Salvador
località: salvador
regione: bahia
stato: brasile (br)
Data inizio viaggio:
mercoledì 14 settembre 2005
Data fine viaggio:
lunedì 19 settembre 2005
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Salvador
mercoledì 14 settembre 2005
Una intera giornata in autobus è un'esperienza da non consigliare nemmeno al tuo peggior nemico, ma purtroppo per noi questa era l'unica alternativa per raggiungere Salvador. Abbiamo raggiunto la destinazione nel tardo pomeriggio quando ormai cominciava a farsi sera ed appena scesi dall'autobus ci siamo diretti verso il centro informazioni sperando che potesse aiutarci a trovare una sistemazione. Lo sportello turistico era gestito da una simpatica ragazzona molto disponibile e paziente che è riuscita, dopo una lunga collana di telefonate, ad organizzarci una sistemazione in posada. Ci ha fornito anche il numero di un peruviano che si occupava di alcuni immobili nel centro cittadino e dava la possibilità di affittare degli interi appartamenti ad un modico prezzo. Con questa idea che ci girava nella testa abbiamo accantonato momentaneamente l'ipotesi posada e abbiamo fissato un appuntamento con il mediatore peruviano. All'incontro si è presentato oltre che lui, anche i veri proprietari dell'appartamento: Conça e Max, una coppia italo-brasiliana che gestiva un'agenzia immobiliare e che aveva a disposizione un sacco di appartamenti. Visionatone due, abbiamo deciso di fare un piccolo strappo alla regola ed abbandonare definitivamente l'idea di andare in posada visto che il prezzo era praticamente uguale con il vantaggio che l'appartamento ci dava una totale libertà di movimento. Erano ormai le dieci di sera quando abbiamo firmato il contratto con Conça e una volta sistemati i bagagli ci rimaneva solo il tempo di farci una doccia ed andare a cena.
giovedì 15 settembre 2005
Il giorno dopo ci siamo svegliati sotto un bel sole ed abbiamo iniziato la perlustrazione del quartiere: ci trovavamo a Porto da Barra una delle zone residenziali più sicure in città ed il nostro appartamento era situato a non più di duecento metri dal mare. Abbiamo iniziato una passeggiata nel lungomare per dirigerci verso la zona "Farol" e dintorni ma, dopo pochi passi, siamo stati letteralmente presi d'assalto da un esercito di venditori ambulanti che cercavano di promuovere la loro merce dicendo che era la migliore. Non faceva tempo ad andarsene via uno che subito ne sopraggiungeva un altro ed alcune volte attaccavano anche contemporaneamente: una colla! La spiaggia più carina era forse quella di Porto da Barra, la più vicina alla nostra casa ma anche la più affollata di gente del posto ed era praticamente impossibile trovare un angolino a qualsiasi ora del giorno; le altre spiagge erano strettissime e con il sopraggiungere dell'alta marea venivano puntualmente inondate, cosa che le rendeva inagibili. Anche per questo in preda alla disperazione, il primo giorno pur di prendere un pò di sole siamo andati a stendere i nostri asciugamani nelle aiuole del faro, non certo in riva al mare. Al calar del sole siamo tornati al nostro appartamento per sistemarci e prepararci per la serata. Siamo usciti abbastanza presto in preda ai morsi della fame che abbiamo placato in un economicissimo "Barra Burger", un fast food poco lontano da casa nostra. Abbiamo poi proseguito la serata camminando nelle vie del nostro quartiere scoprendo però; che era tutt'altro che animato visto che tutti i negozi ed i locali stavano chiudendo i battenti. Raccolte alcune informazioni abbiamo scoperto che per trovare un pò di vita notturna bisognava spostarsi e di parecchio; ci voleva più o meno una mezz'ora di taxi e trentacinque reais per giungere fino alla "zona viva" che si sviluppava attorno ad un quartiere chiamato Pituba. Preso il taxi ci siamo diretti verso la meta facendo nel frattempo due chiacchiere con l'autista per capire quali fossero i posti più in voga per la serata. Il taxista rispondendoci con un sorrisetto malizioso ci ha consigliato di fare un giretto al Casquinha, un locale che già avevamo sentito nominare più volte dai numerosi venditori ambulanti che ci avevano fermato nel pomeriggio. La cosa cominciava ad insospettirci ma non avendo altra scelta ci siamo fidati del consiglio. Il locale era molto simile ad una enorme sala da ballo dominata da un palco centrale in cui una banda suonava e ballava dal vivo. Appena entrati siamo stati accolti da un cameriere incravattato che ci ha fatto accomodare al tavolo. Il locale non era così pieno come il taxista ci aveva promesso ma senza dubbio era pieno di belle ragazze, cosa che ha ulteriormente alimentato i nostri sospetti. Ci è bastato poco per capire che quelle dolci ragazze non erano esattamente santarelline ma tutte (e proprio tutte!) delle prostitute a caccia di turisti. Eravamo nella tana del lupo ed il lupo era affamato! Forse a causa della bassa stagione e della mancanza di un turismo di massa noi rappresentavamo la portata principale per tutte quelle donnine che pian piano si stavano stringendo al nostro tavolo: tensione alle stelle! Abbiamo sorseggiato i nostri drinks ascoltando un pò di musica dopo di che, abbiamo lasciato il locale per tornare verso casa con il solito taxi e con i soliti trentacinque reais.
