trovare un hotel in fase di ristrutturazione che ci offriva una stanza. Sono iniziate una serie di serrate trattative mirate ad ottenere un meritato sconto visto le condizioni precarie della nostra abitazione e alla fine parzialmente soddisfatti abbiamo raggiunto un accordo: problema risolto, potevamo iniziare a visitare la città. Data la vastità della metropoli ci siamo concentrati nel centro storico e saliti nella metro dopo cinque minuti eravamo già nella piazza da Sé, dove sorge l'omonima Cattedrale. Da lì, grazie alle informazioni tratte da una cartina turistica, abbiamo iniziato la nostra visita. Pur essendo chiamato "centro storico&", ha delle dimensioni vastissime e di edifici realmente storici non ce ne sono molti: grattacieli, grattacieli e ancora grattacieli. Abbiamo attraversato tutte le vie pedonali a nostra disposizione passando per mercatini, negozi di lusso, un immenso parco cittadino e lo spettacolare teatro municipale per poi ritornare dal punto da dove eravamo partiti. Siamo rientrati nella nostra squallida camera non troppo tardi per poterci preparare ad incontrare Rodrigo, un ragazzo brasiliano che avevamo conosciuto a Messico City. E' venuto a recuperarci con la sua macchina direttamente in albergo da dove abbiamo iniziato un breve tour di São Paulo by night per poi entrare in un caratteristico localino dove suonavano musica dal vivo. La serata è trascorsa tra un bicchiere di caipirinha e dell'ottimo jazz brasiliano.
domenica 21 agosto 2005
La mattina seguente abbiamo nuovamente fatto gli zaini per trasferirci al Formula 1, l'hotel in cui avevamo fatto la prenotazione il giorno precedente: incredibile, in tre giorni avevamo dormito in tre luoghi diversi ma senza cambiare città. Dopo aver nuovamente disfatto gli zaini nel nuovo hotel, abbiamo seguito il consiglio del nostro amico Rodrigo andando a visitare il più grande parco di São Paulo. La giornata era quella giusta, un'assolata domenica pomeriggio e per di più nel parco era in corso un festival di jazz; abbiamo trascorso la giornata tra una folla di persone, camminando attraverso viali alberati e verdi aiuole, soffermandoci di tanto in tanto in qualche bar per sorseggiare una bibita gelata. Nel tardo pomeriggio, prima di rientrare nel nostro hotel, abbiamo pigliato di nuovo la metro per dirigerci verso la stazione degli autobus, un edificio gigantesco che detiene il primato mondiale per flusso di persone che ogni giorno ci passano al suo interno. Dopo aver acquistato i biglietti per la prossima destinazione e verificati i tempi di percorrenza, siamo ritornati nell'Avenida Paulista per sgranocchiare qualcosa ed infilarci diretti sotto le lenzuola in compagnia di mamma tv.
Curitiba
lunedì 22 agosto 2005
Svegliatici di prima mattina, dopo un abbondante colazione siamo saliti nell'autobus per iniziare la nostra discesa verso il sud del Brasile con prima tappa Curitiba dove ci aspettava Angela, una nostra amica brasiliana che ci aveva gentilmente invitato a casa sua.
Dopo sei velocissime ore di viaggio siamo giunti a destinazione e abbiamo immediatamente contattato telefonicamente Angela per comunicarle il nostro arrivo. Neanche il tempo di riagganciare la cornetta e la nostra amica si era già precipitata davanti alla stazione, aimé con una macchina molto, molto ma molto piccola. Non aveva fatto i conti con la spedizione Ritorno al Parallelo Zero e con gli immensi zaini che ci portavamo nella schiena: non è stato facile trovare il giusto assetto ma grazie ad un gioco di incastri l'operazione è riuscita. Arrivati a casa di Angela abbiamo fatto conoscenza con la sua famiglia: la sua mamma, i nonnini pluricentenari di origine giapponese e con furacão un tremendo barboncino nero che non smetteva un secondo di abbaiare. Neanche il tempo di lavarci ed eravamo ancora in macchina per andare a cenare in uno dei ristoranti della mamma di Angela. Era un ristorante specializzato in zuppe e non ci siamo di certo fatti scappare l'occasione di provarle tutte.
