Natal e Fortaleza

località: natal, fortaleza
regione: rio grande do norte, cearà
stato: brasile (br)

Data inizio viaggio: domenica 25 settembre 2005
Data fine viaggio: martedì 4 ottobre 2005


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Natal

domenica 25 settembre 2005

In sole quattro ore (uno scherzo!) abbiamo raggiunto Natal una ridente cittadina turistica a metà strada tra Recife e Fortaleza. Come al solito dopo essere scesi dall'autobus abbiamo immediatamente raccolto tutte le informazioni riguardo al biglietto per la destinazione successiva dopo di che era giunta l'ora di trovare una sistemazione. L'ufficio delle informazioni era desolatamente vuoto e ci siamo arrangiati nel racimolare tutti i volantini pubblicitari sulle posade e sugli alberghi che giacevano incustoditi sotto il bancone. Recatici fuori dalla stazione la solita fila di taxisti ci ha assalito e dopo una rapida consultazione abbiamo deciso che la soluzione migliore, almeno sulla carta, fosse quella di sistemarci nella zona turistica della città ovvero Ponta Negra. Quindici minuti a bordo del taxi ed eccoci arrivati a destinazione, la ricerca di un alloggio si è però rivelata più difficile del previsto: le opzioni a nostra disposizione non mancavano di certo ma il problema era sempre lo stesso... il denaro. Per raggiungere le posade bisognava lasciare la strada principale e scendere lungo le ripidissime laterali che giungevano fino al mare. Il nostro autista ci ha portato a zonzo tra le ripide stradine per consultare i prezzi dei vari alloggi: man mano che ci avvicinavamo al centro i prezzi salivano e dunque abbiamo deciso di sistemarci in un hotel un pò decentrato ma molto carino e con un prezzo assai ragionevole. Sistemate le nostre cose e data un'occhiata all'hotel, che aveva pure la piscina, ci siamo diretti verso il lungomare per prendere visione della spiaggia e successivamente dirigerci camminando verso il centro. Effettivamente il nostro hotel era abbastanza fuori mano e ci sono voluti circa venti minuti per raggiungerlo. Più che un centro vero e proprio si trattava di un tratto di lungomare dove erano concentrati la maggior parte dei ristoranti, negozi e locali notturni; non aspettatevi niente di grandioso, tutto si esauriva nell'arco di duecento metri. Il tempo di renderci conto cosa ci aspettasse ed eravamo già nella via del ritorno soffermandoci solamente pochi minuti in un chiosco nel lungomare per un meritato frullato di frutta. Giunti a casa, giusto il tempo per una doccia ed eravamo già nella strada per tornare in centro e cenare. Passeggiando tra i ristoranti e leggendo il listino prezzi avevamo capito che gran parte di essi non potevano fare al caso nostro: siamo entrati nell'unico che sembrava essere a portata delle nostre tasche. Tutto sommato la cena è stata dignitosa ed il prezzo si è attenuto alle promesse del listino. Usciti dal ristorante, non ancora stanchi di camminare, abbiamo percorso un paio di volte la zona del centro rendendoci conto però che la giornata era un pò fiacca e le strade quasi vuote; non ci rimaneva che ripercorrere gli ormai noti due chilometri che ci separavano dal nostro letto.