venerdì 16 settembre 2005
Svegliatici in tarda mattinata, eravamo seriamente intenzionati a combattere per ottenere un posto nella spiaggia: armati di asciugamano e costume siamo partiti per la nostra missione che purtroppo anche questa volta è miseramente fallita. Sconsolati per l'ennesimo insuccesso abbiamo deciso di trascorrere il resto della giornata visitando il centro storico di Salvador denominato anche Pelourinho. Preso un autobus in direzione Praça da Sé siamo scesi all'ultima fermata nelle vicinanze del Palazzo del Governo da dove era possibile ammirare la zona più antica e coloniale della città. Salvador, che conserva ancora un caratteristico ed importante centro coloniale, è suddiviso in due parti: la città alta ( che è quella in cui noi siamo giunti con l'autobus) e la città bassa (a livello del mare) collegate tra di loro da un fantasmagorico ascensore che per una cifra irrisoria permette ascesa e discesa. Abbiamo deciso di iniziare il nostro tour visitando la città bassa ed è per questo motivo che ci siamo infilati nel suddetto ascensore. Sono serviti pochi secondi per raggiungere la parte bassa di Salvador; di fronte a noi una piazza con il suo enorme mercato ci dava il benvenuto, mentre alle nostre spalle si potevano ammirare, incollate alla parete di roccia, le antichissime residenze dei primi conquistatori oramai divenute una sorta di favelas. Un'immagine suggestiva che ricorda lo stile coloniale della città, uno dei primi porti del Nuovo Mondo in cui sbarcarono gli schiavi provenienti dall'Africa. Ci siamo poi diretti verso il mercato, un immenso edificio che al suo interno conteneva miliardi di bancarelle agghindate con ogni genere si souvenir: magliette, pantaloni, sculture ricavate dal legno ed un innumerevole numero di cianfrusaglie. Dal lato opposto rispetto all'entrata una scuola di capoeira si stava esibendo per racimolare qualche reais, invitando il turista a scattare delle foto e a partecipare all'antica danza locale. Ripassati nuovamente nel mercato siamo andati verso il Palazzo della Marina che con un enorme edificio rigorosamente in stile coloniale domina tutta la baia. E' giunto poi il momento di ripigliare l'ascensore per dirigerci nuovamente verso la parte alta della città; non appena usciti siamo stati agganciati da una pseudo guida che al motto di: "visitare Salvador senza una guida è come andare a Roma e non vedere il Papa", cercava di convincerci ad usufruire dei suoi servigi in cambio di una non quantificata offerta libera. Come al solito abbiamo declinato l'invito ma siamo riusciti a scroccargli una mappa della città in cui erano accuratamente segnati i punti di interesse turistico. Attrazione turistica per eccellenza è il Pelourinho una vecchia chiesa situata in fondo ad una strettissima piazza circondata da maestosi palazzi in pieno stile coloniale e mantenuti in un ottimo stato di conservazione. Ci siamo avviati lungo le stradine del centro nelle quali siamo stati assaliti da un esercito di "meninos de rua" e disperati di ogni tipo che chiedevano sin troppo insistentemente l'elemosina. Se i venditori ambulanti del nostro quartiere ci avevano stressato, la pressione esercitata sul turista che visita il centro storico è insopportabile; non vorremmo risultare impopolari in quanto siamo consapevoli che in tutto il nordest del Brasile il livello di povertà tocca picchi elevatissimi, ma se dobbiamo metterci dalla parte del turista, una visita nel centro può diventare tutt'altro che piacevole. Altra caratteristica del centro storico sono le "big mamy", delle donnone rigorosamente di colore che vestite con