Ouro Preto e Belo Horizonte
località: ouro, preto, belo horizonte
regione: minas gerais
stato: brasile (br)
Data inizio viaggio:
venerdì 9 settembre 2005
Data fine viaggio:
martedì 13 settembre 2005
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Ouro Preto
venerdì 9 settembre 2005
Il viaggio per arrivare ad Ouro Preto è stato particolarmente articolato: ci sono volute le solite tre ore per il tragitto Buzios-Rio de Janeiro e da quest'ultimo abbiamo pigliato un ulteriore autobus che partendo in tarda serata ci ha recapitato a destinazione alle prime luci del giorno successivo. Oltre al doppio cambio di veicolo la cosa forse più pesante è stata la tortuosa strada fatta di tornanti e continue frenate che hanno reso il viaggio particolarmente sofferto.
Ouro Preto è un paesetto in mezzo alle montagne nello stato di Minas Gerais noto alle cronache per le sue miniere di oro e minerali preziosi che in passato hanno attirato l'interesse di molte persone e soprattutto dei conquistadores. Al giorno d'oggi, ormai chiuse le miniere, Ouro Preto rimane solamente una caratteristica città coloniale arrampicata tra le montagne dalla quale è possibile partire per alcune escursioni alle miniere in disuso. Raggiunta l'immancabile rodoviaria (stazione dell'autobus) abbiamo reperito le classiche informazioni di rito su dove poter alloggiare optando per una economicissima posada situata giusto nei pressi della piazza principale del paese. A bordo di un taxi siamo giunti fin al portone d'ingresso dove stazionava il proprietario con in mano la sua inseparabile sigaretta. Data l'ora del nostro arrivo ci siamo inizialmente sistemati in due stanze in attesa che se ne liberasse una più grande, per poi sederci ai tavoli di un bar per combattere il freddo mattutino riscaldandoci lo stomaco con una dolcissima cioccolata calda. A pancia piena siamo rientrati, la stanza era pronta e effettuati i traslochi ci siamo sdraiati sul letto visto che la nottata trascorsa in bus si era rivelata tormentata ed insonne. Nel primo pomeriggio, quando il sole aveva già riscaldato l'aria, siamo scesi per un primo assaggio della nostra nuova destinazione approfittando immediatamente del servizio di informazione turistica messo a disposizione dei numerosi turisti presenti nel paese. Abbiamo immediatamente capito che oltre alle miniere abbandonate e al relativo museo, questo posto non avrebbe potuto offrirci molto altro e non rimaneva quindi che una fugace visita del centro visto che ormai era troppo tardi per spingerci fino alle famigerate miniere. Come già detto il paese era arrampicato tra le montagne e di conseguenza per poterlo visitare era indispensabile armarsi di pazienza e volontà visti i numerosissimi e ripidissimi sali scendi su cui era sviluppato. In circa due ore siamo riusciti a fare il giro completo del centro e scattate le consuete foto di rito siamo ritornati alla posada visto che con il calare delle tenebre stava pure calando la temperatura. Come molto spesso succede nelle località di montagna tutti i negozi e persino i ristoranti chiudono i battenti molto presto: anche Ouro Preto non si discosta da questa regola e scesi per la cena poco prima delle dieci abbiamo avuto grossa difficoltà a trovare un posto aperto; i ristoranti erano tutti chiusi e dovevamo accontentarci di un misto quente (una sorta di toast) da consumare in un chiosco davanti casa. Sebbene fosse sabato sera anche la vita notturna esitava a decollare e forse non sarebbe mai decollata: esclusi due bar e una gelateria attorno ai quali si radunava una piccola folla di giovani il resto del paese era completamente deserto e non c'erano alternative se non quella di rincasare.
sabato 10 settembre 2005
La mattina seguente riposati e freschi come una rosa c'eravamo proposti l'obiettivo di raggiungere la miniera più grande della zona, ora in disuso ed adibita ad attrazione turistica. Chieste informazioni su dove si poteva pigliare l'autobus, saliti nel veicolo, dopo una quarantina di minuti eravamo giunti a "Minas de passeio", la nostra destinazione. Pagato un salatissimo biglietto d'ingresso ci siamo accodati ad una scolaresca per poi salire nel più classico dei carrelli da miniera che, tramite un sistema di cavi e rotaie, scendeva nelle viscere della terra da dove iniziava la visita guidata alla miniera. La nostra guida, poco più che un ragazzino, ci ha condotto tra i vari cunicoli in cui si sviluppava la miniera spiegandoci la sua storia ed assicurandoci del fatto che non era più attiva. La visita è durata poco più di un quarto d'ora ed è stata tutt'altro che emozionante: siamo risaliti sullo stesso carrello dell'andata per essere trascinati nuovamente in superficie. Delusi ed un pò arrabbiati per la cifra spesa ci siamo diretti verso la fermata dell'autobus per raggiungere nuovamente Ouro Preto e precisamente la rodoviaria dove potevamo acquistare i biglietti e visitare la vicina chiesa di San Francesco, la più importante di Ouro Preto. In un attimo era già sera e per questo ci siamo nuovamente diretti verso il centro a sgranocchiare qualcosina per ritornare subito dopo in posada a fare gli zaini visto che la mattina successiva era ora di partire alla volta di Belo Horizonte.