martedì 23 agosto 2005
La mattina seguente era in programma una lunga giornata con Marta, la mamma di Angela, che ci avrebbe fatto da guida per la città di Curitiba. Colazione super abbondante con tavola imbandita di ogni ben di Dio per poi salire in macchina e dirigerci verso il giardino botanico. Il parco era costituito da un immenso spazio verde e caratterizzato da una struttura di metallo e vetro che funge da serra per una svariata quantità di piante tropicali e non. Dal giardino ci siamo spostati verso il centro cittadino attraversando la sua via pedonale per arrivare fino alla storica Università dello stato del Paranà. Il pranzo era previsto in compagnia di Juliana, un'amica di Angela che si era liberata dal lavoro giusto per conoscere noi. Juliana, che parlava un buon italiano, ci ha consigliato di consumare il nostro pranzo in un ristorante Mineiro, che proponeva una tipica cucina locale. Dopo due passi digestivi ci siamo diretti verso il museo di arte contemporanea progettato da Oscar Niemeyer e sotto l'esperta guida di Juliana abbiamo ammirato le innumerevoli opere esposte al suo interno. Dopo il museo è iniziata un'estenuante "Via Crucis" lungo gli immensi ed innumerevoli parchi cittadini in cui abbiamo inseguito un'instancabile donnina alta la metà di noi ma con una energia da farci invidia (ci riferiamo al demonietto Marta, la mamma di Angela). Ormai privi di forza e convinti di tornare a casa, ci siamo ritrovati ai piedi della torre televisiva in quanto Marta aveva ben pensato che non potevamo perderci una visione di Curitiba dall'alto. Saliti fino in cima, effettivamente il gioco valeva la candela e dopo una breve visita e un sorprendente tramonto abbiamo ripigliato l'ascensore e risaliti in macchina ci siamo finalmente diretti verso casa. Giunti alla base abbiamo scoperto che la nostra serata non sarebbe finita con una doccia in quanto il papà di Juliana aveva già provveduto ad invitarci a cena in una churrascaria, un tipico ristorante brasiliano specializzato in carne alla brace. Neanche il tempo di uscire dalla doccia ed eravamo nuovamente in macchina: arrivati in churrascaria ci siamo ritrovati di fronte all'intera famiglia di Juliana che ci ha accolto con un gran sorriso e con un italianissimo "benvenuti". Già, perché sia il padre che la madre di Juliana studiavano italiano ed avevano pure molti parenti ancora in Italia. Come ogni churrascaria che si rispetti non esistevano limitazioni nelle quantità di cibo e noi, volendo provare ogni tipologia di carne, ci siamo abbuffati come animali giungendo però ad una solenne conclusione: di tutte le tipologie di carne sperimentate la picanha la fa da padrona... superba! Agonizzanti e con il cervello a corto di ossigeno a causa del macchinoso processo digestivo, prima di congedarci abbiamo accettato l'invito fattoci dal padre di Juliana che prevedeva per la giornata successiva un'altra visita della città di Curitiba, questa volta nell'immediata periferia.
mercoledì 24 agosto 2005
E così è stato, la mattina seguente di buon ora (pure troppo) la nostra guida ci aspettava nel suo ufficio dal quale sarebbe partita la spedizione alla volta di Campo Grande, il paesino in cui era nato José, il padre di juliana di Juliana e dove ancora tuttora si concentra un elevato numero di italiani. La visita è proseguita inerpicandosi lungo tortuose e strette stradine di montagna per raggiungere un delizioso cottage di proprieta di José. Discesi nuovamente a Campo Grande abbiamo approfittato dell'ospitalità della nostra guida che ci ha pure offerto un sontuoso pranzo anche questo a base di picanha. La giornata si è conclusa con l'incontro del presidente dei "Trevigiani nel Mondo" di Curitiba dopo di che siamo ritornati a casa di Angela per recuperare i bagagli e dirigerci verso la Rodoviaria (stazione degli autobus) per imbarcarci alla volta di Foz de Iguaçu.