abiti tradizionali cucinano "l'aracaje" una sorta di polpetta di pane fritta e poi riempita di gamberetti, pasta di mandorle di caju, pomodoro e un sacco di salse strane. Finito di visitare il più presto possibile il Pelourinho ci siamo nuovamente diretti verso casa e preparatici per la serata siamo andati a cercare un posto dove cenare. Abbiamo optato per dirigerci all'Aeroclub, il più grande centro commerciale di Salvador dove era possibile scegliere tra svariate tipologie di cucine: noi abbiamo preferito una classicissima bistecca con patate e insalata rigorosamente in promozione. Eravamo all'Aeroclub perché oltre alla possibilità di mangiare offriva anche una buona soluzione per continuare la serata tra musica dal vivo ed alcune discoteche. Avevamo deciso di sederci in uno dei bar presenti nella piazza principale in cui stavano suonando musica dal vivo. L'ambiente era molto carino ma trascorso un pò di tempo sono cominciati a salirci i soliti sospetti: donne sole e bellissime ci guardavano ammiccanti, cosa a cui, senza volerci troppo sottovalutare, non eravamo francamente abituati. Questa volta abbiamo voluto dargli fiducia e sperare che non fossero quelle che pensavamo ma conosciutone un paio i nostri dubbi sono stati confermati: queste allegre signorine (ragazze bellissime!!!) molto smaliziate ci hanno confermato che quasi la totalità (99,9% e forse anche più) delle donne che frequentano i locali turistici fanno il mestiere più vecchio del mondo. La cosa che più ci ha colpito è che la maggior parte di queste ragazze conoscono la nostra lingua... sapete dirci il perché? Beh ve lo diciamo noi: Salvador de Bahia e più in generale tutto il nordest del Brasile è una rinomata meta del turismo sessuale in cui i nostri concittadini la fanno da padroni nell'alimentare un già fiorente mercato della prostituzione. Anche questa serata era terminata come quella precedente e con le pive nel sacco ci siamo diretti verso casa.
sabato 17 settembre 2005
Il giorno successivo siamo riusciti a guadagnarci un posto in una passerella di cemento in riva al mare ed anche se il posto non era esattamente comodo siamo finalmente riusciti a passare una giornata a stretto contatto con l'oceano. Anche qui siamo stati sorpresi da alcune belle signorine che ammiccanti ci chiedevano di unirci a loro: queste donne hanno davvero una gran passione per il loro lavoro! Rosolati a puntino da un sole cocente abbiamo abbandonato la nostra posizione nel primo pomeriggio per andare a sgranocchiare qualcosa e a rinfrescarci con una sana doccia. Per la serata abbiamo preferito fermarci nel nostro quartiere per cenare al solito Barra Burger, il fast food che ci aveva accolto la sera in cui siamo arrivati limitandoci ad una passeggiata digestiva e a una caipirinha in un piccolo bar nel lungomare.
domenica 18 settembre 2005
Anche il giorno successivo l'abbiamo trascorso in spiaggia nella massima tranquillità ed in serata abbiamo iniziato le solite pratiche pre partenza visto che il giorni seguente sarebbe stato nuovamente l'ora di salire in un autobus.
lunedì 19 settembre 2005
L'indomani svegliatici in tarda mattinata abbiamo terminato di preparare gli zaini con l'intenzione di dirigerci nuovamente verso il centro per fare qualche acquisto al mercato. Uno sciopero degli studenti che aveva paralizzato il traffico cittadino ha mandato in fumo i nostri piani e così ritornati indietro a piedi siamo andati da Conça (la proprietaria del nostro appartamento) per salutarla e consegnarle le chiavi. Saliti in un taxi eravamo di nuovo alla stazione degli autobus per imbarcarci alla volta di Recife.