Belo Horizonte
domenica 11 settembre 2005
Ouro Preto dista da Belo Horizonte solamente un centinaio di chilometri ragion per cui il viaggio non è durato più di due ore. Nel primo pomeriggio eravamo già arrivati nell'immensa rodoviaria (stazione degli autobus) di Belo Horizonte fortunatamente dotata di un ufficio di informazioni turistiche verso il quale ci siamo precipitati immediatamente per ottenere il nominativo di qualche hotel. Missione compiuta ed in un men che non si dica avevamo già individuato la nostra futura dimora che abbiamo raggiunto con l'immancabile taxi. L'hotel Commodoro era un edificio di vecchia costruzione con arredamenti antiquati ed un ascensore fuori dal tempo (a manovella), ma situato in una zona abbastanza centrale e con il prezzo più ragionevole del mercato. Arrivati in camera siamo stati colti da una improvvisa stanchezza cronica che accompagnata alla piacevole ed insolita presenza della tv via cavo ci ha paralizzato nel letto per tutto il pomeriggio finché solamente in serata abbiamo trovato la forza di alzarci perché i morsi della fame cominciavano ad attanagliare il nostro stomaco. Preso un taxi abbiamo chiesto al conducente che ci portasse nella zona più viva della città per poter cenare; arrivati in luogo e pagato il taxista ci siamo accorti che la zona era tutt'altro che viva ma piuttosto un mortorio in cui è stato perfino difficile trovare un ristorante aperto. Delusi dalla serata siamo ritornati tra le soffici spire del nostro letto per continuare il discorso interrotto poco prima.
lunedì 12 settembre 2005
La mattina seguente ci siamo svegliati in quella che sembrava un'altra città, invasa da un fiume di persone che affollava i marciapiedi e i numerosissimi negozi che rispetto alla notte precedente sembravano spuntati dal nulla. In effetti Belo Horizonte è la terza città più grande del Brasile, capitale dello stato di Minas Gerais. Piacevolmente sorpresi da questa frenetica botta di vita non abbiamo esitato a tuffarci nella folla ed iniziare la consueta esplorazione cittadina. Belo Horizonte è più che altro una città commerciale non molto ricca di monumenti storici e dunque non troppo adatta ad un turismo "classico". Noi, cartina alla mano, ci siamo diretti prima di tutto verso l'immenso mercato cittadino, una struttura interamente coperta anch'essa brulicante di persone in continuo movimento ed in cui è possibile trovare qualsiasi cosa si stesse cercando. La visita è proseguita per Praça da Libertade e poi per Praça Tiradentes soffermandoci per alcuni edifici storici come il Palazzo delle Arti e la chiesa de Nossa Segnora da Boa Viagem per spingerci fino ai margini del grande parco cittadino che però era chiuso. Abbiamo allora deciso di prendere un autobus e spingerci fino al quartiere di Pampulha con lo scopo di visitare la chiesa di Sao Francisco de Assis costruita dal famosissimo architetto brasiliano Oscar Niemeyer. Il tragitto per arrivare a destinazione si è dimostrato assai lungo passando attraverso alcune favelas con la continua incertezza di dove fermarci. In effetti siamo scesi un pò troppo avanti del dovuto e prendere un taxi per raggiungere l'obiettivo designato. Era una chiesetta un pò "sui generis" che sfugge alle solite costruzioni a cui siamo abituati. A dire il vero nonostante la sua struttura alternativa non ne siamo rimasti particolarmente impressionati e anzi, dopo qualche foto ed una ripresa, abbiamo ripigliato l'autobus per Belo Horizonte. Tornati in città abbiamo fatto sosta alla rodoviaria per acquistare i biglietti in direzione Salvador de Bahia dopo di che di nuovo al nostro hotel. Dopo una buona doccia la nostra attenzione è stata ancora una volta catalizzata dalla "scatola magica" che trasmetteva un imperdibile classicissimo: Rain Man! Non abbiamo nemmeno cenato ma le condizioni non ce lo permettevano.
martedì 13 settembre 2005
La mattina successiva svegliatici con un comprensibile languorino abbiamo abusato della colazione offerta dall'hotel, fatti gli zaini e svolte le pratiche di check-out ci siamo diretti a trascorrere il rimanente della giornata nel Parque Municipal dove siamo stati intrattenuti da una partita di tennis ma soprattutto da tre meninos de rua che ci hanno raccontato le loro avventura in favelas. Alle cinque del pomeriggio eravamo già alla stazione dell'autobus perché alle sei saremmo partiti alla volta di Salvador de Bahia attraverso un viaggio o meglio un'avventura, che ci avrebbe portato ad infrangere ogni record di permanenza in un autobus: ventiquattro ore e tre minuti... da morir matti!