lunedì 26 settembre 2005

Avevamo puntato la sveglia per poter approfittare della colazione compresa nel prezzo che sarebbe scaduta alle ore dieci. Il sole era alto in cielo ma erano solo le nove del mattino e le alternative a nostra disposizione non erano poi molte: potevamo solamente prendere i nostri asciugamani e dirigerci verso l'immensa spiaggia messaci a disposizione da madre natura. La spiaggia era molto carina, non eccessivamente affollata ma battuta da un costante vento che a volte diventava davvero fastidioso sollevando dune di sabbia. Al contrario di Recife, non esistevano enormi grattacieli pronti ad oscurare la spiaggia nel primo pomeriggio, ma questa volta complice un cielo quasi sempre annuvolato, non siamo ugualmente riusciti a soddisfare la nostra voglia di sole. Siamo resistiti in spiaggia per alcune ore sorseggiando della gelata acqua di cocco rifugiandoci poi nella piscina del nostro albergo per proteggerci dal vento e dalla sabbia. In serata la solita doccia e poi già di nuovo fino in centro per una strada che giorno dopo giorno sembrava farsi più lunga. Complice forse spiaggia e mare eravamo particolarmente affamati ed il menù della sera precedente non sarebbe certo bastato a soddisfare le nostre esigenze. Ci siamo fatti convincere da un signore lungo la strada che promuoveva il suo ristorante: offriva un "rodizio de camarào" ovvero gamberi a volontà e più precisamente diciotto tipi di portate tutte a base di gamberetti. Come avevamo già spiegato a proposito della churrascaria anche in questo caso si poteva mangiare fino a scoppiare: entrati al ristorante ci hanno consegnato una bandierina da esporre sopra il tavolo con le facce di due colori, verde e rosso. Verde sfondati, rosso fermati! Finché la bandiera esponeva la faccia verde i camerieri continuavano a passare per il tavolo e a riempirci i piatti di pietanze diverse, l'unico modo per fermarli era rivoltare la bandiera ed esporre il colore rosso: è stata una dura battaglia ma alla fine ne siamo usciti a testa alta e prima di esporre il rosso in maniera definitiva sono passate alcune ore. Abbandonato il campo di battaglia era d'obbligo una passeggiata nel centro: sia per digerire, sia per verificare se la vita notturna avesse già preso il via. Effettivamente nonostante si trattasse di un lunedì sera il movimento non mancava, le insegne dei locali notturni erano illuminate, il dj faceva il suo lavoro e dopo esserci ripresi dall'abbuffata ne abbiamo approfittato per la consueta caipirinha. Il tempo vola quando ti diverti, era quasi mattino e dovevamo ripercorrere l'interminabile distanza che ci separava dal nostro albergo così, rigorosamente a piedi, ci siamo ritirati nel nostro giaciglio.

martedì 27 settembre 2005

La mattina seguente la sveglia non ha suonato, dopo i fasti della sera precedente non c'era posto nemmeno per una tazza di café. Ci siamo posizionati direttamente in piscina, visto che il vento e la sabbia avrebbero reso ardua la permanenza in spiaggia. E'; stata un'altra giornata all'insegna di nuvole, nuvole e poco sole trascorsa quasi esclusivamente nella piscina dell'hotel; siamo rientrati in camera nel tardo pomeriggio per una salutare doccia e per un ancora più salutare riposino: eravamo pervasi da un'insolita stanchezza che aumentava ancora di più al solo pensiero che in serata avremmo dovuto ripercorrere tutto il lungomare per raggiungere un ristorante del centro. In tutti questi mesi avevamo imparato una cosa: quando sei stanco di percorrere la solita strada è ora di abbandonarla!
Così è stato, i tempi erano maturi per abbandonare Natal e l'indomani pagati i nostri debiti ci siamo diretti verso la stazione degli autobus per imbarcarci per la nostra prossima destinazione: Fortaleza.

Fortaleza

giovedì 29 settembre 2005

Con l'ennesimo bus notturno abbiamo raggiunto la nostra ultima meta in terra brasiliana: ebbene si Fortaleza era il punto di arrivo della corazzata Ritorno al Parallelo Zero. Avevamo risalito gran parte della costa rigorosamente a bordo di un imprecisato numero di autobus; parcheggiare e scaricare i bagagli nella stazione di Fortaleza voleva dire solo una cosa: capolinea!
Il classico ufficio informazioni anche questa volta non voleva aiutarci e dopo una fugace colazione ci siamo seduti, fiduciosi che in brave tempo qualcuno si sarebbe presentato sotto la "I"; di informazioni. Tutto vano, presa coscienza del fatto che nessuno sarebbe mai arrivato abbiamo ingaggiato il solito taxista che ci ha condotto alla ricerca di una posada. Il nostro cicerone non sembrava esattamente un drago visto che si era limitato a due sole posade: decisamente un pò poco per poter effettuare una scelta. Arrivati in centro abbiamo congedato il nostro autista e posati gli zaini ci siamo diretti più in basso verso la spiaggia dove sorgevano innumerevoli alberghi e in men che non si dica avevamo trovato una sistemazione economica e strategica. Recuperati gli zaini abbiamo raggiunto l'albergo a piedi e svolte le solite pratiche di ingresso abbiamo preso possesso della nostra stanza. Eravamo come al solito distrutti ma questa volta in particolare non avevamo mai chiuso occhio forse consapevoli del fatto che questo sarebbe stato il nostro ultimo viaggio. Tirate le tende per ripararci dalla luce ci siamo concessi un sacrosanto riposino terminato solamente alcune ore dopo; al nostro risveglio stavano già calando le tenebre sulla città di Fortaleza e non ci restava altro che farci una doccia e uscire a cena. Il lungomare non distava molto dal nostro hotel ed abbiamo incominciato a percorrerlo frettolosamente in cerca di un posticino dove poter placare la nostra fame. La scelta, dettata dal prezzo, è ricaduta su un chiosco sulla spiaggia che alla fine non si è rivelato neppure troppo economico. Come al solito eravamo distanti dalla zona viva della città ed intorno a mezzanotte il lungomare in fronte al nostro hotel era praticamente deserto. Interpellato un taxista siamo venuti a conoscenza che per trovare un pò di vita notturna bisognava dirigerci su un quartiere più a nord a circa venti minuti di camminata. Non eravamo assolutamente in condizione di affrontare una camminata di venti minuti e non volevamo spendere i soldi per un taxi: la soluzione obbligata era di ritornare a letto in compagnia della "scatola magica" nella speranza che trasmettesse qualche film interessante.