Santo André
martedì 30 agosto 2005
Dopo l'ennesima nottata in autobus nel vano tentativo di schiacciare un pisolino siamo giunti a Santo André una città di medie-grandi dimensioni nella periferia di São Paulo. La ragione che ci ha spinti fino a qui è stata la visita di un progetto di collaborazione internazionale che la Provincia di Treviso sta realizzando con la Prefettura di Santo André; per questo motivo avevamo già contattato la signora Miriam Blois responsabile in loco del suddetto progetto ed avevamo fissato un appuntamento nel pomeriggio del giorno stesso. Ma torniamo a noi, una volta smontati dall'autobus è iniziata la consueta ricerca di un alloggio che purtroppo non è stata molto facile in quanto la maggior parte degli hotel che si trovavano in città erano di uno standard troppo elevato rispetto alle nostre disponibilità. Abbiamo gironzolato per più di mezz'ora a bordo di un taxi setacciando il centro cittadino alla ricerca di un alloggio per poi ritornare, in preda alla disperazione, al primo hotel che avevamo visionato. Oltre al danno del tempo perduto c'é stata pure la beffa di dover pagare un salatissimo conto al taxista: inaccettabile! Sistematici in camera giusto il tempo di "stirarci" la faccia per renderci quanto meno presentabili, siamo ripartiti alla volta della Prefettura. Altro taxi ed in pochi minuti eravamo a destinazione e puntualissimi ci siamo presentati alla reception; ci hanno fatto accomodare inizialmente in sala conferenze per un graditissimo café e dopo pochi minuti si é presentata la delegazione brasiliana ed è iniziata una simpatica discussione sul significato e sviluppo del progetto per poi dilungarci in moltissimi altri argomenti, non per ultimo il nostro viaggio. Il progetto era inserito nell'ampio argomento della gestione urbana ed in particolare nell'organizzazione del traffico, inteso come viabilità veicolare, ciclistica e pedestre. Anche per questo motivo ci è stata offerta la possibilità di effettuare un tour cittadino a bordo di una macchina della Prefettura per renderci conto della reale situazione della struttura urbana di Santo André. Fissato l'appuntamento per il giorno successivo siamo ritornati in albergo per farci una doccia e nuovamente in strada per dare un'occhiata al centro cittadino. Ci siamo soffermati a cenare in un classico centro commerciale per poi dirigerci nella via principale: Miriam Blois ci aveva dato l'indirizzo di un localino dove servivano la miglior caipirinha del paese e noi non potevamo di certo lasciarci scappare l'occasione.
mercoledì 31 agosto 2005
Il giorno seguente in tarda mattinata ci siamo diretti all'appuntamento o meglio ci siamo fatti trovare alle ore 11:00 di fronte al nostro hotel per iniziare il tour cittadino a bordo di una vettura d'ordinanza. La nostra guida era uno psicologo a cui era stata affidata la gestione del traffico di Santo André; al suo fianco sedeva l'autista, un pazzo scatenato che inveiva contro chiunque ed era identico a Charles Bronson. La visita si è prolungata per circa tre ore attraverso parchi cittadini, arterie di scorrimento principali, piste ciclabili in costruzione per terminare nel centro di smistamento del traffico in cui attraverso una serie di telecamere posizionate nei centri nevralgici della città, era possibile tenere sotto controllo il traffico rilevando anche le eventuali infrazioni al codice stradale: inflessibili! Nel tardo pomeriggio, terminata la visita, ci siamo fatti accompagnare alla stazione degli autobus per acquistare il biglietto che in tarda serata ci avrebbe permesso di raggiungere Rio de Janeiro. Tornati in albergo, lavati e fatti in velocità gli zaini, ci siamo imbarcati nell'ennesimo autobus notturno che in poco più di sei sarebbe arrivato a Rio de Janeiro.