venerdì 30 settembre 2005

Anche qui l'hotel prevedeva una succulenta colazione compresa nel prezzo, ragion per cui abbiamo puntato la sveglia alle nove e trenta della mattina per dirigerci verso il ristorante. Usciti a pancia piena eravamo curiosi di conoscere la spiaggia per vedere se finalmente almeno qui fosse possibile prendere un pò di sole; sicuramente c'era ma insieme ad esso anche un vento a dir poco arrogante e per di più, proprio come a Recife, la costa era punteggiata di grattacieli che ad un certo punto avrebbero certamente oscurato la spiaggia. Ritornati un pò sconsolati al nostro hotel abbiamo fatto due chiacchiere con la receptionista e scoperto che esisteva una piscina situata all'ultimo piano dell'edificio: meno male! Preso l'ascensore ci siamo immediatamente diretti a visionare il campo di battaglia ma apertesi le porte ci siamo trovati di fronte non tanto una piscina ma piuttosto una pozza d'acqua con un diametro non superiore ai due metri. Non esistevano però; altre alternative e comunque tutto sommato, esclusa la piscina, il posto era molto carino: pavimentato in legno con dei comodi sdraio dove poter prendere il sole, riparato dal vento e con una stupenda vista sulla città di Fortaleza...; non ci si poteva lamentare! Recuperati costumi e asciugamani siamo finalmente riusciti a prendere un pò di sole e per non sbagliare abbiamo passato il resto della giornata sdraiati all'ultimo piano del nostro hotel: sciccoso! Nel tardo pomeriggio, cotti a puntino, siamo scesi nella nostra camera per una doccia fredda ed una rinfrescante bibita sorseggiata nel relax del nostro letto. In serata la solita baracchetta ci aspettava per la cena e noi non ci siamo di certo tirati indietro; dopo una passeggiata nei mercatini del lungomare abbiamo deciso di partire all'esplorazione di quella zona di cui ci aveva parlato il taxista la sera precedente: la zona viva, dove si concentrava la vita notturna. Armati di buona pazienza abbiamo iniziato una lunga camminata che nel giro di mezz'oretta ci ha condotto nel luogo in questione. Si trattava di una via pedonale piena di ristoranti costosi e locali notturni affollatissimi di gente. Sono bastati pochi minuti per capire che ci trovavamo in una sorta di bordello all'aria aperta dove non era possibile nemmeno camminare senza essere bloccati dalle solite "donnine" che ci invitavano insistentemente nei loro locali; la cosa forse più pericolosa era però la folla di adolescenti che con la scusa di un piccolo aiuto economico erano pronti a rubarti anche le mutande. Siamo rimasti in questo posto davvero poco per poi dirigerci verso il Dragon do Mar un altro "centro dei divertimenti" poco distante. Anche qui c'era un sacco di gente ma l'atmosfera era decisamente diversa: ci siamo fermati a bere qualcosa nelle economiche baracchette lungo la strada e ad ascoltare un pò di musica rincasando solamente in mattinata.

domenica 2 ottobre 2005

Destati dalla solita sveglia era ora di fare colazione e di ritornare in piscina per prendere il sole: visto che Fortaleza sarebbe stata la nostra ultima meta prima dell'Italia avevamo deciso di abbronzarci il più possibile. Si trattava della nostra penultima serata in Brasile ed avevamo deciso di concederci una cena luculliana per festeggiare la nostra dipartita: quale modo migliore per farlo se non una churrascaria in cui assaporare una succulenta picanha? Detto fatto, lavati e sbarbati eravamo pronti per il grande evento e a bordo di un taxi abbiamo raggiunto lo Spettus, un ristorante consigliatoci da più persone. Il posto era decisamente all'altezza delle nostre aspettative: pure troppo! Appena entrati ci siamo resi conto che il locale era davvero sciccosissimo e che non ce la saremmo sicuramente cavata con pochi soldi, ma si trattava pur sempre della cena d'addio e non abbiamo voluto badare a spese. Seduti al tavolo siamo stati accolti da un sommelier che ci ha portato la lista dei vini ed offerto un aperitivo. A pancia vuota l'aperitivo, sebbene avesse una gradazione alcolica molto limitata, ci aveva già capottato ed in preda ad un allegra euforia abbiamo dato il via alle danze: l'angolo alla nostra destra era dedicato ad antipasti e contorni che già da soli potevano costituire un'abbondante cena; alla nostra sinistra si estendeva la lunga tavolata dei dolci che alla sola vista era in grado di attaccarti il diabete... sarebbe stata una dura battaglia! Dato il via ai camerieri è iniziata la lunga processione della carne, tutte rigorosamente cucinate alla brace tramite delle lunghe spade in cui veniva infilzata e rosolata. Oltre al classico pollo e salsiccia la churrascaria prevedeva venti tipi di carne diversa che poteva essere ordinata illimitatamente scegliendo pure la tipologia di cottura: pazzesco!!! I camerieri continuavano ad uscire dalla cucina con queste lunghe spade piene di carne fumante ed appoggiandosi al nostro tavolo ci inducevano in tentazione. Dopo un'estenuante partita con coltello e forchetta eravamo davvero pieni: la pancia sembrava scoppiare tanto che abbiamo dovuto allentare la cintura, lo stomaco si era dilatato all'inverosimile e cominciavamo ad avere i crampi: dopo aver deglutito a fatica gli ultimi bocconi abbiamo dovuto alzare bandiera bianca. Boccheggianti ma mai stanchi, sempre ligi al nostro dovere siamo riusciti persino ad ingurgitare alcuni delle centinaia di dolci proposti nel bancone. Dopo un digestivo che forse ci ha salvato la vita abbiamo richiesto il conto che sicuramente è stato una bella batosta per le nostre tasche ma che se paragonato a tutto ciò che avevamo mangiato decisamente contenuto: agonizzanti! Era impensabile andare a letto in quelle condizioni ragion per cui abbiamo pigliato un taxi e ci siamo fatti accompagnare nel posto della sera precedente per fare quattro passi ed ascoltare un pò di musica. Ritornati a casa non è stato facile conciliare il sonno ed abbiamo dovuto rotolarci nel nostro giaciglio per un bel pò di tempo prima di cadere nelle braccia di Morfeo.

lunedì 3 ottobre 2005

La mattina seguente la sveglia non è suonata in quanto eravamo comprensibilmente disinteressati alla colazione; svegliatici in tarda mattinata siamo risaliti verso la piscina ed abbiamo trascorso l'ultima giornata al sole. Durante l'intera giornata non siamo riusciti ad ingurgitare nulla e solamente in tarda serata siamo abbiamo bevuto un frullato di frutta per poi dirigerci nuovamente nel nostro lettuccio.

martedì 4 ottobre 2005

L'indomani la sveglia è suonata più minacciosa che mai per avvisarci che la nostra avventura era giunta al termine, un anno era passato ed era arrivato il momento di ritornare a Venezia, in quell'aeroporto dove tutto era iniziato. Fatta colazione abbiamo fatto gli zaini e dopo un ultimo scorcio alla città di Fortaleza nel tardo pomeriggio abbiamo preso un taxi che ci ha condotto sino all'aeroporto internazionale. Abbiamo atteso l'aereo in assoluto silenzio mentre nelle nostre testoline scorrevano le immagini di un anno passato a cavallo del mondo. Alle venti e zero cinque di un tristissimo quattro ottobre l'Associazione Ritorno al Parallelo Zero salutava tutti e se ne andava, ritornava a casa!!! Il ritorno prevedeva una lunga tappa a Lisbona, da noi stessi voluta per avere la possibilità di visitare un'ultima città.